COOLPIX 990: una delle prime mirrorless digitali Nikon
Molti di noi sono passati dalle reflex a pellicola al digitale in punta di piedi, cercando di capire poco alla volta concetti totalmente alieni dalla personale esperienza: informatici più che fotografici, come i pixel, la loro distribuzione su di un sensore, la loro capacità di reazione elettrica, la loro quantità come elemento distintivo della qualità, il rapporto tra dimensione del file ed il formato di stampa, i formati di compressione e quelli grezzi.
Abbiamo quindi accostato, alla fine del secolo scorso, i primi apparecchi digitali che, senza il mutuo necessario per l'acquisto di una reflex Nikon D1 (una scheda di memoria da mezzo giga costava 500mila lire, ossia quanto 50 pellicole tutte insieme) consentissero un rispetto minimo del risultato (rispetto ai parametri delle migliori pellicole di allora) ed un esborso che consentisse un...ripensamento.
La Coolpix 990 non è la prima della serie 9xx iniziata nel 1998 con la capostipite 900
La vedete su Nikonland e nel Club di Omnia vincit Amor, perchè è la prima macchina fotografica digitale che comprai nel 2000, alla sua uscita, al prezzo inaudito (allora) di duemilioniemezzo di lire (oggi soltanto 1250 euro circa), che alternai alla pellicola per le riprese ai miei bambini (di allora...) e per i primi tentativi di lavoro in digitale: riprese in still life, riproduzione di originali col suo tubo in tutto e per tutto simile all'attuale ES-2, didattica digitale con i miei primi corsi di fotografia nei quali venivano inserite queste nuove concettualità: che allora insegnavo all' Accademia di Belle Arti.
Come tutta la serie 9xx possiede una struttura in due blocchi, impugnatura/comandi e obiettivo/flash/esposimetro.
Geniale l'articolazione, perfettamente funzionante in questo esemplare a più di venti anni dalla sua fabbricazione: consentiva riprese in ogni angolazione rispetto il soggetto e perfino in "selfie" controllando sul monitor da 1,8 pollici... (110k punti)
Questa 990 possiede un sensore CCD da 1/1,8" dotato di 2048x1536 pixel, per un totale (allora enorme) di 3,34 Mpx (3.15 effettivi) le quali dimensioni determinavano un rapporto di moltiplicazione 4,75x, trasformando lo zoom 3x di cui era dotata da 8-24mm f/2,5-4 in un 38-115mm-eq
La scheda di memoria standard era una Compact Flash I da 16MB (si, avete letto bene) che consentiva alla massima risoluzione circa 24 scatti quelli cioè di una pellicola corta...
La corsa alla ricerca di carte di memoria più capienti cominciò quindi in parallelo all'esigenza di poter disporre di capacità maggiori, anche se in questa fase del digitale continuavamo a ragionare con la stessa psicologia della pellicola: pochi scatti e ragionati...come se le schede di memoria potessero offendersi di quantitativi maggiori di fotogrammi.
Alimentazione a batterie stilo
contenute nell'impugnatura disegnata per essere assolutamente super ergonomica, del tutto inutile se non per il trasporto, la tracolla
Mirrorless certamente ma senza il prezioso mirino elettronico che equipaggia le nostre Z e prima di esse alcune ONE: la serie 9xx Coolpix possiede un semplicissimo mirino zoom a traguardo, che funziona col rumore della cremagliera che lo trasporta avanti e indietro, ma che per l'epoca rappresentava un elemento di grande pregio (il mirino, non il rumore)
Menù arcaico, colorato in azzurro ed arancio, ma a quattro sezioni, assolutamente in linea con i menù Nikon delle reflex elettoniche di allora e di quelle digitali che sarebbero seguite, dotato di tutte le facilities del tempo, compreso il BKT e la possibilità di pilotare il flash incorporato con un sistema di flash esterno, collegabile via cavo attraverso la presa tripolare sotto il blocco ottico, collegabile agli SB Nikon attraverso modulo multiflash o cavo singolo.
Ricordi di venti anni fa, di figli ormai ventenni, di un'interesse che era preesistente ma che mi fece scollinare il nuovo secolo con un bagaglio di cose da imparare ancora.
Cose che poi hanno condotto a NIkonland: così oggi ho fatto un selfie
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