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  • Valerio Brustia
    Valerio Brustia

    Un attimo ed è già finito tutto

    Ma no, cosa avete capito, parlo di una cosa che succede spesso a chi ama fotografare il paesaggio.

    Da due anni e mezzo, utilizzo un set di fototrappole per monitorare i selvatici nel pezzettino, minuscolo, di Parco delle Lame del Sesia (già di suo è un parco veramente minimale) che frequento da uno sconsiderato numero di anni. Lo scorso sabato 19 ottobre in tardo pomeriggio sono sceso al fiume per il giro fototrappole. Giornata grigia, piovosa, autunnale, due gocce d'acqua non mi hanno dissuaso a far 2 passi nella natura e tirar due foto d'autunno

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    Scaricate le macchinette, sulla strada del ritorno, mi sono affacciato alla Lama Grande ( o Lama del Conte). Cielo grigio specchiato nell'acqua verdastra, fotograficamente un dito in un occhio. Ma almeno la piena di settimana scorsa ha ripulito per bene.
    La piena del fiume è stata rapidissima come hanno documentato le mie fototrappole superstiti (vedi appendice)

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    Cade qualche goccia d'acqua, ma ugualmente mi cimento a riprendere lo scorcio a cui sono sostanzialmente affezionato. D'un tratto, di  mi accorgo che le cime degli alberi sono ... rosse ? O cribbio, l'arcobaleno. La luce attorno diventa calda, quasi viola, e tutto si colora per pochi istanti, i pochi minuti concessi per fare qualche scatto.

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    Come è arrivata, dicevo, la luce se ne va. Sulla strada del ritorno il sole ha lanciato un'ultima sciabolata tra le alpi ed il tetto di nuvole e, lungo la strada asfaltata della tenuta Devesio di VIllata, non ho resistito e ho fatto qualche altro scatto dell'ultimo secondo.

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    Tutte le foto realizzate con Nikon Z9, ob Nikon Z24-70/4 s, Nikon AFs 105/2.8 VR micro e Nikon Z 400/2.8 TC su treppiede Gitxo GT3541LS e Arca B1 (inzuppata)

    io uso fototrappole che costano poco (fascia prezzo 50 euro per capirci) perchè so che sono a rischio e perchè mi interessa il dato statistico e non l'immagine prodotta, anche se il punto di vista di quegli attrezzi è invidiabile e chiunque vorrebbe vedere quello che vedono quelle scatolette.

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    Prima usavo le Ceymur, nell'ultimo anno le ho sostituite quasi tutte con le Garden Pro che danno una migliore praticità di utilizzo e qualità immagine (ottica) molto superiore.
    Nella foto ci sono 3 Gardepro ed una vecchia Ceymour da sostituire per danno irreparabile (il morso di un animale molto intelligente e curioso)

    Per me le fototrappole è importante che abbiano:

    - vano batterie di facile accesso: cambio le stilo AA ogni 2-3 mesi e non voglio staccare la fotocamera dal loro alloggiamento (albero), capisci che se alle batterie accedi solo dal basso è una morte. Le GardePro si aprono a libro ed il vano batteria è lì in bella vista. 

    - schede SD normali: scaricare la fototrappola per me significa sostituire la SD con una nuova e portare a casa quella che ha registrato i dati della settimana. L'operazione la faccio sul posto quindi deve essere sufficientemente pratica.  L'80% delle fototrappole usa le micro SD che sono una iattura da maneggiare in quelle condizioni. Le Ceymour e le Gardenpro vanno ad SD.

    - display per "anziani". Le fototrappole cinesi son tutte uguali nell'elettronica e nel firmware, cambiano i device componenti. Le gardenpro hanno un display con caratteri decenti così da evitare di portarmi gli occhiali per vedere da vicino. Le Ceymour sono delle stronze e mi fanno bestemmiare con il loro font 8

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    Questi baracchini sono decisamente robusti, va detto però che non sono proprio "stagni" . IP48 è ottimistico. Reggono la pioggia ma non la sommersione totale.
    Per cronaca metto qui le foto di una Ceymour affogata nel 2023

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    aperta ripulita asciugata e....

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    peccato che non aggiorna più la data, evidentemente qualcosa si è ossidato per bene. Questo difetto la rende inutilizzabile allo scopo per cui l'ho comperata.

     

     

    APPENDICE - LA PIENA FLASH del 18 ottobre 2024

     

    User Feedback

    Recommended Comments

    • Nikonlander Veterano

    Un plauso alla costanza ed all'impegno Valerio.

    Prima di partire per la Tanzania avevo pensato di prendere una foto trappola per piazzarla nei campi dove avrei dormito puntata verso le tende per riprendere l'eventuale passaggio di animali.
    Poi ho rinunciato sia per il discorso peso/volume ma soprattutto per il dubbio che le autorità dei parchi male interpretassero la presenza dell'arnese.
    Hanno bei problemi con il bracconaggio e le multe sono pesanti.

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    • Nikonlander Veterano

    Ormai è andata..  io avrei agito in altra maniera, il peso del marchingegno è basso  lo avrei preso e chiesto se lo potevo usare di sera.. alla mal parata ti dicevano NO !

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    • Nikonlander Veterano

    Non è detto Roby, in alcuni aeroporti potresti essere soggetto a sequestro e segnalazione.
    So per certo che i ranger fanno storie con radio e sistemi di avvistamento se li vedono sulla jeep per paura che tu faccia lo spotter per i bracconieri.

    Comunque ci sarà un'altra occasione e mi informerò meglio in anticipo.

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    • Nikonlander Veterano

    Esperienze sempre interessanti Valerio. Capisco cosa spinge a ritornare sempre nello stesso luogo. Sentiamo la necessità in qualche modo di continuare a raccontarlo quel luogo anche per proteggerlo. Esiste una motivazione recondita che va oltre la nostra passione per la fotografia: sappiamo che prima o poi quel luogo smetterà di essere un'area salva, protetta. Magari non verrà totalmente trasformato ma cambierà il suo aspetto ed è per questo motivo che inavvertitamente ci ritroviamo a realizzare un vero e proprio storico di immagini  e parole raccontando al meglio come quel luogo lo abbiamo conosciuto e vissuto per tanti anni. Non demordere.

    Come al solito un ottimo lavoro, di grande qualità.

    :leo:

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