Mozart: Violin Sonatas
Alina Ibragimova (violino), Cédric Tiberghien (piano)
Mozart Violin Sonatas
Hyperion 2017
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Manca ancora il quinto volume per completare questa bella integrale delle sonate per violino e pianoforte di Mozart, ma già è un fioccare di premi e menzioni per Alina Ibragimova e Cédric Tiberghien.
A dire il vero sorprende la scelta dei due artisti di dedicarsi alla registrazione di tutte le sonate per violino e pianoforte, che sono trentasei, non tanto per il numero, quanto per il livello compositivo molto poco omogeneo.
Le prime 16 sonate furono composte da Mozart a un'età compresa tra i sette anni e i 10 anni, mentre le successive furono composte dopo una pausa di dodici anni tra il 1778 e il 1788. Nelle sonate di gioventù è il pianoforte che ricopre il ruolo principale, mentre il violino svolge un ruolo di accompagnamento, secondo una tendenza allora in voga. Erano pensate per essere eseguite in casa e molto probabilmente per mettere in risalto le capacità del giovane pianista.
Il livello delle sonate successive varia molto a seconda delle circostanze in cui ciascuna sonata fu composta, principalmente dal committente e dalla bravura del violinista destinato a suonarla. Per fare un esempio la bellissima K454 fu eseguita davanti all'Imperatore Giuseppe II e suonata dalla violinista italiana Regina Strinasacchi, celebre a quei tempi, mentre la successiva e deludente K547, ultima delle sonate, fu probabilmente pensata, sebbene mai pubblicata in vita, per essere venduta come sonata facile a musicisti principianti.
Tuttavia, anche le partiture più semplici possono portare a risultati sorprendenti quando affidate a musicisti di questo calibro.
Alina Ibragimova è una violinista russa, cresciuta a Londra, Cédric Tiberghien è un pianista francese. Suonano insieme ormai da più di dieci anni e si sente!
E' notevole la fluidità che riescono a imprimere al discorso musicale. Anche nelle sonate più semplici, la raffinatezza, la vitalità, la sensualità delle loro interpretazioni sono totali. Cédric Tiberghien ha un ruolo di primissimo piano e non delude: con un suono molto articolato e limpido, e un uso molto parsimonioso del pedale, rende perfettamente lo stile mozartiano. Ibragimova è sublime nell'intrecciarsi con le linee del pianoforte, in modo spontaneo e naturale, sempre originale, anche nelle numerosi parti ripetute.
Anche se, in tutta onestà, ad un ascolto prolungato le sonate giovanili possono diventare rapidamente stucchevoli e forse avrebbe potuto avere un senso non inciderle proprio, questa integrale rappresenta un punto di riferimento certo per chi fosse interessato a questo repertorio.
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