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    Dall’Alba Digitale alla Fine di un’Era: La Saga delle Nikon D1-D6

    Nel 1999, quando la pellicola regnava sovrana e il digitale era un sogno costoso, Nikon ha lanciato la D1 : una reflex digitale da 2,7 megapixel che ha cambiato per sempre la fotografia.
    Da quel momento, le ammiraglie Nikon – dalla D1 alla D6 – hanno accompagnato fotografi in teatri di guerra, stadi olimpici e abissi oceanici, catturando istanti che hanno definito la nostra epoca.
    Questa è la storia di una saga tecnologica e umana, raccontata attraverso le lenti di chi ha tenuto una Nikon tra le mani. Su Nikonland.it, celebriamo l’eredità delle D1-D6, non solo come fotocamere, ma come testimoni del nostro tempo.
    Che abbiamo vissuto in prima persona.
     
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    L’Eredità delle Ammiraglie Nikon: Da D1 a D6, la Rivoluzione della Fotografia Digitale 

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    la Nikon F5 era l'ammiraglia Nikon a pellicola. Lanciata nel 1996 con un design unico rimasto simile fino ai giorni nostri e un autofocus finalmente all'altezza di quello Canon.
    Era vincolata dal rullino da 36 pose. Che a 8 frame al secondo finiva dopo 3 secondi.
    Le prime Nikon D si sono dovute confrontare con questa eredità, imponendosi subito per praticità e capacità operative.

    L’Eredità delle Ammiraglie Nikon 

    Nel 1999, quando il mondo della fotografia era ancora ancorato alla pellicola, Nikon fece un balzo audace con la D1, una reflex digitale che non solo sfidò i colossi dell’epoca, ma cambiò per sempre il modo in cui i fotografi raccontano il mondo. Da allora, la serie D – D1, D2, D3, D4, D5, D6 – è diventata sinonimo di innovazione, robustezza e creatività. Queste fotocamere non sono state solo strumenti, ma compagne di viaggio per fotogiornalisti, fotografi sportivi e reporter che hanno immortalato momenti storici, dalle Olimpiadi alle esplorazioni subacquee, dai deserti della Dakar ai teatri di guerra. Ma cosa rende una fotocamera un’icona? È la tecnologia che la alimenta, i fotografi che la impugnano o le storie che riesce a raccontare? Per Nikonland, in quanto custode appassionata di questa storia, la risposta sta in una combinazione di tutto questo : un’eredità che continua a ispirare anche noi che non usiamo più queste reflex.

     

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    La Genesi: Nikon D1, D1X, D1H (1999-2001) 

    Quando Nikon lanciò la D1 nel 1999, il mercato delle reflex digitali era un lusso per pochi. Le fotocamere di Kodak costavano oltre 15.000 dollari, ma la D1, con un prezzo di 5.500 dollari, rese il digitale accessibile ai professionisti. Fu un atto di coraggio che segnò l’inizio della transizione dalla pellicola al digitale. La D1 non era perfetta – il suo sensore APS-C da 2,7 megapixel era modesto rispetto agli standard odierni – ma rappresentava una promessa : Nikon ci avrebbe guidato verso il futuro della fotografia. 

    Il corpo tropicalizzato, ispirato alla leggendaria Nikon F5, dava ai fotografi la sicurezza di lavorare in condizioni estreme, mentre la compatibilità con gli obiettivi F-mount garantiva continuità con il passato. La D1 non era solo una fotocamera; era un ponte tra due epoche. Nel 2000, fotografi come Bill Frakes la portarono alle Olimpiadi di Sydney, scoprendo una libertà impensabile: le immagini potevano essere inviate alle redazioni in tempo reale, un cambiamento “liberatorio”, come Frakes raccontò in un’intervista su Nikon USA. La D1X (2001), con 5,3 MP, rispose alle esigenze di chi cercava maggiore risoluzione per stampe editoriali, mentre la D1H, con 5 fps, divenne la preferita dei fotogiornalisti sportivi. 

    L’importanza della D1 non risiedeva solo nelle sue specifiche, ma nel suo ruolo di catalizzatore. Ha democratizzato il digitale, rendendo possibile a una nuova generazione di fotografi di raccontare storie con una velocità e una flessibilità mai viste prima. Le immagini scattate con la D1, dai campi sportivi ai reportage di guerra, segnarono il declino della pellicola nei media, inaugurando un’era di immediatezza. 

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    L’Evoluzione: Nikon D2 Series (2003-2006) 

    All’inizio degli anni 2000, Canon dominava il mercato digitale con le sue EOS-1D e 1Ds, mettendo Nikon sotto pressione. La risposta fu la serie D2, lanciata tra il 2003 e il 2006. La serie si divise in due filoni: la D2H e D2Hs, progettate per la velocità, e la D2X e D2Xs, orientate alla risoluzione. Questa dualità rifletteva il modo di Nikon di rispondere alle esigenze diversificate dei professionisti. 

    La D2H, con i suoi 8 fps, era un sogno per i fotografi sportivi, mentre la D2X, con un sensore CMOS da 12,4 MP, attirò l’attenzione di fotografi come Joe McNally, che la utilizzò per progetti di National Geographic, come raccontato nel suo libro The Moment It Clicks. McNally lodava la D2X per la sua resa cromatica, che gli permetteva di catturare la ricchezza dei paesaggi e la profondità dei ritratti. La serie D2 introdusse anche miglioramenti pratici, come un autofocus Multi-CAM 2000 e uno schermo LCD da 2,5 pollici, che resero il lavoro sul campo più intuitivo. 

    L’impatto della serie D2 fu quello di rafforzare la fiducia dei fotografi in Nikon durante un periodo di intensa competizione. Non si trattava solo di competere con Canon, ma di offrire strumenti che permettessero ai fotografi di esplorare nuovi territori creativi. Nonostante alcune resistenze più che altro legate al conservatorismo pragmatico di Nikon, si stava entrando in una nuova era.

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    La Svolta: Nikon D3 (2007) 

    Nel 2007, Nikon tornò al vertice con la D3, la sua prima reflex full-frame (FX). In un mercato dominato dai sensori full-frame di Canon, la D3 fu una rivoluzione, non solo per le sue specifiche, ma per il modo in cui trasformò la fotografia in condizioni difficili. Il sensore CMOS da 12,1 MP e una sensibilità ISO fino a 25.600 permisero ai fotografi di scattare in situazioni di luce scarsa con una qualità mai vista prima. L’autofocus a 51 punti e la raffica a 9 fps la resero ideale per sport e reportage. 

    Fotografi come Steve McCurry e David Doubilet abbracciarono la D3 per la sua versatilità. McCurry, in un’intervista su Nikon USA del 2010, raccontò di averla usata in Afghanistan, lodandone la resa cromatica che catturava l’essenza dei paesaggi e delle persone anche in condizioni estreme. Doubilet, specializzato in fotografia subacquea, sfruttò la D3 per National Geographic, mentre la NASA la adottò sulla Stazione Spaziale Internazionale. 

    La D3 non era solo una fotocamera; era una dichiarazione di intenti. Nikon riconquistò quote di mercato e fiducia, dimostrando che poteva non solo competere, ma innovare. Per i fotografi, la D3 rappresentava la libertà di scattare ovunque, dalle strade di Kabul agli abissi oceanici, senza compromessi. 
    A metà carriera la D3 fu avvicendata da un modello perfezionato, la D3s che migliorava le caratteristiche di base, nulla di rivoluzionario ma certamente in meglio.
    Mentre per chi aveva bisogno di una risoluzione maggiore, la D3x permetteva in anticipo di anni la qualità di scatti da 24 megapixel (ma a che prezzo !).

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    La Maturità: Nikon D4 e D5 (2012-2016) 

    Con la D4 (2012) e la D5 (2016), Nikon raggiunse la maturità tecnologica, offrendo fotocamere che eccellevano in ogni contesto. La D4, con il suo sensore full-frame da 16,2 MP e la capacità video Full HD, attirò fotografi come Annie Leibovitz, che la usò per ritratti pubblicati su Vanity Fair, e Corey Rich, che documentò sport estremi. La D4 era un cavallo di battaglia, capace di resistere a pioggia, polvere e urti, come dimostrato dal suo utilizzo in ambienti estremi. 

    La D5, lanciata nel 2016, portò l’asticella ancora più in alto. Con un sensore da 20,8 MP, un autofocus a 153 punti e una sensibilità ISO che raggiungeva i 3,28 milioni, era una macchina progettata per dominare. Fotografi sportivi come Matthias Hangst, in un’intervista su Nikon Europe, la lodarono per l’autofocus durante le Olimpiadi, che permetteva di seguire atleti in movimento con una precisione chirurgica. La D5 fu anche adottata sulla ISS, consolidando l’eredità della serie D come strumento per l’esplorazione umana. 

    Queste fotocamere rappresentavano la versatilità assoluta. Non erano solo per lo sport o il reportage, ma per qualsiasi fotografo che volesse spingersi oltre i limiti. La D5, con l’introduzione del touchscreen, mostrava che Nikon era pronta a guardare al futuro, anche se il mondo delle mirrorless stava iniziando a farsi strada. 

     

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    La Fine di un’Era: Nikon D6 (2020) 

    La Nikon D6, rilasciata nel 2020, è stata l’ultima ammiraglia reflex di Nikon, un “canto del cigno” in un mercato ormai dominato dalle mirrorless come la Nikon Z9 e la Canon R3. Con un sensore da 20,8 MP, 14 fps e un autofocus a 105 punti, la D6 era progettata per i professionisti che non accettavano compromessi. Fotografi come Bill Frakes, in un’intervista NPS del 2020, la utilizzarono per eventi sportivi, apprezzandone la connettività avanzata – Wi-Fi, GPS, LAN – che facilitava il trasferimento delle immagini in tempo reale. 

    Tuttavia, la D6 arrivò in un momento di transizione. Con Nikon che annunciò nel 2022 la sospensione dello sviluppo delle reflex, la D6 divenne il simbolo della fine di un’epoca. Non era solo una fotocamera, ma un omaggio a vent’anni di innovazione. Per i fotografi che la adottarono, rappresentava l’ultima evoluzione di un design collaudato, un ultimo baluardo di affidabilità in un mondo che guardava altrove. 

     

    Impatto Culturale e Tecnico 

    Le Nikon D1-D6 non sono state solo fotocamere; sono state pietre miliari che hanno ridefinito la fotografia. Dalla D1, che ha aperto le porte al digitale, alla D3, che ha rivoluzionato la fotografia in bassa luce, fino alla D6, che ha chiuso un capitolo, ogni modello ha portato innovazioni che hanno ampliato le possibilità creative. L’evoluzione da 2,7 MP a 20,8 MP, da 5 punti AF a 105, da ISO 1600 a 3,28 milioni, racconta una storia di progresso tecnologico, ma è l’impatto umano che rende questa serie leggendaria. 

    Fotografi come Steve McCurry, Annie Leibovitz, David Doubilet e Bill Frakes hanno usato queste fotocamere per creare immagini che hanno definito epoche. Le loro gallerie, pubblicate su National Geographic, Vanity Fair o Getty Images, sono testimonianze viventi del potere di questi strumenti. La rivalità con Canon – con le sue EOS-1D e 1D X – ha spinto Nikon a eccellere in robustezza e prestazioni ISO, anche se a volte ha inseguito in velocità o video. 

     

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    Un’Eredità che Vive 

    Le Nikon D1-D6 non sono solo fotocamere; sono state testimoni del mondo, strumenti che hanno catturato l’umanità in ogni sua sfumatura, dalla gloria dello sport alla bellezza della natura. Con l’avvento delle mirrorless, come la Nikon Z9, il futuro è già qui, ma l’eredità della serie D rimane intatta.

     

    Per i lettori di Nikonland.it, l’invito è semplice: condividete le vostre storie, le vostre foto, i momenti che avete catturato con queste icone. Perché, alla fine, non è solo la tecnologia a rendere una fotocamera leggendaria, ma le immagini che crea e le emozioni che suscita. 

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    Nikon D1 (1999)
     
    Caratteristiche principali
     
    • Sensore: CCD APS-C da 2,7 megapixel (2008 x 1312 pixel) di progettazione Nikon e produzione Renesas
    • Processore: Non specificato (primo processore digitale Nikon).
    • ISO: 200-1600 (espandibile a 3200/6400 con boost).
    • Autofocus: Multi-CAM 1300 con 5 punti AF (1 a croce).
    • Raffica: 4,5 fps (fino a 21 JPEG).
    • Mirino: Ottico, copertura 96%, ingrandimento 0,8x.
    • Schermo: LCD da 2” (120.000 punti), non orientabile.
    • Video: Nessuno.
    • Corpo: Magnesio, tropicalizzato, simile alla Nikon F5.
    • Memoria: CompactFlash (CF).
    • Prezzo iniziale: Circa $5.500 USD. Circa 10.000.000 di lire italiane
       
    Pregi
    • Pioniera del digitale professionale: Prima DSLR Nikon, ha rivoluzionato il fotogiornalismo, sostituendo in parte le reflex a pellicola grazie alla velocità di produzione.
    • Robustezza: Corpo in magnesio tropicalizzato, ideale per condizioni estreme.
    • Compatibilità obiettivi: Supporta tutti gli obiettivi Nikon F-mount, inclusi quelli AF a vite, rendendola versatile per i fotografi già equipaggiati con ottiche Nikon.
    • Autofocus veloce: Per l’epoca, l’AF era rapido, anche con obiettivi a vite, grazie al motore interno.
    • Prezzo competitivo: Più accessibile rispetto alle concorrenti Kodak DCS (circa $15.000).
       
    Difetti
    • Risoluzione limitata: 2,7 MP erano sufficienti per il fotogiornalismo ma inadeguati per stampe di grande formato o fotografia di moda.
    • Qualità immagine: Rumore evidente sopra ISO 800 e gamma dinamica ridotta rispetto agli standard moderni.
    • Schermo LCD: Piccolo, bassa risoluzione, utilizzabile solo per rivedere immagini e nemmeno tanto fedele
    • lingue solo in inglese
    • Batteria: Durata limitata (circa 300 scatti), soprattutto con uso intensivo.
    • Spazio colore: Usa NTSC invece di sRGB/Adobe RGB, complicando la post-produzione.
       
    Giudizio finale
     
    La Nikon D1 è stata una pietra miliare, segnando l’ingresso di Nikon nel mercato delle DSLR professionali e sfidando il dominio di Kodak. Perfetta per il fotogiornalismo grazie alla velocità e robustezza, era limitata dalla bassa risoluzione e dalla qualità d’immagine, che non soddisfacevano settori come la moda o la pubblicità. Oggi è un pezzo da collezione, superato tecnologicamente ma iconico per il suo ruolo storico.
     
    Nikon D1X (2001)
     
    Caratteristiche principali
     
    • Sensore: CCD APS-C da 5,3 megapixel (3008 x 1960 pixel). Nota: Il sensore utilizza un design unico con pixel "rettangolari2 interpolati (pixel binning) per ottenere una risoluzione effettiva maggiore rispetto alla D1.
      Il sensore della D1 era in effetti da oltre 10 milioni di pixel
    • Processore: Non specificato (aggiornamento del processore della D1).
    • ISO: 125-800 (espandibile a 1600/3200 con boost).
    • Autofocus: Multi-CAM 1300 con 5 punti AF (1 a croce), identico alla D1.
    • Raffica: 3 fps (fino a 9 RAW o 27 JPEG).
    • Mirino: Ottico, copertura 96%, ingrandimento 0,8x.
    • Schermo: LCD da 2” (130.000 punti), non orientabile.
    • Corpo: Magnesio, tropicalizzato, simile alla Nikon D1 e F5.
    • Memoria: CompactFlash (CF).
    • Prezzo iniziale: Circa $6.000 USD. Circa 7000 euro
       
    Prestazioni
    • Qualità immagine: Migliore risoluzione rispetto alla D1 (5,3 MP contro 2,7 MP), con dettagli più fini, adatta a stampe di medie dimensioni e fotografia commerciale. Tuttavia, la gamma dinamica rimane limitata.
    • Velocità: Più lenta della D1 (3 fps contro 4,5 fps), ottimizzata per qualità immagine piuttosto che per sport.
    • Autofocus: Identico alla D1, affidabile ma limitato dai 5 punti AF in condizioni di luce scarsa o con soggetti veloci.
       
    Pregi
    • Risoluzione migliorata: I 5,3 MP rappresentavano un salto significativo rispetto ai 2,7 MP della D1, rendendo la D1X più versatile per fotografia pubblicitaria, ritratti e stampe di qualità.
      C'era una procedura via software che consentiva di estrarre anche 10 megapixel dal sensore ma il vantaggio pratico era di natura aleatoria
    • Robustezza: Corpo in magnesio tropicalizzato, ereditato dalla D1, ideale per condizioni estreme.
    • Compatibilità obiettivi: Supporta tutti gli obiettivi Nikon F-mount, inclusi AF a vite, grazie al motore AF interno.
    • Qualità colore: Migliore resa cromatica rispetto alla D1, con una gestione più accurata dei toni, apprezzata in fotografia di studio.
    • Firmware aggiornato: Include miglioramenti nel bilanciamento del bianco e nella gestione delle immagini rispetto alla D1.
       
    Difetti
    • Velocità ridotta: I 3 fps erano un passo indietro rispetto ai 4,5 fps della D1, rendendola meno adatta a sport o fotogiornalismo.
    • ISO limitato: Gamma ISO ristretta (125-800) con rumore evidente a ISO 800, inferiore alle concorrenti come la Canon EOS-1D (2001).
    • Autofocus datato: I 5 punti AF erano già superati rispetto ai sistemi emergenti (es. Canon con 45 punti).
    • Prezzo elevato: Più costosa della D1 ($6.000 contro $5.500), giustificata dalla risoluzione ma non dalla velocità.
    • Schermo LCD: Piccolo e a bassa risoluzione, utilizzabile solo per rivedere immagini e non troppo fedele
       
    Giudizio finale
     
    La Nikon D1X è stata un’evoluzione mirata della D1, pensata per fotografi che necessitavano di maggiore risoluzione per stampe o fotografia commerciale, come ritratti e pubblicità.
    Tuttavia, la velocità ridotta e l’autofocus invariato la rendevano meno adatta a sport o reportage rispetto alla D1. Nel contesto del 2001, è stata una scelta solida per i professionisti che privilegiavano la qualità d’immagine, ma superata rapidamente da modelli più veloci e versatili.
     


    Nikon D1H (2001)
     
    Caratteristiche principali
    • Sensore: CCD APS-C da 2,7 megapixel (2008 x 1312 pixel), identico alla D1.
    • Processore: Non specificato (aggiornamento del processore della D1).
    • ISO: 200-1600 (espandibile a 3200/6400 con boost), identico alla D1.
    • Autofocus: Multi-CAM 1300 con 5 punti AF (1 a croce), identico alla D1.
    • Raffica: 5 fps (fino a 40 JPEG o 26 RAW), miglioramento rispetto alla D1.
    • Mirino: Ottico, copertura 96%, ingrandimento 0,8x.
    • Schermo: LCD da 2” (130.000 punti), non orientabile.
    • Corpo: Magnesio, tropicalizzato, simile alla Nikon D1 e F5.
    • Memoria: CompactFlash (CF).
    • Prezzo iniziale: Circa $4.500 USD. Circa 4000 euro
       
    Prestazioni
    • Qualità immagine: Praticamente identica alla D1, con lievi miglioramenti nella gestione del rumore e del bilanciamento del bianco grazie al firmware aggiornato.
    • Velocità: Aumento a 5 fps (da 4,5 fps della D1) e buffer più ampio (40 JPEG), ottimizzata per fotogiornalismo e sport.
    • Autofocus: Invariato rispetto alla D1, sufficiente per l’epoca ma limitato in condizioni di luce scarsa.
       
    Pregi
    • Velocità migliorata: I 5 fps e il buffer da 40 JPEG la rendevano più competitiva per sport e fotogiornalismo rispetto alla D1.
    • Prezzo più accessibile: A $4.500, era più economica della D1X e della D1 al lancio, attirando fotografi professionisti con budget limitati.
    • Robustezza: Corpo tropicalizzato in magnesio, affidabile in ambienti estremi, come la D1.
    • Compatibilità obiettivi: Supporto completo per obiettivi Nikon F-mount, inclusi AF a vite.
    • Firmware ottimizzato: Miglioramenti nel bilanciamento del bianco e nella velocità di elaborazione rispetto alla D1.
       
    Difetti
    • Risoluzione invariata: I 2,7 MP erano già limitanti nel 2001, inadeguati per stampe di grandi dimensioni o fotografia commerciale.
    • Autofocus limitato: I 5 punti AF erano superati rispetto alla Canon EOS-1D (45 punti), meno efficaci con soggetti in movimento rapido.
    • Qualità ISO: Rumore evidente sopra ISO 800, simile alla D1, inferiore alle concorrenti.
    • Schermo LCD: Piccolo e a bassa risoluzione, senza live view, come la D1.
    • Batteria: Durata limitata (circa 300 scatti), problematica per sessioni lunghe.
       
    Giudizio finale
     
    La Nikon D1H è stata un aggiornamento mirato della D1, progettato per i fotogiornalisti e fotografi sportivi che cercavano maggiore velocità e un prezzo più competitivo. La risoluzione invariata e l’autofocus datato ne limitavano l’appeal rispetto a concorrenti come la Canon EOS-1D. Nel 2001, era una scelta eccellente per il reportage, ma meno versatile rispetto alla D1X per altri generi.
     


    Note integrative
    • Contesto storico: La D1X e D1H sono state rilasciate per rispondere alle esigenze diversificate dei fotografi professionisti. La D1X si concentrava sulla qualità d’immagine per fotografia di studio e commerciale, mentre la D1H puntava sulla velocità per sport e fotogiornalismo. Entrambe hanno rafforzato la posizione di Nikon contro Canon, che aveva lanciato la EOS-1D (4,1 MP, 8 fps) nello stesso periodo.
    • Fonti: Le informazioni sono tratte da specifiche ufficiali Nikon (Nikon Imaging), recensioni d’epoca su DPReview e Imaging Resource (2001-2002), e articoli storici su Popular Photography. Non sono state incluse speculazioni o fonti non verificate.
    • Confronto con D1: La D1X e D1H migliorano la D1 in ambiti specifici (risoluzione per D1X, velocità per D1H), ma condividono gli stessi limiti di base, come l’autofocus a 5 punti e lo schermo LCD rudimentale.
     
     


    Nikon D2 (2003-2006: D2H, D2X, D2Hs, D2Xs)
     
    Caratteristiche principali
     
    • Modelli principali:
      • D2H (2003): Sensore CMOS APS-C da 4,1 MP, 8 fps, ISO 200-1600 (espandibile a 6400).
      • D2X (2004): Sensore CMOS APS-C da 12,4 MP, 5 fps (8 fps in crop 6,8 MP), ISO 100-800 (espandibile a 3200).
      • D2Hs (2005): Aggiornamento D2H, stesso sensore, migliore elaborazione immagine, ISO 200-1600.
      • D2Xs (2006): Aggiornamento D2X, stesso sensore, miglior metering e AF.
    • Processore: Expeed (prima generazione).
    • Autofocus: Multi-CAM 2000 con 11 punti AF (3 a croce).
    • Mirino: Ottico, copertura 100%, ingrandimento 0,86x.
    • Schermo: LCD da 2,5” (232.000 punti).
    • Video: Nessuno.
    • Corpo: Magnesio, tropicalizzato, ergonomia migliorata rispetto alla D1.
    • Memoria: CompactFlash (CF).
    • Prezzo iniziale: D2H ~$3.500, D2X ~$5.000.
       
    Pregi
    • Velocità (D2H/D2Hs): 8 fps erano eccezionali per sport e fotogiornalismo, superando molte concorrenti.
    • **Risoluzione (D2X/D2Xs)**: 12,4 MP offrivano una qualità d’immagine adatta a stampe più grandi, ideale per fotografia commerciale.
    • Robustezza: Corpo tropicalizzato, resistente a polvere e umidità, perfetto per ambienti estremi.
    • Ergonomia: Comandi ottimizzati, mirino luminoso con copertura 100%.
    • Qualità immagine (D2X): Migliore gamma dinamica e resa cromatica rispetto alla D1, grazie al sensore CMOS e al processore Expeed.
    Difetti
    • Sensore APS-C: Limitava la profondità di campo e la qualità in bassa luce rispetto ai futuri sensori full-frame.
    • ISO limitato: La D2X soffriva di rumore sopra ISO 800; la D2H/D2Hs erano rumorose già a ISO 1600.
    • Autofocus: I 11 punti AF erano adeguati ma meno precisi rispetto ai sistemi moderni, specialmente in condizioni di luce scarsa.
    • Peso: Circa 1,2 kg (solo corpo), pesante per lunghe sessioni.
    • Costo elevato (D2X): Prezzo alto rispetto alla D2H, meno competitivo contro Canon EOS-1D Mark II.
       
    Giudizio finale
     
    La serie D2 ha consolidato la posizione di Nikon nel mercato professionale, con la D2H/D2Hs ideali per sport e reportage e la D2X/D2Xs per fotografia commerciale e paesaggistica. La mancanza di un sensore full-frame e le limitazioni ISO ne ridussero l’appeal rispetto alle concorrenti Canon. Tuttavia, la robustezza e la velocità la resero una scelta solida per i professionisti.
     

     
    Nikon D3 (2007)
     
    Caratteristiche principali
    • Sensore: CMOS full-frame (FX) da 12,1 MP (4256 x 2832 pixel).
    • Processore: Expeed (seconda generazione).
    • ISO: 200-6400 (espandibile a 100-25.600).
    • Autofocus: Multi-CAM 3500FX con 51 punti AF (15 a croce).
    • Raffica: 9 fps (11 fps in modalità crop DX).
    • Mirino: Ottico, copertura 100%, ingrandimento 0,7x.
    • Schermo: LCD da 3” (922.000 punti).
    • Video: Nessuno.
    • Corpo: Magnesio, tropicalizzato, doppia batteria opzionale.
    • Memoria: Doppio slot CompactFlash (CF).
    • Prezzo iniziale: Circa $5.000. Circa 4000 euro
       
    Prestazioni
    • Qualità immagine: Eccellente resa cromatica e gamma dinamica, soprattutto in bassa luce, grazie al sensore full-frame.
    • Autofocus: Sistema a 51 punti rapido e preciso, ideale per sport e azione.
    • Velocità: 9 fps la rendeva competitiva con Canon EOS-1D Mark III.
       
    Pregi
    • Primo sensore full-frame Nikon: Rivoluzionario per qualità d’immagine e profondità di campo, adatto a ritratti, paesaggi e fotogiornalismo.
    • Prestazioni ISO: Gestione del rumore eccezionale per l’epoca, fino a ISO 6400.
    • Autofocus avanzato: 51 punti AF con tracking 3D, perfetto per soggetti in movimento.
    • Robustezza: Corpo tropicalizzato, resistente a urti, polvere e umidità.
    • Schermo migliorato: LCD da 3” ad alta risoluzione, ideale per rivedere immagini.
       
    Difetti
    • Risoluzione limitata: 12,1 MP erano insufficienti per stampe di grande formato o cropping aggressivo.
    • Assenza video: A differenza della Canon 5D Mark II (2008), non offriva capacità video, un limite per i fotografi ibridi.
    • Peso: Circa 1,24 kg (solo corpo), ingombrante per lunghe sessioni.
    • Buffer limitato: Solo 17 RAW in raffica, inferiore ad alcune concorrenti.
    • Prezzo: Costosa rispetto a modelli semi-professionali come la Nikon D300.
       
    Giudizio finale
     
    La Nikon D3 ha segnato un punto di svolta per Nikon, introducendo il sensore full-frame e prestazioni ISO eccezionali, riconquistando i fotografi professionisti dal dominio Canon. Ideale per fotogiornalismo, sport e ritrattistica, era limitata dalla risoluzione e dall’assenza di video. Un capolavoro per il 2007, ma superata rapidamente dai progressi tecnologici.
     


    Nikon D4 (2012)
     
    Caratteristiche principali
    • Sensore: CMOS full-frame (FX) da 16,2 MP (4928 x 3280 pixel).
    • Processore: Expeed 3.
    • ISO: 100-12.800 (espandibile a 50-204.800).
    • Autofocus: Multi-CAM 3500FX II con 51 punti AF (15 a croce, supporto f/8).
    • Raffica: 10 fps (11 fps con AF/AE disabilitato).
    • Mirino: Ottico, copertura 100%, ingrandimento 0,7x.
    • Schermo: LCD da 3,2” (921.000 punti).
    • Video: Full HD 1080p a 30 fps, uscita HDMI non compressa.
    • Corpo: Magnesio, tropicalizzato, doppia batteria opzionale.
    • Memoria: Doppio slot (1 CF, 1 XQD).
    • Prezzo iniziale: Circa $6.000.
       
    Prestazioni
    • Qualità immagine: Migliore risoluzione rispetto alla D3, con ottima gamma dinamica e colori vividi.
    • Autofocus: Ancora più preciso, con supporto per obiettivi lenti (f/8), ideale per teleobiettivi.
    • Video: Introduzione di capacità video professionali, competitive con Canon.
       
    Pregi
     
    • Versatilità: Adatta a fotogiornalismo, sport, ritratti e video, grazie al sensore da 16,2 MP e al video Full HD.
    • Prestazioni ISO: Eccezionale fino a ISO 12.800, con rumore gestibile anche a ISO 25.600.
    • Autofocus avanzato: Supporto f/8 e tracking migliorato per soggetti complessi.
    • Ergonomia: Comandi ottimizzati, corpo robusto e ben bilanciato.
    • Connettività: Uscita HDMI non compressa e supporto XQD per velocità di scrittura.
       
    Difetti
     
    • Risoluzione moderata: 16,2 MP erano limitanti per fotografia pubblicitaria o paesaggistica rispetto alla D800 (36 MP).
    • Video limitato: Full HD a 30 fps inferiore rispetto alle moderne 4K o 60 fps.
    • Prezzo elevato: Costosa rispetto a modelli semi-professionali come la D800.
    • Peso: Circa 1,34 kg (solo corpo), pesante per uso prolungato.
    • Formato XQD: Nuovo formato costoso e meno diffuso rispetto a CF/SD.
     
    Giudizio finale
     
    La Nikon D4 ha rappresentato un’evoluzione completa, combinando qualità d’immagine, velocità e capacità video per i professionisti. Perfetta per sport, reportage e fotografia in condizioni difficili, era limitata dalla risoluzione e dal costo. Un’ammiraglia versatile ma non ideale per tutti i generi.
     


    Nikon D5 (2016)
     
    Caratteristiche principali
     
    • Sensore: CMOS full-frame (FX) da 20,8 MP (5568 x 3712 pixel).
    • Processore: Expeed 5.
    • ISO: 100-102.400 (espandibile a 50-3.280.000).
    • Autofocus: Multi-CAM 20K con 153 punti AF (99 a croce, supporto f/8).
    • Raffica: 12 fps (14 fps in mirror-up).
    • Mirino: Ottico, copertura 100%, ingrandimento 0,72x.
    • Schermo: LCD touchscreen da 3,2” (2.359.000 punti).
    • Video: 4K UHD a 30 fps (crop 1,5x), Full HD a 60 fps.
    • Corpo: Magnesio, tropicalizzato, doppio slot (XQD o CF).
    • Prezzo iniziale: Circa $6.400. Circa 5500 euro
       
       
    Prestazioni
    • Qualità immagine: Eccellente dettaglio e gamma dinamica, con prestazioni ISO straordinarie.
    • Autofocus: Sistema a 153 punti ultra-preciso, ideale per sport e fauna selvatica.
    • Video: Introduzione del 4K, anche se con limitazioni (crop e durata massima di 3 minuti).
       
    Pregi
    • Prestazioni ISO: Leader di mercato, con ISO fino a 3,28 milioni, ideale per fotografia notturna o in condizioni estreme.
    • Autofocus eccezionale: 153 punti AF con tracking avanzato, perfetto per soggetti veloci.
    • Velocità: 12 fps e buffer da 200 RAW, adatto a sport e azione.
    • Schermo touchscreen: Alta risoluzione e funzionalità touch, un passo avanti per Nikon.
    • Robustezza: Corpo tropicalizzato, usato persino sulla ISS per la sua affidabilità.
       
    Difetti
    • Video limitato: 4K con crop 1,5x e durata massima di 3 minuti (aggiornata a 29:59 con firmware), inferiore rispetto a concorrenti come Canon EOS-1D X Mark II.
    • Risoluzione: 20,8 MP non sufficienti per fotografia pubblicitaria o paesaggistica ad alta risoluzione.
    • Peso: Circa 1,4 kg (solo corpo), tra le DSLR più pesanti.
    • Prezzo: Costosa, soprattutto per i fotografi non professionisti.
    • Formato XQD/CF: XQD costoso e meno universale rispetto alle SD.
       
    Giudizio finale
     
    La Nikon D5 è stata un’ammiraglia straordinaria per i professionisti di sport, fotogiornalismo e fotografia in bassa luce, grazie al suo autofocus e alle prestazioni ISO. Tuttavia, il video 4K limitato e la risoluzione moderata ne ridussero l’appeal per i fotografi ibridi o di paesaggi. Un capolavoro per il suo target, ma non universale. 
     


    Nikon D6 (2020)
     
    Caratteristiche principali
    • Sensore: CMOS full-frame (FX) da 20,8 MP (5568 x 3712 pixel).
    • Processore: Expeed 6.
    • ISO: 100-102.400 (espandibile a 50-3.280.000).
    • Autofocus: Multi-CAM 37K con 105 punti AF (tutti a croce, supporto f/8, sensibilità -4,5 EV).
    • Raffica: 14 fps (in modalità AF/AE).
    • Mirino: Ottico, copertura 100%, ingrandimento 0,72x.
    • Schermo: LCD touchscreen da 3,2” (2.359.000 punti).
    • Video: 4K UHD a 30 fps (senza crop), Full HD a 60 fps.
    • Corpo: Magnesio, tropicalizzato, connettività avanzata (Wi-Fi, Bluetooth, GPS integrato).
    • Memoria: Doppio slot CFexpress/XQD.
    • Prezzo iniziale: Circa $6.500. Circa 7500 euro
       
       
       
    Prestazioni
     
    • Qualità immagine: Simile alla D5, con leggeri miglioramenti nella resa cromatica grazie all’Expeed 6.
    • Autofocus: Sistema a 105 punti tutti a croce, con tracking degli occhi e riconoscimento scena migliorato.
    • Connettività: Wi-Fi, Bluetooth, GPS e LAN 1000BASE-T per trasferimento rapido.
       
    Pregi
    • Autofocus avanzato: 105 punti AF tutti a croce, con copertura 1,6x maggiore rispetto alla D5, ideale per sport e fauna.
    • Velocità: 14 fps, tra le DSLR più veloci, con buffer esteso.
    • Connettività: GPS integrato, Wi-Fi e LAN veloce (15% più rapida della D5), perfetta per fotogiornalisti.
    • Video migliorato: 4K senza crop e durata fino a 29:59, più competitivo rispetto alla D5.
    • Durata batteria: Circa 3.580 scatti (CIPA), eccellente per sessioni lunghe.
       
    Difetti
    • Risoluzione invariata: 20,8 MP identici alla D5, insufficienti per fotografia ad alta risoluzione rispetto alle mirrorless (es. Nikon Z9, 45,7 MP).
    • Innovazione limitata: Miglioramenti incrementali rispetto alla D5, non rivoluzionaria.
    • Prezzo elevato: $6.500, costosa rispetto alle mirrorless professionali emergenti.
    • Fine delle reflex: Nikon ha sospeso lo sviluppo delle reflex, rendendo la D6 l’ultima ammiraglia DSLR.
    • Peso: Circa 1,45 kg, tra le più pesanti, poco pratica per mobilità.
       
    Giudizio finale
     
    La Nikon D6 è l’apice delle reflex professionali Nikon, con autofocus e connettività eccezionali per sport, fotogiornalismo e condizioni estreme. Tuttavia, la risoluzione invariata e l’innovazione limitata, insieme al passaggio del mercato verso le mirrorless, ne riducono l’appeal. Ideale per chi preferisce le DSLR, ma superata dalle mirrorless come la Nikon Z9.
     


    Confronto e considerazioni generali
    • Evoluzione tecnologica: La serie D1-D6 mostra un progresso costante in risoluzione (da 2,7 a 20,8 MP), prestazioni ISO (da 1600 a 3,28 milioni), autofocus (da 5 a 105 punti) e connettività (da CF a CFexpress con Wi-Fi/GPS). Tuttavia, la D6 rappresenta la fine della linea reflex a favore delle mirrorless.
    • Target: Queste fotocamere sono state progettate per professionisti (fotogiornalismo, sport, fauna, reportage), con robustezza e velocità come priorità. La risoluzione limitata le ha rese meno adatte a generi come paesaggistica o pubblicità.
    • Mercato attuale: Nel 2025, le mirrorless (es. Nikon Z9, Z8) offrono prestazioni superiori (maggiore risoluzione, video 8K, AF più avanzato) a prezzi competitivi, rendendo le DSLR D1-D6 obsolete per i nuovi acquirenti, ma ancora valide per chi apprezza l’ergonomia reflex.
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    • Administrator
    CanonEOS_apre.jpg.c47fd5bdfc1d3bf5b43d3269febdafbe.jpg
    L'ombra delle ammiraglie Canon è sempre incombente sui corrispondenti modelli Nikon coevi. Nella foto la più potente di tutte, la Canon EOS -1DX
    Siamo Nikonisti, certo, ma non integralisti.
    Sappiamo benissimo che nel tempo, le Nikon D1~D6 si sono confrontate con macchine Canon di pari categoria, spesso risultando (ampiamente) inferiori.
    E' stata questa sana competizione - molto più aperta di quanto noi europei tendiamo ad immaginare - che anzi, ha consentito lo sviluppo di questa gamma di fotocamere e ci ha permesso di avere modelli sempre migliori.
    All'inizio Nikon negava addirittura l'utilità di fotocamere in formato full-frame che invece Canon proponeva da tempo.
    Oppure pensava che il video fosse materia da dilettanti e non da professionisti.
    Ma il tempo è passato inesorabilmente e solo con la prima mirrorless professionale Nikon Z9, la nostra marca è riuscita ad offrire un modello polivalente, con il giusto carico di caratteristiche realmente adatto a tutti.
    Fino alla D6, avevamo avuto ammiraglie per lo sport, ammiraglie per lo studio e il dettaglio, mai macchine complete e sempre deficitarie lato video e innovazione, essendo per Nikon, una categoria in cui non sperimentare nuove tecnologie privilegiando sempre l'affidabilità.
     
    Confronti con Canon
     
    1. Nikon D1 (1999) vs Canon EOS-1D (2001)
     
    La Canon EOS-1D lanciata sulla scia del successo della D1 - il suo nome modello sembrava proprio l'inversione della sigla D1 - ha avuto due anni per rilanciare.
    L'ha fatto alla grande con una risoluzione maggiorata (4.1 megapixel), un formato leggermente più ampio (il famoso formato APS-H, con un ritaglio 1.3x al posto del 1.5x del DX Nikon), un sensore secondario autofocus a 45 punti di cui 7 a croce.
    Aveva anche una raffica da 8 fps (limitata a solo 23 scatti in RAW) più che sufficienti a surclassare la D1 (4.5 scatti per 23 jpg).
    Nikon recuperava nel prezzo, più conveniente ma non poi così tanto vista risoluzione, raffica e autofocus.
     
     
    Confronto
    • Risoluzione: Canon EOS-1D (4,1 MP) supera la D1 (2,7 MP), rendendola più adatta a stampe di medie dimensioni.
    • Velocità: Canon vince con 8 fps contro 4,5 fps, cruciale per sport e fotogiornalismo.
    • Autofocus: I 45 punti AF di Canon erano molto più avanzati dei 5 punti della D1, offrendo migliore tracking.
    • ISO: Prestazioni simili, con rumore evidente sopra ISO 800 per entrambe.
    • Ergonomia: Entrambe robuste, ma Canon aveva un sistema di menu più intuitivo.
    • Prezzo: Nikon D1 più economica, attraente per i fotografi in transizione al digitale.
     
    Giudizio
     
    La Canon EOS-1D era superiore per velocità, autofocus e risoluzione, conquistando molti fotogiornalisti e fotografi sportivi. La Nikon D1, pur rivoluzionaria e più accessibile, era tecnologicamente inferiore. Tuttavia, la D1 ha stabilito Nikon come concorrente nel digitale. 
     

     
    Ciò portò Nikon a rivedere la D1 sdoppiandola in due modelle solo due anni dopo il lancio della prima ammiraglia che di fatto terminò rapidamente la sua carriera.
     
    2. Nikon D1X/D1H (2001) vs Canon EOS-1D (2001)
     
    La D1H manteneva grossomodo le prestazioni della D1, ovvero bassa risoluzione, 5 frame al secondo di raffica (con buffer portato a 40 jpg), stesso autofocus.
    La D2X era invece lenta (3 FPS per 9 RAW) per consentire a parità di buffer una risoluzione di 5.3 megapixel.
     
    Confronto
    • Risoluzione: La D1X (5,3 MP) supera la EOS-1D (4,1 MP), ideale per stampe e fotografia di studio. La D1H (2,7 MP) è inferiore.
    • Velocità: Canon (8 fps) batte sia D1X (3 fps) che D1H (5 fps), dominando sport e azione.
    • Autofocus: I 45 punti di Canon surclassano i 5 punti di Nikon, specialmente per soggetti in movimento.
    • ISO: Prestazioni simili, con Canon leggermente migliore a ISO 1600.
    • Prezzo: La D1H ($4.500) è più economica, mentre la D1X ($6.000) è allineata alla EOS-1D.
     
    Giudizio
     
    La Canon EOS-1D rimane superiore per velocità e autofocus, cruciale per i professionisti di sport e reportage. La Nikon D1X è competitiva per fotografia commerciale grazie alla risoluzione, mentre la D1H offre un buon rapporto qualità-prezzo ma non eguaglia Canon. 
    In pratica la coppia Nikon risultava cedente, obbligando certi fotografi ad una doppia spesa ma senza mai superare l'offerta di Canon.
    Ricordiamo anche la pessima prestazione delle batterie la NI-MH che si scaricavano rapidissimamente.
     

     
    Nikon tentò già nel 2003 di offrire qualche cosa di meglio e lo fece con la D2H, una macchina dotata di un sensore speciale sviluppato da Nikon e prodotto da Kodak che però non brillava per fedeltà colore alle alte sensibilità.
    Canon rispose già nel 2004 ripristinando il divario con la EOS-1d Mk II ed offrendo addirittura la prima ammiraglia full frame EOS-1Ds.
    Con la Nikon D2x nel 2004, Nikon cercava di rispondere con una macchina "lenta" ma da 12 megapixel che però risultava rumorosa già a bassi ISO, costringendo comunque i fotografi interessati alle due caratteristiche (velocità e alta risoluzione) al doppio investimento.
    L'autofocus delle due macchine era a 11 punti, sempre lontani da 45 di Canon.
    La Canon 1D Mk II offriva un sensore da 8.2 megapixel (il doppio della D2H) da 8.5 scatti al secondo e sensibilità base di 100 ISO.
    La Canon 1Ds Mk II aveva un sensore full-frame da 16,7 megapixel ed era inarrivabile per chiunque sul mercato (come lo era il prezzo di quella fotocamera circa $8000 o €11000).
    Non aggiunsero moltissimo se non le lingue localizzate e qualche piccola miglioria le versione S di D2H e D2X offerte per allungarne la vita fino al 2006.
     
    3. Nikon D2 Series (2003-2006) vs Canon EOS-1D Mark II (2004) e EOS-1Ds Mark II (2004)
     
     
    Confronto
    • Risoluzione: La EOS-1Ds Mark II (16,7 MP) domina per fotografia commerciale e paesaggistica. La D2X (12,4 MP) è competitiva, mentre D2H (4,1 MP) e EOS-1D Mark II (8,2 MP) sono orientate al reportage.
    • Velocità: EOS-1D Mark II (8,5 fps) e D2H/D2Hs (8 fps) sono quasi pari, superando D2X (5 fps) e EOS-1Ds Mark II (4 fps).
    • Autofocus: Canon (45 punti) supera Nikon (11 punti), con migliore precisione.
    • ISO: Prestazioni simili, con Canon leggermente migliore a ISO 1600.
    • Sensore: Canon offre full-frame (EOS-1Ds Mark II) e APS-H, mentre Nikon rimane su APS-C, limitando la profondità di campo.
    • Prezzo: D2H più economica, D2X allineata a EOS-1D Mark II, EOS-1Ds Mark II molto costosa.
     
    Giudizio
     
    Canon offre una gamma più completa: la EOS-1D Mark II è superiore a D2H/D2Hs per risoluzione e AF, mentre la EOS-1Ds Mark II domina la D2X per il sensore full-frame e la risoluzione. Nikon è competitiva nel prezzo e nella velocità (D2H), ma manca di un’opzione full-frame. 
     

     
    Molti nikonisti professionisti passarono a Canon negli anni 2003-2006 avendo nella 1D Mk II una ammiraglia inattaccabile.
    La svolta avvenne nel 2007-2008 con la Nikon D3, prima full-frame Nikon, dotata di un nuovo sensore CMOS da 12 megapixel pensato da Nikon e prodotto da Sony.
    Finalmente anche per noi gli obiettivi recuperavano l'angolo di campo per cui erano stati progettati.
    Non senza sorprese, il primo Nikkor 70-200/2.8 VR sulla D3 vignettava in maniera pazzesca.
     
    4. Nikon D3 (2007) vs Canon EOS-1D Mark III (2007) e EOS-1Ds Mark III (2007)
     
    Nikon D3 (2007)
    • Sensore: CMOS full-frame da 12,1 MP.
    • ISO: 200-6400 (espandibile a 100-25.600).
    • Autofocus: Multi-CAM 3500FX, 51 punti AF.
    • Raffica: 9 fps.
    • Video: Nessuno.
    • Schermo: LCD 3” (922.000 punti).
    • Memoria: Doppio CF.
    • Prezzo: ~$5.000.
    • Pregi: Sensore full-frame, ISO eccellente, AF avanzato.
    • Difetti: No video, risoluzione moderata.
    Canon EOS-1D Mark III (2007)
    • Sensore: CMOS APS-H da 10,1 MP.
    • ISO: 100-3200 (espandibile a 6400).
    • Autofocus: 45 punti AF (19 a croce).
    • Raffica: 10 fps.
    • Video: Nessuno.
    • Schermo: LCD 3” (230.000 punti).
    • Memoria: CF/SD.
    • Prezzo: ~$4.500.
    • Pregi: Velocità, AF solido, live view.
    • Difetti: Sensore APS-H, ISO limitato.
    Canon EOS-1Ds Mark III (2007)
    • Sensore: CMOS full-frame da 21,1 MP.
    • ISO: 100-1600 (espandibile a 3200).
    • Autofocus: 45 punti AF.
    • Raffica: 5 fps.
    • Video: Nessuno.
    • Schermo: LCD 3” (230.000 punti).
    • Memoria: CF/SD.
    • Prezzo: ~$8.000.
    • Pregi: Alta risoluzione, sensore full-frame.
    • Difetti: Lenta, ISO limitato.
     
    Confronto
     
    • Risoluzione: EOS-1Ds Mark III (21,1 MP) supera D3 (12,1 MP) e EOS-1D Mark III (10,1 MP), ideale per paesaggi e studio.
    • Velocità: EOS-1D Mark III (10 fps) batte D3 (9 fps), che supera EOS-1Ds Mark III (5 fps).
    • Autofocus: Nikon D3 (51 punti) è più avanzato di Canon (45 punti), con migliore tracking.
    • ISO: D3 domina con ISO 25.600, contro 6400 (EOS-1D Mark III) e 3200 (EOS-1Ds Mark III).
    • Video: Nessuno per tutte.
    • Prezzo: D3 e EOS-1D Mark III più accessibili, EOS-1Ds Mark III costosa.
     
    Giudizio
     
    La Nikon D3 surclassa Canon per prestazioni ISO e autofocus, rendendola ideale per fotogiornalismo e sport in bassa luce. La EOS-1D Mark III è veloce ma limitata dal sensore APS-H, mentre la EOS-1Ds Mark III eccelle in risoluzione ma è lenta. Nikon riconquista terreno. 
     
    Nell'equazione dovremmo mettere anche la Nikon D3x, lanciata a fine 2008, full-frame da 24 megapixel pensata per controbattere la Canon 1-Ds Mk III, venduta in poche migliaia di pezzi, tanto da convincere Nikon ad eliminare definitivamente il modelle X dalla serie.
    Macchina di grandi prestazioni ma molto lenta e incapace di essere polivalente. Estremamente costosa rispetto alla più comune D3 della quale era appena uscita anche la versione di grandissimo successo, la famosa Nikon D700 che riprendeva il 90% delle caratteristiche della Nikon D3.
     

     
    Canon passò al modello unico nella sua successiva generazione cui Nikon rispose con la nuova D4, uscita un anno in ritardo a casa di tsunami in Giappone ed alluvione in Thailandia.
    La D4 era una strana ibrida con un sensore di prestazioni lineari, simile a quello della D3x ma capace di prestazioni velocistiche elevate.
    L'autofocus restava il consolidato a 51 punti della D3.
     
    5. Nikon D4 (2012) vs Canon EOS-1D X (2011)
     
    Nikon D4 (2012)
    • Sensore: CMOS full-frame da 16,2 MP.
    • ISO: 100-12.800 (espandibile a 204.800).
    • Autofocus: 51 punti AF.
    • Raffica: 10 fps.
    • Video: Full HD 1080p a 30 fps.
    • Schermo: LCD 3,2” (921.000 punti).
    • Memoria: CF/XQD.
    • Prezzo: ~$6.000.
    • Pregi: ISO eccellente, video Full HD, robustezza.
    • Difetti: Risoluzione moderata, video limitato.
    Canon EOS-1D X (2011)
    • Sensore: CMOS full-frame da 18,1 MP.
    • ISO: 100-51.200 (espandibile a 204.800).
    • Autofocus: 61 punti AF (41 a croce).
    • Raffica: 12 fps.
    • Video: Full HD 1080p a 30 fps.
    • Schermo: LCD 3,2” (1.040.000 punti).
    • Memoria: Doppio CF.
    • Prezzo: ~$6.800.
    • Pregi: Velocità, AF avanzato, risoluzione.
    • Difetti: Prezzo più alto, video simile.
     
    Confronto
     
    • Risoluzione: Canon (18,1 MP) supera Nikon (16,2 MP), ma differenza minima.
    • Velocità: Canon (12 fps) batte Nikon (10 fps).
    • Autofocus: Canon (61 punti) più avanzato di Nikon (51 punti), con migliore copertura.
    • ISO: Prestazioni simili, con Nikon leggermente migliore a ISO elevati.
    • Video: Entrambe limitate a Full HD, senza differenze significative.
    • Prezzo: Nikon più economica.
     
    Giudizio
     
    La Canon EOS-1D X è superiore per velocità e autofocus, ideale per sport e azione. La Nikon D4 è competitiva per ISO e prezzo, ma non eguaglia Canon in prestazioni complessive. 
     

     
    Nel 2016 il video è già una esigenza diffusa ma Nikon lo trascura. La Nikon D5 torna ad un sensore scorbutico, forte oltre i 1600 ISO ma con dinamica ridotta alle sensibilità di base.
    L'autofocus a 153 punti di cui ben 99 a croce è il punto vincente. L'affidabilità proverbiale la sua qualità migliore.
     
    6. Nikon D5 (2016) vs Canon EOS-1D X Mark II (2016)
     
    Nikon D5 (2016)
    • Sensore: CMOS full-frame da 20,8 MP.
    • ISO: 100-102.400 (espandibile a 3.280.000).
    • Autofocus: 153 punti AF (99 a croce).
    • Raffica: 12 fps.
    • Video: 4K UHD a 30 fps (crop 1,5x).
    • Schermo: LCD touchscreen 3,2” (2.359.000 punti).
    • Memoria: Doppio XQD/CF.
    • Prezzo: ~$6.400.
    • Pregi: ISO eccezionale, AF avanzato, robustezza.
    • Difetti: Video 4K limitato, risoluzione moderata.
    Canon EOS-1D X Mark II (2016)
    • Sensore: CMOS full-frame da 20,2 MP.
    • ISO: 100-51.200 (espandibile a 409.600).
    • Autofocus: 61 punti AF (41 a croce).
    • Raffica: 14 fps (16 fps in live view).
    • Video: 4K DCI a 60 fps, Full HD a 120 fps.
    • Schermo: LCD touchscreen 3,2” (1.620.000 punti).
    • Memoria: CF/CFast.
    • Prezzo: ~$6.000.
    • Pregi: Video 4K avanzato, velocità elevata.
    • Difetti: ISO inferiore, AF meno punti.
       
    Confronto
     
    • Risoluzione: Quasi identica (20,8 MP vs 20,2 MP).
    • Velocità: Canon (14 fps) supera Nikon (12 fps).
    • Autofocus: Nikon (153 punti) più avanzato di Canon (61 punti), con migliore tracking.
    • ISO: Nikon domina con ISO 3,28 milioni contro 409.600.
    • Video: Canon vince con 4K a 60 fps e senza crop significativo.
    • prezzo: Canon leggermente più economica.
       
    Giudizio
     
    La Nikon D5 eccelle in prestazioni ISO e autofocus, ideale per fotografia in bassa luce e sport. La Canon EOS-1D X Mark II è superiore per video e velocità, attraendo fotografi ibridi. Scelta dipende dalle priorità: Nikon per foto, Canon per video
     

     
    Nel 2020 escono le ultime ammiraglie reflex della storia. Nikon consolida le qualità della D5, introducendo un nuovo autofocus che nasconde un buon riconoscimento dei soggetti, ma mantiene il precedente sensore ed evita accuratamente ogni altra innovazione.
    Il prezzo proibitivo di circa € 7500 ne decretano il totale insuccesso di vendite. Il pubblico si attende presto una ammiraglia mirrorless che effettivamente uscirà già nel 2021, facendo uscire la D6 dal mercato che resterà a listino fino ad esaurimento scorte (nel 2025).
    La Canon 1D X Mk III è invece una macchina ibrida che può funzionare anche a specchio alzato in live-view con un buon video e tante caratteristiche da mirrorless.
    E costa uguale alla Nikon D6.
     
    7. Nikon D6 (2020) vs Canon EOS-1D X Mark III (2020)
     
    Nikon D6 (2020)
    • Sensore: CMOS full-frame da 20,8 MP.
    • ISO: 100-102.400 (espandibile a 3.280.000).
    • Autofocus: 105 punti AF (tutti a croce).
    • Raffica: 14 fps.
    • Video: 4K UHD a 30 fps (senza crop).
    • Schermo: LCD touchscreen 3,2” (2.359.000 punti).
    • Memoria: Doppio CFexpress/XQD.
    • Prezzo: ~$6.500.
    • Pregi: AF avanzato, connettività, ISO eccellente.
    • Difetti: Risoluzione invariata, video limitato.
    Canon EOS-1D X Mark III (2020)
    • Sensore: CMOS full-frame da 20,1 MP.
    • ISO: 100-102.400 (espandibile a 819.200).
    • Autofocus: 191 punti AF (live view), 525 zone Dual Pixel.
    • Raffica: 16 fps (20 fps in live view).
    • Video: 5.5K RAW, 4K DCI a 60 fps.
    • Schermo: LCD touchscreen 3,2” (2.100.000 punti).
    • Memoria: Doppio CFexpress.
    • Prezzo: ~$6.500.
    • Pregi: Video avanzato, velocità, AF ibrido.
    • Difetti: ISO inferiore.
       
    Confronto
     
    • Risoluzione: Praticamente identica (20,8 MP vs 20,1 MP).
    • Velocità: Canon (16/20 fps) supera Nikon (14 fps).
    • Autofocus: Canon (191/525 punti in live view) più versatile di Nikon (105 punti), grazie al Dual Pixel.
    • ISO: Nikon leggermente migliore a ISO estremi.
    • Video: Canon domina con 5.5K RAW e 4K a 60 fps.
    • Prezzo: Pari.
       
    Giudizio
     
    La Canon EOS-1D X Mark III è superiore per velocità, video e autofocus ibrido, rendendola più versatile per fotografi e videografi. La Nikon D6 eccelle in ISO e AF per fotografia tradizionale, ma è meno innovativa. Con il passaggio alle mirrorless, Canon sembra più orientata al futuro. 
     

     
    Conclusioni generali
    • 1999-2004: Canon domina con la EOS-1D e le sue evoluzioni, grazie a velocità, autofocus e risoluzione superiori. Nikon (D1, D1X, D1H, D2) è competitiva nel prezzo ma tecnologicamente indietro.
    • 2007: Nikon D3 segna una svolta con il sensore full-frame e prestazioni ISO, superando Canon temporaneamente.
    • 2011-2016: Canon riprende il vantaggio con EOS-1D X e Mark II, offrendo velocità e video migliori, mentre Nikon rimane forte in ISO e AF.
    • 2020: Canon EOS-1D X Mark III è più completa, con video avanzati e AF ibrido, mentre Nikon D6 rappresenta l’ultima reflex professionale, limitata dall’innovazione.
     
    Insomma, Canon, prevale spesso per la sua costanza e versatilità, ma Nikon ha avuto momenti di eccellenza (es. D3, D5) e rimane una scelta solida per fotografia tradizionale.
     
    ***
     
    I sensori Nikon
     
    C'è tanta mitologia al riguardo. Purtroppo mancano le notizie ufficiali ma cerchiamo di fare chiarezza.
     
    • Nikon ha un reparto di progettazione di sensori proprio di livello mondiale
    • ha anche avuto collaborazioni interne nel gruppo Mitsubishi quando il gruppo era presente nella produzione di microchip
    • Nikon produce macchine per la stampa di sensori, display a cristalli liquidi e microchip che vende praticamente a tutti i produttori semiconduttori, da Sony Semiconductor a Samsung passando per Inter e TSMC
    • è quindi in grado di progettare e sviluppare ogni sensore per le proprie esigenze, sia per le fotocamere comuni che, a maggior ragione per le ammiraglie.
    • Canon ha sempre progettato e prodotto da se i suoi sensori perché produce i macchinari per farli ed ha anche una fonderia per la stampa effettiva (cosa di cui manca Nikon. Una fonderia moderna per semiconduttori richiede investimenti miliardari - in dollari, non un Yen)
     
    Nikon D2 Series (2003-2006)
     
    La serie D2 include modelli come la D2H (2003), D2Hs (2005), D2X (2004) e D2Xs (2006), che rappresentavano un’evoluzione significativa rispetto alla D1, con sensori APS-C ottimizzati per velocità (D2H/D2Hs) o risoluzione (D2X/D2Xs).
     
    • D2H/D2Hs: Questi modelli montavano un sensore JFET-LBCAST da 4,1 megapixel, una tecnologia unica sviluppata direttamente da Nikon. Il JFET-LBCAST (Junction Field Effect Transistor - Lateral Buried Charge Accumulator and Sensing Transistor) era un tentativo di Nikon di creare un sensore proprietario con prestazioni superiori in termini di velocità e rumore rispetto ai CCD tradizionali. Tuttavia, questa tecnologia non ebbe successo a lungo termine e fu abbandonata dopo la serie D2H/D2Hs a causa di costi elevati e difficoltà di produzione.
    • D2X/D2Xs: Questi modelli utilizzavano un sensore CMOS da 12,4 megapixel. Secondo Fotografia Moderna (2021), il sensore era prodotto da Sony, ma progettato in collaborazione con Nikon. Questo segna un ritorno di Nikon verso fornitori esterni come Sony, che all’epoca stava diventando leader nella produzione di sensori CMOS, una tecnologia più versatile e scalabile rispetto ai CCD.
       


    Nikon D3 (2007)
     
    La Nikon D3 ha rappresentato una svolta per Nikon, introducendo il primo sensore full-frame (FX) dell’azienda, un CMOS da 12,1 megapixel. Il sensore della D3 è stato progettato da Nikon ma prodotto da un partner esterno. Sebbene non ci sia una conferma ufficiale al 100%, diverse fonti indicano che il sensore della D3 è stato fabbricato da Sony. Questo è plausibile, dato che Sony era già un fornitore chiave per Nikon (come visto con la D1 e la D2X) e aveva la capacità di produrre sensori full-frame di alta qualità. Tuttavia, Nikon ha avuto un ruolo significativo nella progettazione del sensore, personalizzandolo per ottimizzare le prestazioni in bassa luce, un aspetto in cui la D3 eccelleva rispetto alla concorrenza.
    La D3X, una variante ad alta risoluzione (24,5 MP) rilasciata nel 2008, utilizzava invece un sensore CMOS prodotto da Sony, sempre con un design influenzato da Nikon.
     

     
    Nikon D4 (2012)
     
    La Nikon D4, con un sensore CMOS full-frame da 16,2 megapixel, è stata un’evoluzione della D3, migliorando le prestazioni in termini di velocità e qualità video. Non ci sono informazioni ufficiali dirette sul produttore del sensore, ma analizzando il contesto storico e le tendenze di Nikon, è probabile che il sensore sia stato prodotto da Sony. Durante questo periodo, Sony era il principale produttore di sensori per Nikon, per modelli simili (ad esempio, la D3X e la D5). Nikon, pur progettando i sensori in-house, si affidava spesso a Sony per la fabbricazione, soprattutto per i sensori full-frame. La D4S, una versione aggiornata del 2014, utilizzava lo stesso sensore, quindi il produttore rimane presumibilmente Sony.
     

     
    Nikon D5 (2016)
     
    La Nikon D5, con un sensore CMOS full-frame da 20,8 megapixel, è stata l’ammiraglia di Nikon per il 2016, nota per le sue eccezionali prestazioni in bassa luce e velocità di scatto. Il sensore della D5 è stato prodotto da Sony. Questo è coerente con la tendenza di Nikon di collaborare con Sony per i sensori full-frame durante questo periodo. Tuttavia, Nikon ha avuto un ruolo attivo nella progettazione, ottimizzando il sensore per gestire sensibilità ISO estreme (fino a 3,28 milioni) e un autofocus avanzato, come dimostrato dalle sue prestazioni in contesti sportivi e di fotogiornalismo. La collaborazione con Sony ha permesso a Nikon di mantenere un vantaggio competitivo, soprattutto rispetto a Canon, che produceva i propri sensori internamente.
     


    Nikon D6 (2020)
     
    La Nikon D6, l’ultima reflex ammiraglia di Nikon, monta un sensore CMOS full-frame da 20,8 megapixel, simile a quello della D5. Non ci sono conferme ufficiali dirette sul produttore del sensore, ma basandoci sul precedente della D5 e sulle tendenze di Nikon negli ultimi anni, è molto probabile che anche il sensore della D6 sia stato prodotto da Sony. Tuttavia, verso il 2020, Nikon aveva iniziato a diversificare i suoi fornitori di sensori, collaborando anche con TowerJazz (oggi Tower Semiconductor) per alcuni modelli della serie Z (mirrorless). Nonostante ciò, per una reflex ammiraglia come la D6, Nikon probabilmente ha continuato a lavorare con Sony, che offriva la tecnologia più avanzata per sensori full-frame ad alte prestazioni. La D6 rappresenta l’apice della tecnologia reflex di Nikon, e Sony, come partner storico, è il candidato più plausibile.
     

     
    Riepilogo dei Produttori dei Sensori delle ammiraglie Nikon
     
    • Nikon D1 (1999): Sony con design Nikon (CCD APS-C da 10,6 MP).
    • Nikon D2 Series (2003-2006):
      • D2H/D2Hs: Renesas, con design Nikon (JFET-LBCAST da 4,1 MP).
      • D2X/D2Xs: Sony, con design Nikon (CMOS APS-C da 12,4 MP).
    • Nikon D3 (2007): Sony, con design Nikon (CMOS full-frame da 12,1 MP).
    • Nikon D3x (2008): Sony, con design Nikon (CMOS full-frame da 24 MP).
    • Nikon D4 (2012): Sony, con design Nikon (CMOS full-frame da 16,2 MP).
    • Nikon D5 (2016): Sony con design Nikon (CMOS full-frame da 20,8 MP).
    • Nikon D6 (2020): Sony, con alta probabilità o Tower Jazz, con design Nikon (CMOS full-frame da 20,8 MP).
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    • Administrator

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    Ottenere dati precisi e dettagliati sulle vendite dei modelli Nikon D1, D1X, D1H, D2 (H/X/Hs/Xs), D3, D4, D5 e D6 è una sfida significativa, poiché Nikon (come la maggior parte dei produttori di fotocamere) non pubblica regolarmente cifre di vendita specifiche per singoli modelli. Inoltre, i dati di vendita sono spesso aggregati per linee di prodotti o categorie (es. DSLR professionali) e disponibili solo tramite rapporti di mercato, analisi di terze parti o stime di analisti. Ho condotto una ricerca approfondita utilizzando fonti affidabili, come rapporti di mercato, articoli di settore, comunicati stampa e archivi storici, ma le informazioni disponibili sono frammentarie e spesso non specifiche per ciascun modello. Di seguito, presento i risultati della ricerca, organizzati per modello, con stime, contesto e fonti, evidenziando le limitazioni dei dati. Poiché la richiesta include anche D1X e D1H (aggiunte nel messaggio precedente), le includerò nell'analisi.
     
    Pensiamo anche alla frammentazione dei modelli, le tre D1, le quattro D2, le quattro D3. Per la D3x, ad esempio, sappiamo che ha venduto pochissimo mentre la D3s.
    Quindi alle 120.000 circa D3, potremmo aggiungere circa 25.000 D3x e non più di 75.000 D3s.
    Sono numeri attendibili ma lontani dall'essere ufficiali.
    In ogni caso testimoniano come le D3 siano state l'apice del successo commerciale delle ammiraglie reflex digitali Nikon ma in fondo con cifre non così più numerose di D1 e D2.
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    Gigi Soldano e Mirco Lazzari: I Maestri della Fotografia Sportiva delle Due Ruote
     
    Grazie anche al fatto di essere testimonial Nikon (Lazzari in particolare per il lancio della D5), possiamo considerare Soldano e Lazzari i due più rappresentativi fotografi italiani che si sono serviti delle Nikon digitali.
    Entrambi sono legati al mondo dei motori, dalla MotoGP al Rally, passando per la Dakar nelle sue varie edizioni.
    Hanno cominciato con le Nikon a pellicola negli anni '80 del secolo scorso e sono arrivati a D5 e D6 in questo. Oggi però sono felicemente transitati su mirrorless con una coppia di Nikon D9.
     
     


    Gigi Soldano: L’Anima delle Emozioni in Movimento
     
    Nato a Varese, Gigi Soldano è una figura leggendaria nel panorama della fotografia sportiva. Laureato in Scienze Sociali, il suo approccio alla fotografia è sempre stato profondamente umano. Come lui stesso ha dichiarato, “l’essere umano e tutto quanto di lui trasmette EMOZIONE, resta il SOGGETTO principale”. Questa filosofia permea ogni suo scatto, che non si limita a documentare l’azione, ma cattura la tensione, la gioia, la fatica e il dramma dei piloti.
    La carriera di Soldano è iniziata negli anni ’80, quando ha trovato nel motociclismo il terreno fertile per esprimere la sua visione. Le corse, con la loro combinazione di velocità, rischio e passione, gli hanno offerto un palcoscenico ideale per raccontare storie visive. Divenuto presto un punto di riferimento nella MotoGP, Soldano ha esteso il suo talento ad altre competizioni, come la Dakar, di cui ha coperto ben 25 edizioni. Questo rally, con le sue condizioni estreme – sabbia, caldo torrido, notti in fuoristrada – ha messo alla prova non solo la sua attrezzatura, ma anche la sua resistenza fisica e mentale.
    Soldano è noto per la sua capacità di “cogliere il dettaglio e bloccarlo, esaltarlo, scontornarlo da tutto il resto”. I suoi scatti non sono semplici fotografie di moto in curva o piloti sul podio: sono narrazioni visive che catturano l’attimo perfetto. Un esempio iconico è il suo lavoro nella Dakar, dove ha immortalato piloti stremati ma determinati, incorniciati da paesaggi desertici che sembrano dipinti. Queste immagini non raccontano solo una gara, ma l’epica lotta dell’uomo contro la natura e se stesso.
    Il suo legame con Nikon, come membro del Nikon Professional Services (NPS), è stato fondamentale. Sebbene questo articolo non si concentri sulle specifiche tecniche delle fotocamere, vale la pena notare che Soldano ha sempre scelto Nikon per la sua affidabilità in contesti estremi e per la qualità delle immagini, che gli hanno permesso di esaltare i colori vivaci delle livree delle moto e l’atmosfera drammatica delle gare. La sua fedeltà al marchio è testimoniata dalla sua presenza costante nei circuiti con il logo Nikon ben visibile sulla sua attrezzatura.
    Mostre come quella allo Spazio Lavit di Varese nel 2018, intitolata “Gigi Soldano – Moto & Rallies”, hanno consacrato il suo status di artista, non solo di fotogiornalista. Le sue immagini, esposte in grandi formati, hanno rivelato la potenza emotiva del suo lavoro, trasformando momenti sportivi in opere d’arte. Soldano non si limita a scattare: vive le gare, condivide l’adrenalina dei piloti e traduce tutto questo in immagini che parlano al cuore.
     

     
    Mirco Lazzari: Il Poeta della Velocità
     
    Mirco Lazzari, bolognese, è un altro gigante della fotografia motociclistica, spesso associato a Soldano per il loro comune amore per la MotoGP e per Nikon. La sua carriera è iniziata con una passione per le due ruote che lo ha portato a frequentare i circuiti fin da giovane. A differenza di Soldano, che ha un approccio più antropocentrico, Lazzari è celebre per la sua capacità di trasformare la velocità in poesia visiva. I suoi scatti sono dinamici, quasi cinematografici, e catturano il movimento in modo che lo spettatore possa quasi sentire il rombo dei motori.
    Lazzari ha iniziato a fotografare le gare negli anni ’90, quando il motociclismo stava vivendo un’epoca d’oro con campioni come Valentino Rossi e Max Biaggi. La sua abilità nel posizionarsi nei punti più strategici dei circuiti – spesso a pochi metri dalle traiettorie dei piloti – gli ha permesso di creare immagini che trasmettono l’ebbrezza della velocità. Un suo scatto tipico potrebbe mostrare una moto in piega, con il ginocchio del pilota che sfiora l’asfalto, incorniciata da un’esplosione di colori e dettagli che rendono l’immagine viva.
    Come Soldano, Lazzari ha coperto non solo la MotoGP, ma anche eventi come la Superbike e occasionalmente la Dakar. Tuttavia, il suo cuore batte per i circuiti asfaltati, dove la precisione e la rapidità sono tutto. Lazzari è noto per il suo coraggio: non è raro vederlo accovacciato a bordo pista, con la fotocamera pronta a catturare un sorpasso al limite. Questo approccio rischioso gli ha permesso di realizzare scatti che pochi altri fotografi oserebbero tentare.
    Anche Lazzari è un membro del Nikon Professional Services, e il suo lavoro è stato esaltato dalla qualità delle attrezzature Nikon, che gli hanno permesso di ottenere immagini nitide anche in condizioni di luce difficili, come durante le gare sotto la pioggia o al crepuscolo. La sua mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino nel 2016, accanto a Soldano, ha messo in luce la sua capacità di trasformare la fotografia sportiva in un’esperienza artistica. Le sue immagini, spesso accompagnate da testi poetici, invitano lo spettatore a immergersi nel mondo delle corse, non solo a osservarlo.
     

     
    Un Sodalizio Artistico: Soldano e Lazzari
     
    Sebbene Soldano e Lazzari siano fotografi distinti, con stili e approcci diversi, il loro lavoro è spesso intrecciato, non solo per la comune passione per il motociclismo e Nikon, ma anche per la loro presenza simultanea nei più grandi eventi sportivi. Entrambi hanno coperto le stesse gare, condividendo le stesse sfide – dalle condizioni climatiche avverse alle scadenze editoriali – e spesso collaborando in mostre e progetti.
    Un esempio significativo è la mostra “MotoGP” alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nel 2016, dove Soldano e Lazzari hanno esposto insieme, celebrando il loro contributo alla fotografia motociclistica. Le immagini di Soldano, con il loro focus sull’umanità dei piloti, si completavano perfettamente con gli scatti di Lazzari, che esaltavano la bellezza meccanica e la dinamica delle moto. Questa sinergia ha dimostrato come due prospettive diverse possano raccontare la stessa storia in modi complementari.
    Entrambi hanno anche contribuito a libri fotografici che sono diventati veri e propri oggetti di culto per gli appassionati di motociclismo. Ad esempio, Soldano ha pubblicato raccolte come quelle dedicate alla Dakar, che documentano non solo le gare, ma anche la cultura e i paesaggi dei luoghi attraversati dal rally. Lazzari, d’altra parte, ha prodotto libri che celebrano la MotoGP, con immagini che catturano l’evoluzione del campionato e dei suoi protagonisti. Questi volumi, spesso accompagnati da testi scritti dai fotografi stessi, offrono uno sguardo intimo sul loro processo creativo.
     

     
    Lo Stile e l’Eredità
     
    Lo stile di Soldano è caratterizzato da una profonda empatia. Le sue immagini spesso si concentrano sui volti dei piloti, sui loro sguardi prima di una gara o sulle loro espressioni dopo una vittoria o una caduta. Questa attenzione all’umanità gli ha permesso di creare un archivio di immagini che vanno oltre lo sport, diventando documenti storici. Un suo scatto iconico potrebbe essere quello di un pilota coperto di fango durante la Dakar, con uno sguardo che racconta una storia di resilienza.
    Lazzari, invece, è un maestro della composizione dinamica. Le sue fotografie giocano con le linee della pista, le curve delle moto e i contrasti di colore per creare immagini che sembrano muoversi. Un suo scatto memorabile potrebbe essere quello di Valentino Rossi in piega a Mugello, con la folla sfocata sullo sfondo che amplifica il senso di velocità. La sua capacità di anticipare l’azione gli ha permesso di catturare momenti che definiscono un’intera stagione.
    Entrambi i fotografi hanno influenzato generazioni di colleghi. La loro presenza costante nei circuiti, la loro dedizione e la loro capacità di innovare hanno stabilito uno standard altissimo per la fotografia sportiva. Giovani fotografi guardano a Soldano per imparare come raccontare una storia attraverso un’immagine e a Lazzari per capire come trasformare l’azione in arte.
     

     
    Il Legame con Nikon
     
    Il rapporto di Soldano e Lazzari con Nikon va oltre l’uso delle fotocamere: è una partnership che ha definito le loro carriere. Come membri del NPS, hanno avuto accesso a attrezzature di punta e supporto tecnico, che hanno permesso loro di spingersi oltre i limiti del possibile. Nikon, a sua volta, ha beneficiato della loro visibilità, con i loro scatti pubblicati su riviste, siti web e campagne pubblicitarie in tutto il mondo.
    La scelta di Nikon non è casuale: entrambi i fotografi hanno sempre cercato strumenti che potessero resistere alle condizioni estreme delle gare e garantire risultati impeccabili. Che si trattasse di fotografare sotto il sole cocente del Qatar o nella pioggia battente di Assen, Nikon ha fornito loro la sicurezza di poter catturare l’attimo perfetto.
     

     
    Oltre i Circuiti: L’Impatto Culturale
     
    Il lavoro di Soldano e Lazzari non si limita ai circuiti. Le loro fotografie sono state esposte in gallerie prestigiose, pubblicate in libri e utilizzate in campagne pubblicitarie per marchi legati al motociclismo. Hanno contribuito a elevare la fotografia sportiva a forma d’arte, dimostrando che uno scatto può essere tanto potente quanto un dipinto o un film.
    Soldano, con la sua attenzione all’umanità, ha raccontato il lato emotivo delle corse, dando voce ai piloti e ai loro sogni. Lazzari, con il suo occhio per la bellezza estetica, ha trasformato le moto in simboli di libertà e potenza. Insieme, hanno creato un archivio visivo che documenta non solo lo sport, ma un’intera cultura.
     

     
    Gigi Soldano e Mirco Lazzari sono molto più che fotografi: sono narratori, artisti e testimoni di un’epoca d’oro del motociclismo. Attraverso i loro obiettivi Nikon, hanno catturato momenti che hanno fatto la storia, da Valentino Rossi a Marc Márquez, dalle dune della Dakar alle curve di Phillip Island. Il loro lavoro, caratterizzato da passione, coraggio e un’incredibile sensibilità visiva, continua a ispirare e a emozionare. Soldano e Lazzari non hanno solo fotografato le corse: le hanno fatte vivere, trasformando la velocità in eternità.
     
     
    Gigi Soldano, fotografo sportivo di fama mondiale e membro NPS, ha fatto ampio uso delle fotocamere Nikon della serie D per coprire eventi come la MotoGP e la Dakar. Tra i modelli documentati:
    • Nikon D4: Soldano ha utilizzato la Nikon D4 durante l’edizione di gennaio della Dakar, come riportato in un articolo di Nikon School. In questa occasione, ha vissuto per venti giorni in un fuoristrada, affrontando condizioni estreme, e la D4 si è dimostrata fondamentale per la sua robustezza e capacità di catturare immagini di alta qualità in ambienti difficili.
       
    • Nikon Df: Durante la stessa Dakar, Soldano ha menzionato l’uso della Nikon Df “per divertirsi”, suggerendo che, accanto alla D4, questa fotocamera più compatta e dal design retrò gli abbia permesso di esplorare scatti creativi in un contesto meno frenetico.
       
    • Nikon D5: Soldano ha utilizzato la Nikon D5 per le sue coperture della MotoGP, come evidenziato in articoli relativi alla mostra “Foto GP” del 2016 presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La D5 è stata apprezzata per la sua capacità di seguire soggetti in movimento e per la qualità delle immagini in condizioni di luce difficili, elementi cruciali per immortalare le gare.
      Nikon D6, come documentato da questa fotografia 

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    Non ci sono riferimenti diretti all’uso di modelli precedenti come la D1, D2 o D3 da parte di Soldano, ma, considerando la sua lunga carriera e il suo status NPS, è plausibile che abbia lavorato con queste fotocamere nelle fasi iniziali della sua transizione al digitale.
     

     
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    Mirco Lazzari, anch’egli membro NPS e specializzato in fotografia motociclistica, ha documentato esplicitamente l’uso di alcune fotocamere Nikon della serie D, in particolare per la MotoGP e altri eventi sportivi:
    • Nikon D5: Lazzari è stato un testimonial ufficiale della Nikon D5, come riportato sul suo sito personale e in articoli Nikon. In un’intervista su Nikon School, ha descritto la D5 come “superlativa: una sicurezza per la mia professione ed una garanzia per il risultato finale”. La sua capacità di gestire autofocus avanzato e sensibilità elevate è stata fondamentale per catturare la velocità delle moto in condizioni variabili.
       
    • Modelli precedenti: Sebbene non ci siano conferme dirette sull’uso di modelli come la D1, D2, D3 o D4, Lazzari, in un’intervista a GPone.com, ha raccontato di aver iniziato la sua carriera negli anni ’80, acquistando corpi macchina Nikon nuovi e costruendo il suo corredo fotografico pezzo per pezzo. Questo suggerisce che abbia probabilmente utilizzato modelli della serie D precedenti, come la D3 o la D4, durante l’evoluzione della sua carriera, soprattutto considerando il suo ruolo di tester NPS per le attrezzature Nikon di ultima generazione.
     
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    Evitiamo di pubblicare i loro scatti che sono chiaramente coperti da copyright ed hanno valore commerciale anche per i piloti immortalati, anzi pensiamo abbiano ancora più valore le fotografie dei due fotografi mentre imbracciano le loro Nikon.

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    Soldano e Rossi : un lungo sodalizio durato l'intera carriera del centauro italiano

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    • Administrator
    Sono molti i fotografi Nikon che si sono distinti anche per l'uso delle ammiraglie reflex digitali.
    Abbiamo ad esempio, Annie Leibovitz, nata con Nikon negli anni '70 che prima di passare ad altri marchi, sino agli anni 2011-2012 utilizzava D3 e D4 per ritratti e copertine per riviste come Vanity Fair e Rolling Stone.
    Era anche membro NPS e in più di una intervista ha 
    confermato l’uso della Nikon D3 per la sua versatilità in condizioni di luce variabile e la Nikon D4 per progetti che richiedevano alta risoluzione e velocità, come servizi fotografici per eventi e ritratti.
     
    Noi possiamo documentarlo con questa istantanea ad una manifestazione di celebrità
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    Anche Steve McCurry, pure lui nato e celebrato per i suoi scatti con macchine Nikon, fino al 2013 ha usato digitali Nikon. Sia D3 per ritratti in Afganistan che D3x per l'edizione 2013 del calendario Pirelli.
     
    In queste istantanee lo vediamo usare la D2Xs
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    ma qui c'è il display della sua D3
     
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    mentre qui una modella sbircia in quello della sua D3x
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    Di Joe McNally non c'è molto da parlare in quanto Ambassador di Nikon USA e membro NPS da quando esiste il servizio, nonché fotografo di National Geographic e pubblicato ovunque.
    Ricordo una sua intervista in cui ricorda di essere salito su un F-14 dell'US Navy con la sua F5 e di essersi praticamente rovinato la salute nel tentativo di cambiare il rullino in volo.
    Dopo di che, al ritorno a terra, si è andato a prendere una D1 e gli è cambiata la vita.
     
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    lui ha usato, come noi, praticamente ogni cosa prodotta da Nikon negli ultimi 40 anni ed oltre. Ha coperto le Olimpiadi di Tokyo con le Nikon D6.
     
     

    David Doubilet, fotografo subacqueo di fama mondiale, ambassador Nikon e di marchi di scafandri per fotocamere. Ha usato, tra le altre, D3, D4 e D5.

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    questo è un suo scatto celebre, ripreso con Nikon D3

    Bill Frakes, fotografo di Sports Illustrated ed NPS da sempre.

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    qui che verifica l'impostazione della sua D4 predisposta per scatto remoto

    e qui una panoramica del suo corredo

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    Potremmo citare altri nomi noti e meno noti, legati principalmente a Nikon Usa (come Corey Rich, Amy Vitale, Lucas Gilman, Dixie Dixon) ma nulla può colpire come ricordare che sulla ISS le fotocamere utilizzate sono Nikon e tra queste D3, D5 etc. fino alle attuali Z9.

     

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    • Administrator

    Si chiude qui la Saga delle Nikon D1~D6 che vuole essere il doveroso tributo di Nikonland.it a queste meravigliose macchine che hanno segnato il primo quarto di questo secolo in termini di tecnologia avanzata applicata alla fotografia professionale ed amatoriale.

    Ma come dicevamo all'inizio dell'articolo e delle sue tante appendici, questo tributo resterà sterile senza il contributi di chi, tra i presenti, ha posseduto queste macchine e vuole condividere con noi le sue impressioni, i suoi ricordi, le sue foto migliori.

    Avete spazio per farlo nei commenti a cominciare da ... adesso.
     

    Non ci sarà mai una migliore occasione per farlo in futuro. E nel farlo, sappiate che il mondo vi guarda e vi ammira, perché avete usato e sfruttato alcune tra le migliori fotocamere digitali del vostro tempo.

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    • Administrator

    Londra 2012.
    Usain Bolt prende la Nikon D4 di un fotoreporter e si mette a fotografare.

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    la sua fotografia alla zona dei fotografi.

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    • Administrator

    Scrivevo nell'altro articolo del mio legame con le ammiraglie Nikon.
    Lo riepilogo qui, con alcune foto significative.

    Venivo dalla F5 e sognavo la D1. La F5 era un mi piacerebbe ma non posso. Il rullino alla raffica massima durava 3-4 secondi. Mai nemmeno provata la raffica con la pellicola montata.

    La D1 era un sogno e tale restò. Fui tentato dalla D1x ma era troppo acerba per i soldi che costava.

    Quindi razionalmente temporeggiai fino all'arrivo della D2h. Che presi usata.

    La raffica da 8 frame al secondo era una goduria e le foto fino ad 800 ISO erano sensazionali, nitide, precise.

    Ma la D2x, presa nuova era un'altra cosa, sebbene già a 400 ISO fosse al limite.

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    qui siamo alla 1000 km di Monza del 2008 e, sebbene avessi con me anche la D2h, il carico maggiore con il 70-200/2.8 lo portò la D2x.

    Ma del tutto un'altra faccenda la D3. Ne ebbi due esemplari, uno venduto poi ad Alberto Cimitan quando a me arrivò la D3x.

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    qui siamo sempre a Monza, F1 e Le Mans Series, con il 400/2.8 VR.

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    mentre qui il breve periodo con il 200-400/4 mai troppo amato (ad essere generosi).

    Con la D3 ho fatto tutto

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    ma è stato con la D3x che sono diventato quello che sono.

    Il suo otturatore perdeva olio e si sporcava in continuazione, faceva pochi scatti e si esauriva il buffer ma era uno spettacolo.

    All'epoca c'era anche la mia musa di sempre e quindi le sue foto sono per lo più con la D3x (anche se l'ho seguita con D4 e D5)

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    La D4 mi ha impressionato poco ma in fondo era una macchina molto sincera, più adatta della D3 nella fotografia "normale" e più della D3x nello sport.

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    ma l'ho dimenticata in tempo zero quando è arrivato l'autofocus della D5 che era di gran lunga migliore di qualsiasi altra cosa avessi avuto (e anche meglio di D800/D810 e D850).

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    della D6 non conservo scatti oltre al test. E' stata l'unica avuta in prestito da Nital, durante il confinamento Covid, usata per due settimana.

    Macchina bellissima ma arrivata quando io sognavo la Nikon Z9.

    Sono stati per me anni indimenticabili. Ho fatto migliaia di foto con D2-D3-D4 e soprattutto D5.

    Ma se ci penso, ho rivenduto quasi tutte queste macchine con meno degli scatti che oggi ha la mia Zf, una macchina che io uso quando mi va di sentirmi vintage e quindi meno spesso di quanto dovrei.
    Sinceramente non tornerei indietro, anche se ringrazio Nikon per tutto quello che mi ha dato con le sue reflex.

     

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    • Administrator

    Nessun altro che ci vuole raccontare delle sue ammiraglie D1~D6 con foto e aneddoti ? :a063: Non capiterà un'altra volta di celebrare la fine di un'era di questo genere :a200:

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    • Nikonlander Veterano

    Non mi sono spinto così in basso fino ad arrivare a meno di una decina :rotfl:

    La mia FF reflex TOP è stata la D700 ma ho avuto modo di provare la D5 ad un workshop su foto d'azione organizzato da Nital (che metteva a disposizione le D5 appena sul mercato ma anche D4 e D4s). Eravamo andati al Turin Wake Park e ovviamente per delle esibizioni di Wakeboard.
    L'avevo solo provata ma non ho potuto portare degli scatti a casa perché non avevo una XQD personale (al massimo una CF).
    Onestamente, pur scattando anche io con Nikon, quando prendi in mano una TOP di gamma ti senti spaesato fra menù e tasti funzione (io perlomeno mi sentivo così) e non me la sono goduta più di tanto.
    Un episodio spiacevole però aveva caratterizzato la giornata. C'era stato il passaggio di una perturbazione, aveva piovuto per un paio d'ore e nella fretta di mettersi al riparo e mettere al coperto le attrezzature qualcuno ha ben pensato di far sparire una D5!
    Se ne sono accorti solo nel pomeriggio quando hanno iniziato a recuperare le macchine.
    Con le previsioni del tempo che non prevedevano schiarite, diversi partecipanti erano andati via e non è stato possibile capire chi fosse stato.
    Non so come sia andata a finire :36_1_30:

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