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Schubert : Fantasia per pianoforte a 4 mani D940


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La Fantasia in fa minore per pianoforte a 4 mani, pubblicata come op. 103 da Diabelli dopo la morte di Schubert, fu scritta tra i mesi di gennaio e aprile del 1828 e dedicata alla contessa Carolina Esterhàzy, come risulta da una lettera del compositore datata il 21 febbraio 1828 e inviata all'editore Schott. Simile alla Wanderer-Phantasie, questo lavoro si articola in quattro movimenti in una libera forma di sonata. L'Allegro molto moderato inizia in tono minore, secondo l'uso ungherese, ma ben presto si arricchisce di modulazioni che slanciano il discorso melodico. Il Largo in fa diesis minore è una specie di omaggio all'arte italiana, in quanto si sa che proprio in quell'anno il musicista aveva avuto occasione di ascoltare Paganini e dopo l'Adagio del Secondo Concerto op. 7 del violinista aveva detto di aver udito cantare un angelo. Lo Scherzo brillante e il Finale rivelano uno Schubert contrappuntistico quanto mai insolito tanto che il compositore per arrivare a controllare più coscientemente questa scoperta pensò negli ultimi mesi della sua vita di prendere qualche lezione (c'è chi sostiene però che si trattò di una sola) dal teorico e didatta austriaco Simon Sechter (1788-1867), che fu tra l'altro maestro di Bruckner e di numerosi artisti importanti della Vienna musicale del suo tempo.

La Fantasia in fa minore per pianoforte a quattro mani di Franz Schubert è stata composta ad inizio 1828 e pubblicata postuma come Op. 103 da Diabelli (Quel Diabelli !).
Solo formalmente una "fantasia" forse per evitare critiche dai colleghi più formali, é simile come struttura alla Fantasia Wanderer e si articola in quattro movimenti di sonata.

La dedica è alla Contessa Carolina Esterhàzy e questo forse giustifica l'incipit alla maniera ungherese ma non sapremo mai se la dedicaria ne sia stata informata, dato che c'è traccia solo in una lettera del 21 febbraio di Schubert all'editore Schott.
Si dice ci siano anche influenze italiane - nel largo - indotte forse dall'ascolto recente del Secondo Concerto di Paganini a Vienna.
Nel finale c'è anche l'insolito - per Schubert che non aveva una formazione rigorosa - accenno contrappuntistico.

Si tratta comunque della sublimazione dello stile di Schubert, le ampie e continue ripetizioni, i ritornelli, i cambi di melodia repentini, si fanno perdonare dal ritmo sempre incalzante e da un accenno di melodramma.
Una composizione che si presta maledettamente bene alla trascrizione sinfonica.

Ricamando sul materiale melodico molto drammatico e romantico nel senso più letterario del termine si sono ricamate .... fantasie sulla fantasia.
C'è chi parla di amore impossibile per questa contessina, ex-allieva, conosciuta in una vacanza del 1824.
Certamente il materiale emotivo è estremamente ricco e porto su un piatto di portata.
Ma come tutte le composizione di Schubert necessita di mani sapienti, capaci di distillare il succo puro dell'invenzione musicale dal mare di consuetudine a volte un pò triviale in cui il compositore era solito annegare le sue intuizioni anche le più brillanti, per dovere di allungare il brodo.
Ma resta assolutamente inequivocabile già nella scelta formale - pianoforte a quattro mani - il dialogo tra due parti, una in basso e una in alto. Non c'è dubbio alcuno. Poi voi datele il senso che vi pare. E se proprio vi piace, ascoltate cantare Carolina all'alto e Franz al controcanto in basso.

 

La soluzione è un fa minore molto intimo, con i quattro movimenti collegati che consentono una distribuzione delle tonalità - fa minore il primo e l'ultimo, con il finale che è il doppio del primo movimento - i due movimenti centrali invece sono in fa diesis minore, ci fosse stato bisogno ancora di aumentare il pathos della scena.
Colori e tonalità stanno perfettamente vicini al Winterreise sebbene la composizione sia stata terminata a primavera. Ma siamo negli ultimi mesi della vita di Schubert e quindi tutto ci stà.
L'intera stesura è anche intrisa di inquietudine ed instabilità, anche solo a mantenere il tema per la coda.

Il tema principale del primo movimento che compare dopo una breve preparazione del basso. lascia improvvisamente spazio ad un "duetto d'amore" come lo definirebbero i frequentatori dei salotti dei coevi romanzi di Jane Austen.
Il secondo motivo è se vogliamo ancora più irrequieto e il basso e tutt'altro che comprimario della melodia. Primo e secondo tema vengono rielaborati più volte su luci diversi. Schubert qui manifesta appieno le sue doti pittoriche.

Segue il largo, come si diceva in fa diesis minore ma non aspettatevi un preavviso.
Anzi, se volete trovare le tracce separate nei dischi che segnalo, andate direttamente nella versione secondo Sviatoslav e Benjamin perchè le altre non lasciano respiro tra un movimento e l'altro.
Alla faccia del largo abbiamo una serie di accordi percussivi e di trilli infiniti che aprono un dialogo tra l'alto e il basso che lascia in sospeso. Ripresa quasi sottovoce con un accenno da opera all'italiana che porta al successivo allegro.
Questo non consente affatto di prendere fiato perchè è vitale e brillante, con tratti popolari, anche qui con riprese continue di ritornelli e con accompagnamento martellante, pieno, forte.
Le voci non cessano di accavallarsi. E provatevi a seguirle separatamente se ci riuscite.

Qui Franz mi perde un pò perchè i cinguettii durano per circa un terzo dell'intera composizione e alla terza ripetizione io sinceramente cercherei il telecomando per cambiare canale.
Ma per fortuna che arriviamo magicamente alla ripresa, con una modulazione che ci riporta al tempo Primo e alla tonalità iniziale.

E' un nuovo inizio che prelude ad un epilogo non troppo allegro.
C'è un palpito tutto operistico. Questo è un lieder doppio, modulato dal tremolo, quasi, l'agitazione lascia posto all'inquietudine con sprazzi di speranza.
L'appoggio del basso è meno esasperato, quasi rassegnato nel seguire la voce principale. Un fugato, una cosa più che rara per Schubert che forse vi ricorreva solo quando il padrone di casa chiedeva la pigione ma credo che Ludwig ne sarebbe stato felice se l'avesse potuto leggere, se non proprio ascoltare.
I trilli della voce di destra elevano strilli reali, il basso diventa più concitato, aumentano pathos e agitazione. SIlenzio.
Ripresa magica del tema iniziale, sottovoce, senza accelerare, forzando l'ultima frase in una conclusione a rintocchi che tutto lasciano significare (scrivete voi il finale).

Applausi meritati per un chiusura di carriera che desidererei anche io.

  1. Allegro molto moderato (fa minore)
  2. Largo (fa diesis minore)
  3. Allegro vivace (fa diesis minore)
  4. Con delicatezza (re maggiore)

***

La discografia di questa composizione non è straripante, perchè non ci sono tantissimi duo in attività e perchè l'intesa tra i due deve essere assoluta con la necessità di lunghe sessioni di prove, cosa sempre meno possibile.
Nella disponibilità di edizione ne ho scelte cinque le più diverse che però, quasi tutte, identificano un legame quasi amoroso tra il duo.
Abbiamo marito e moglie, padre e figlia, allievo e maestra, e due coppie di sodali di provata amicizia.
Vediamole insieme.

***

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Schubert : Fantasia per pianoforte a quattro mani Op. 103 - D940
Avanticlassic 2010

Durata 16:30

***

Questo disco contiene solamente la Fantasia. Ed è sufficiente.
Si tratta forse della interpretazione più intensa disponibile in disco.
A tratti largamente commovente, forse un filo sopra le righe, mai, nemmeno in un istante, banale.
Intensità emotiva ed affiatamento dell'allievo insieme alla maestra.
Io rispondo con i brividi alla base della nuca.
Non mi importa se sembra che Zia Martha avesse fretta di andare dal parrucchiere (una cosa che credo faccia solo ad ogni anno bisestile).
Vince a mio parere per visione, per tensione, per tono, per la drammatica narrazione.
Martha dà il ritmo e Sergio ricama sopra.
Bellissima.

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Schubert : Fantasia per pianoforte a quattro mani Op. 103 - D940
Sviatoslav Richeter e Benjamin Britten
Decca

Durata 17:47

***

Festival di Aldenburgh, ma quanto saranno stati fortunati quelli che al tempo hanno potuto assistere ai duetti tra Benjamin Britten e i suoi amici, Sviatoslav Richter, Slava Rostropovich e Peter Pears ?

Qui abbiamo un disco straordinario, ripreso dal vivo che mostra un'intesa virile di rara chiarezza.
Le due voci sono perfettamente fuse in un'unica intensa frazione di un momento.
L'unico momento di perdita di tensione è nell'allegro dello scherzo del terzo movimento.
Ma qui Schubert ha seminato la partitura di trappole cui nessuno - o quasi - può opporsi.

Il resto è tutto urla e forza di chi vuole fermamente opporsi al destino proclamando il suo diritto, almeno, all'autodeterminazione.
I momenti di struggimento ci sono tutti ma sono attenuati da una inesorabile volontà di giungere all'epilogo.
Intendiamoci, non è una versione da record di velocità, l'incedere è marziale, virile appunto.
Ciò che c'è da dire viene detto, sempre e con veemente potenza.
Ma si sente che manca una donna.

Il risultato, appunto sorvolando sul terzo movimento, lascia senza fiato. A tratti violento, collerico, potente. Beethoveniano.

 

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Schubert : Fantasia per pianoforte a quattro mani Op. 103 - D940
Radu Lupu e Murray Perahia
Decca

Durata 19:19

***

Silenzio, delicata presenza.
Qui lo spasimante sembra già certo dell'esito della vicenda e la sua è più una supplica rispettosa.
Quasi a giustificare la differenza di ceto e di casta (sto celiando, ovviamente).
Ma la rassegnazione è più forte dello struggimento e le due voci non si sovrastano, dialoga su toni omogenei.
Il senso complessivo è drammatico, teso, nonostante la durata sia quasi biblica rispetto a quella dettata dalla Argerich.
Non mi piace, lo devo ammettere, ma ha fatto scuola (vedi recenti edizioni Fischer+Helmchen e Fray+Rouvier)
Un modo alternativo, rassegnato, romanticamente più "tedesco" che non mi si addice per indole nemmeno in una frase.

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Schubert : Fantasia per pianoforte a quattro mani Op. 103 - D940
Robert e Gaby Casadesus
Columbia

Durata 16:54

Una coppia formidabile i due coniugi Casedus che mostrano un'intesa assolutamente ferrea.
Probabilmente il ruolo guida resta Robert perchè la visione è certamente maschile, molto veemente, veloce.
O alla veloce, se vogliamo. Lo si capisce sin dal primo accordo della sonata per due pianoforti K448 con cui incomincia il disco.
Sia come sia, importa poco capire le dinamiche di coppia in questo contesto visto che valutiamo il risultato.
Che è sensazionale, quanto se non meglio di quello dell'eccezionale coppia Britten+Richter, e scusate se è poco.


 

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Schubert : Fantasia per pianoforte a quattro mani Op. 103 - D940
Emil ed Elena Gilels
Deutsche Grammophon

Durata 19:19

Questa coppia forse è la più debole tecnicamente. Adatta al concerto KV365 di Mozart ma Elena, pur bravissima, poco può contro il padre Emil.
Che impone alla fine un tempo lagnoso di una lunghezza sproposita.
Beninteso, non necessariamente la velocità è da considerare una debolezza ma se sommiamo la tendenza alla ripetizione pertinace di Schubert con un andamento lento come questo il risultato non può che essere un pò sonnecchioso.
E' la meno interessante, per la mia opinione delle interpretazioni che ho scelto.
Ma si riscatta su quella altrettanto compassata dei due Perahia+Lupu per gli scatti veeementi di Emil quando può prendere il volo.
C'è tutta la sua forza e la sua voglia di vincere ad ogni costo con la sola forza delle sue dita.
Solo che qui vince il suo amore paterno, non me ne voglia la graziosa Elena. C'è tutto Emil in ogni nota.
Finale travolgente che da solo vale, ogni nota, di tutta l'interpretazione.

6 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Amministratori

Aggiungo due interpretazioni recenti che secondo me vanno molto nel solco intimista-rassegnato iniziato nella mia rassegna dalla lettura Perahia+Lupu.

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Julia Fischer (al piano) e Martin Helmchen potrebbero essere i protagonisti di una storia d'amore osteggiata dai genitori (di lei, naturalmente !).

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visionaria ma non convincente (secondo me) la più recente edizione Erato con David Fray accompagnato dal maestro Jacques Rouvier.
Troppo compassata e tragica per me.

In questa composizione l'emozione si deve mediare con la lotta strenua nonostante ogni avversità e anche se destinata al fallimento.
Emil Gilels fa così, trascinandosi la figlia oltre ogni ostacolo in un atto d'amore continuo per tutta la partitura.

Ma onore e gloria a Franz Schubert che in queste pagine raggiunge secondo me vette magnifiche. E' una delle occasioni più brillanti di pianismo doppio, per scrittura e significato complessivo.
Il vero romanticismo che, sono sicuro, avrà emozionato le sorelle Bronte.

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  • Amministratori

Molto lento (19:30) ma "sublime" 

 

duo Tal & Groethuysen gennaio 2020 (disponibile in disco Sony del 2013 in un programma tutto Schubert).

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