Le fotocamere con sensore APS-C (nel mondo Nikon... Dx)sono raramente oggetto di discussione negli ultimi tempi perchè, a quanto pare... destinate all'estinzione. La tendenza generale è verso il formato pieno, sia con le DSLR che con le Mirrorless, per gli indubbi vantaggi che offrono come qualità di immagine nella maggior parte dei generi fotografici, come si è più volte scritto.
Così anche la D500, per sè una eccellente fotocamera, costruita con standard e prestazioni degne di una professionale, viene ormai considerata dai più come un ottimo moltiplicatore di focale per la foto sportiva e wildlife. Vale quindi ancora la pena di scrivere delle impressioni d'uso di un obiettivo montato su una fotocamera Dx? Nel caso del Nikon 70-300mm f4.5-5.6 Af P penso di sì, perchè anche se progettato quale ottica per corpi Fx, alcune sue caratteristiche lo sposano altrettanto bene ad un corpo Dx. Chi ancora possiede un corpo Dx come una d7XXX e magari sogna il passaggio alla mitica Zeta 6, può pensare a questo obiettivo come ad un buon investimento che può essere poi trasferito sulla Mirrroless con ottimi risultati, come ci ha raccontato Max.
Le dimensioni compatte del Nikon 70-300 lo rendono ben bilanciato anche su queste fotocamere e la qualità, superiore rispetto al suo gemello Dx, ne rendono preferibile l'acquisto per i fotoamatori enthusiast, nonostante la differenza sensibile di prezzo. Che comunque non è eccessivo.
Sul 70-300 f4-5.6 Af P hanno già fatto due articoli molto esaurienti Mauro e Max, non ripeterò qui ciò che loro hanno scritto meglio di quanto potrei scrivere io. Mi limito perciò a sottolineare alcune cose ovvie, ed altre meno ovvie, legate all'uso di quest'ottica su un corpo Dx (specificamente la Nikon D500), per vedere cosa cambia, se cambia, sul formato Dx.
Come scritto sopra, montato sulla D500, anche senza grip, il 70-300 Af P è perfetto. La sua leggerezza fa venir voglia di portarselo sempre dietro. Proprio per la sua costruzione "leggera" sembra addirittura più a suo agio su una DSLR formato Dx che su una formato Fx
Questo 70-300 è meglio dei precedenti Nikon dall'escursione focale equivalente, e senz'altro degli equivalenti Tamron; lo hanno scritto Max e Mauro ed io sono assolutamente d'accordo, ho avuto sia il 70-300 nikon G che il Tamron 70-300 VC e il nuovo zoom vince "a mani basse.
La nitidezza è buona, anzi , molto buona. Tutte foto a mano libera.
Crop 100% dell'immagine sopra. 300mm f7.1 , 1/640s, 200 ISO.
Altro crop 100% . 195mm, f8, 1/500s, 200s.
Gallinella d'acqua.
Crop dell'immagine sopra.300mm f7.1, 1/800s, 200 ISO. Guardare le goccioline sul dorso.
Anatra marmorizzata. 300mm, f6.3 1/250s 1250 ISO
E' indubbiamente il miglior 70-300 che abbia mai provato. Non va confrontato con il 300 f4 PF perchè non fa parte della stessa categoria ed il paragone non avrebbe molto senso, ma posso comunque dire che non resta troppo indietro, specialmente chiudendo un paio di diaframmi.
Anche questo è un crop 100%. Tiene benissimo il controluce. Niente fringing chiudendo un paio di diaframmi. 195mm f8, 1/500s, 220 ISO.
La vignettatura presente sul formato FX, diventa irrilevante sul formato Dx
280mm, f5.6 1/2000s, 200 ISO.
150mm, f8, 1/1000s, 200 ISO.
Il fattore di crop lo trasforma, dal punto di vista della copertura di immagine, in un 450mm, quindi più che discreto per certa avifauna, unico problema la massima apertura è 5.6 e siccome a tutta apertura è leggermente più morbido che a f6.7/8, ed è meglio chiudere un po' i diaframmi per ottenere la massima nitidezza, occorre una certa attenzione anche nel gestire lo sfondo, piuttosto presente.
L'autofocus è "snappy" sulla D500; scattante e preciso nella maggior parte delle situazioni. La stabilizzazione è molto efficace.
Scoiattolo grigio (ahimè). 300mm f6.3, 1/250s, 1800 ISO
Anatra sposa (di origine americana). 300mm f6.3, 1/250s, 1000 ISO.
Codone in pessima luce laterale. 195mm, f4.9, 1/250s, 400 ISO.
Sul formato Dx è più "macro",
Il Rapporto di riproduzione è di 0.25 a 1,2m (e tale resta) cioè 1:4, però "ritagliando" in Dx si ha una copertura pari a 0.37, un po' più di 1:3. Un buon risultato.
Abbiate pazienza, fa ancora freddo per gli insetti.
Un RR di 1:4 a 1,2m può sembrare molto buono (e in parte lo è) ma non è poi così eclatante: lo stesso rapporto di riproduzione lo raggiungeva il vetusto Nikon 70-210 f4 Af. Quindi questo è uno zoom di largo respiro (circa 100mm di variazione....)
Questo è il massimo rapporto di riproduzione ottenibile a 300mm su un sensore Dx: copertura totale circa 9,5 cm .
Per la cronaca, il venerando, obsoleto, Sigma 300mm f4 APO MACRO raggiungeva 1:3 a 1,2m (ed era un 225mm effettivi). in pratica il 70-300 P, alla minima distanza di messa a fuoco è quasi un 200mm effettivi (192mm ad essere precisi). Niente di male, basta saperlo ma, per quel che ci riguarda, con il formato Dx si recupera quel che si perde col focus breathing.
Una cosa cui ho dovuto fare l'abitudine, provandolo nella fotografia ravvicinata, è la ghiera di messa a fuoco manuale senza stop. Penso che in altri ambiti fotografici possa essere anche irrilevante, ma nella fotografia ravvicinata avere uno stop alla minima distanza di messa a fuoco a me risulta utile, in quanto posso portare lì la ghiera poi muovermi avanti indietro senza cambiare il RR.
Non va però visto però come un difetto dell'obiettivo, intendiamoci, questo è uno zoom tuttofare con discrete possibilità di ripresa ravvicinata, da nessuna parte viene definito come obiettivo macro.
In conclusione, se vi serve uno zoom 70-300 bello e versatile, sul vostro corpo Dx questo 70-300mm Af P è assolutamente consigliabile per qualità, dimensioni e prestazioni. Se poi meditate di passare prima o poi ad una Z da 24 mpx, questo zoom entrerà senza problemi nel nuovo sistema (come ha scritto Max!).
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