Marshall Acton II : piccolo ma potente, ovunque
Tutto comincia da questa domanda:
Il perchè è presto detto: per una persona di 55anni come me, passata acusticamente dall'ascolto della musica dai mangiadischi e mangiacassette dell'infanzia, al Lesa della mamma,per poi transitare all'HiFi degli anni 80 con giradischi e testine americane, come le mie Stanton, a proseguire con la rivoluzione digitale del gira CD Philips e proseguendo con la smaterializzazione del concetto elettrico fino ad arrivare alla musica liquida attuale contenuta in un lettore portatile che legge formati audio fino a poco tempo fa per me sconosciuti, leggere su un diffusore acustico nuovamente un marchio come questo
mi ha prodotto uno sfasamento spazio/tempo nel quale l'iniziale diffidenza verso il nuovo modo di poter godere della musica (detesto le cuffie ed ogni auricolare per quanto leggero o performante sia) si è convogliata verso un'accettazione agevolata da un marchio, garanzia di ...sensazione fisica di pressione sonora, fin dal 1962 (come si legge sul frontale), quasi coetaneo quindi alla mia nascita !
E dopo aver letto del test di Florestan del modello di punta di questi diffusori, mi è punta subito vaghezza di poter provare anche il più piccolo, agevole per dimensioni e prezzo di questa nutrita serie di diffusori Marshall, alcuni anche wi-fi, altri come questo bluetooth o wired, distribuiti in Italia da Mtrading a cui ho quindi chiesto di poter provare il
Marshall BT ACTON II
mobile contenente un woofer e due mid-tweeter, amplificati,
dotato sulla plancia comandi di tre semplici quanto eleganti potenziometri per volume, bassi ed acuti, affiancati a sx dalla presa jack da 3,5 di ingresso e dall'interruttore per shiftare dal funzionamento wired a bluetooth, a dx dal tasto play/pause e dalla leva di accensione, all'attivazione della quale un tono di conferma differenziato, permette di capire di aver acceso o spento.
dimensioni davvero contenute da 26x16x15cm ed il peso inferiore ai 3 kg,
nonostante l'eccellente qualità costruttiva del mobile e di ogni particolare, anche dei più nascosti e potenzialmente trascurabili, ne consentono una facilissima collocazione in ogni parte della zona di ascolto, che proprio per questo motivo, nel periodo in cui ho avuto modo di provarlo, è cambiata spesso,
osservare la risposta del diffusore alla risonanza delle varie superfici su cui l'ho collocato
anche delle più impensabili...
ma che in funzione del target di clientela per questo apparecchio, possono dover esser prese in considerazione.
Ho utilizzato l' ACTON II sia in bluetooth, attraverso le applicazioni del mio smartphone, piuttosto che quelle Marshall, un pò lente alla risposta,
sia wired
dove indipendentemente dalla qualità del cavo di connessione
ciò che dà vantaggio
è di certo la stabilità della trasmissione rispetto al Bluetooth, che a seconda della sorgente utilizzata, mi ha fatto riscontrare delle differenze notevoli di segnale, evidentemente indipendenti dal ricevitore del Marshall, quanto invece dalla qualità del trasmettitore, smartphone o tablet che fosse.
La caratteristica che pare accomunare tutti questi Marshall sembra essere la forte presenza nella gamma bassa e dei mediobassi, specialmente se agevolata dal genere musicale ed io ho utilizzato prevalentemente e con grande soddisfazione musica della sua epoca, come rock, reggae, jazz e molto meno pop e sinfonica, generi con i quali, per le caratteristiche di emissione proprie di questa configurazione, questo diffusore non può trovarsi sufficientemente ...attrezzato.
Del resto, chi acquisti per la cifra richiesta un Marshall Acton II, ritengo desideri conferire proprio quella "presenza" ai file audio, magari prevalentemente poco nobili come mp3 e 4, residenti nel proprio device, piuttosto che attrezzarsi con gli stessi brani musicali in formati come il FLAC, che necessitino di una risposta in frequenza più estesa ed omogenea di quella garantita da questo diffusore, per poter estrinsecare il proprio potenziale.
E avrebbe fatto la scelta giusta
perchè è proprio sulle opportunità mediocri di uno smartphone qualunque collegato a YouTube o altri fornitori di musica liquida che si manifesta l'immediatezza e la collaborazione del Marshall con le esigenze mordi e fuggi di uno o più utilizzatori che si avvicendino in collegamento alternato con il diffusore, ognuno con la sua musica immediatamente disponibile.
Ovviamente questo taglio di risposta del bass-reflex si accentua con un posizionamento accosto a pareti di fondo o su superfici non particolarmente rigide, come l'impiantito di legno di un soppalco, piuttosto che su di un piedistallo per diffusori o una superfice rigida in marmo o ceramica.
La direzionalità di ascolto non è eccessiva, per le caratteristiche di filtratura degli altoparlanti cui è demandata la parte medioalta ed alta dell'emissione: il potenziometro del volume sembra essere un attenuatore, per cui ho preferito tenerlo al massimo quasi sempre, per regolarne la gradualità dal device (specie in bluetooth, sfruttando la possibilità di farlo a distanza).
Lo stupore di mio figlio di 16 anni non ha prezzo,
quando me l'ha visto in casa: papà...è davvero un Marshall ? mi ha chiesto...
Evidentemente il marchio è ancora qualcosa che conti, anche per queste nuove generazioni che sembrano essere incuranti della qualità, piuttosto che della quantità.
Grazie ancora agli amici di che ci hanno concesso anche questa esperienza.
Max Aquila photo (C) 2019
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