Allora, viene che domenica scorsa non pioveva e non faceva nemmeno freddo.
Boh, mi son detto, quasi quasi vado a fare due passi sul greto del Sesia. Ora chi mi conosce sa cosa vuol dire per me fare due passi, ma tagliamo corto: carico lo zaino grande, Mardingtop da 60 litri, con due reti mimetiche ed un telo frangiato, prendo il treppiede leggero (il Leofoto LS-254C con testa Sunway XB-44) perchè voglio camminare un po' e il Gitzo so che mi impiccia, le Z9 , il 400 TC e l'inseparabile periscopio 24-70/4s.
Arrivo al fiume ad un'ora decente, saranno le 15.30, mi incammino verso sud. Camminare sui sassi del greto è un'ottima ginnastica per i glutei, vabbè non faccio la ballerina di Lapdance, ma in genere credo faccia bene lo stesso. Dove il greto si infossa sotto la sabbia mi fermo: tutte le barene sono coperte di impronte di gru, vale la pena provare un'appostamento. Scelgo dei detriti e monto il camuffamento.
Non nutro troppe speranze, sono 2 anni che vado sistematicamente a vuoto, ma è bello lo stesso e stare qui a prendere un po' d'aria mi fa solo bene. Un gennaio strano questo, mi bastano gli stivaloni a cosciale della Trento ed il calzettone di lana per non aver i geloni. Solo lo scorso anno, così combinato, avrei portato via del gran freddo. E' strano.
La luce cala e non si muove niente, il tempo che passa lo misuro in ISO che salgono. Appena in posizione avevo un 1/500 ad f/4 per ISO 800, ora sono già a 1/125 f/4 per ISO 3200 e peggiora ogni minuto. Da che fotografo combatto con questa equazione e i suoi corollari. Con la Z9 potrò comunque "tirare" fino al buio quasi totale e ritrovare i miei passi con la frontale, il mirino della Z9 mi permette di vedere oltre le capacità dell'occhio. Fino ad accecarmi anche un po'.
Mentre mi trastullo con questi pensieri, dalla riva sinistra arriva uno schianto di rami rotti e di sassi che franano. Mi giro e punto i 560mm del Nikon Z su un bel cinghialone che scende, caracollando, verso il fiume. E' un maschio solitario, grosso, ma non enorme.
Non ci spero più, sono anni che mi prendono per i fondelli. Mai che sia riuscito ad inquadrarne uno come si deve, mai. Un po' perchè escono sostanzialmente di notte, un po' perchè son sempre nel posto sbagliato, troppo lontano o troppo vicino, e mai ho avuto l'occasione.
Ma il BESTIA gira proprio verso di me.. attenzione attenzione ... va che è la volta buona...
TROPPA GRAZIA!! Si ferma ad una decina di metri da me e grufola contento nella sabbia. Siamo a 4000 ISO per 1/100 f/4, ed il BESTIA è troppo vicino, rischio di tagliare la gobba, devo disinserire il TC. Ci riesco, è questione di attimi, appena prima che il cinghiale riprenda il suo cammino che pare portarlo proprio verso di me; i giochi sono fatti, lo seguo nel buio 1/125 f/2.8 ISO 4000, finchè mi percepisce CON IL NASO, e riparte a razzo verso il fiume
Quando succede così di solito si infilano nel primo cespuglio e scompaiono completamente. Questa volta no, il <Sus Scrofa> (Linneo) si tranquillizza e riprende il suo "struscio" serale senza patemi particolari
quindi ho capito:
NON HA CONCLUSO DI ESSERSI TROVATO MUSO A MUSO CON IL NEMICO, ne ha solo sentito l'odore e tanto basta per cambiare strada.
Io ho invece capito un'altra cosa: la Z9 costa cara, ma li vale tutti quei soldi.
Per la cronaca
le galline lunghe sono poi arrivate. Uno stormo di oltre 200 animali di cui 3 si son posati a 150 metri davanti a me, gli altri 197 a 400metri alle mie spalle.
E' stato comunque bellissimo ed elettrizzante
Buonanotte e alla prossima
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