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Wolf-Ferrari : Il Segreto di Susanna


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Wolf-Ferrari : Il segreto di Susanna, intermezzo in un atto
Serenata per archi in mi bemolle maggiore
Judith Howarth, soprano
Angel Odena, baritono
Oviedo Filarmonia diretta da Friedrich Haider

Naxos 2019, 44/24

***

Non conosco la ripresa del 2010 di Vassily Petrenko a Liverpool ma ricordo l'edizione più storica della Decca condotta magistralmente da Lamberto Gardelli.
E' una rarità questo intermezzo in un atto che richiama l'opera buffa italiana del settecento quando il panorama lirico è intriso di drammae tragedie.

Lieve ed intensamente ... mediterraneo che nulla ha a che vedere con Strauss o Puccini, tantomeno con Wagner.

Vi rimando alla trama ben descritta nel libretto (un fresco marito geloso pensa dapprima che la moglie abbia un amante "fumatore", lui detesta il fumo già dall'odore, lei indulge con le sigarette per ristorarsi in qualche modo dall'eccessiva guardiania del marito, poi la scopre, è lei e non il suo amante né il servitore che intanto prepara la cioccolata. Un richiamo della Serva Padrona che in qualche modo fa da modello a questa piccola opera).
L'ouverture è un piccolo capolavoro di temi intrecciati, di contrappunto, di frizzantezza (tanto brillante da essere stata incisa anche da Bernstein)
E tutta la composizione (13 tre arie e duetti, anche con accompagnamento al piano solo) è fatta di pura melodia all'italiana, del pur italiano solo per parte di madre, Wolf-Ferrari. Il finale riprende i temi dell'ouverture 

Aggiungo solo che la composizione data 1905-1909 ed è stata composta ed eseguita per la prima volta a Monaco nel 1909, in tedesco. L'autore aveva una trentina d'anni. Di li a poco l'Europa sarebbe annegata nel sangue, Mahler stava completando la sua opera.
E proprio contemporaneamente a questo momento di gioioso menage familiare dell'epoca edoardiana, Schonberg impostava atonalità e dodecafonia, probabilmente quanto di più lontano dal mondo musicale del brillante Ermanno Wolf-Ferrari.

Ancora più lieve e con un leggerissimo sentore di melanconia (ma leggero, leggero), la serenata per archi del 1893 (l'autore diciassettenne).
L'articolazione delle parti è già ricca e si permette di chiudere il finale con un fugato estremamente veloce.
L'ispirazione è mozartiana ma non è affatto una operazione di restaurazione musicale, si tratta di una piccola gemma che è ben più interessante, musicalmente, di altre più celebrate nei repertori correnti (tipo, senza fare nomi, quella di Chaikovsky).

Una bella operazione di recupero di Naxos che approfitta di un cast di primordine.
La soprano è ben conosciuta ed ha cantato per Soldi, Abbado e Sinopoli.
Il baritono spagnolo è ad uso al repertorio italiano (tra Verdi e Puccini).
Il direttore è austriaco ma ha sangue italiano ed è un estimatore dell'opera di Wolf-Ferrari.

L'interpretazione nel complesso è molto ben condotta, su toni frivoli e frizzanti che richiamano effettivamente più la musica italiana del barocco (senza strafare) dove invece quella meno recente di Gardelli ha come modello, probabilmente, Mascagni.

Bel disco che consiglio anche per andare oltre la curiosità, Ermanno Wolf-Ferrari è un compositore di cui dovremmo andare più fieri, noi italiani.

Edizione alternativa, Decca (probabilmente introvabile) :

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