In qualità di Sigma Ambassador per l'Italia, ho ricevuto in test questo obiettivo da Mtrading Srl, distributore nazionale del marchio Sigma
Giuro che se solo due anni fa qualcuno mi avesse promesso un 105mm f/1.4 lo avrei preso per pazzo. Mi sarei sinceramente accontentato di un normalissimo f/2 purché aggiornato alle qualità dei sensori super-ricchi di oggi.
Nikon ci ha stupiti con la presentazione - a sorpresa - del suo 105/1.4E che io non stento a definire leggendario (ne abbiamo parlato qui Nikon 105mm F1.4E : è nata una leggenda (test/prova) e più di recente Max ha dichiarato che : Nikon 105mm f/1,4E : mi basta 1,4 ...)
Poi Sigma è uscita con il suo strepitoso 135/1.8 Art (Sigma 135mm F1.8 Art : il mustang (test/prova), Sigma 135mm F1.8 Art : fashion per strada, Sigma 135mm f/1,8 Art: il Teatro della Vita) e pensavamo di avere già tutto quello che la vita può offrire al fotografo ritrattista.
Ma viviamo in tempi fortunatissimi per il fotografo e Sigma ha pensato che più avanti ci fosse ulteriore spazio, proponendoci questo nuovo 105mm f/1.4, ovviamente della linea Art che va a completare un trio eccezionale, insieme a quel 135mm e all'indimenticato 85/1.4.
Questo nuovo 105mm in realtà non sembra pensato per il "semplice" ritratto, la sua connotazione d'eccezione si vede già a prima vista.
La costruzione, le dimensioni, le proporzioni sono tali da farlo uscire immediatamente dall'ordinario, nemmeno fosse un superteleobiettivo.
E proprio per questa ragione ho deciso di rendere adeguata giustizia ai dettagli costruttivi di questo apparecchio da fotografia con il giusto numero di immagini, tanto da aver suddiviso in due la prova che, per la parte fotografica prosegue qui : Sigma 105mm f/1.4 Art : prova sul campo (seconda parte)
***
Come è fatto ?
Nessuna novità per quanto riguarda la confezione - la classica scatola in robusto cartone bianco con le scritte nere e grigie - l'astuccio in cordura.
Ma aprendo la confezione salta subito all'occhio il paraluce - enorme ! ci sta dentro quello del Nikon e avanza spazio tutto intorno per metterci il dito indice - e il collarino del treppiedi già montato sull'obiettivo.
C'è anche un anello di gomma di cui diremo più avanti.
il paraluce in plastica rinforzata con fibra di carbonio è proprio fantastico. Il fermo è degno di quello dei teleobiettivi serie Sport, forte, robusto e ben rifinito.
del resto il diametro dell'innesto dell'obiettivo è pari alla sua lunghezza focale - 105mm ! - quindi si capiscono bene le proporzioni raggiunte.
In effetti l'obiettivo nudo è un pò tozzo - largo quasi quanto è lungo - con il paraluce diventa più elegante.
il tappo anteriore da 105mm
il peso è ben bilanciato e l'obiettivo sta in piedi poggiato sul piedino del treppiedi.
la lente anteriore è enorme, quasi quei 105mm ma lo è altrettanto quella di uscita, come ben evidenziato in questa foto
di profilo, senza paraluce, montato sulla mia testa Manfrotto 0400
il complesso completo innestato sulla mia Nikon D850 a dimostrazione che richiede a gran voce un corpo macchina di dimensioni adeguate per ben figurare.
senza collarino del treppiedi effettivamente il baricentro forzerebbe verso l'anteriore se montato per la fotocamera.
Ritengo quindi che la scelta di Sigma, certamente un pò controversa, di mettere - credo sia la prima volta nella storia - l'attacco del treppiedi su un 105mm sia condivisibile.
qui è sempre con "dietro" la mia D850, montato su una testa Genesis da 40mm
e poi da solo, in viste differenti
lato comandi, nessuna novità. C'è solo il commutatore AF-MF, non è stato previsto il limitatore della messa a fuoco che c'è invece nel 135mm.
il macrhio Sigma Art, Made in Japan, la scala delle distanze, le tacche di allineamento
il marchio 018 anche sotto al fusto (anno 2018)
il piedino, come dicevo, è degno di un supertele, così come tutto il collarino.
Per un uso da studio o in fotografia all'aperto con tempi molto lenti, credo che il collarino sia obbligatorio.
Ma per un uso a mano libera alla lunga diventa fastidioso.
Per questa ragione Sigma ha correttamente previsto un facile smontaggio di tutto l'apparato.
Basta far ruotare il collarino fino alla tacca con la serigrafia "Remove" e sfilarlo verso il retro.
viene fuori facilmente
e al suo posto si può montare l'anello in gomma in dotazione
che va a coprire le teste delle viti di guida della rotazione del collarino
rendendolo a mio avviso più elegante e maneggevole
l'anello riporta inciso 105mm e una volta montato sembra esserci sempre stato.
Complessivamente è difficile - in ogni fascia di prezzo - trovare un obiettivo oggi sul mercato con questa qualità costruttiva.
Si deve far riferimento almeno ad un 200mm f/2 o comunque alla categoria dei superteleobiettivi.
Oggetti costruiti per durare tra gli abusi e di costo pari ad un ordine di grandezza superiore.
Perchè certo, anche a 1550 euro Sigma questo obiettivi non lo regala. Ma andate a vedere il prezzo di listino di un 200/2 prima di dire che è caro.
Nella stessa fascia, invece, praticamente ogni proposta di ogni altro marchio, di focali paragonabili, costa di più ma con la sola eccezione di Zeiss, cui Sigma ha più volte detto di volersi confrontare, è difficile trovare un tale rapporto prezzo/costruzione.
Insomma, ce n'è di che innamorarsi a prima vista, ancora prima di averlo visto in azione.
E' il momento di vedere come va sul campo nella seconda parte dell'articolo (qui Sigma 105mm f/1.4 Art : prova sul campo (seconda parte)) cui gli impazienti saranno già andati guidati dai miei primi scatti di test pubblicati qui sotto nei commenti.
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