Il mio primo articolo nella sezione dedicata ai progetti ottici Nippon Kogaku / Nikkor, l'ho meditato parecchio e poi ho scelto questo obiettivo, per i seguenti motivi
- è un obiettivo di quelli che hanno conferito il primato che vanta Nikon
- è uscito praticamente in contemporanea per rangefinder e reflex nel 1959, l'anno della transizione da un sistema ad un altro: indice del fatto che Nikon non nega mai eccellenza a nessuno dei suoi clienti, anche quando sa di compiere passi epocali
- è un superwide e per giunta del mio angolo di campo preferito
- rappresenta la voglia di stupire gli astanti: qualunque fosse allora il corredo che utilizzassero. Il prezzo di presentazione poi, era davvero inarrivabile per alcun tedesco dell'epoca, gli unici che potessero pensare di eguagliarlo.
- somiglia per molte di queste cose ed altre ancora alla situazione attuale di transizione da reflex a mirrorless.
92° di angolo di campo per il primatista dei Nikkor wide che vi presento nel mio primo articolo su questo Club:
il Nippon Kogaku Nikkor-O 2,1cm f/4
8 lenti in 6 gruppi con schema fortemente simmetrico, 210 grammi e fuoco minimo a 90cm ossia 3 piedi, come indicato sulla scala delle distanze. Seriali a partire dal #220111,
presentato nel giugno 1959 sulle Nikon a telemetro dell'ultima generazione, le S3 e S4
prima di essere immediatamente trasferito anche sulle neonate reflex Nikon F nell'ottobre dello stesso anno
dotato di mirino e paraluce dedicato...
ed il mirino aggiuntivo ... perchè si trattava del primo ultrawide Nikkor, dotato di schema tradizionale, non ancora retrofocus, per cui necessariamente distanziato per offrire piena copertura al formato 24x36 attraverso un tubo di prolunga
che necessitava pertanto il mantenimento dello specchio sollevato, attraverso l'apposito comando sulla Nikon F
rendendo pertanto necessario il mirino separato, da collocare sulla rotella di riavvolgimento film
e trasformando nuovamente in mirrorless la prima reflex Nikon della Storia di questo marchio...😁
Differenze nulle tra la versione RF e quella reflex: cromata la ghiera filtri da 43mm di diametro delle versioni per telemetro
e nera quella per reflex da 52mm,
inoltre una leggerissima maggiore lunghezza del tubo di prolunga della versione reflex, che portava la lente posteriore quasi a contatto con le tendine dell'otturatore e pertanto anche al piano pellicola
(che qui riesco a mostrarvi, grazie alla posa T dell'otturatore, alla quale ho bloccato le tendine della mia più vissuta ed ammaccata Nikon F delle due che posseggo)
Insomma...non vi ricorda la vicinanza della lente posteriore dei nuovissimi Nikon S per le appena presentate mirrorless Nikon Z ? 💡
Compattissimo, molto più che superslim, un primato anche questo, tanto quanto difficilissimo da montare sulla baionetta F, per l'esigenza di far collimare la sottilissima ghiera delle distanze con l'indice di riferimento, ruotato di 60° in senso orario,
(rispetto la posizione centrale degli altri obiettivi Nikkor)
Solo la ghiera dei diaframmi è facile da maneggiare a patto di non indossare guanti o di...non avere mani da carpentiere, ma stupisce il progetto di ingombro minimo per un obiettivo così sofisticato per il periodo,
durante il quale fu realizzata anche una terza versione (contando per prima quella RF) del 1965 con SN da #225001 lievemente modificata sulla parte posteriore del tubo per potersi agevolmente adattare anche alle sopraggiunte Nikkormat.
Il mio 2,1/4 appartiene alla prima serie per reflex, mentre il mirino è della terza serie,
caratterizzato dalla staffa di ancoraggio in metallo cromato invece che in plastica nera, come nelle prime versioni
porta la focale in cm dell'obiettivo incisa sul tetto e copre agevolmente i 92° del suo angolo di campo, costringendo ovviamente ad una stima della distanza di ripresa
ben compensata dall'elevatissima profondità di campo anche a tutta apertura di questo prodigio Nikkor, il cui prezzo di commercializzazione non fu neanche troppo alto: 200 US $ rispetto i 170 US$di un 5,0/1,4 o i 125US$ di uno standard 5,0cm f/2
Non me ne separerò mai !
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2018
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