Michelangelo Antonioni scelse di girare la gran parte del suo film Blow-Up nello studio di uno dei fotografi simbolo della "swinging London" di fine anni '60.
John Cowan aveva lo studio nella zona di Notting Hill, più precisamente al numero 39 di Princes Place
lo studio era una vecchia scuderia per viandanti con annessa locanda e, pur ristrutturata, conservava gli spazi e le dimensioni per cui era stata concepita all'origine.
Certo tutto era stato adattato secondo lo stile moderno dell'epoca e il bianco la faceva da padrone ma si respirava un'aria particolare.
quello che si vede sopra e che sta attraversando il protagonista di Blow-Up, il fotografo Thomas chiaramente ispirato proprio a John Cowan, è in realtà il garage. Il portone dà sulla strada ed è il vecchio accesso della scuderia. Qui stava in genere la Aston Martin DB-5 azzurro metallizzato di John Cowan mentre nel film è l'ingresso e l'accesso allo studio.
Lo studio di Cowan venne affittato per tre mesi alla modica cifra di 100 sterline al giorno, per un totale di 9.000 sterline. Considerate che all'epoca un lavoratore medio inglese guadagnava 750 sterline all'anno (qualcuno ricorda la paga settimanale dell'agente segreto proletario Harry Palmer di Ipcress interpretato dal grande Michael Caine in quegli anni ?) e che una auto sportiva come la Jaguar E veniva 1.800 sterline.
Ma in fondo con quella cifra Antonioni si era assicurato anche il materiale fotografico di Cowan, le sue idee, le sue opere, l'assistenza del suo staff, oltre, naturalmente all'atmosfera di un vero studio all'avanguardi della Londra di quegli anni.
Cowan, che per inciso guadagnava oltre 35.000 sterline l'anno, era spesso ospite del sultano dell'Oman ...
la foto alle spalle di David Hemmings, "Cammelli nel deserto" è appunto di Cowan ed è stata scattata durante uno dei suoi viaggi nell'Oman con la sua fidata Nikon F.
Cowan era un tipo molto estroverso di circa 190 cm, magro, biondo, ricco ed affermato.
Dispotico ma molto istintivo, si poteva permettere liason con alcuni dei suoi soggetti, come Jaqueline Bisset, qui ripresa per Vanity Fair nel 1964 :
In quel periodo i fotografi in voga facevano i loro servizi di moda con la Hasselblad 500C e l'80 mm F2.8 Planar. Su treppiedi, con mirino ingranditore ed altri accessori di lusso : potevano permetterselo !
nello studio di Cowan usavano un bank da 5.000 watt, oltre a torce di piccolo taglio.
La Hasselblad era certamente adeguata in quanto a qualità ma fotografi istintivi come Cowan tendenvano a fare molti scatti, spesso anche solo per giustificare il loro cachet ( ) e gli assistenti dovevano fare le corse per ricaricare i dorsi da 12 pose.
Così lo studio aveva in dotazione anche tre Nikon F con un set di ottiche 35, 50, 85 e 105 mm
la Nikon F é la macchina che Thomas chiede di caricare a al suo assistente Reg, (in realtà era il vero assistente ma del fotografo Terence Donovan e fece da consulente ad Antonioni)
quando vuole che le fotografie a Verushka nella più mitica delle scene del film siano più spontanee e coinvolgenti.
Passa dal leggendario 85/1.8 Nikkor-H all'altrettanto mitico Nikkor-S 50/1.4
Non si sa se Antonioni si sia ispirato allo stile di Cowan nelle scene dentro allo studio ma è molto probabile. Del resto gli assistenti di Cowan non impegnati in altri lavori collaborarono alla produzione (tutte le stampe mostrate nel film, per esempio uscirono dalla camera oscura dello stesso studio, stampate dal secondo assistente, John Hooton).
La Nikon F è anche la protagonista della scena con Vanessa Redgrave, inconsapevolmente ripresa da Thomas nelle sue foto al parco
Antonioni affida un ruolo da prima donna alla Nikon F, mettendo in secondo piano Vanessa.
Uno scontro tra grandi dello schermo !
Vanessa Redgrave era già una modella affermata in quegli anni e, grazie a questo film, si avviava ad una carriera ancora più prolifica di attrice.
Ma chi ha bene in mente il film si ricorda che in fondo, la protagonista femminile si vede in due scene e mezza nel film. Poi si vede in foto. Tante foto, scattate con la Nikon F e poi stampate febbrilmente in camera oscura ed appese, ingrandite, ristampate, riappese.
Sono in realtà molte ma molte di più le scene in cui si vede in primo piano la Nikon F in mano a Thomas , il vero occhio della memoria, quello che scruta, quello che rivela, quello che racconta.
Non solo nella mitica scena con Verushka :
ma per tutto l'intero film :
Non so se Antonioni avesse già in mente di mettere in evidenza la reflex, allora strumento emergente nel panorama fotografico mondiale ancora dominato in campo professionale dalle medio-formato ma destinata a fare il giro del mondo o se sia stato un caso.
Non era certo un caso che nello studio di Cowan ci fossero ben tre Nikon F che offrivano il loro fidato servizio quotidiano a tutto lo staff.
Come che sia quel film e quella presenza consacrarono la Nikon F ad icona dell'epoca, le vendite triplicarono, l'85/1.8 Nikkor-H ancora oggi è presente in molti studi fotografici in campo fashion, convertito in AI ed associato ad una reflex digitale.
Ed ha un grande posto nella nostra memoria.
Grazie John !
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By Rudolf
By Rudolf •
1966 - Quella volta in cui la Nikon F rubò la scena alle starEdited by Mauro Maratta
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