Perchè le zebre non hanno l'ulcera (e noi invece sì)?
L'idea di scrivere questo blog mi è venuta dopo aver letto quello di Mauro Maratta sull'ammazzarsi di lavoro.
Robert M. Sapolski è un professore universitario alla Stanford University (USA), è un biologo specializzato nelle neuroscienze.
Ha passato buona parte della sua vita "lavorativa" in Africa a studiare il comportamento dei Babbuini e il resto in laboratorio a investigare le relazioni tra l'attività del cervello, degli ormoni e il comportamento nelle scimmie e nell'uomo, con particolare riguardo allo stress ma anche alle relazioni geni-ambiente-carattere.
Un po' più giovane, in Africa (Sapolski è quello a sinistra).
Ci vuole coraggio a star vicino a un Babbuino.
Sapolski è un'insegnante di prim'ordine, quando le ho scoperte online, qualche anno fa, ho seguito le sue lezioni sulla biologia del comportamento, generosamente messe a disposizione dalla Stanford University e da "professionista del settore" posso dire che molto raramente ho sentito qualcuno spiegare così bene e senza annoiare, anzi affascinando chi ascolta.
Sapolski mentre fa lezione alla Stanford University nel 2014
Ha scritto diversi libri, il migliore che ho letto è "Behave" (Comportarsi), un bel librone sui rapporti fra la genetica,la biologia e i tanti fattori esterni che influenzano il comportamento umano (scelte morali e politiche comprese).
Questo invece è il tema del blog, che ho ripreso da uno fra i suoi libri tradotti in italiano, un bel libro anche se il titolo può lasciare un po' perplessi:
Non ne scrivo per farvi comprare il suo libro, sì molto bello ma forse un tantino ostico per chi non ha basi di biologia, ma perche serve da spunto per riflettere su come funzionano certe cose, in natura e nella nostra testa di uomini.
Il libro inizia con una storia "naturale":
Una zebra sta pascolando tranquilla, all'improvviso vede, fiuta, insomma in qualche modo si accorge che un leone la sta puntando. Subito, dai nuclei profondi del cervello si scatena una cascata di segnali che attivano il sistema nervoso autonomo e la secrezione di un flusso di diversi ormoni tra cui l'adrenalina e il corrispondente naturale del cortisone. La risposta del corpo è immediata, il battito cardiaco va a mille, si riduce il sangue che va alla pelle (in modo da sanguinare meno se si viene feriti) e ai visceri (se devi correre, inutile consumare energia per digerire, lo farai dopo) mentre aumenta quello verso i muscoli cioè dove serve aumentare le prestazioni.
Può esserci svuotamento involontario del contenuto di vescica ed intestino (anche gli animali se la fanno addosso dalla paura), un peso inutile da portarsi dietro nella corsa.
La zebra corre a perdifiato e mettiamo che se la cava. Dopo un po' il suo battito cardiaco ritorna normale, il flusso ormonale si riduce, l'animale è calmo e si rimette a pascolare tranquillo, fino alla prossima volta.
Questo, tecnicamente, sarebbe un episodio di stress acuto. Però, per quanto intenso sia stato, questo stress non ha conseguenze negative sulla zebra, perchè di breve durata; il flusso di ormoni (adrenalina, "simil-cortisone" ecc. ecc.) e lo scatenamento delle reazioni nervose smettono una volta assolto il loro compito.
Se la zebra continuasse invece a rimuginare sull'accaduto o vivesse nel continuo terrore che la cosa si ripeta, cosa le succederebbe?
Continuerebbe a produrre gli stessi ormoni, un po' meno come quantità, ma in continuazione, intossicandosi pian piano, facendosi venire l'ipertensione, rovinandosi i reni, abbassando le difese immunitarie, così che i batteri, compresi quelli dell'ulcera allo stomaco, sarebbero fuori controllo.
Ci fa venire in mente qualcosa? Eh sì.
Lo sviluppo della capacità di immaginare e di prevedere, caratteristica di un cervello altamente prestazionale come il nostro e, in parte, quello di alcune specie di scimmie, è forse la novità evolutiva più importante, insieme alla stazione eretta, ha permesso alla specie umana di arrivare nello spazio ed oltre... ma se non gestita può avere qualche controindicazione.
Noi siamo l'unica specie che può secernere ormoni tipici delle risposte difensive, aggressive, oppure sessuali, provocando le reazioni collegate, immaginando, senza i soggetti fisici che le provocherebbero in natura.
E siamo l'unica specie in grado di rivangare il passato o di immaginare il futuro. Se ci lasciamo prendere quindi dalla rabbia o dalla paura per fatti accaduti o che immaginiamo potrebbero accadere, il nostro corpo rilascia sostanze come se le persone o i gli eventi che ci disturbano fossero realmente davanti a noi nel momento in cui li pensiamo. Questa è una delle basi dello stress.
Questa è la differenza fra chi si fa venire l'ulcera e chi no. Animale e umano.
Ancora: Filippo ha una posizione di leader, gode di grande stima, ma è perennemente preoccupato che qualcuno gli soffi il posto, così è sempre agitato, aspro verso i sottoposti e magari violento con la sua compagna e i figli. Piergiovanni invece ha una qualifica intermedia, vorrebbe salire di grado, ma non ce la fa, in più riceve in continuazione soprusi dal capo, vorrebbe fargliela pagare ma per ora almeno non può, così per non farsi venire l'ulcera se la prende a sua volta con quelli sotto di lui. Giangiacomo è anche lui di medio livello, ma ha un carattere differente, il suo ruolo gli va bene, preferisce farsi degli amici alla carriera, quando vede arrivare il capo con la luna di traverso si defila e aspetta che sia passata. I primi due hanno la pressione alta ed elevato livello di coritisolo nel sangue, il terzo sta bene. In che ditta lavorano Filippo, Piergiovanni e Giangiacomo? In nessuna, sono Babbuini di un branco che ha studiato Sapolski (nell'originale i nomi erano inglesi).
Anche i Babbuini scaricano le frustrazioni sugli altri.
Nei loro studi Sapolski e colleghi dimostrano che in una società gerarchica, anche nei primati diversi da noi, il non saper reggere alla tensione provoca uno stress che si porta dietro la tempesta nervosa/ormonale fino ad ammalarsi, oppure la si "scarica" (è la parola giusta) su altri più deboli, facendo loro del male (fisico o morale). Capita nei Babbuini, negli Scimpanzè e in noi uomini, perchè sotto questo aspetto "funzioniamo" allo stesso modo (Solo i Bonobo o scimpanzè pigmei, che fanno una specie di vita da hippy menefreghista free sex, con gerarchie ridotte al minimo, fanno eccezione).
Scimpanzè a sinistra, Bonobo a Destra. La "Cita" dei film di tarzan era un Bonobo...
C'è rimedio? Sì, il cervello ha delle contromisure, ma bisogna saperle attivare e soprattutto, volerle attivare, non è così facile e non sempre possibile, purtroppo. Far intervenire le aree del cervello dedicate alla consapevolezza, all'essere attenti al presente, gestori coscienti del del passato e del futuro (perchè non possiamo vivere come le zebre), ma non loro prigionieri, stemperano l'aggressività, la paura e quindi gli ormoni a loro collegati, potenziando le aree del cervello che ci aiutano ad essere più calmi e agire in modo accorto. E' ormai provato che anche in età adulta il cervello si modifica, cambia la sua struttura secondo quello che si fa.
Cosa a che era stata capita empiricamente da un po' (poca) gente già secoli o millenni fa e che ora i neuroscienziati stanno dimostrando "prove in mano".
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma basta così, spero l'abbiate trovato interessante, se no è colpa di Mauro (non è vero).
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