Lo stabilizzatore, con le macchine D8X0 non si comportava molto bene. A tempi intermedi tipo 1/100'' faceva più danno che altro.
Pare che la cosa sia stata risolta via firmware. Nikon ha ritirato tutti i pezzi invenduti e fatto il service a quelli già venduti fino alla matricola #5101.
Aspetto
Infatti la prima cosa che ho verificato è stata proprio la matricola
é la #5655, quindi un centinaio di pezzi dopo il primo batch. Bene.
Ma ... male, perchè mi accorgo subito che, orgogliosa, campeggia una scritta MADE IN CHINA (!), riportata anche in bella vista sul paraluce :
evidentemente il governo cinese lo pretende.
La confezione è abbastanza compatta
l'obiettivo è riposto in un astuccio in nylon nero, analogo (o identico) a quello del 24-70/2.8 e del 14-24/2.8.
Ci sono protezioni in polistirolo. Due manualetti, la cinghietta, garanzie, etc. etc.
la bottoniera è simile a quella degli altri teleobiettivi stabilizzati
il VR ha la posizione Normal e Sport
le scritte dorate sono in rilievo (ma in plastica, non c'è la targhetta dorata metallica degli obiettivi di fascia PRO)
l'obiettivo è proprio compatto, qui montato sulla D7200
tenete presente che la D7200 è poco più grande del suo manualetto
tutto sommato fa la sua bella figura.
Sembra il modello ridotto, in plastica, del Nikon 200/2 VR
GIà, esatto, avete capito bene.
E' un obiettivo costruito completamente in plastica. Del tipo usato per gli obiettivo della fascia F1.8 (20-28-35-50-85), quella che a strisciarla con l'unghia si graffia.
E infatti, urtato inavvertitamente su una tribuna in cemento dell'Autodromo di Monza, è caduto dall'altezza di 15 cm mentre era in piedi appoggiato per il paraluce e si è graffiato, come si può notare qui :
niente di drammatico, ma io quando sono in pista non sto troppo attento al mio materiale perchè sono concentrato sul lavoro che sto facendo.
Con il 70-200/2.8 non mi è mai capitato. E figuriamoci con il 300/2.8 o il 400/2.8 che ho sempre appoggiato a terra con il paraluce sotto.
Questo è proprio un peso piuma e basta un colpo di vento per capovolgerlo
Mi segno mentalmente di non trasportarlo mai in una borsa insieme ad un obiettivo in metallo di quelli seri. Ne uscirebbe massacrato
Peculiarità del progetto
Questo nuovo 300 mm F4 non si caratterizza semplicemente per le dimensioni ridotte ma per due peculiarità costruttive.
Il diaframma elettromagnetico
La prima è l'uso per la prima volta in un obiettivo di fascia media del nuovo diaframma elettromagnetico.
Chi ci legge sa che abbiamo recentemente messo l'indice sul fatto che in Nikon, sull'altare della retrocompatibilità, hanno sacrificato la precisione e la facilità di gestione del diaframma, mantenendo il vecchio sistema di controllo meccanico.
Ne abbiamo parlato qui (C'era una volta il leggendario acciaio giap...)
il controllo del diaframma integrato nella Nikon Df
anche le più moderne reflex Nikon, perfino l'adattotore per ottiche F per le Nikon 1, controllano il diaframma degli obiettivi Nikkor con una leva elettromeccanica.
Il sistema è collaudato ma è impreciso. E soprattutto preclude un controllo efficiente durante le riprese video.
la leva interagisce con un analogo dispositivo sull'obiettivo che è collegato meccanicamente al diaframma.
Il movimento dell'una agisce sulla chiusura o apertura dell'altro. In continuo durante lo scatto.
Ma anche in Nikon hanno la buona abitudine di pensare al futuro. E già nel 2007, con il lancio della D3 e della D300 hanno silenziosamente introdotto un nuovo pin elettrico sui corpi macchina.
Questo pin è in grado di trasmettere il segnalo di controllo dell'apertura del diaframma agli obiettivi dotati di diaframma elettromagnetico.
Non ho trovato il controllo di uno dei nuovi Nikon, ma qui c'è per dare l'idea, il diaframma di una Canon 50/1.8 II:
l'attuazione del movimento avviene tramite un motore elettrico.
Nel Nikon il tutto dovrebbe essere più semplice e più compatto, senza gli ingranaggi necessari a trasmettere il moto.
I primi obiettivi predisposti per questo sistema sono stati i PC-E, ovvero i nuovi decentrabili. Seguiti dai superteleobiettivi 800/5.6E e 400/2.8E.
Quest'anno si sono aggiunti i nuovi 500/4E e 600/4E, questo 300/4E e il primo obiettivo consumer "moderno", il 16-80/2.8-4E.
E' un primo passo verso il 21° secolo anche per Nikon, quando Canon & Co. già da tempo hanno fatto il passo completo.
La cosa divertente è che tutti gli obiettivi Nikon 1, hanno diaframma elettromagnetico, controllo del focus by wire, motorini compatti e vr leggeri.
Evidentemente il team di sviluppo delle Nikon 1 è cinese, oppure è avulso al tradizionale applomb conservatore Nikon !
Fattosta che questo 300/4E è dotato di diaframma elettromagnetico insieme a tutte le altre cosette che siamo abituati a vedere negli obiettivi Nikkor e ad una peculiarità ancora più unica nel panorama Nikon di cui parleremo nella prossima pagina ...
L'elemento diffrattivo o Phase Fresnel da cui la sigla PF
una lente di Fresnel vista in pianta (del tipo di quelle usate nei comuni proiettori)
e il confronto tra una lente di Fresnel e una normale lente piano-convessa comunemente usata nei nostri obiettivi (in sezione)
L'introduzione di elementi a diffrazione in ottica non è certamente una novità. La lente di Fresnel dal nome del fisico francese cui si deve l'invenzione, è ciò che ha favorito la diffusione di fari e proiettori a grande portata con potenze installate relativamente contenute (per esempio nei fari di segnalazione marittima o nei proiettori anteriori delle automobili).
E' abbastanza recente nella costruzione degli obiettivi impiegati in fotografia.
Canon l'ha impiegata una diecina di anni fa nei suoi obiettivi DO (400/4 e 70-300 IS) ma poi l'ha quasi abbandonata fino ad un paio di anni fa.
Nikon la introduce quest'anno come la rivoluzione delle rivoluzioni, promettendo che dopo questo 300/4E altri verranno.
Senza addentrarci in profondità nelle spiegazioni tecniche, dico solo che un elemento ottico di questo genere consente di ridurre fortemente lo sviluppo in lunghezza di un obiettivo ... lungo, permettendo comunque di controllare con precisione le aberrazioni (ovvero la non perfetta planeità delle singole lunghezze d'onda che compongono la luce).
Il risultato netto é uno sviluppo molto limitato in lunghezza come testimoniato dal nuovo 300/4E PF nei confronti del precedente 300/4 non PF.
Immaginate a questo punto le potenzialità su lunghezze focali superiori - penso a 500 e 600 mm - specie se limitate in termini di luminosità massima (F5.6).
Comunque restiamo con i piedi per terra, confrontato con un 105/2.8 :
questo 300 mm non è tanto più grande e tolto il paraluce, non fa nessuna impressione.
Merito di questa famosa lente di Fresnel !
Andiamo alle immagini.
In tre mesi ho fatto circa 8.000 scatti concentrandomi per lo più, su ritratto e automobilismo.
Cominciamo dal ritratto.
Con D810, primo piano :
con D750 e flash di schiarita Godox V860N
mezzo busto (segue dettaglio 1:1) :
siamo sempre ad F4 a tempi differenti per le condizioni di luce.
Il dettaglio anche con la D750 resta eccezionale quando si fa l'ingrandimento al 100%.
Messa a fuoco sempre precisa e puntuale, velocissima stabilizzazione efficace fino a tempi molto ridotti.
Anche ottima tenuta dei colori ad alti ISO (D750, 25.600 ISO) :
sia in luce artificiale che outdoor :
(dettaglio del viso della foto di cui sopra, buono per un ritratto in stampa 10x15 seppure ricavato da una figura quasi intera.
Automobilismo
Sono tutte foto riprese con la nuova Nikon D7200 in questo caso sempre con il duplicatore di focale Nikon TC 20E III, una buona combinazione :
le soggettive sono addirittura riprese attraverso due reticolati spessi alla Variante Ascari dell'Autodromo Nazionale di Monza.
(Altre foto nei commenti)
Sfuocato
Oltre al pasticcio sul malfunzionamento dello stabilizzatore su alcuni dei primi esemplari USA (richiamati), si è detto molto anche dello sfuocato di questo obiettivo.
Ebbene, io mi sono concentrato su questo aspetto e ne ho ricavato alcune conclusioni personali del tutto limitate alle mie esigenze di scatto.
Lo sfuocato tecnico geometrico è generalmente bruttino, specie quello davanti al piano di messa a fuoco :
é il caso delle scritte sul muso della Porsche e dei libri alla sinistra di quello perfettamente a fuoco.
Dietro al soggetto le cose vanno meglio.
specie se lo si cerca con cura
Insomma, non aspettiamoci, purtroppo le stesse qualità nello sfuocato di un Nikon 300/2.8 che resta a giocare da solo in una classe a se come dimostrano pochi scatti :
Conclusioni
La molla che mi ha spinto ad acquistarlo è certamente la compattezza e leggerezza. Quella caratteristiche che rendono a mio avviso superfluo il collarino del treppiedi che è offerto solo come optional.
E' piccolo, compatto, non dà nell'occhio. Chi ti vede pensa che tu abbia in mano un qualsiasi altro obiettivo e non un coso in grado di fare un primo piano da metri di distanza.
Magari hai anche montato il TC20 E III e così hai un 600 mm che se per caso lo stai usando con una macchina DX inquadra il campo di un 1200mm !
Il tutto in circa sette etti e una quindicina di cm in tutto !
E' una rivoluzione e tanto mi basterebbe.
In questo modo ho un 300 mm che non mi pesa portare in giro. Ne sono prova gli 8000 scatti in due o tre mesi, quando con il 300/2.8 avevo queste medie solo quando era la mia ottica standard in autodromo ai tempi della D2x ...
Non è però il caso di pensare di sostituire il 300/2.8 (specie se di una versione VR) perchè stiamo parlando di altra pasta, sia nello sfuocato che nel primo piano.
Quindi :
PRO
- compatto e leggero non dà nell'occhio e non pesa, facile da non dimenticare a casa, non è una di quelle ottiche per cui ti devi interrogare se portartela o no.
In borsa ci sta sempre come un qualsiasi altro obiettivo
- autofocus rapidissimo e sempre affidabile, stabilizzazione efficace. Non si possono chiedere miracoli ma sono riuscito a fare scatti adeguatamente fermi anche a tempi irragionevoli per un 300mm
- eccellente nitidezza sia al centro che ai bordi già a tutta apertura. Non credo, a dire il vero di averlo usato se non ad F4
CONTRO
- costo elevato. Ma giustificato dal fatto che non ha rivali. In termini di rapporto volume/peso è un reale game-changer
- costruzione in plastichetta del livello degli obiettivi F4 ed F1.8 made in China, ovvero roba amatoriale venduta al prezzo di un professionale
- sfuocato tecnico pessimo, specie davanti al piano di messa a fuoco
Concludendo è uno dei pochi Nikkor degli ultimi 10 anni (mi vengono in mente insieme a questo il 14-24/2.8 e il 200-400/4 VR) in grado di ricordarci che Nikon una volta era Nikon ...
L'ho comperato al volo e lo sto usando spessissimo nel ritratto che a 300 mm ha i suoi perchè.
Confido di esplorarne ulteriormente ogni piccolo segreto prossimamente.
Non mancherò di parlarne nei commenti a questi articolo dove già ora potete vedere una vasta gamma di esempi fotografici : non trascurate di leggere anche quelli !
Consigliato ?
Bè, si, se potete permettervelo si, é realmente uno dei pochi Nikkor da non trascurare !
la luna a mano libera con la D7200, 1200/F8 equivalenti senza alcun peso !
in spiaggia non ci penso più a portare un 300/2.8 ma questo 300/4 sta in borsa a tracolla, come un qualsiasi zoom F2.8
anche per la foto spensierata, hai un 300 mm nitidissimo pronto da prendere senza pensieri.
Una rivoluzione che speriamo Nikon continuerà con altri obiettivi PF compatti di focali molto più lunghe.
Un 600/5.6E PF sarebbe realmente uno strumento di primordine se non più pesante di un chilo ...
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