L'avvento delle mirrorless APS-C ed ancora di più FF, ha sortito l'effetto di svegliare i progettisti che dormivano all'ombra dello specchio delle reflex, determinando un certo nervosismo che alla lunga non potrà che apportare beneficio agli utenti: i primi sintomi sono stati lo svecchiamento dei corpi macchina reflex per colmare il gap che ormai li distanzia in alcuni parametri dagli otturatori elettronici delle ML, ma sopratutto il fatto che si ricominci a vedere qualche nuovo obiettivo sotto il vessillo giallonero della casa di Tokyo.
Accanto ai progetti ottici di eccellenza (come i 28/1,4 105/1,4 e lo zoom 70-200/2,8 FL) alla metà del 2017 è stato presentato questo zoom di prima fascia di prezzo
del quale abbiamo parlato immediatamente qui e che ho acquistato subito dopo per un abbinamento alla mia reflex DX, la D500, certamente non il target cui hanno pensato i progettisti Nikon.
Perchè?
E' presto detto: considero la mia D500 unicamente come un moltiplicatore ottico per i miei telezoom, mediotele e obiettivi standard, per ottenerne con impostazione da apparecchio professionale, il massimo della sua operatività in ambiti di reportage sportivo e di ripresa di soggetti decontestualizzati dallo sfondo.
Pertanto ho escluso a priori di utilizzarla con obiettivi al di sotto di quelle focali perchè non ne accetto il travisamento e la limitazione di campo che ne derivi.
Ma nelle occasioni di quel genere mi capita spesso di dover (voler) associare agli scatti con i tele anche qualcosa in wide e se non porto appresso anche un secondo corpo FX con i relativi vetri, (capita spesso quando vado in spiaggia senza sapere se troverò vento e vele...quindi con poca roba appresso) mi ritrovo a portare una ML con un wide, oppure a...non potere scattare quelle foto che avrei desiderato fare.
Motivo per il quale ho lungamente esplorato il versante zoom wide-to-wide (tanto da pubblicarne anche una guida) al fine di trovare un obiettivo leggero, da metter dentro in unica borsa (la Tamrac 5607) insieme alla D500 e ai miei due telezoom (70-200/2,8 e 200-500/5,6)
Prezzo OK, al di sotto di ogni aspettativa per uno zoom Nikon, anche economico, peso OKOK... 230 grammi di pura plastica, ingombro adeguato alle aspettative...
Dove sta il trucco? Certamente si tratta di una realizzazione economica anche nei materiali, tanto da essere dotata di una baionetta più di burro che di plastica, che dopo pochi leva e metti si presentava già in questo stato
...certo non degno di Nikon e probabilmente controindicato a chi (indipendentemente dalla mia D500) acquisti questo zoom pensando di alternarlo frequentemente sulla sua APS-C
Ma siccome ritengo di voler andare in fondo alla questione, se cioè questo obiettivo, a prescindere dalla sua apparenza sia o meno fornito di sostanza, voglio di seguito mostrare come si comporti in situazioni di ripresa differenti, nelle quali chi pensi di comprare un widezoom APS-C possa provare a metterlo.
Questo excursus si dipana negli ultimi mesi, da luglio ad oggi, durante i quali in svariate occasioni, sia quelle alla base dell'acquisto, sia anche diverse, mi sono trovato ad utilizzarlo.
Un 10-20mm in formato DX "vede" un campo equivalente ad un 15-30mm in full format, quindi una copertura di campo che spazia da 109° a 70°.
Non a caso tra i wide-to-wide FF più richiesti sul mercato c'è un Tamron 15-30/2,8 del quale ci siamo occupati su Nikonland ma il cui prezzo, ovviamente a causa della luminosità, risulta essere triplo di questo giocattolino Nikon.
Certamente con obiettivi di questa fatta si tende ad utilizzare la focale più corta del range e aperture di diaframma medie o addirittura molto chiuse
per agevolare la profondità di campo, già ampia alle aperture "maggiori" (ossia f/4,5-5,6)
sia sfruttare la capacità di avvicinamento al soggetto, tenendo sufficientemente nitidi anche i piani lontani da quello di maf
oppure approfittare in piena luce del "tutto nitido" a diaframmi intermedi/chiusi per soggetti coerenti a questo scopo
(anche se mangiare un cannolo a Ferragosto non è comunque cosa comune)
punti di forza di questo obiettivo mi sembrano essere una inaspettata coerenza cromatica
con saturazioni mai esagerate, ma neppure colori smorti come mi è capitato di notare su esemplari di altri marchi sulle stesse focali
Quando ne gestisco i files, non mi ritrovo mai buchi di esposizione agli estremi e l'unica cosa da correggere eventualmente (in lieve aumento) è la clarity, come facilmente giustificabile con la curvatura abbastanza accentuata dell'elemento frontale (giusta l'economia relativa del progetto...)
brillantezza di colori senza esagerazione, con l'adeguata luce di schiarita, ma...
anche in assenza di flash, piena intellegibilità anche nelle ombre ed in controluce diretto
Controluce ben corretto, nonostante la realizzazione economica, già solo mascherando la sorgente luminosa, assenza totale di flares e mantenimento del contrasto luminoso, in rischiaramento flash, senza sbavature, esattamente come in luce diretta:
Soggetti difficili per gli sbalzi di luminosità, (quale miglior esempio possibile della Fontana di Trevi...?)
vengono gestiti in modo coerente e poi corretti opportunamente in postproduzione con leggere compensazioni sulle ombre ed in attenuazione, sulle alte luci
e la distorsione in inquadrature verticali (difficile sempre da sopportare) a 10mm
esiste, ma risulta ancora, a mio parere, accettabile
la distanza dal soggetto aiuta a diminuire l'influenza della distorsione ottica, qui a 20mm ma a qualche decina di metri di distanza
qui notevolmente più vicini alla stessa focale
mentre passando alla focale minima, a 10mm...
è chiaro che non esista messa in bolla senza l'ausilio di un punto di ripresa opportunamente sopraelevato (qui inesistente)
ma l'interpretazione del soggetto, pur deformata, mi pare che non manifesti andamenti ondulatori (a "baffo") tanto comuni in recenti, anche blu-blasonate,
realizzazioni ...non solamente grandangolari...
Negli interni ed a illuminazione omogenea, a mio avviso, questo obiettivo funziona altrettanto bene che in forti contrasti di luce...
dove, anche in un crop esagerato
si dimostra come a 10mm f/8 con 1/30" a mano libera a una distanza di trenta metri circa, la qualità di uno zoom da trecento euro possa dare fastidio anche a realizzazioni più famose.
e alle focali intermedie, come in questa foto a 16mm
o in questa a 12mm le sue qualità rimangano sufficientemente omogenee
così come nella lettura delle luci
come anche nel dettaglio in ...piena ombra
agli estremi di focale (10 e 20 mm) e a distanze diverse
qua ad occhio nudo non vedevo pressocchè nulla,
ma lui rende sufficientemente bene il contrasto "trompe l'oeil" della pavimentazione
inclinare aiuta a leggere "all in one" con un widezoom come questo...
anche contro le più elementari regole di prevenzione della distorsione prospettica.
insomma, non fa venire il mal di testa da vertigine...
E' un obiettivo che serve ad unire...
valorizzare gli ...eccessi !
E a mio parere lo fa bene, indipendentemente dalla sua scarsa qualità costruttiva...
Lavora bene in tutte le condizioni di luce,
fino a quelle più impensabili per attrezzi/giocattolo simili
(come i detersivi per lavatrice )
Anche quando la luce ...latita
sufficientemente definito anche nelle ombre più chiuse
come anche nei dettagli di quelle medie
Ultima cosa: il VR incorporato...funziona...!
(pano in stitching di 9 scatti tra 1/10 - 1/15" a mano libera f/5,0 10mm ISO 5000)
Che lo compriate per una Nikon D3xxx o 5xxx, così come per una D7xxx o la mia D500, insomma, farà bene il suo sporco nitido lavoro.
I suoi concorrenti sono gli universali Sigma, Tamron, Tokina, ma costano tutti di più (anche quasi il doppio), solo il Tamron è stabilizzato e...non è detto che nelle stesse condizioni si comportino poi tanto meglio.
Di certo hanno la baionetta in metallo
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
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