Beethoven : Concerti n.1 e n. 2 - Giltburg/Petrenko
Beethoven : Concerti per pianoforte e orchestra n.1 e n. 2 - Rondò in SIb WoO 6
Boris Giltburg, pianoforte
Royal Liverpool Orchestra
Vasily Petrenko
Pianoforte Fazioli # 2782273
Registrazione del maggio 2019
Naxos, formato 96/24
***
E' un fiorire di edizioni dei concerti per pianoforte di Beethoven.
Non che ce ne sia bisogno, abbiamo decine di edizioni di riferimento dei più grandi pianisti della storia.
Ma è giusto che ogni interprete si cimenti con questi capisaldi della letteratura tastieristica.
Qui abbiamo due musicisti di primordine, Boris Giltburg e Vasily Petrenko che mostrano una buona intesa e propongono un risultato di buon livello.
Boris suona uno dei possenti Fazioli presenti in Inghilterra. L'orchestra di Liverpool ha una articolazione perfetta per Beethoven sotto il bastone di Petrenko.
Ci sono tutti gli ingredienti giusti per una ricetta perfetta. E le aspettative suggerite dal duo sono tante.
Il risultato ?
E' effettivamente perfetto. Forse un pelo troppo perfettino, insomma.
Un confronto rapido con la mai perfetta Martha Argerich del 2017 con il compassato Ozawa alla guida della Mito Chamber Orchestra ci mostra che, ad esempio, si possono pareggiare i tempi del rondò del primo concerto ma proponendo musica di tutt'altra verve.
Cosa manca insomma perchè una performance diventi un disco perfetto ?
Un filo meno di autoindulgenza, forse, meno attenzione al suono prodotto e un pò più alla musica.
Brendel diceva che Mozart è facile da suonare ma è ben difficile da suonare veramente bene.
Questi due concerti (e il rondò senza numero d'opera selezionato da GIltburg per cui usa anche una sua cadenza) sono i cavalli da battaglia del Beethoven che si fa strada attraverso la Germania verso Vienna, per conquistarsi la fama di solista prima che di compositore.
Sono brillanti. Sono personali. Richiedono ardore e anche la necessità di prendersi dei rischi.
Che qui in tanti passaggi mancano.
Beninteso, il livello è altissimo.
Ma il Giltburg del 2019 ci ha viziati con un Rachmaninov sensazionale. E le nostre pretese sono cresciute.
Ci risentiamo al prossimo disco con il pianismo più eroico del Beethoven Napoleonico ?
Delizioso il Rondò, con quel misto tra lezioso e spavaldo che ci vuole. Vale tutto il disco (ma ripeto, nei due concerti la performance è tutt'altro che insufficiente .. é che vorremmo ... di più !). Ma anche qui con tempi più lenti di quanto avremmo desiderato (confronto con Brautigan, Kodama ma anche con il Richter maturo).
Più coraggio Boris. Più ardore. Con Beethoven bisogna correre sulla fune.
Alla prossima
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