Nippon Kogaku nonAi becomes Auto on Nikon Df
Nippon Kogaku nonAi becomes Auto on Nikon Df
Nippon Kogaku nonAi becomes Auto on Nikon Df
Scusate l'inglese nel titolo,
pero' abbiamo la netta sensazione che degli argomenti alla base di questo articolo non si parli poi tanto, non solo in Italia.
E la fotocamera in questione, la Nikon Df, nasce alla fine del 2013 con un pregio specifico che la differenzia da tutte le altre DSLR Nikon fin qui avvicendatisi:
vale a dire la compatibilita' ottica con tutti (salvo eccezioni) gli obiettivi Nikkor e Nippon Kogaku baionetta F, prodotti prima del 1977, anno nel quale si produsse il passaggio all'attacco Ai, inserendo una flangia di accoppiamento meccanico all'esposimetro
che rivoluziono' il modo di fissaggio delle ottiche Nikkor ai corpi macchina dell'epoca, mantenuto poi fino ad oggi con le successive modificazioni meccaniche (AiS) ed elettriche (AF / AFD / G)
La novita' della Df non e' da poco, rimettendo in gioco un enorme parco ottiche, in mezzo al quale si trovano ancora delle eccellenze di rendimento, pur sui moderni (ed esigentissimi) sensori digitali.
Per esempio, rovistando tra i miei nonAi compatibili (attenzione! non tutti gli obiettivi non Ai lo sono), ho voluto selezionarne una triade interessante
ma in particolare la mia attenzione si sofferma sul Nikkor-Q 135mm f/2.8 del 1965, (prima serie a questa apertura di diaframma), "fresco" appunto dei suoi 50 anni di progetto: e questo mio esemplare possiede un SN che lo colloca agli inizi di produzione.
In cosa consiste in soldoni la potenzialita' offerta dalla Nikon Df?
Semplicemente nella presenza di questa levetta di accoppiamento della flangia Ai all'esposimetro:
lift down per obiettivi da Ai fino a AF-G
lift up per lavorare con obiettivi Nippon Kogaku (nonAi) e Nikkor Ai
Ecco quindi Df con 135/2,8: infine assemblati ...
Al momento in cui andiamo a leggere il manuale delle istruzioni sulla modalita' di interazione tra questi obiettivi e la Nikon Df, si resta piuttosto delusi perche' si scopre che... un obiettivo senza contatti elettrici non puo' dialogare con un corpo macchina che si basa (come ogni DSLR) sulla comunicazione elettrica dei dati Ovvio...no?
Per cui bisogna.
- impostare manualmente i dati di lunghezza focale e massima apertura sull'apposito menu' della fotocamera.
- Poi impostare il diaframma sull'obiettivo e ...
- fare collimare lo stesso valore con la ghiera diaframma del corpo macchina: in modo tale che la fotocamera sappia...da noi a che apertura stia per lavorare l'obiettivo.
A questo punto sorge spontanea una domanda, che estendo ai lettori di questo articolo:
"Quali sono i parametri da tenere in conto per l'ottenimento di una perfetta esposizione?"
Due (tempo e diaframma) ? come ci fa il piu' delle volte rispondere la maledetta abitudine di noi cinquantenni (appunto), che abbiamo imparato ad esporre in tempi di pellicola, quando il valore della sensibilita' del film non era una variabile se non (con dei vincoli non da poco) nel B/N,
.... o TRE (tempo, diaframma e ISO)?!!!
Ovviamente (e da sempre...) i parametri sono TRE
ed e' stato con l'avvento della terza generazione delle reflex PRO e Prosumer digitali che abbiamo cominciato a fare largo utilizzo della funzione di ISO Auto, con la quale, fermi i parametri della funzione in cui regoliamo la reflex (P/S/A/M), varia secondo logiche differenti in funzione del modo applicato anche il terzo parametro, l'indice di sensibilita del sensore digitale (ISO), secondo un range che possiamo impostare su menu', insieme al "fixing" del tempo minimo di otturazione desiderato.
Ma in questo modo....
se fisso il modo su M e stabilisco come parametri di tempo di otturazione e diaframma di apertura dell'obiettivo quelli che mi stanno piu' utili, poi sara' la Nikon Df in ISO Auto a variare unicamente gli ISO (entro il range di preset) ...
e considerata l'enorme latitudine di posa di questo sensore (lo stesso della ammiraglia D4) che consente un rumore digitale crescente ma non invasivo anche a valori di ISO superiori a quelli (per noi pellicolari) inarrivabili, come i 12500 o anche piu', ci si ritrova ad utilizzare inaspettatamente in una modalita' di automatismo un obiettivo progettato per funzionare in tutt'altro modo con le Nikon F e Nikkormat dell'epoca (la Nikon F2 sarebbe arrivata solo nel 1971...).
Per giunta conservando notevole comodita' di regolazione degli altri due parametri di esposizione: a ghiera i tempi e a diaframma obiettivo le aperture (ricordandosi di collimare con la seconda ghiera il valore di apertura eventualmente modificato).
Di piu':
per sotto e sovraesporre bastera' agire sulla ghiera del diaframma obiettivo utilizzando se del caso anche le mezze posizioni.
Ancora:
Nikon Df consente anche con questi obiettivi Nikkor e NK la misurazione in Matrix, oltre a quella (per la quale tali obiettivi furono progettati) in media compensata nel cerchio di 12mm di diametro...
E giudicate voi se non ne valga la pena....
La Nikon Df è la captatio benevolentiae tardiva di Nikon per tutti i fotografi appassionati del marchio, che fin dalla fine degli anni Novanta, dopo la presentazione delle prime DSLR, ne auspicavano la commercializzazione, per non dover essere costretti a cambiare abitudini di regolazione e utilizzo, in relazione alle ancora molto diffuse discendenti delle reflex a pellicola delle fortunate e popolari serie FM/FE
Il battage pubblicitario durato per mesi attraverso molti canali mediatici , con degli spot, molto suggestivi, che di volta in volta aggiungevano piccoli tasselli alla forma finale della fotocamera, sapore all'acquolina in bocca, si manifestò in tutta la sua essenza solamente sul finire del 2013 , provocando sentimenti molto differenti e contrastanti, spesso di delusione cocente, sulla base delle opportunità tradite dalla realtà dei fatti...
Noi di Nikonland l'abbiamo acquistata e utiliilzzata, fino a che abbiamo ritenuto utile la sua strutturazione vintage.
E sottolineandone le pecche oltre al fascino indubbio
Max Aquila per Nikonland 2015 ©
Recommended Comments