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questa è la mappa degli obiettivi Nikkor Z aggiornata al lancio del 400/2.8 TC di ieri.
Compare il nuovo 28-75/2.8, nei negozi in questo momento, che è più compatto del 24-120/4 ... mentre l'800mm già svelato a metà dicembre adesso è inserito nella sua forma finale.

A testimonianza che è pronto e facilmente sarà tra i prossimi annunciati ufficialmente (per ora è solo in stato di "sviluppo" qualunque cosa significhi nella realtà ...) e che è ... più grande di quanto sembrasse prima in silouette.
Ovviamente adesso c'è anche la Z9 nella parata di corpi Nikon Z.
Restano oscurati perchè non ancora annunciati :
26mm FX 24mm DX 12-28 DX 85mm FX 200-600mm 600mm FX 400mm FX "compatto" in totale, teleconverter esclusi, ci sono 34 obiettivi nella mappa.
I manager Nikon ne avevano promessi "una trentina" entro il 31/3/2022.
Mentre gli altri entro il 31/3/2023.
Ovviamente, come ci dimostra il lancio a sorpresa del 28-75/2.8, senza né rumors né anticipazioni, le sorprese non mancheranno.
Anche perchè ci hanno abituati male sinora ...  mentre i progettisti dei teleobiettivi, al lancio del 100-400, hanno anticipato che tutti i tele della mappa saranno lanciati in sequenza.
Perché ha un nuovo motore immerso in un elettromagnete ... E usa campi magnetici anziché ingranaggi.

 
Consegna dopo fine febbraio 2022 a $ 13.995
2950 grammi, circa 5000 euro al chilo ...
156mm x 380mm
Note :
La dispersione della luce è nemica della nitidezza. Il NIKKOR Z 400 mm f/2.8 TC VR S lo contrasta con sei elementi speciali dell'obiettivo: due elementi in vetro ED (Extra-low Dispersion) e uno Super ED, due elementi leggeri in fluorite (FL) e un elemento rifrattivo a lunghezza d'onda corta (SR) . Le frange di colore, il coma e l'aberrazione cromatica sono quasi eliminate.
nuovo motore a bobina mobile Silky Swift (VCM) di Nikon utilizza magneti anziché ingranaggi per spostare i gruppi di messa a fuoco dell'obiettivo. Questo design offre contemporaneamente una maggiore velocità iniziale, una maggiore precisione e il funzionamento più fluido e silenzioso di qualsiasi sistema di trasmissione AF Nikon. Inoltre, le vibrazioni all'interno del meccanismo sono state ridotte con un'innovativa barra di guida e uno spazio minimo tra le parti mobili, consentendo la massima velocità durante l'autofocus.
 



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Pagina di presentazione di Nikon.it
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THE NIKKOR Z 400mm f/2.8 TC VR S: un nuovo picco di prestazioni per gli appassionati di sport, azione e fauna selvatica
L'ultimo super teleobiettivo S-Line di Nikon copre le distanze con una qualità dell'immagine mozzafiato e un moltiplicatore di focale 1,4x integrato
MELVILLE, NY (18 gennaio 2022) – Oggi Nikon ha annunciato il NIKKOR Z 400 mm f/2.8 TC VR S, un super teleobiettivo a focale fissa ad alte prestazioni per il sistema Nikon Z. Questo veloce obiettivo S-Line arriva giusto in tempo per completare il potenziale inarrestabile della Nikon Z 9 e apre possibilità creative per i professionisti che fotografano sport e fauna selvatica dove non c'è spazio per compromessi su portata estrema e incredibile nitidezza.
“Gli ingegneri di Nikon continuano a portare nuovi ed entusiasmanti progressi ai creatori di immagini e ai professionisti che lavorano. Subito dopo la straordinaria risposta alla Z 9, l'obiettivo NIKKOR Z 400 mm f/2.8 TC VR S è dotato delle ultime tecnologie derivanti dalla nostra esperienza nell'ingegneria ottica", ha affermato Jay Vannatter, Executive Vice President, Nikon Inc. "I clienti per questo l'obiettivo spesso si trova in situazioni in cui non c'è una seconda possibilità per fare uno scatto; questo obiettivo sfrutta appieno le nuove tecnologie rese possibili dall'innesto Z e offre ai fotografi professionisti un vantaggio per catturare il momento decisivo con una qualità dell'immagine straordinaria, con qualsiasi tipo di luce".
Il NIKKOR Z 400 mm f/2.8 TC VR S ha capacità di rendering senza precedenti, combinate con una miriade di nuove tecnologie ottiche che migliorano la qualità dell'immagine e le prestazioni. Questo obiettivo è dotato di un'apertura f/2.8 costante che offre capacità stellari in condizioni di scarsa illuminazione, nonché un bellissimo bokeh e l'isolamento del soggetto dallo sfondo. Per una portata estesa, questo è il primo obiettivo NIKKOR Z a utilizzare un moltiplicatore di focale 1,4x integrato per aumentare istantaneamente la lunghezza focale a 560 mm. Questa funzione consente ai fotografi di adattarsi senza problemi mentre un atleta si muove verso il basso o di catturare scatti ambientali e ravvicinati della natura senza cambiare obiettivi o posizione.
Il NIKKOR Z 400mm f/2.8 TC VR S è l'obiettivo più leggero del suo tipo, progettato con un bilanciamento superbo, controlli intuitivi e protezione dagli agenti atmosferici adatti per l'uso professionale. Questo obiettivo è anche il primo a utilizzare le tecnologie ottiche di recente sviluppo di Nikon, come il Silky Swift Voice Coil Motor 1 (SSVCM), che consente un AF ad alta velocità e precisione con un funzionamento quasi silenzioso. Questo nuovo obiettivo S-Line presenta anche il nuovo rivestimento Meso Amorphous di Nikon, che offre le più elevate capacità antiriflesso nella storia di NIKKOR.
Caratteristiche principali del NIKKOR Z 400mm f/2.8 TC VR S:
Un moltiplicatore di focale 1,4x integrato consente un passaggio rapido e senza interruzioni da una lunghezza focale di 400 mm a una 560 mm, utilizzando un interruttore posizionato convenientemente vicino alla mano destra dell'operatore della telecamera. L'aumento della lunghezza focale può essere effettuato senza modificare la postura per evitare di disturbare la fauna selvatica, riducendo al minimo l'intrusione di polvere spesso associata all'assemblaggio del moltiplicatore di focale convenzionale. Per una portata ancora maggiore, l'obiettivo accetta anche i TELECONVERTITORI Z TC-1.4x e TC-2x per una portata massima rispettivamente di 784 mm e 1120 mm. L'obiettivo più leggero del suo tipo con un moltiplicatore di focale incorporato , con un peso di circa 6,5 libbre (2950 g), che è quasi due libbre più leggero (circa il 20% in meno) rispetto al NIKKOR AF-S 400 mm f/2,8FL ED VR. L'uso di elementi in Fluorite contribuisce anche al suo peso ridotto. Il rivestimento Meso Amorphous di nuova concezione offre le migliori prestazioni antiriflesso nella storia degli obiettivi NIKKOR. Indipendentemente dalle direzioni della luce incidente, questo nuovo rivestimento avanzato offre un effetto antiriflesso superiore a quello di Nano Crystal Coat, sopprimendo notevolmente le immagini fantasma e i bagliori causati dalla luce incidente da varie direzioni. Il nuovo SSVCM consente un controllo AF rapido, estremamente preciso e silenzioso ed è ottimizzato per spostare elementi di grandi dimensioni con la massima precisione. L'SSVCM funziona in combinazione con un nuovo meccanismo di guida che consente agli elementi di muoversi agevolmente, aumentando ulteriormente la precisione. La costruzione dell'obiettivo è composta da 25 elementi in 19 gruppi; due elementi in vetro ED, un elemento in vetro super-ED, due lenti leggere alla fluorite e un elemento lente SR sono incorporati nella formula ottica, contribuendo a compensare efficacemente le aberrazioni, inclusa l'aberrazione cromatica. La riduzione delle vibrazioni (VR) incorporata fornisce fino a 5,5 stop di compensazione 2 , anche quando è in uso il moltiplicatore di focale integrato. Synchro VR è disponibile se abbinato alla Nikon Z 9. Progettato con un robusto corpo in lega di magnesio e una robusta tenuta agli agenti atmosferici su varie parti, comprese le parti mobili del barilotto dell'obiettivo e una guarnizione in gomma attorno all'innesto dell'obiettivo, garantendo prestazioni superiori a polvere e gocciolamento 3 . Inoltre, sulla superficie dell'elemento frontale viene applicato uno strato di fluoro con prestazioni antivegetative, che respinge le gocce d'acqua e la polvere. Offre più pulsanti funzione personalizzabili , tra cui una ghiera di controllo e una nuova ghiera Fn che può richiamare rapidamente una posizione di messa a fuoco con la funzione di richiamo della memoria. Prezzo e disponibilità
L'obiettivo NIKKOR Z 400 mm f/2,8 TC VR S sarà disponibile a fine febbraio 2022 a un prezzo di vendita consigliato (SRP) di $ 13.999,95 * .
Il firmware per le telecamere deve essere aggiornato alle ultime versioni disponibili prima dell'uso.
Un nuovo attuatore del sistema di trasmissione AF che combina un motore a bobina mobile (VCM) e un meccanismo di guida sviluppato da Nikon. Il motore della bobina mobile è un motore in cui una bobina si scambia in un forte campo magnetico creato da un forte magnete.

Avvertenza: non utilizzare questo prodotto se si dispone di un pacemaker o si utilizzano altri dispositivi medici. I magneti in questo prodotto potrebbero causare il malfunzionamento dei dispositivi medici. Basato sullo standard CIPA. Questo valore si ottiene quando è collegata a una fotocamera con sensore full frame (formato Nikon FX), con la funzione VR della fotocamera impostata su “NORMALE”. La completa resistenza alla polvere e al gocciolamento non è garantita in tutte le situazioni o in tutte le condizioni. *SRP (Suggested Retail Price) indicato solo come suggerimento. I prezzi effettivi sono stabiliti dai rivenditori e sono soggetti a modifiche in qualsiasi momento.












Arrivato ieri.
Se ne vedono pochissimi in giro per il mondo.
Quindi qualcuno mi ama davvero se l'ho potuto avere.
Ma l'avevo chiesto il giorno dell'annuncio, senza indugi.
Appena l'ho visto me ne sono innamorato. E sono certo che ... appena tornerà ad essere possibile, diventerà il mio compagno a bordo pista in autodromo. Praticamente per fare ogni tipo di scatto alle auto.
Ma intanto vediamolo qui in mostra statica. Finché non mi arriva la sua degna compagna non ci penso nemmeno a montarlo dietro ad una Zfc. Sebbene debba ammettere che qualche scatto, giusto per farmi un'idea, di nascosto, lo abbia già fatto ...

la scatola non è una novità.
Lo è il peso, piuma, quando BRT mi ha consegnato il pacco ho pensato ad uno scherzo : non sarà pieno di palline da ping-pong ?
In effetti è leggero tutto l'imballo.

naturalmente è originale Nital, con quattro preziosi anni di garanzia dalla data dell'acquisto.

ma la scatola non ci interessa più di tanto, vero ?

dentro si trova subito una scatoletta di cartone ondulato - la plastica è definitivamente bandita nei prodotti Nikon - che contiene paraluce e il solito astuccio leggero che ha il solo vantaggio di essere pieghevole.


manualistica e garanzia Nikon Europe
Lui è imbustato in un foglio di spugna (biodegradabile ?), lo libero

non abbiate paura. E' inserito dentro "a pressione" e si fa fatica la prima volta.
Nel mio addirittura erano difficili da estrarre anche i tappi. Insomma il designer dell'involucro ha ecceduto in precisione facendo tutto a misura con tolleranze di mezzo micron.
Niente di male, io gli imballi li metto subito in magazzino ...

lui è bello da impazzire.
Per qualcuno sarà più tozzo del 70-200/2.8 S, ma per me è decisamente ... sexy.
Tutto in metallo freddo a partire dall'attacco Z fino alla ghiera con le tacche delle posizioni di lunghezza focale.
Poi l'anello di zoomata e la parte terminale, quella interna mobile e gli attacchi di filtro e paraluce in plastica dura.
E' un oggetto premium in tutti i dettagli. Made in Japan, l'obiettivo e il paraluce. Solo i tappi vengono dalla Thailandia.
Ditemi che non cambia niente. Ma se lo fanno in Giappone qualche cosa significa. Forse quel ritocchino di prezzo rispetto alle attese ?

comandi principali e secondari sono analoghi a quelli del 70-200/2.8 S.
Ma c'è una importante novità.
La ghiera programmabile, è stata spostata. Negli altri S è vicina all'attacco ed è scomodissima da azionare, specie su un obiettivo importante.
Qui è stata spostata vicino al display LCD e agli altri tasti funzione.
Ergonomicamente è un cambiamento sostanziale.

in più è in metallo pieno, diamantata, con una finitura straordinariamente bella da guardare e da toccare. Datemi del feticista ma ... l'adoro.

l'attacco del piedino, il piedino stesso e la vite di serraggio sono analoghi a quelli del 70-200/2.8 ( i piedini sostitutivi Arca Swiss per il 70-200/2.8 sono adatti anche a questo).
Così a prima vista la vite mi sembra più grossa ma non ho in casa il 70-200/2.8 da 7 mesi e vado a memoria.

altro dettaglio

matricola 2384. Saranno 2384 pezzi già prodotti oppure solo 384 ? Misteri della numerazione Nikon ...

particolare del tasto funzione Fn2, programmabile a piacere dal menù della fotocamera e il nuovo logo S in rilievo introdotto dal 105/2.8, particolarmente appariscente.
In foto non rende allo stesso modo che dal vero.

l'altro tasto funzione Fn e la ghiera programmabile diamantata di cui parlavo

la parte del display lcd OLED

la bella incisione della marchiatura del modello

e quella anteriore che riporta le specifiche complete, con il passo filtri da 77mm

l'anteriore

il blocco-sblocco del paraluce
il paraluce è più profondo e con i petali rispetto al 70-200/2.8. All'atto pratico ci sarà un perchè.


dettaglio della lente di ingresso e degli anelli di filtro e paraluce

massima estensione.
Non c'è un tasto di blocco della zoomata. Non serve. La ghiera è dura da azionare e non c'è alcun rischio che si muova accidentalmente. Anzi ...

con il paraluce

le foto vi assicuro che non rendono esattamente quanto sia bello dal vero. Anche se ho cercato di dare tridimensionalità con le luci.

ancora dettagli di tutti i comandi.


particolare del barilotto interno che fuoriesce quando si aumenta la focale.



limitatore di messa a fuoco. Solo due posizioni : da 3 metri ad infinito e full. Forse chi lo vorrà usare per scopi ravvicinati avrebbe preferito un limite intermedio dal minimo a 3 metri.


 
***
Bene. Questo è il primo contatto che spero vi abbia coinvolti.
Vi riporto le mie primissime impressioni. Quelle operative arriveranno solo con la Z9, spero tra non troppo tempo.
costruzione : realmente premium in ogni dettaglio, dai materiali all'assemblaggio. Soluzioni progettuali e dimensionamenti sono inappuntabili funzionamento meccanico : la ghiera dello zoom è molto contrastata, quasi dura, da "uomini veri" ed è così che deve essere per uno zoom professionale che speriamo ci accompagni almeno per un decennio funzionando sempre come il primo giorno autofocus : fulmineo, non credete a quello che scrivono certi che si fanno abbagliare dal tipo di motore. Se i progettisti sanno come usarli, i normali motori passo passo vanno una meraviglia. Non è vero che ci sono AF-I di 20 anni che vanno ancora a meraviglia nonostante non ci siano più ricambi ? stabilizzatore : al netto del corpicino della Zfc, direi che è adeguato alla classe e alla focale dell'obiettivo. In più è assolutamente silenzioso peso ed ingombro : al netto della parte anteriore un pò più cicciosa perchè deve contenere un barilotto da 77mm libero di fuoriuscire liberamente, è analogo al 70-200/2.8 S ma ha una portata doppia. Un oggetto estremamente flessibile che consentirà grande libertà di impiego.
Non andate a spendere soldi inutili in piedini aggiuntivi. Anzi, liberatevi dei 140 grammi di quello in dotazione ed usatelo a mano libera ! altro non saprei dire se non che ne sono già innamorato.
E' bello come un gioiello di precisione meccanica uscito dalla più sofisticata officina artigianale.
Già così, poggiato sul tavolo, si fa ammirare.
I primi scatti sono fantastici. Non vedo l'ora di poterlo far volare !
 


Grazie a Nikon Z, abbiamo a disposizione tutto ciò che vogliamo, ormai...


Dopo tante richieste di ottiche DX, Nikon ci ha presentato un 18-140mm che ci ha fatto dapprima sussultare: quella luminosità, così critica (f/3,5-6,3) faceva pensare ad un entry level di qualità indefinibile, bassa.
Invece abbiamo riscontrato trattarsi dell'alter ego in DX del 24-200 di due anni fa, che tanto successo ha avuto anche tra le pagine e gli utenti di Nikonland: in pratica si tratta di uno zoom 27-210mm equivalente (considerato il rapporto 1,5 DX) e dalla luminosità quindi analoga al fratellone FX.
Del quale 24-200 abbiamo decantato ampiamente le doti di ripresa a distanza ravvicinata, in più articoli, miei e del Prof. (in materia) Silvio Renesto, tutti entusiasmanti ed induttivi: in molti dei nostri lettori abbiamo probabilmente trasmesso il desiderio di fare proprio quell'obiettivo, dunque, specie in chi, avendo a disposizione corpi FX e DX, con un solo zoomone ha potuto colmare ogni esigenza al riguardo.
Ma diverse persone, pur solamente utenti DX con le Z50 e le vendutissime Zfc, hanno acquistato oppure vorrebbero acquistare uno zoom all-in-one, per avere un unico obiettivo da portare in gita o appresso in città: utile per tutti i generi, dalla street, al ritratto, alla fotografia ravvicinata, quasi macro.
In questo articolo metto a paragone i due zoomoni Z su questo piano, quello del close-up condotto con tubi di prolunga AF, purtroppo di terze parti, dato che Nikon non ne ha mai prodotti, colpevolmente. Gli ultimi strumenti di questo genere sono di epoca AiS, ossia ben prima delle prime fotocamere AF del 1985. 

ecco due semplicissimi tubi di prolunga da 11 e 18mm di spessore, che sevono ad allontanare l'obiettivo dalla baionetta, (mantenendo la trasmissione elettrica di tutte le funzioni) per aumentare il Rapporto di Riproduzione dell'obiettivo dietro il quale vengono applicati, da soli o in coppia. 
Ricordiamoci che, al contrario che con le lenti addizionali, i tubi di prolunga chiedono luce all'obiettivo, quindi è buona norma usare sempre e soltanto quello dello spessore adatto alle proprie esigenze.
E iniziando da quello di 11mm vediamo la resa del soggetto con i due zoom:

ecco il 18-140mm a 140mm e distanza minima di maf, parecchio diminuita col tubo da 11mm rispetto quella standard da 0,4m alla massima focale

ecco invece il 24-200mm a 200mm alla minima maf di 70cm di questo zoom... decisamente maggiore il campo inquadrato e di conseguenza proporzionalmente inferiore il RR
Come è possibile quindi che a 200mm un obiettivo fornisca una proporzione degli oggetti inferiore a quella di un altro obiettivo a 140mm?
Ne abbiamo parlato più volte, è effetto del Focus Breathing, ossia della diminuzione di focale reale di uno zoom allo spostarsi verso la minima distanza di maf, per effetto dello spostamento dei gruppi ottici interni, che in molti zoom porta a risultati di questo genere...

Evidentemente il 18-140mm DX ha un focus breathing inferiore a quello dell'altro zoom, il quale, se riportato a focali più corte può addirittura ottenere un RR superiore, come visibile in quest'altro fotogramma, scattato col 24-200 alla minima maf a 35mm

Ecco quindi la dimostrazione dello spazio inquadrato dai due zoom col tubo da 11mm, alla loro massima focale:

Z 24-200mm + tubo 11  @200mm: 61mm che fratto ai 24mm del lato lungo nel formato DX, produce un RR da 1:2,56x
 

Z 18-140mm + tubo 11  @140mm: 47mm che fratto ai 24mm del lato lungo nel formato DX, produce un RR da 1:1,96x
 
Che utilizzando sul 18-140 il tubo più spesso, quello da 18mm, aumenta ulteriormente:
Z 18-140mm + tubo 18  @140mm: 41mm che fratto ai 24mm del lato lungo nel formato DX, produce un RR da 1:1,72x
Ancora, utilizzando invece dei tubi di prolunga delle semplici lenti addizionali, come le mie amate Nikon acromatiche 5T (+1,5 diottrie) e 6T (+2,9 diottrie)
entrambe da 62mm di diametro, quindi ideali per il 18-140  (mentre il 24-200 vuole filtri da 67mm), ecco il risultato in termini di RR
con la 5T =5cm su lato da 24mm, quindi RR 1:2

con la 6T... solo 4cm per un RR da 1:1,66 addirittura superiore a quello ottenibile col tubo da 18mm...
Ovviamente la differenza tra i due zoom diventa chiara e sensibile alla minima distanza di maf, ma è del tutto inavvertibile alle distanze maggiori, fin dove gli ausilii come tubi di prolunga o lenti addizionali, consentano la messa a fuoco (normalmente si perde l'infinito).
La resa dei due zoom è comunque superba anche in queste condizioni di ripresa.
Del 24-200 ci sono già tante foto sul sito, tra le quali quelle in questo mio articolo
Col 18-140 mi sto divertendo a fare molto still life, almeno finchè non smetterà di piovere...


San Giorgio uccide il Drago in una sterlina d'oro del 1981  18-140 + tubo da 11mm  @140mm t/30 f/11

la stessa ripresa, ma col tubo da 18mm  @140mm t/30 f/11

qua invece, a tutto fotogramma (ma si poteva ingrandire ancora di più) col tubo da 18mm + lente addizionale da 1,5 diottrie  @140mm t/30 f/11

ecco la sterlina ripresa col 24-200 + tubo da 11 a minima maf, @ 200mm t/160 f/11
(una bella differenza dimensionale, per chi voglia fare riproduzione di originali)

questo è uno stacking di quattro fotogrammi, mettendo a fuoco su altrettanti punti, per lasciare tra il fusto della penna e la scatola un pò di sfuocato

questa invece è uno scatto singolo del 18-140, a 140mm f/36 t/6  (questo zoom arriva addirittura a f/39 alla massima focale)
Le seguenti, variazioni sul tema, sempre alla massima focale di questo bell'obiettivo zoom



Normale che i colori splendidi che questo obiettivo consente, vadano valorizzati con i soggetti deputati e a tutte le focali dello stesso...

Non resta che dare i consigli più opportuni per chi sia incerto sull'acquisto di uno dei due zoom:
 
Comprerà il 18-140
chi ha intenzione di usare solo corpi macchina DX e non ha bisogno di arrivare ai 300mm-eq dell'altro zoom chi ha molto interesse per close-up, still life, macro e vuole ottenere il RR migliore possibile alla focale massima chi vuole risparmiare la differenza di prezzo, abbastanza rilevante che separa i due zoom chi ha necessità di usare il minimo dello spazio possibile per una attrezzatura da gita/viaggio chi voleva un obiettivo DX per la sua Z comprerà il 24-200
chi ha necessità di fotografare anche tra i 210 ed i 300mm-eq che avvantaggiano questo zoom chi fa un utilizzo occasionale di fotografia di still life e close up chi non abbia bisogno di un solo obiettivo sulla macchina, magari sommando questo zoom all'ottimo 16-50mm  
Di fatto, ci stiamo via via accorgendo che da Z-mount in poi, Nikon non sbaglia mai un colpo: anche questo zoom, nonostante il prezzo più che accessibile è un best-buy !
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022

 
E' un tema che in negativo o in positivo spopola su tutti i social media.
10 ragioni per cui ho fatto questo, 5 ragioni per non fare questo. E alla via così.
Sono clickbait, acchiappa click, titoli per catturare l'attenzione e guadagnarsi un click.
Anche in questo caso .... no, qui vorrei proprio solo provare a fare umorismo.
Se qualcuno se lo sente addosso oppure ha la coda di paglia, speriamo che non prenda troppo fuoco .... 
 
1 : vi piace la meccanica e vi riparate da soli la moto. Solo una reflex può darvi le stesse sensazioni. Sarebbe meglio se fosse una reflex a pellicola con una meccanica di prima classe, tipo una F o una F2, già una F3 sarebbe troppo gracilina. Un reflex digitale è comunque un surrogato ... una "signorina" per usare il gergo dei macchinisti dell'epoca del vapore. Ma certamente ha quel fascino del click-clack che ipnotizza.
Che sensazioni può mai dare ad uno che ama il suono dello specchio e quello delle due tendine che si muovono, una cosa elettronica come la Nikon Z9 ?

2 : amate il cinema, vi addormentate davanti alla televisione. Siete cresciuti con l'odore della polvere dei cuscini dei cinema con platea e loggione, ben prima che fossero devastati per farne degli orrendi multisala. Il cinema deve essere quello col proiezionista che nell'intervallo cambia i rulli della pellicola. Ovviamente Cinemascope o Cinerama. A colori e in presa diretta.
La televisione vi annoia, non succede mai niente e alla lunga dopo aver fatto un pò di zapping, non vi rimane che spegnere.
E' la stessa sensazione che provate passando da un sontuoso mirino ottico di una ammiraglia reflex Nikon al mirino elettronico da compattona di una Nikon Z. Non c'è storia, come mangiare un panino con l'hamburger, rinunciando alla fiorentina fatta frollare per 15 giorni ad umidità controllata.
Le TV oggi sono smart ? Voi lo siete di più !
 
3 : le sensazioni tattili. Tenere in mano una reflex Nikon, con le sue pelli e le sue superfici metalliche. Ponderarne il peso e la consistenza, la disposizione dei comandi.
Al confronto, tutti quei tastini da videogioco di una Nikon Z, dover usare il menù e, orrore, il monitor posteriore.
Come allungando una mano, scoprire che il nylon finisce e la superficie cambia, rispetto alla delusione che è tutto coperto la sotto ...
 
4 : avere il controllo della situazione. Tutta quella elettronica, quei cervellotici controlli dell'autofocus, tutte quelle animazioni.
Ma no, il mirino deve essere pulito, al massimo se è possibile avere un vetrino con l'immagine spezzata per mettere a fuoco a mano. Ragionando ed assaporando ogni momento.
Anche senza mai scattare
 
usare una reflex Nikon è come versare una bottiglia di vino invecchiato a decantare, apprezzarne il colore e il profumo, il piacere dell'attesa.
Usare una Nikon Z è come attingere dell'acqua insipida dal dispenser del frigorifero ...
5 : le reflex Nikon sono belle. Le mirrorless Nikon sono orribili.
 
a distanza di quasi trenta anni il design della Nikon F5 resta immortale. Il design della Nikon Z5 è ...

 
come confrontare Heidi Klum del 1996 con Angela Merkel, all'uscita della Nikon F5 ...
6 : badate al soldo ! Con una D800 e un vecchio 14-24/2.8, fate i vostri paesaggi come li fareste con una Nikon Z e il suo 14-24/2.8 ma spendendo un quarto o anche meno.
E tutto quello che non avete ma avete sempre desiderato, lo potete comprare sull'usato dove è la vostra offerta che determina il prezzo e non la richiesta del venditore !
 
7 : tanto scattate sempre al diaframma migliore del vostro obiettivo. Anzi, potendo sempre meglio f/8. Quindi non vi interessa che la messa a fuoco possa essere imprecisa o necessiti di una taratura.
Avrete sempre abbastanza profondità di campo per avere tutto perfettamente nitido !

8 : usate sempre il treppiedi ! Lo stabilizzatore sul sensore è una diavoleria che aumenta la complessità del sistema. Tutto quello che non c'è, non si rompe.
Usando il treppiedi e una bella testa, pre-sollevamento dello specchio e scatto a distanza, il problema delle vibrazioni è risolto !

9 : così continuate ad usare le vostre vecchie memorie. Le Nikon Z richiedono costose memorie CFexpress e relativi lettori di schede che all'atto pratico non danno vantaggi. Specie se voi praticate slow-photography. Mantenendo la vostra fidata reflex Nikon, potete fare a meno di cambiare schede di memoria.

10 : e naturalmente, continuando ad usare le vostre reflex Nikon, potrete continuare a fotografare come siete abituati, senza dovervi adattare ad un nuovo mezzo, sottoporvi a noiose sedute di autoistruzione e senza dover riscoprire l'acqua calda !

Senza offese per nessuno, ovviamente.
Purché si fotografi con Nikon, su Nikonland ognuno ha la cittadinanza. Non è richiesto Green Pass 
 
Presupposto: fotografo, non per caso, non talvolta, non solo negli spazio di tempo libero. Perchè posso pure fare anche un altro lavoro, ma se compongo un il portfolio è perchè tengo a precisare che quella è e sarà la mia strada, il mio traguardo. In quello ripongo ogni mio desiderio. E' la mia ragion d'essere qui ed ora.
Opportunità: non è un album di fotografie, non un libro fotografico dell'anno trascorso, non per forza le immagini contenute sono omogenee per soggetto, ma certamente sono un percorso che possa suggerire a chi le osserverà, si interrogherà, le valuterà, chi sia il fotografo che glielo sta porgendo. 
Motivo per cui il portfolio è una potentissima arma che non può essere esibita a chicchessia, ma deve essere messa allo scoperto quando il soggetto cui lo si voglia mostrare sia nella condizione e disposizione d'animo di considerarlo appieno. Non avremo molte di queste opportunità, non sono tante le persone degne di questo onore, quindi dobbiamo giocarcele bene.
Portiamo il portfolio a chi possa amare il nostro progetto, non ad un nome qualsiasi: dobbiamo sapere chi sia la persona cui ci stiamo aprendo, tanto bene da desiderare che sia Lui a guardarlo il nostro portfolio.
Non si fa la fila per andare dalla persona sbagliata, neppure quando si sceglie un medico, figuriamoci portando il bene più caro della nostra vita.

Contenuto: inutile mettere insieme solamente le migliori dieci/venti/trenta foto della nostra vita.
Bisogna costruire quel percorso di cui sopra, quel progetto, che partirà da un momento, da un posto, da un soggetto, per poi evolversi e parlare di tutto il resto di ciò che meriti essere raccontato di noi come fotografi.
La forma si avvicini quanto più possibile alla sostanza: ogni immagine sia stampata al meglio delle possibilità e valorizzata da un passepartout adeguato a scomparire quanto basti per fare eccellere la foto al cui servizio è utilizzato.
Sia che si tratti di una presentazione in forma cartacea, (a mio vedere preferibile, per non sottrarre la sensazione tattile alla valutazione globale) sia in forma digitale, le immagini vanno gestite in modo tale che sia possibile al tempo stesso isolarle l'una dall'altra, tanto quanto affastellarle insieme per comprenderne, ove ce ne siano, gli accostamenti possibili.
Sia che si tratti di un racconto che si esaurisca in una serie contenuta (tre-sei-nove fotogrammi) sia che si tratti di un racconto che ricominci diverso per ognuna delle immagini che del portfolio facciano parte.
E che alla fine del racconto, torni dentro un contenitore, fisico o elettronico che sia, per rimandare il segno che l'operazione sia finita: nel tempo e nello spazio.

Motivazioni: spiegare all'altro della nostra formazione e tensione mentale verso l'atto del fotografare.
Il nostro rispetto per i canoni che fanno parte della nostra modalità espressiva. La capacità che abbiamo acquisito nel tempo che abbiamo avuto nel praticare, di spostarci da un modo ad un modello, da una idea alla sua realizzazione.
Da un'ispirazione alla sua metabolizzazione in forma anche diversa dal pensiero originario.
La nostra evoluzione fotografica è parte di noi e col portfolio stiamo per confessarla a chi abbiamo scelto per ciò. Nel momento in cui verrà giudicato saremo chiamati a ...tacere, facendo parlare per noi le nostre immagini: una delega importante che va conferita a fotogrammi opportunamente scelti, trattati, mostrati.

Effetto: ovviamente quello che desideriamo che accada.
Non è per vanto che si compone il portfolio: ma per affiancare nell'unico modo che possa avvalorare le infinite sciocchezze che siamo invece in grado di scrivere su due pagine di curriculum vitae... con le foto !

 
Max Aquila per Nikonland 2022
 
(le foto utilizzate sono prese dal web e pertanto sono salvi tutti i diritti di riproduzione ed utilizzo)
L'offerta aumenta la difficoltà di scelta: non appena viene introdotto un elemento nuovo, subito, va in crisi l'autostima degli acquisti precedenti o la sicurezza dei programmi d'acquisto.

Nikon ha appena tirato fuori dal cilindro, invece del 24-105/4 da vent'anni richiesto e mai realizzato, l'evoluzione del progetto F (invece molto datato) di uno stupendo Z 24-120/4S annunciando la novità in un lasso di tempo piuttosto breve (in tempi di pandemia) dalla commercializzazione che è avvenuta in contemporanea all'uscita della già mitica Z9.
Importante nella sigla la lettera S che contraddistingue nel catalogo ottiche, le realizzazioni più curate, fattore che su di un'ottica consumer come questa con tale estensione di focali, sinceramente non osavamo sperare.


Ed invece, eccolo qui, con le sue tre ghiere, rispettivamente quella programmabile (variazione: diaframmi/exp/iso/nulla), più vicina al corpo macchina, poi quella delle focali e quindi, la dove non può interferire (inutilmente) con le dita, quella di messa a fuoco manuale, che ormai ha motivo di utilizzo solo in poche occasioni.
Pulsante funzione programmabile da fotocamera e slider di maf A/M. 
Manca, purtroppo, per essere appieno uno dei figliol prodighi Z-mount, il bellissimo display digitale che equipaggia i pezzi forti, come gli zoom f/2,8 e i fissi più di pregio.
Pazienza: del resto non è certo questo l'obiettivo in cui si renda necessaria una costante visualizzazione di distanza e pdc, mentre per l'indicazione della focale, questa risulterebbe comodo poterla compulsare, su di un obiettivo con questa alternanza di angoli di campo, dagli 84° dei 24mm ai 20,3° dei 120mm.
In questo articolo parliamo di questo nuovo zoom come di un'alternativa in termini di copertura focale, luminosità, peso, dimensioni ed infine anche prezzo (incredibile quanti elementi !) rispetto al già noto ed in nostro possesso fin dalla sua presentazione, Nikkor Z 24-200/4-6,3 che vedete insieme al nuovo fratellone nella foto di copertina

sopra chiusi e sotto aperti a tutta estensione dei barilotti

Accomunati ma anche separati da alcuni di quegli elementi sopracitati: la luminosità prima di tutto, in quanto il nuovo 24-120 parifocale f/4, mentre il più esteso (altra differenza) 24-200 chiude progressivamente fino a f/6,3 che corrisponde a TA già a partire dagli 80mm di focale
La assenza di tasto funzione sul 24-200 a cui fa da contraltare la presenza del VR incorporato, che invece sul nuovo 24-120/4 non è stato inserito, giusta l'apertura costante a tutte le focali.
Peso, dimensioni (filtri da 67 sul più esteso e da 77 sul nuovo), e prezzo molto simile, caratterizzano altre somiglianze.
Nikonland non aveva mai recensito superzoom come il 24-200 prima della presentazione di questo Z e si è dovuta ricredere, tanto da annoverare un numero consistente di articoli che lo riguardano e di gallerie al loro servizio, negli ultimi due anni dal suo annuncio: solo io, ne parlo in altri cinque articoli, alcuni a confronto con altri zoom, oltre questo che state leggendo.
Il 24-120/4, invece, è la quarta generazione con questa estensione di focali, a partire dalla prima del 1996: nessuna delle tre precedenti ha mai lasciato un segno indelebile !!!

Anche questa coincidenza: due zoom che per pregiudizio un nikonista di lungo corso rifiuterebbe al solo sentirli citare, reinventati in mirrorless dai geniali ingegneri Nikon

perchè l'impressione che ricavo dal suo test è che anche questo 24-120/4S avrà un elevato numero di estimatori...

brillante, nitido, contrastato e dotato di un ottimo sfuocato, grazie alle 9 lamelle del suo diaframma elettronico

netto...tagliente, a qualunque distanza dal soggetto

splendido anche in ombra

ancor meglio, ravvivato da un guizzo di flash in compensazione

Caratteristiche che avevamo notato anche sul 24-200 che abbiamo usato con ogni fotocamera: io personalmente lo ritengo insostituibile sulla mia DX Z50 con la quale tutte queste foto sono state realizzate (in attesa di una Z9...)
Difatti, se li andiamo a confrontare...:
a TA:

f/4 su 24-120  a 87mm

f/6,3 su 24-200 a 125mm
(Avete letto bene le due focali differenti per ottenere la stessa dimensione del fiore, a distanza minima di maf ?  Parleremo di Focus Breathing più avanti)
 
Qua, alla stessa apertura di diaframma, (f/6,3)

24-120 @120mm

24-200  @110mm
 
Direi ben simili nella resa cromatica e nella brillantezza/nitidezza, con una gestione del contrasto più facile nel nuovo 24-120/4, poco più docile dell'altro:
a 24mm
  24-120
  24-200
attorno ai 90-100mm
 24-120
entrambe con lampo di schiarita in controluce
 24-200
Difetti?
per trovarne sono dovuto essere davvero cattivo  utilizzando un soggetto impossibile in controluce diretto, acuito dallo spigolo creato in inquadratura...
ecco come corregge il flare/ghost in questa condizione il nuovo 24-120mm
forte di un trattamento antiriflesso misto tra nanocristalli ed Arneo, la misteriosa sigla di trattamento recentemente introdotta di Nikon sugli obiettivi più di pregio
Ecco come a pari condizioni reagisce il più semplice (per antiriflesso) 24-200mm
Una differenza sostanziale tra i due zoom è senza dubbio l'assenza della stabilizzazione sul più luminoso 24-120mm: quanto incide sul suo utilizzo a mano libera?

Eccovi il soggetto utilizzato per questa prova, fondamentale per chi utilizzi Nikon Z, come questa mia Z50, o una Zfc, le uniche Z senza sensore stabilizzato:
i quattro scatti col 24-200 stabilizzato: risultato eccellente anche a t/10 a mano libera !!!

ecco invece quattro scatti col 24-120, non stabilizzato, a mano libera e adottando ogni criterio per evitare il mosso

Avevo fatto due diverse sequenze in condizioni mutate di luce per le quali, col 24-120, mi mancano dati intermedi con tempi di scatto meno di sicurezza dei primi due a f/4 ed f/8 per cui, a casa in interno, ho poi ripetuto il test, usando un ineccepibile soldato, come Murat

dove con una sequenza continua vediamo il 24-200 assistito da una stabilizzazione portentosa che mi consente risultato anche ad 1/8 di secondo a mano libera
 

mentre l'ultimo risultato di rilievo del nuovo 24-120mm, si ferma non molto oltre il t/60 determinando anche in questo caso come in esterni una certa difficoltà all'uso, se non in AutoIso in luce disponibile, con fotocamere come le Z50 e Zfc, prive di stabilizzazione.
Questo sarà di certo un parametro di considerazione e scelta, al momento del suo acquisto: va da sè che dalla Zfc in poi, ogni altro corpo macchina Z, forte della stabilizzazione interna, sopperirà efficacemente a questa esigenza.
Ancora: (aprire sempre le foto per ingrandire)


Z 24-200: eccellente stabilizzazione
 

Z 24-120, buono fino a 1/60" a mano libera...
Siloso... il vetro dell'orologio è spaccato...

(mezzanotte, ovviamente...)

una resa bellissima dello sfuocato, anche questo 24-120, come già detto

nettissimo nello stacco tra soggetto e sfondo
  
irriconoscibile per certi versi dal 24-200 sugli stessi parametri

allineato alle grandi aspettative che ormai abbiamo da ogni ottica del corredo Z-mount: non credo mai altre Case abbiano potuto vantare tale livello generale

24-120

dove il 24-200 si avvantaggia è chiaramente nella notevole gamma di focali ulteriore, che consente di avvicinare oltremodo un soggetto da non distrarre...
 
Ma dove il 24-120, inaspettatamente, recupera il gap delle focali mancanti... è all'opposto, nella fotografia ravvicinata !!!
 ecco il soggetto, collaborativo...
crop eleveto 
mi vado avvicinando sempre di più, verso quei 35cm decantati di maf minima ad ogni focale dello zoom !
fino ad arrivare (sempre a 120mm) a questo RR di 1:2,56 (0,39x) vantato da questo zoom

crop esagerato !!! 
 
 
Bene: vediamo il 24-200 alla sua focale massima come si comporta con la stessa modella ?
 ecco qua...
200mm ai 70cm della sua minima maf


ecco come si comporta alla stessa distanza, a 135mm di focale

 
La grande differenza dimensionale che avete visto, a tutto vantaggio del più "limitato" di focali dei due zoom, questo splendido rasoio che è il Nikkor Z 24-120mm f/4S dipende dal concetto più volte preso in considerazione su Nikonland dal prof. Renesto, in ultima istanza in questo suo articolo, del Focus Breathing, ossia della caratteristica di molti zoom se non tutti, di perdere focale effettiva al diminuire della distanza minima di messa a fuoco.
Fenomeno come vedete che riduce drasticamente la possibilità di mantenere una adeguata copertura dell'inquadratura, a meno che non si utilizzino lenti addizionali o tubi di prolunga a diminuirne l'effetto.
Di fatto questo 24-120, tra i suoi pregi annovera anche quello della limitatissima incidenza del fenomeno.
Lo avete visto prima nelle foto dei fiori a minima maf, dove il 24-200 aveva bisogno di molti mm in più di focale rispetto al 24-120 per tenere la corolla a tutta inquadratura.
Mentre nell'altra coppia di foto di un fiore, a causa della distanza maggiore del punto di ripresa, la differenza si attenua.
Insomma...questo 24-120 si preannunzia un obiettivo indicatissimo anche per il close-up fotografico, fin quasi alle soglie della macro, partendo già da un ottimo RR di 1:2,56 naked...
Dotato di una ampia gamma di diaframmi, da f/4 a f/22 che consentono di includere al soggetto lo sfondo
     
oppure di escluderlo, quasi del tutto, giocando sulle focali mediotele
     

ampliare il quadro con i suoi 24mm incisi a mio parere, tanto quanto quelli del fisso f/1,8...
giocare con la macrofotografia vagante, grazie all'interposizione di un semplice tubo di prolunga da 11mm (oppure di una lente acromatica da 3 diottrie)





Lascio ai successivi test che vedrete pubblicati su Nikonland anche da parte degli altri redattori, di descrivere ulteriori potenzialità.
Rispetto al tema posto dal titolo di questo articolo, avrete notato che manca del punto interrogativo finale:
perchè questi due zoom sono due facce differenti della stessa bellissima realtà che è l'attacco Z di Nikon, al giorno d'oggi:
Sceglierà il 24-200/4-6,3
chi ha bisogno nello sport e in natura di quei mm di focale che distinguono un mediotele da un teleobiettivo chi necessiti di uno stabilizzatore nell'ottica per gestire a mano libera in available light focali che necessitino di mano ferma, con tempi lunghi di esposizione chi ha già a corredo accessori da macro, come i tubi e le lenti, per compensare il focus breathing che riduce alla distanza minima di maf la focale di questo zoom chi voglia risparmiare quei duecento euro della differenza di prezzo, senza perdere in qualità e nitidezza  
Sceglierà il 24-120/4
chi abbia una fotocamera col sensore stabilizzato chi, fuori dalle categorie precedenti, non desideri leggere sui valori a TA numeri come f/5,6 e peggio chi sia interessato al mediotele da ritratto classico (penso ai fotografi da cerimonia, per i quali questo zoom sarà un portento) chi voglia implementare le focali del suo Z 24-70/4 senza perdere l'apertura costante, migliorando su tutti i fronti qualitativamente chi cerchi uno zoom per la macrofotografia da campo: eccolo !  
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022                                                                  

 
A complemento dell'articolo di Max, sperando di far cosa gradita, aggiungo questa mia breve esperienza  con il 24-120mm f4 S, gentilmente prestatomi dall'amico Alberto.
Tutte le foto (tranne quella che riprende me) scattate con Nikon Z6 e 24-120mm f4 S, minima o nessuna postproduzione. Cliccateci sopra per aprirle.
Una passeggiata dalle parti di piazza Gae Aulenti a Milano. Poca gente tutta giustamente mascherata, ma proprio per questo poco attraente, per cui mi sono dedicato più che altro all'architettura aggiungendo qualche dettaglio per offrire spunti per valutare questo zoom e alla fine, ma molto brevemente, la mia impressione d'uso.
Quindi pochissimo testo ma tutti i dati di scatto, per chi fosse interessato. Cominciamo:
La fontana-laghetto di Piazza Gae Aulenti si presta a giocare con i riflessi degli edifici:
 

69mm f8, 1/80s, 400 ISO +07 sovraesposizione.
 

69mm f4, 1/250s, 200 ISO, + 0,7 sovraesposizione.
 
Una panoramica un po' più ampia
 

28mm f8, 1/80s, 400 ISO

24mm 9, 1/320s, 220 ISO
Magari vi aspettereste almeno un po di fringing, qualche aberrazione lungo il tetto dell'edificio dove il contrasto è maggiore? Invece no!  
Guardate questo crop 100%:

 
Ancora qualche scorcio:

24mm f4, 1/1000s, 220 ISO.

63mm f4, 1/250s, 140 ISO
Curiosa ex casa di ringhiera con simpatico murales, peccato per la sponsorizzazione ...

64mm f5.6, 1/320s, 100 ISO
 
Milano è anche questo (quasi controluce, ritaglio a 16/9):

75mm f9,1/320s, 180 ISO
Un tentativo quasi astratto:

24mm f9, 1/250s, 1250 ISO, + 0.7 compensazione esposizione.
 
Un pochino di street, ma poco poco:
 
77mm f5.6, 1/320s, 360 ISO
 

120mm f8, 1/250s, 400 ISO, + 0.7 compensazione esposizione.
 
Qualche dettaglio, a tutta apertura, così per dare un'idea dello sfuocato eccetera eccetera  . Questi almeno non hanno la maschera...

90mm f4, 1/100s, 220 ISO.
 
 

120mm f4, 1/1000s, 110 ISO. Volete un crop? Eccolo!

 
Nitidezza? Basta chiedere: Occhio al passero.

120mm f5.6, 1/100s, 500 ISO
 Crop 100% (cliccare sopra):

 
A chiudere, le mie impressioni, anzi la mia impressione: Gli entusiasti fanno bene ad essere entusiasti. Anche questo zoom si allinea qualitativamente agli altri obiettivi della serie S, resa impeccabile, ergonomia che crea dipendenza (leggete l'articolo di Max per i dettagli), confesso: non riesco ad essere obiettivo su questi obiettivi  !
Bene dovrebbe essere tutto... ah no!
Non sarei io se non mettessi un gatto, giusto? Allora eccovi la Mascotte del Giardino di Via Pepe!

120mm f4, 1/250s, 560 ISO, + 0.7 compensazione esposizione.
Date queste premesse, non vedo l'ora di avere in mano il 100-400mm f5.6 S 
CIAOOO!

Foto di Alberto Varasi (con la mia Nikon Zfc).
 
 

 
E' arrivato: lo aspettavamo da anni e non soltanto da quelli Z-mount, volevamo una evoluzione della stessa misura ottica che su reflex non ci aveva mai convinto del tutto.
Ci sarebbe anche bastato un 24-105 f/4, ma Nikon Z reinventa il concetto di ogni apparecchio appartenente a questa famiglia, alla fine del 2021 eccolo anche qui, su Nikonland:


dentro la scatola di cartone oversized , avvolto in un sudario...

balza fuori in tutta la sua bellezza costruttiva, da subito chiara: è uno zoom linea S

paraluce in policarbonato ma rinforzato rispetto le realizzazioni non S
 

pulsante funzione laterale, terza ghiera programmabile ben zigrinata, in modo da risultare al tatto ben differente dalle altre due di zoomata e di maf, tasto A/M


lente frontale con filettatura filtri da 77mm, misura limite per le attuali lenti addizionali a doppietto acromatico, di fattura adeguata

baionetta posteriore ovviamente in metallo
  
escursione dello zoom in tre sezioni, adeguata al necessario spostamento interno dei gruppi ottici deputati allo scopo
dimensioni a 24mm di focale 84x118mm (largh-altezza), mentre ai 120mm arriva a misurare in altezza 175mm

maneggevolezza che si annuncia assolutamente coerente ai suoi 630 grammi di peso

schema ottico a tutta dimensione del barilotto (come Z-mount ci ha fatto ormai capire) di 16 lenti in 13 gruppi, con un sostanzioso numero di lenti a bassa dispersione ed un'elemento asferico, motore AF stepper, non stabilizzato internamente, quindi in un certo qual modo dedicato ai corpi Z stabilizzati sul sensore, per quanto la luminosità massima di f/4 sicuramente ne consentirà l'utilizzo pure sugli altri, a cominciare dalla piccola Z50, con la quale non sfigura per nulla dimensionalmente

non essendo poi troppo lontano dalle dimensioni dell'analogo dx (per focali equivalenti) il recente 18-140DX



made in Thailand, distanza minima di messa a fuoco: 35cm su tutto il range di focali, cosa che ne determina la classe e fa ben sperare anche per un occasionale utilizzo in close focusing assistito da lenti addizionali
Gran sensazione di solidità impugnandolo, ben superiore a quella dell'immediatamente paragonabile zoom per dimensioni e (parziale) copertura di focali, il 24-200/4-6,3

dimensionalmente quasi identici anche zoomati al massimo

che si differenziano non solo per la luminosità massima, ma anche perchè nel 24-200 è presente anche lo stabilizzatore interno che sul nuovo non è stato ritenuto necessario

In buona sostanza .... uno zoom Z Nikkor che non vedo l'ora di provare sul campo, dotato di uno schema ottico che, paragonato a quello degli altri zoom 24-xxx della famiglia, promette decisamente belle sorprese

 
Questo unboxing quindi, si completerà presto di molte immagini riprese durante questo periodo festivo...per il quale la Redazione di Nikonland vi augura un dorato
 
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021 e 2022

 
Il 2021 è stato un anno schifoso - colloquialmente avrei detto "de merde" se questo non fosse un articolo da prima pagina - come il 2020, senza nemmeno le novità del 2020.
Ci avevano detto che con le vaccinazioni "mai più questo, mai più quello", eppure stiamo ancora in piena "ondata Covid" con restrizioni più o meno condivisibili e limitazioni che se non sono di legge, sono dettate dal buon senso.
Faremo tutti la terza vaccinazione - chi l'ha già fatta ? Io la farò la settimana prossima perchè quando ho prenotato, le autorità ancora non avevano portato il limite a 5 mesi e quindi il sistema ti piazzava a 6 mesi,  adesso pare che vogliano scendere a 4 mesi ma ancora ti prenotano a 5 mesi. Forse anche la quarta.
Poi sembra che il virus diventerà endemico. Forse lo è già. Forse no. Gli israeliani forse lo sanno, no, lo sanno i sudafricani, oppure lo sanno gli indiani. Boh. I nostri scienziati pare di no ...
Abbiamo il governo più forte della storia, nato da un compromesso di palazzo con una rappresentanza che non è maggioranza del Paese. In grado solo di governare sostanzialmente gli aiuti finanziari esterni perché altrimenti saremmo "tecnicamente" insolventi, mentre siamo una delle nazioni che creano più ricchezza al mondo, con inventori, tecnici, scienziati e talenti, che chiunque vorrebbe avere.
I nostri politici sono attanagliati dalla grande questione su chi occuperà il Quirinale, mentre dovremmo pensare a come procurarci l'energia, il gas, i medicinali, i vaccini che invece importiamo integralmente dall'estero.
Come i microchip e gli immigrati clandestini. Che non sono clandestini perchè in massa sbarcano alla luce del sole, "salvati" da organizzazioni umanitarie ... straniere.
Siccome le maledizioni non arrivano mai da sole, stiamo osservando per la prima volta da lustri una epica mancanza di tutto.
Oltre ai microchip che non consentono quasi più di produrre nemmeno i tostapane, oltre alle Tesla e le BMW da 200.000 euro, non si trova niente. E i prezzi lievitano perchè - giustamente - chi ha una cosa, non la sconta ma la aumenta.
Aumenta l'inflazione ma i tassi devono stare artatamente al minimo. Se no tutti i paesi occidentali non riescono a ripagare gli interessi del debito pubblico, non le rate del debito. Che quelle non le può pagare nemmeno la Grande Germania.
Al confine con l'Ucraina si fanno prove di terza Grande Guerra Europea. E i famigerati F-35A italiani e olandesi tanto osteggiati dalle forze progressiste, pattugliano non i nostri cieli ma il baltico, per inseguire i bombardieri russi che consumano inutilmente kerosene partendo dalla vecchia Konisberg, un tempo capitale dell'Ordine Teutonico, oggi enclave russa in mezzo all'Europa.
Eppure in mezzo a questa confusione, non si sa per quale fausta congiunzione astrale, abbiamo vissuto una delle estati più felici per lo sport italiano.
Oltre alla vittoria dei Campionati Europei di Calcio, che qualcuno di noi aveva già vissuto da bambino ma che per la maggior parte degli italiani è una novità assoluta, abbiamo visto record di medaglie alle - rimandate - olimpiadi, alle Paraolimpiadi. Vittorie nel tennis e in altri sport sia individuali che di squadra.
Il momento, a vedere come è andata nell'ultimo periodo la Nazionale di Calcio, sembra finito. Ma si sa, queste fasi vanno godute come vengono, senza fare troppi calcoli.
A Maranello, probabilmente le urla dell'Ingegnere sono arrivate a segno e forse il 2022 si aprirà con il ritorno del piccolo alsaziano, l'ultimo condottiero ferrarista vittorioso che cercherà di far capire ai manipoli emiliani che se il secondo è il primo degli ultimi, vantarsi di essere arrivati terzi nel mondiale è una cosa per cui non si dovrebbe nemmeno uscire per strada di giorno ...
Fotograficamente, artisticamente, nel cinema, in musica, i tempi purtroppo si fanno sentire. Non ho impressione che le arti siano più vive del solito. Anzi, si legge apatia e mancanza di stimoli.
Eppure è strano perchè storicamente, anche nei momenti più bui della storia del mondo, è in questi periodi che ci sono state esplosioni di vivacità espressiva.
Il Rinascimento Italiano è occorso nel momento più sanguinoso, deprimente e divisivo della storia italiana. Eppure ne consumiamo ancora i fasti.
Anche Nikonland, sta subendo questo genere di involuzione. Mi arrivano testimonianze reali di "perdita di interesse" per il sito, per la fotografia, per questo e per quello.
Ma noi non disperiamo, lo sforzo messo in campo sul piano fotografico con i contest e non solo, noi speriamo di vederlo fruttare in primavera, quando, si spera, avremo superato la piena.
E Nikon ? Meno male che c'è Nikon !
Pur in crisi pandemica con i viaggi da e per il Giappone contingentati, la crisi dei microchip etc., Nikon ha messo in campo le sue migliori capacità.
Abbiamo visto una grande vivacità di proposte, alcuni dei suoi migliori obiettivi, l'arrivo della Nikon Z9, la promessa di ulteriori obiettivi ambiziosi e capaci.
E se anche in questo caso - più che altro per la mancanza di componenti e per la crisi della logistica : oggi si può spedire solo per aereo, perché per nave non arriva niente - il concreto arriverà nella realtà solo nel 2022, non è questo il miglior auspicio per l'anno nuovo ?
 

la Nikon Z9 è la chiusura del cerchio iniziato da Nikon nel 1999 con la D1.
Da essa deriveranno le prossime macchine che consentiranno - a chi lo vorrà - di rinnovare il proprio modo di fotografare.
Una nuova primavera. Tutta concentrata tra il 2022 e il primo 2023.
Ecco il nostro augurio di buon 2022. Salite sul treno del rinnovamento insieme a noi.
Lasciate che i germogli crescano appena sarà passato il gelo, cominciando già adesso a concimare il terreno.
E' il nostro tempo. Non lasciamolo passare. Non lasciamoci distanziare.
Buon 2022 da Nikonland.

"Damn the torpedoes, full steam ahead !"
E' una frase storicamente attribuita a David Farragut, primo ammiraglio della storia dell'US NAVY.
Con le navi impegnate dalle mine al largo di Mobile Bay nel 1864, vista la ritrosia dei suoi sottoposti a farsi sotto al nemico, si mise in testa alla colonna dando questo ordine perentorio.
Sotto il suo comando la Confederazione perse New Orleans e gli altri approdi del Sud, finendo per essere definitivamente strangolata dalla morsa unionista.
Io sono sempre stato storicamente per il Sud ma riconosco il genio ovunque si ... nasconda.
E' quello che penso della Nikon di fine anno 2021 che si presenta nel biennio 2022-2023, finalmente libera dalle mine e dalle secche (fottuta carenza di microchip, mi verrebbe da dire per fare il verso a Farragut, per fingere di dimenticare la pandemia che ancora per larga parte del 2022 ci romperà le uova nel paniere ...).
Certo che non siamo in guerra e qui non bisogna prendere il nemico alla sprovvista.
Ma le mosse di Nikon da aprile a questi ultimi, inaspettati annunci di fine 2021 mi fanno pensare diversamente.
La Nikon Z9 ha sparigliato le carte di tutto il contesto, dove oramai Canon e Sony si marcavano anche nel prezzo delle loro ammiraglie.
E a tubi da stufa tipo l'800mm f/11 a diaframma fisso di Canon, Nikon ci propone un inedito e spettacolare 800mm Phase Fresnel f/6.3 di classe S, un obiettivo che da solo - è il mio parere - può far scegliere il corredo Z al posto di un altro.

io vedo con lo stesso entusiasmo anche quella che al di là dell'aspetto rassicurante da obiettivo Nikkor Z è la collaborazione di Nikon con un fornitore esterno.
Penso al nuovo Nikon 28-75/2.8, obiettivo inaspettato e per nulla atteso, anzi, praticamente fuori continuità, non incluso nella roadmap e per certi aspetti sovrapposto ad altri.
Ma come per l'annuncio della cooperazione sui flash con Nissin e Profoto - che per il momento è sulla carta ma che si farà, penso abbastanza presto - è un segno della volontà di Nikon di allargare il mercato per linee interne, senza concedere vantaggi ad altri (cinesi per primi) per esempio dando libero accesso ai segreti del Nikon Z Mount.
In mezzo i tanti altri successi, la Nikon Zfc, i due splendidi micro e ogni altro annuncio che si fa sempre più eccitante come l'attesissimo - e sempre a mio parere - game changer che è il nuovo Nikkor Z 100-400mm S.
Cosa dobbiamo pensare adesso ?
Che libera da tante altre pastoie e con un forte innesto di "sangue giovane" dentro di se, questa Nikon ci proporrà più sorprese di quante ne potremo adottare.
Perchè se anche io ho già comprato un salvadanaio più grande, le tentazioni che verranno dopo l'800mm temo che saranno altrettanto allettanti.
Ma anche il budget più generoso finisce per avere i suoi limiti.
Il fatto è che qui stanno andando oltre la fantasia, oltre ogni rosea speranza.
E nel 2022 avremo l'ammiraglia che chi è nikonista da ammiraglie ha sempre desiderato, con un corredo che è superiore ad ogni corredo Nikon si sia mai visto dagli inizi degli anni '80 del secolo scorso.
Insomma, avanti a tutto vapore e chissenefrega di scogli, mine e ... concorrenti.
Non c'è stato un momento migliore per essere nikonisti. Io ne sono felice è farò di tutto per goderne ogni minuto possibile.
Non mi avete mai visto così felice ...
... Anche se é solo un annuncio di sviluppo...
Ma "coming soon" e, come dai miei calcoli, é un f/6.3  !

Dove si prenota ?
***
Nikon sta sviluppando il NIKKOR Z 800mm f/6.3 VR S, un super teleobiettivo a focale fissa per il sistema di innesto Z di Nikon
14 dicembre 2021
TOKYO – Nikon Corporation (Nikon) è lieta di annunciare lo sviluppo del NIKKOR Z 800mm f/6.3 VR S, un super teleobiettivo a focale fissa per fotocamere mirrorless full-frame (formato Nikon FX) per cui è stato adottato l'innesto Z di Nikon adottato.
Il NIKKOR Z 800mm f/6.3 VR S è un obiettivo S-Line* che offre una resa potente con una risoluzione eccezionale, riducendo al contempo l'effetto bleeding del colore. Adottando per la prima volta un obiettivo PF (Phase Fresnel) in un modello NIKKOR Z, si ottiene un corpo compatto e leggero, che lo rende altamente portatile nonostante sia un super teleobiettivo. Con le sue elevate prestazioni di rendering e l'eccezionale mobilità, questo obiettivo supporterà in modo affidabile l'espressione delle immagini di molti fotografi, dai dilettanti avanzati ai professionisti.
Nikon continuerà a perseguire una nuova dimensione nelle prestazioni ottiche soddisfacendo al contempo le esigenze degli utenti, contribuendo allo sviluppo della cultura dell'immagine, con la speranza di espandere le possibilità di espressione dell'immagine.
La notizia di oggi è che mi sono accorto del sospirato aggiornamento del firmware dei flash Godox 350, sia i TT (alimentati a stilo) sia dei V (al litio) in funzione delle modifiche ai protocolli flash Nikon ormai sulle fotocamere dalla D780 in poi su reflex e per tutte la mirrorless Z !
Ecco il link alla pagina download dove, sotto la sezione G2 Firmware Upgrade scaricherete per primo il software G2 che fa da browser di aggiornamento e, dopo averlo decompresso ed installato, l'aggiornamento fw1.1 per il vostro Godox 350, versione TT oppure V.
Ma di che cosa stiamo parlando in questi termini?
Il Godox 350 è il più piccolo dei flash a slitta del catalogo Godox, in commercio nella versione TT fin dal 2017, quando ne ho pubblicato test qui su Nikonland:
Uno dei punti di debolezza di questo flash, che ricordiamo pienamente integrato nel sistema radiocontrollato 2,4G di Godox (come tutti i suoi fratelli più grandi, fino ai potenti flash da studio) era sicuramente l'alimentazione a stilo, motivo per cui, dopo un paio di anni Godox tirò fuori la versione V,

munita di una potente batteria proprietaria al Litio, la VB20 da 2000 mAh,  
ricaricabile da basetta con attacco USB-C (quindi agevolmente anche attraverso un powerbank in situazioni di ripresa in esterni) 
Questi flash sono ovviamente montabili a slitta, sviluppano un NG36 a 100ISO, con un lampo che spazia da 1/350" ad 1/20k", e funzionano in TTL-flash, Manual (fino a 1/16 di potenza), M/Multi, HSS (fino ad 1/8000"), misurano a tutta altezza solo 140mm per 60, pesando, nella versione V con batteria al litio, solamente 300 grammi.
Un pò macchinosi nelle regolazioni, a causa della presenza di pochi tasti, tutti combinati e multifunzione, consentono però piena compatibilità, come detto, col sistema radio wireless 2,4G sia in M sia in TTL, attraverso tutti i trigger Godox, X1, X2 e XPro.

Ci hanno interessato fin dal 2017 proprio per la potenza notevole, associata alle dimensioni ultracompatte, che ne fanno i flash sul mercato più compatibili dimensionalmente con le ridotte dimensioni delle mirrorless di tutti i marchi, comprese le Nikon Z, sulle quali un normale flash a slitta proprietario assomiglia più ad un avvoltoio che abbia ghermito la preda (la fotocamera) piuttosto che un accessorio della stessa...

(per quanto io non usi flash su slitta davvero da tanto tempo, per gli ovvii sgradevoli effetti che derivano da questo posizionamento standard)
E qual'era allora il problema?
Che a partire dalla presentazione delle ultime reflex di Nikon (dalla D780) e dalle prime mirrorless Z mi ero accorto di come, tenendo a slitta i miei V350, mi sovra o sottoesponessero indiscriminatamente i files, e che solo a costo di generosissime starature manuali dell'esposimetro, riuscissi ad usarli in quel modo.
Asserviti al trigger, staccati dalla fotocamera, invece tutto bene.
Evidentemente un problema ingenerato da qualche differente taratura hw delle ultime fotocamere Nikon, sui parametri flash.
Tale mia opinione, fortificata dal fatto che dopo alcuni mesi, tra giugno ed ottobre dell'anno passato, Godox avesse emesso due aggiornamenti fw rispettivamente per il top di gamma dei flash a slitta (il Ving 860II-N) e per il trigger XPro-N.
Avevo anche scritto al customer care di Godox al riguardo, sollecitando una soluzione del genere anche per i miniflash serie 350, ricevendo una sollecita risposta, del tutto cinese, riguardo i tempi.
Ebbene, oggi, dando un'occhiata tardiva alla pagina download ho trovato i files di aggiornamento !!!
UNA DELLE GRADITE SORPRESE GODOX !!!
Una piccola guida visiva di come si debba procedere per l'aggiornamento:
prima controllate la versione fw del vostro 350, in questo modo:
tenete stabilmente premuto da spento il pulsante MODE del flash, mentre premete quello di accensione:

vi comparirà la versione attuale del fw. Nel mio quella originale, ossia la 1.0
Allora...avrete provveduto a scaricare prima di tutto il sw Godox G2, a scompattarlo ed installarlo sul computer.
Fate lo stesso col file di aggiornamento della vostra versione, del TT350-N oppure del V350-N (attenti a non scaricare file appartenenti ai 350 di altri marchi...)
Salvate il tutto in una cartella del computer: una volta aperto il file rar, oltre al PDF con queste mie istruzioni in cinese/inglese, troverete il file di installazione .dfu

A questo punto togliete l'alimentazione al flash e collegatelo al pc con un cavetto mini USB

Assicuratevi che si sia attivato il plug and play.
Quindi aprite il browser Godox G2, dove troverete già evidenziato nella prima finestra la presenza del flash

cliccate il secondo pulsante "Select File" e cercate la cartella in cui avete scaricato il file .dfu  Quindi, schiacciate "Upgrade"

in passato gli aggiornamenti fw Godox erano fulminei: questo invece dura qualche secondo,

attendete quindi che si arrivi a questa fase: Target 00: "Verify successful !".  Premete "Quit" e avrete concluso l'operazione.

Per verificare, ripetete l'operazione iniziale di verifica della versione fw

 
A questo punto il vostro Godox 350 sarà in grado di operare su slitta correttamente, fungendo da flash singolo in tutte le sue funzioni, oppure anche da Master rispetto gli altri flash del sistema 

(qui un altro V350 ed un MF12 Macro)
 
Cheeeeessse...!!!
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
Non è un passaggio di testimone, quello dell'immagine del titolo, tra 16-50 e 18-140 DX, perchè fatte salve le differenze di focale minima i due zoom DX trans standard sono funzionali a due differenti corredi: il 16-50 in quello di chi aggiungerà uno zoom tele oppure un fisso per andare in giro mantenendo il sottile piacere di cambiare ottica tra un'inquadratura e l'altra, mentre il 18-140 andrà nella fondina di chi ama avere tutto ciò che gli serva in unico obiettivo, magari perchè considera il pericolo di polvere e sabbia, sempre in agguato specie quando la fotocamera si porti in giro in vacanza, oppure perchè destinato a fotografare attività specifiche, come quelle  ludiche o sportive dei bambini in famiglia, le feste comandate, il bel panorama, sempre a disposizione, grazie al peso di pochi etti dentro il quale si rendono disponibili focali nel range di 27-210mm-equivalenti.
Oltrepassando Ruggero Settimo effigiato in statua davanti al teatro Politeama di Palermo, in un spazio contenuto davanti al suo ingresso, questo zoom consente inquadrature effettivamente molto diverse tra loro,
18mm
48mm
100mm
140mm
e sempre con la stessa qualità impeccabile, rispetto le precedenti realizzazioni per reflex entry level, cui questo obiettivo NON deve assolutamente essere paragonato, appartenendo a tutt'altra classe in termini di nitidezza, contrasto, distorsione, correzione cromatica.
Ecco...ho già detto tutto?
No: manca il fatto che scattando con lo Z 18-140DX non ho provato alcun bisogno di posarlo per tornare ad usare i miei più costosi obiettivi Z, destinati alle top ML del marchio.
Mi pare visibile inoltre, come pur in questo periodo meteorologicamente non bello, non appena venga fuori un raggio di luce, questo zoom se ne impadronisca e realizzi fotografie che andranno a riempire l'album dei ricordi dei suoi proprietari, lasciandoli soddisfatti della scelta low-end effettuata all'acquisto.
Diventerà quindi difficile per Nikon convincerli a comprare dell'altro...se questo possa essere considerato un difetto di quest'ottica.
Che ho voluto mettere in difficoltà inquadrando soggetti fuori dalle regole auree che riguardino i grandangolari, ma rimanendo comunque più che contento dei risultati ottenuti

(di teatro in teatro, qui al Massimo)

(questa e la successiva scattate per caso a t/15 a mano libera, senza minimo accenno di mosso: ottimo VR)
  a parte la distorsione prospettica,
derivata dall'inclinazione delle fotocamera, io di gravi indizi di distorsione ai bordi non ne vedo: merito certamente anche delle correzioni automatiche dei sw di sviluppo, che in questa nuova fase della fotografia, ci stanno rendendo certamente la vita più serena.



passare da una focale all'altra è facile, silenzioso e super efficiente, grazie anche alle qualità dinamiche della mia piccola Z50.
La gente è confidente, grazie anche alla pratica ormai frequente che ho di scattare ad altezza della pancia, a monitor basculato e servendomi dei sistemi di eyeAf sempre più affidabili, grazie agli opportuni aggiornamenti fw delle nostre Nikon Z.
E' quindi un obiettivo ideale per praticare la fotografia di street, se intesa come reportage occasionale delle nostre passeggiate in città

cui difetta uno stop di luminosità massima per diventare perfetto, ma questo è il giusto compromesso per tenere basso il suo costo, come parallelamente

sul catalogo FX è il 24-200 f/4-6,3 del quale questo zoomino/zoomone è chiaramente l'analogo in DX.
Stessa disponibilità alla distanza ravvicinata di quell'altro...

con uno stacco tra i piani buono anche a diaframmi medi come f/8 in queste immagini

nemmeno tanto differente dalla massima apertura alla focale in questione (45mm), di f/4,8

pienamente descrittivo (come deve essere) anche nelle inquadrature di insieme


da cui poi transitare a quelle in dettaglio
Così come ineccepibile nelle riprese a forte distanza, dove, giocando con esposizione e contrasti luminosi, non si rimpiangono ottiche più quotate e luminose...



...inaspettatamente, direi.  Ma pare ci si debba continuare a stupire di ogni uscita del mondo di oZ
Neppure le riprese in ombra o controluce indiretto gli provocano fastidio in termini di flare o ghosts, apparentemente inesistenti ormai...

  
(crop esagerato della precedente immagine, per notare la texture raffinata di questa ottica entry level)







(qua un colpetto di flash di rischiaramento.  140mm)

davvero notevole anche la gestibilità del contrasto in controluce
In interni si comporta altrettanto bene, sia in luce naturale


sia da obiettivo di backstage, come l'ho utilizzato talvolta in questi giorni, aiutato anche dalla bellissima e morbida luce realizzata con appositi illuminatori e softbox



certamente qua i soggetti aiutano non poco...

così come dove aiuta la luce, questo zoom ...ripaga 
 
Alla fine di questo percorso devo ammettere che il pregiudizio iniziale era forte, ricordando la precedente produzione su questa gamma di focali, per le reflex della serie 3xxx e 5xxx, ma subito dopo aver iniziato ad usare questo piccoletto di casa Nikon mi sono reso conto delle sue indiscutibili qualità, che insieme al prezzo contenuto al lancio in 699€, ne fanno un antagonista di altre soluzioni composite (sommando i prezzi delle relative ottiche) e la scelta obbligata per determinati utenti, che lo compreranno in bundle alla Z DX.
 
Pregi:
Compattezza, peso, ingombri da aperto qualità ottiche  VR silenziosissimo ed efficiente versatilità prezzo Difetti:
costruzione all plastic, ma necessaria al contenimento di prezzo e peso ...mezzo diaframma in più di luminosità quanto potrebbe costare? paraluce solo optional...  
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021

 
Una  attenta più alla sostanza che all'apparenza, l'altra più chic. Nella fotografia close-up in natura quale preferire? 

Foto (c) Mauro Maratta.
Come qualità di immagine non ho visto differenze, entrambe producono immagini di ottima qualità:

Bombo, Nikon Z50, zoom 50-250mm, con lente addizionale Nikon 5T

Mantide asiatica, Nikon Z Fc, zoom 24-200mm Z, con lente addizionale Olympus.
 
quello che perdono per via del sensore Dx (gestione dello sfuocato più complessa, minore resa ad alti ISO) è compensato dalla possibilità di ottenere la stessa copertura di immagine a maggiori distanze quindi, maggiore "distanza di sicurezza", nel caso di soggetti mobili o inavvicinabili per qualche motivo.


Damigelle, Nikon Z50, zoom 50-250 Z, lente 5T

Nikon Z fc, 300mm f4 pf .

Estremizzando il concetto, così  per gioco, ho potuto fotografare questa Libellula depressa  posata sulla sponda opposta del canale, usando la Nikon Zfc con il SIGMA 150-600mm a 600mm (=900mm equivalenti). 
 
Quindi su questo aspetto siamo alla pari.
Come operatività ed ergonomia ci sono invece molte differenze. 
Per l'ergonomia, lo sanno tutti, la Z50 è vincente, non occorre addentrarsi nei dettagli generali, ne hanno già scritto Max Aquila  e Mauro Maratta (e tanti altri in  altri siti): l'abbigliamento sportivo è più pratico del tailleur. 
 

  
Riferendomi solo alla macro naturalistica, trovo anch'io che l'assenza di un grip nella Zfc sia uno svantaggio, ma per come fotografo io è  piuttosto secondario,  usando la fotocamera su treppiede/monopiede  oppure a mano libera, ma sempre con focali sui 200-300mm, il maggior lavoro lo fa la mano sinistra che regge gli obiettivi, per cui in queste circostanze la superiorità della Z50 rispetto alla Zfc non la vedo tanto nel grip, ma nel display posteriore della Z50, ribaltabile in modo da rendere molto comodo inquadrare anche con la fotocamera rasoterra, il display rotante ed angolato nella Zfc, comodo forse per fare vlog o no  so bene cosa d'altro, anche qui concordo con Max Aquila, è distraente, quasi "irritante".
Un  "vantaggione" della Nikon Z Fc rispetto alla Z50 è invece la presenza del focus stacking "in camera".  Ne scrive ampiamente qui Max Aquila:
https://www.nikonland.it/index.php?/articoli/nikon-z/nikon-z-test-e-prove-sul-campo/nikon-z-fc-focus-stacking-vs-diaframmare-1-0-r647/
Questo, è innegabile, è un plus notevole offerto dalla ZFc, anche tenendo conto che il campo di applicazione è limitato a soggetti immobili in assenza di vento che sia possibile riprendere usando un treppiede. Su soggetti svegli ed attivi o in presenza di brezza, è impossibile o quasi fare focus stacking.
Il flash? La Z50 ha un flash incorporato, la Z fc no. Il piccolo flash della Z50 può essere gestito ad esempio sottoesposto, ma è inamovibile per cui l'illuminazione, a meno di accrogimenti può appiattire l'immagine. Non si può comunque negareche il flashettino  può salvare la situazione in qualche caso.

Scolia hirta, Nikon Z50, zoom 50-250mm, con lente addizionale Nikon 5T flash incorporato.
Usando flash separati per gestire meglio la luce si torna al pareggio.
In conclusione, per il mio modo di vedere (che può essere diverso dal vostro!) I vantaggi della  Z 50 sulla Z fc, relativamente a questo genere fotografico; stanno:
Nel monitor, molto più pratico.
In misura minore, ma per qualcuno può essere importante più che per me,  nel grip e nell'ergonomia generale.
In qualche caso il flash incorporato può servire.
Il vantaggio della Zfc principalmente sta  nella possibilità del focus stacking in camera, che può essere  utile anche sul campo. 
Le foto scattate con la Z50 sono di Gianni Ragno, le foto scattate con la Z fc sono mie.
Silvio Renesto
Ne avevamo accennato al lancio della Nikon Z9 ma insieme a tutte quelle informazioni forse è passato un pò in sordina.
Con la Z9 Nikon ha proposto un nuovo formato NEF ad alta compressione :

menù della Z9 : adesso i NEF è possibile salvarli in tre formati a diversa compressione
Nella documentazione di lancio si accennava anche alla collaborazione con intoPIX, adesso c'è l'annuncio definitivo.


La NIkon Z9 e le successive Nikon adotteranno la compressione ad alta efficienza secondo gli algoritmi realtime di intoPIX denominati Ticoraw.
“Progettato da intoPIX, libera il sensore di immagine e i tradizionali flussi di dati RAW grazie a un'elaborazione e una codifica innovative. La piena potenza del sensore di immagine viene preservata riducendo la larghezza di banda, le esigenze di archiviazione e il tempo di trasferimento. Offre un'elevata qualità dell'immagine e la capacità di gestire flussi di lavoro ad alta risoluzione, frame rate elevato e alta gamma dinamica.
TicoRAW è il primo codec RAW al mondo, in grado di gestire sia immagini RAW che video RAW, in grado di offrire un'efficienza di compressione con una complessità così ridotta su RAW Bayer e altri pattern Color Filter Array (CFA). Tico sta per minuscolo codec. La tecnologia e i prodotti associati sono coperti da una o più rivendicazioni di brevetto, che premiano il duro lavoro e l'innovazione di PIX."
Comunicato stampa :
 
"Mont-Saint-Guibert, Belgio, 7 dicembre 2021 – intoPIX è lieta di annunciare oggi la riuscita integrazione della tecnologia TicoRAW nella nuova generazione di fotocamere Nikon, inclusa l'ultima fotocamera mirrorless Z9 di punta.
Nikon ha compiuto l'audace mossa strategica per selezionare la tecnologia intoPIX TicoRAW: scavalcando i limiti esistenti della fotocamera per soddisfare tutti i requisiti avanzati e imminenti dei professionisti dell'immagine, che si tratti di sport dal vivo, film, documentari sulla fauna selvatica o altri ambienti difficili. Grazie a questa aggiunta, la nuova fotocamera Z 9 offre registrazioni RAW ad alta efficienza fino a 8K e 60 fps (disponibili tramite l'aggiornamento del firmware 2022), preservando tutti i vantaggi del formato RAW, garantendo al contempo una potenza di elaborazione molto bassa e una velocità di trasferimento molto rapida .
Con TicoRAW, l'intera qualità dei dati del sensore acquisiti viene preservata riducendo la larghezza di banda e le esigenze di archiviazione. Può essere utilizzato sia per le immagini fisse che per i filmati RAW. Questa tecnologia brevettata offre un'elevata qualità dell'immagine e la capacità di gestire risoluzioni molto elevate, frame rate elevati e flussi di lavoro ad alta gamma dinamica. TicoRAW è il primo codec RAW al mondo in grado di offrire un'efficienza di compressione con una complessità così ridotta. Ha anche il vantaggio di mantenere questo formato molto veloce per l'editing, indipendentemente dalla risoluzione e/o dai frame rate utilizzati.
“intoPIX è davvero orgoglioso di lavorare con Nikon. Insieme condividiamo gli stessi ideali e la stessa passione: offrire immagini e video sempre più belli, sempre e ovunque nel mondo. Sperimenta la creazione di immagini come mai prima d'ora." ha spiegato Gael Rouvroy, CEO di intoPIX.
Con quest'ultima rivoluzione, intoPIX e Nikon invitano tutti gli appassionati di fotocamere a entrare in questo fantastico mondo di immagini senza limiti.
Le due società invitano tutti a contattare i rispettivi team per provare le soluzioni tecnologiche intoPIX TicoRAW e le nuove fotocamere Nikon."
I vantaggi del nuovo formato sono molteplici :
minore occupazione di spazio minore larghezza di banda minore latenza nell'occupazione della capacità di calcolo del processore minore latenza in lettura del sensore minore utilizzo di memoria Nel breve test che ho potuto fare alla Z9 ho effettivamente riscontrato dimensioni molto diverse tra i file della Z9.
In particolare
jpg : circa 26 megabyte NEF compressione standard : circa 47~52 megabyte NEF compressione HE* : circa 32 megabyte NEF compressione HE : circa 19 megabyte Dalla letteratura di intoPIX si dice che i formati ad alta efficienza non sono esattamente lossless ma che le loro qualità sono indistinguibili dal formato compresso senza perdita di informazioni.
Anche chi ha avuto la Z9 per un tempo sufficiente a valutarne le qualità dei file dice di non essere in grado di distinguere differenze tra i file.
Come sia, il nuovo formato consente un risparmio di spazio spettacolare ed è quello che permette le migliori performance alla Z9 in materia di raffica e di svuotamento del buffer.
Ma al momento è supportato solo da Nikon NX Studio, mentre Adobe Camera Raw nella sua ultima versione (così come Lightroom) legge solo il formato con compressione standard.
Ecco, qui sta il problema. Essendo un formato proprietario che richiede uno scambio di licenze, non è solo una questione di algoritmi ma di protezione dell'accesso.
Insomma, io mi sentirei perfettamente tranquillo ad usare la compressione Lossless più spinta della Z9, se fossi sicuro che poi il mio software di sviluppo (Photoshop/Lightroom) poi mi permettesse di usare quei file.
Diversamente, sarebbe un formato totalmente inutile perchè non troverei affatto conveniente né adottare NX Studio come ambiente di sviluppo né usare quello per convertire i file in NEF leggibili da ACR.
Insomma, su questo fronte attendiamo ulteriori notizie (qualcuno avrà chiesto ad Adobe se intende adottare il nuovo formato ?)
Nella ricerca del primato tecnologico apportato dalla Nikon F, il 1959 fu un anno straordinario per la Casa di Tokyo, durante il quale venne presentata una grande quantità di obiettivi, alcuni dei quali davvero Rivoluzionari: 

come questo: il primo Zoom Tele, (a seguire di poco il 36-72 Voigtlander che gli rubò la scena) di carattere professionale per dimensioni e luminosità, straordinaria, anche nelle epoche successive a questa prima fase dei sistemi reflex, disegnato da Higuchi Takashi e presentato nel Novembre di quel fatidico 1959.
Io ne ho due: mi è piaciuto così tanto che nelle mie scorribande su ebay di inizio secolo, me ne aggiudicai due della stessa serie, la seconda, uscita pochi mesi dopo la prima che era caratterizzata da un sistema a due ghiere,
con quella di messa a fuoco impietosamente difficile da utilizzare

questa seconda versione viene commercializzata già a Dicembre 1959 (rendendo la prima un pezzo raro)
ed è caratterizzata da uno schema di 15 lenti in 8 gruppi 
 in un depliant/catalogo dell'epoca ne troviamo il prezzo fissato in 99.500 yen dell'epoca (2500 euro di oggi) quando un 50/2 era messo a 20mila 
(foto Cavina courtesy)
Peso e dimensioni, roba da brivido: 
1800grammi per 34 cm di lunghezza a paraluce montato, diametro filtri da 82mm oppure Sistem9, ossia filtri in vetro non filettati in un bellissimo sistema drop-in tra paraluce e una apposita ghiera di tenuta...

accanto cui vedete la rara lente close-up col filetto arancione, che fa orgogliosamente capolino davanti al migliore dei miei due esemplari


questo zoom arriva ben prima del primo Photomic (1962) per la Nikon F (qui con un TN montato), ma tradisce già dalla sua sigla la destinazione prossima che doveva ottenere, in accoppiamento ai famosi esposimetri meccanici delle prime reflex Nikon: Auto Nikkor Telephoto Zoom  (è la prima volta che si usa questo termine, telefoto)

ancora nel 1959 le ottiche sono Nippon Kogaku (vige in Europa il veto Zeiss per il nome Nikon anche per gli obiettivi, troppo simile a Zeiss Ikon per...non sembrare fatto apposta)

e la focale si esprime in cm, per cui abbiamo 8,5-25 invece che 85-250mm (così come, correttamente, viene anteposto il rapporto di diaframma alla focale)


la ghiera a pompa di questo seconda serie è scorrevolissima e molto maneggevole: lo zoom è un Internal Focusing !!!

a fianco destro del lungo barilotto su cui scorre la ghiera a pompa, si vanno scoprendo le indicazioni di focale dell'obiettivo

al centro del barilotto campeggia una delle più belle scale di profondità di campo che sia mai stato dato di vedere su di un obiettivo

suggestiva come poche, data anche la grande escursione focale di questo stupendo zoom
caratterizzato anche dalla doppia filettatura per treppiede, orientata per un uso orizzontale oppure ...portrait

baionetta posteriore a cinque viti,  nonAi prima serie (attenti a non farvi venire l'uzzo di montarlo nudo e crudo su una fotocamera attuale, come feci io con la mia prima D70)

(miracolosamente senza conseguenze)
Il tappo d'alluminio con marchio a sbalzo è poi uno dei più bei tappi mai disegnati per un obiettivo...ho una passione per questi particolari...
ma questa è un'altra storia...
La bontà del progetto fu ulteriormente migliorata dieci anni più tardi, nel 1969, con la terza versione, variata nello schema e portata a f/4 parifocale: un must per quell'epoca... in fondo lo sarebbe anche oggi che aspettiamo la commercializzazione di zoom molto meno luminosi di questi.

Non possiamo prescindere da questi Primati, quando parliamo di Nikon...
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021

Ricordiamolo !
Nella sua inesauribile vena produttiva, la cinese Godox di Shenzen realizza una moltitudine di accessori per i suoi sistemi di illuminazione, alcuni dei quali non ha neppure il tempo di citare a catalogo (provate a trovar questo infatti).

Per caso, sul web, avevo intravisto questo affare cinese (nel vero senso del termine) che mi aveva subito attirato per le sue potenzialità: un softbox del tutto circolare, a forma di lanterna, con emissione luminosa di 270°.
In occasione di una visita al mio amico Alfio di Fotoluce è finita che ho fatto incetta di accessori Godox, tra i quali questa lanterna da 65cm (ne esiste anche una versione dal diametro di 85cm)

La grande sacca da trasporto svela al suo interno solo due pezzi: lo scheletro del softbox ed il telo di copertura: perchè una sacca da trasporto?... 
ma perchè questo softbox è smontabile e rimontabile in un colpo solo, a differenza dai soliti octo o quadrangolari, che una volta montati è proprio meglio che non venga mai l'idea di smontarli per poi rimontarli...

ecco qua, in mezzo al mio solito disordine, il diirigibile e la sua centinatura, formata da due anelli metallici tenuti insieme da dodici elementi flessibilissimi e refrattari, già vincolati alle due crociere da un sistema di  ancoraggio a prova di bomba


La crociera superiore è dotata di un gancio sotto la maniglia su cui, facendola flettere verso il basso, si va ad intercettare la struttura di messa in opera del softbox, bloccandola
 
OK... questo per vedere come funziona, ma per vestire la struttura, bisogna ripartire dall'inizio e infilare la tela quando le stecche sono in posizione di rilascio

 quindi ripristinarne la forma  
 eccola pronta
con l'illuminatore a luce continua a led SL60W, il piccolo di casa...


optional una gonnellina che si pù montare sulle asole predisposte all'esterno della lanterna, per oscurarla settorialmente o completamente

attacco Bowens...eterna gratitudine per questo...

si realizza chiaramente una luce molto soft, complice anche la bassa potenza dell'illuminatore in oggetto
 

omnidirezionale (270° l'emissione) ed omogenea

 
Ecco i risultati specifici :
 
senza lanterna, solo luce ambiente

con lanterna posta a dx a compensare la luce ambiente (che viene da sx) ed a schiarire le ombre 
 Luce morbida e descrittiva

che investe il soggetto in tutte le sue parti 
anche in quelle nelle quali non ci aspetteremmo per nulla essere potessero esserne interessate
 
Un accessorio molto utile e ...duttile, considerato il fatto di poter essere associato a illuminatori e flash di ogni tipo e potenza, magari anche filtrati a colori...
Un accessorio che rende sempre più importante il ruolo dell'illuminazione nella fotografia in studio
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
 
 
 
 
 
 
Domanda, tutt'altro che peregrina, fatta ieri da Fabio via Zoom e che sono sicuro sta frullando nella testa di molta gente.
Adesso che c'è la Z9 con il suo autofocus, la sua robustezza, le sue raffiche, il suo video, la sua batteria, le sue prestazioni generali, tutte le altre Nikon Z sono da considerare "spazzatura" ?
Long story short : ma manco per niente, ogni Nikon Z è meglio della precedente reflex di fascia corrispondente
Con uno dei miei soliti paragoni automobilistici che mi perdonerete.
La Ferrari Purosangue è da tempo tra le più chiacchierate auto Ferrari dell'ultimo ventennio. E non è ancora uscita. Si vedono i prototipi girare a sud di Maranello per la fase preindustriale. La commercializzazione è attesa nel 2023.

rendering "artistico" della Ferrari Purosangue, primo SUV Ferrari progettato come risposta definitiva alla Sony/Lamborghini/Audi Urus (!).
Chiaro che per i puristi una SUV Ferrari rappresenta una eresia (i nostri affezionati fotografi reflex che mai pensano di abbandonare D5 e D6) ma per alcuni é la quadratura del cerchio.
Un'auto estremamente prestazionale (V12 tradizionale o V6 ibrido di derivazione F1, ancora i rumors non sono concordi). comoda, a ruote "alte", buona in montagna, nel deserto, nei vialoni di Hollywood e anche nella campagna toscana.
Ma non è che con l'uscita della Ferrari Purosangue tutti ci butteremo su quel modello, svendendo le nostre auto o impegnando casa, moglie e figli per averla.
Semplicemente perchè la gran parte di noi non necessita di quelle prestazioni o di quel look. E la ancora più grande parte di noi i soldi necessari per una Purosangue li ha destinati per la casa e tutto il resto che di importante c'è nella vita.
Però quelli che effettivamente la desiderano, se ne sanno servire, o semplicemente hanno soldi da buttare anche se non sanno guidarla, la avranno.

Ma che ci azzecca una Ferrari Purosangue con la Nikon Z9 ?
Semplice, la Z9 è un puledro purosangue da corsa che scalpita per volare in pista. Trattenerla nella scuderia è un delitto.
La Z9 vuole correre, vi salta via dalle mani, si esalta nella raffica a 120 scatti al secondo, nello scaricare migliaia di foto dal buffer, nell'andare in tutti i posti più complicati del mondo per riprendere foto mai fatte prima.
Ma per un paesaggio, la Z9 farà foto indistinguibili da quelle di una Z7 (modello I e II).
Mentre a passeggio per le vie di un borgo medievale, la Z9 sembrerà un carro armato Leopard 2A7+ con corazzatura reattiva e mimetizzazione invernale ... la dove una Z50 o una Zfc invece vi consentiranno di fotografare invisibili, invece la gente vi chiederà dove sono i VIP, certi che siate un paparazzo !
Andiamo oltre. Immaginiamo il mondo Nikon a primavera 2023
Alla Z9 si sarà affiancata la Z8 - versione derivata di mezza taglia - e magari anche una Z90, versione DX della Z9.
E si sentiranno i rumors dei modelli III di Z6 e Z7. Ci saranno tutti i Nikkor Z possibili e immaginabili e i rumors residui parleranno già di obiettivi "superflui", tipo decentrabili autofocus, zoom fisheye e superwide da 8mm rettilineari.
Ebbene, le cose non saranno troppo diverse da oggi, quando abbiamo già un panorama di corpi e di obiettivi che può coprire la gran parte (io ipotizzo un bel 85%) delle esigenze del fotografo di tutti i giorni.
Chi scatta paesaggio e solo a scatto singolo, non avrà oggi come allora, nessun bisogno di raffiche mostruose o autofocus con deep learning. Metterà a fuoco come sempre ha fatto e farà la sua forcella di scatti su treppiedi.
Chi scatta per strada, continuerà ad aver bisogno di una macchina compatta ed invisibile.
Chi fa macro in studio o fuori, necessiterà più che altro di obiettivi di categoria superiore ma dell'autofocus probabilmente continuerà a non preoccuparsi.
Insomma, siamo onesti, a chi serve realmente una Nikon Z9 (o una Z8 o una Z90) ?
A chi serve una Ferrari Purosangue. Un fotografo attivo, che fotografa soggetti vivaci, ha necessità di avere il miglior autofocus possibile, una elevata affidabilità, una robustezza adeguata alle condizioni di scatto, vuole uno strumento sicuro per i suoi superteleobiettivi. Vuole il massimo.
Questi fotografi sono nella realtà una ridotta percentuale del totale. Bisognerebbe saperlo ammettere per pura onestà intellettuale.
Il fatto che la Z9 sia così prestazionale quindi rende tutte le altre Nikon Z delle merde ?
La Nikon Z9 effettivamente surclassa tutte le altre Z. Fidatevi, lo so perchè l'ho provata.
Ma questo non significa affatto che le altre Z siano scarse.
C'è stata troppa critica negativa, per lo più da parte di non nikonisti.
Ogni Nikon Z è superiore all'equivalente Nikon D precedente e di molto. Sia per autofocus che per esposimetro che per tante altre caratteristiche.
Chi è passato da una reflex all'equivalente Nikon Z lo sa e lo apprezza.

la Nikon Z9 è progettata per le esigenze di chi usa Nikon D5/D6
Dove casca l'asino è nel confronto con D5 e D6 (e solo parzialmente con D850 e D500, ripeto, parzialmente).
Al confronto con una ammiraglia, ci vuole una ammiraglia.
Che adesso c'è e si chiama Nikon Z9.

Chi prima - o adesso - usava o usa una D5/D6 punterà naturalmente alla Nikon Z9 per le sue necessità (ma non tutte, avrà anche un altro corpo uguale e ancora più probabilmente una o più altre Nikon Z piccole. Io a tendere avrò due Z9 e due Zfc).
Ma una Z6 o una Z7 sono nettamente meglio di D800/D810/D750.
Una Z5 è nettamente meglio di una D600/D610.
Una Z50 si mangia ogni Z90-D80-D7000-D3000-D5000 in tutto e per tutto.
E dimentichiamoci della Zfc che fa sorridere al pensiero della Df.
Quindi no, se non nell'immaginario collettivo, le Nikon Z precedenti non sono diventate delle merde perchè è uscita la Z9.
Questo ovviamente non significa né che Nikon non possa migliorarne le potenzialità via firmware (attendiamo per Z6 II e Z7 II l'equivalente del firmware 3.4 delle I) né che non possano uscire modelli migliori.
Ma sempre nella medesima fascia di impiego.
Attenzione, non fascia merceologica, fascia di impiego. 

la Nikon Z7 è più che adeguata a sostituire D800 e D810 per chi non fa fotografia d'azione a raffica, la qualità di immagine è superiore, l'autofocus è nettamente superiore e più affidabile.
La Nikon Z9 sarebbe probabilmente troppo per chi arriva da una D800. Ma probabilmente anche una Z8

La Z6 ha sostituito la D750. La Z7 la D850. La Z5 la D610. La Z50 tutte le DX tranne la D500.
E con qualche sorpresa (tipo Nikon Zf) continuerà così.
In mezzo si aggiungerà una macchina da 4500 euro, chiamiamola Z8 per chi vuole un corpo professionale più compatto della Z9.
Ma che sarà overkill per fare paesaggio e street, tanto quanto una Z9.
Poi, naturalmente, ognuno potrà comperare o desiderare una Ferrari Purosangue.
Ma il mercato continuerà ad offrire anche SUV di tutte le altre fasce, per tutte le tasche e soprattutto, perfettamente tagliate per le esigenze di chi le comprerà.

io tendo a paragonare Nikon ad Audi in un ipotetico parallelo tra produttori di mercati diversi.
Disdegnereste un Audi Q3 preferendogli le performance di un Lamborghini URUS ?
Beh, se ve lo potete permettere, fate bene. Ma con un Q3 nel traffico di tutti i giorni starete comodi ugualmente ... per portare al limite un URUS dovrete andare a Monza o al Nürburgring.
Eccolo arrivato il Godox MF12 macroflash:

in una piccola scatola di cartone che contiene un simil beautycase, aperto il quale troviamo il flash coi suoi accessori di serie


ed un leaflet di istruzioni, per una volta, abbastanza occidentale, ossia dotato di descrizione e caratteristiche del flash in questione, che fa parte di un sistema che ricrea il kit con gli SBR200 che Nikon inventò tanti anni fa (e che da patito dei sistemi di illuminazione portatile ho posseduto e descritto su Nikonland.eu), ma che soffriva di due limiti principali, l'alimentazione con costose minibatterie al litio e la trasmissione wireless affidata al sistema Nikon agli infrarossi, non sempre affidabilissimo.

Ecco il sistema nel suo intento progettuale, 
un cerchio di sostegno (MF-AR) a vari flash MF12 (fino a 6 o anche 7), avvitato su un disco metallico adattatore di diametro filtro dell'obiettivo utilizzato, in un kit che si compone nella sua totale completezza, di un bauletto ricchissimo di accessori, tra supporti di sostegno, lastrine filtro colorate, diffusori wide ed anelli di differente diametro filtro nella sua versione K2 con due flash MF12

che nella configurazione operativa si possono regolare nella loro distanza reciproca sul portaflash AR anche a differenti angolazioni da quella classica a 180°

A me, che ho già posseduto il vecchio sistema Nikon (peraltro ancora presente a listino), 



però non interessava il kittone con due flash da subito, ma valutare i punti di forza del nuovo sistema Godox, radio wireless, perfettamente integrato nel sistema 2.4G dei suoi trigger X1,X2 e XPro, dedicati alle slitte flash di ogni marca sul mercato, a cominciare dal principale di questi punti di forza, ossia l'alimentazione, forte di una batteria Litio da 3,7V e 1700mAh, forte di 500 scatti successivi, a intervalli tra 0.01 e 1,7 secondi.... INCORPORATA NEL FLASH: probabilmente il primo apparecchio del genere sul mercato !!!

Per la ricarica sul fianco destro del MF12 c'è una presa USB-C che ne consente il collegamento ad un qualsiasi alimentatore di rete

o, cosa sicuramente ancora più appetibile, ad un powerbank, che ne consenta la ricarica veloce in qualsiasi situazione operativa

Certamente un bel vantaggio rispetto qualsiasi altro sistema di asservimento a pile, più o meno prestazionali che siano...
Dato il prezzo del singolo flash, preso a 102 euro con tutti i suoi accessori, non ci sarà neppure da dolersi un giorno, quando l'elemento al litio non dovesse più funzionare...

Una volta carico, il flash si accende dal suo pulsante di accensione, più uno scrolling della ghiera zigrinata, per porlo in situazione operativa.
A proposito, MF12 parla di 12W di potenza ossia un NG16 a 100ISO, il che ne fa sicuramente un valido supporto luminoso alle distanze operative della fotografia ravvicinata e macro, senza gli ingombri dimensionali della parabola di un ringflash o di un flash tradizionale, facile da posizionare in qualunque situazione di ripresa in esterni, anche su terreno irregolare, dove grazie ai suoi supporti come il classico mini stativo oppure la staffa a vite standard da 3/8 che ne consente l'avvitamento a qualsiasi treppiede, monopiede, asta filettata o picchetto...

Secondo punto di forza: sistema radio wireless, asservito agli eccellenti trigger Godox in tutte le sue funzioni, pure quella di attivazione della distanza minima di colloquio (scoperta grazie a questo pieghevole di istruzioni del MF12) che va regolata sulla distanza 0-30metri dal menù dei trigger (con una procedura differente sul più vecchio X1T).
Terzo punto di forza: la luce pilota, regolabile su 10 livelli di potenza, davvero utile a queste distanza di ripresa (anche a diffusore wide innestato)


da menù si regolano insieme alla ghiera zigrinata ed al pulsante "set" di conferma, tutte le funzioni, compresa la definizione di gruppo flash e canale di trasmissione radio


il funzionamento in Manuale da 1/1 ad 1/128 di potenza
oppure in TTL flash (non compaiono a display le regolazioni in terzi, a meno che non debbano essere abilitate a parte)

quindi si passa a comporre un facile set


dove da subito, grazie anche alla presenza della luce pilota si ha la percezione della quantità di luce sul soggetto e della sua facile dosabilità

secondo i risultati in termini qualitativi, da cui siamo abituati ormai da Godox
Ho provato anche la frequenza di scatto, in questo focus stacking di 70 fotogrammi in sequenza, nei quali l'MF12 non ha manifestato flessione alcuna

  Tacchino,
in tempi di Festa del Ringraziamento...

eccolo a distanza macro 1:1,5 /1:2


e se voleste filtrarlo a colori, 
ecco i due set di filtri:  colore e compensazione della temperatura colore della luce

Non penso potessimo aspettarci di meglio da questo flashettino da 140 grammi di peso, ricco di potenzialità che solamente voi potrete cogliere, fotografandoci.
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021

appena arrivato da una due giorni di "contatto" con la Z9.
Ma dovrete attendere domattina per leggere l'articolo.
Adesso sono ...s t a n c o !
***

il totem che ci ha accolti fuori dal circolo sportivo dove si è tenuta la presentazione della Z9.


i giornalisti presenti in sala

la presentazione dell'evento da parte di Marco Rovere, responsabile PR di Nital

e la presentazione vera e propria da parte del Product Manager, Giuseppe Maio
cui lascio sintetizzare l'imbarazzante lista di caratteristiche della Nikon Z9, troppo lunga per qualsiasi presentazione "concisa" :

ZFC_9904.mp4  

il programma della giornata che comprendeva sessioni in interno e all'aperto per saggiare le prestazioni della Z9 di cui c'erano sei esemplari a disposizione.
Alcuni scatti fatti in palestra




durante la prima sessione.
E poi fuori, ad un gruppo di runners

Il residuo di corpi ed ottiche portati da Nital per l'evento


Ma sabato c'è stato anche un evento a Milano, riservato ai fotografi NPS, invitati singolarmente (circa una cinquantina) che hanno potuto provare la macchina e fare tutte le domande necessarie senza alcuna formalità allo staff NPS di Nital. Ho visto persone molto interessate ed espressioni molto eloquenti se non proprio di sorpresa, di soddisfazione per il nuovo prodotto e la sua gamma di obiettivi, presente e futura.

***
Fin qui due parole necessarie di presentazione degli eventi e di ringraziamento per averci invitati (Max non è potuto venire per altri impegni, visto il breve preavviso, io ho il vantaggio di stare a due ore di macchina da Torino e ad un'ora scarsa da Milano, quindi per me è stato più facile liberarmi).
Ma adesso andiamo alla macchina e alle mie prime impressioni.
Ovviamente parziali perchè non basteranno dei mesi per esprimere un giudizio compiuto ed approfondito su una macchina che non solo è rivoluzionaria ma che, lo sappiamo già, evolverà rapidamente e forse anche profondamente mano a mano che gli ingegneri Nikon completeranno i processi di sviluppo del firmware.
PRESA IN MANO
Alcune sensazioni, sono commoventi.
Il ritorno della torretta di sinistra, finalmente utile a differenza di quella semplificata delle altre Z.
Torna il selettore della modalità di automatismo (MODE) a tastino (non il PASM delle macchine amatoriali).
E la raffica, da scatto singolo alla nuova raffica super-veloce da 120 fps.

ma ancora più commovente e da lacrimuccia persistente il ritorno della combinazione per fare il FORMAT senza andare nel menù ...

che è posto sul tastino ISO per una azione a due dita con due mani.
La foto sopra mostra il bel display superiore OLED, sempre leggibile anche al sole.

tutti i comandi sono ben dimensionati, la presa in mano estremamente confortevole.
Bellissimo il selettore delle modalità autofocus, ben in rilievo ma anche inclinato per poterlo raggiungere comodamente.

il vano schede di memoria che perde la sicura esterna (un retaggio della F5) ma è sicuro e ben dimensionato.
Notare la scritta "Attenzione Schede .... CALDE"

ancora un dettaglio della torretta di sinistra con il tastino Fn4 in evidenza.
Il peso della macchina è consistente, non sembra meno robusta della D6. Anzi, la documentazione Nikon dice che la scocca è più robusta, con le due parti anteriore e posteriore che sono unite al fondello in un unico guscio, per aumentare la robustezza e poter dissipare il calore più facilmente.
Nel poco uso che ne ho fatto non posso dare assicurazioni al riguardo ma sono certo che Nikon sa cosa dice quando assicura che il rischio di surriscaldamento non esiste.
Comunque esperienza d'uso ed ergonomia del tutto analoga a quella di una Nikon D1~D6.
Se uno ha provato o posseduto una di quelle macchine, si troverà immediatamente a casa con la Z9.
Ingombro appena inferiore ma è una cosa che si nota solo se affiancate le due macchine.
COME VA
Al di là delle tante cose lette sul web o viste sui video dei primi tester, mi interessavano due cose essenzialmente.
Provare se l'autofocus è un reale passo avanti rispetto alle altre Z, provare la nuova raffica a 120 fps (perchè, sinceramente, 20 scatti al secondo sono tanti ma in fondo non tanti più di 14) e vedere come va agli alti ISO.
Sull'autofocus devo dire che è come avere in mano una D6 che mette a fuoco a tutto frame e lo fa con una animazione a mirino che è coerente con quello che sta facendo.
Se c'è una persona nel frame l'AF le si attacca addosso e non la molla nemmeno se viene coperta da un altro elemento.
Se l'occhio è visibile va su quello, altrimenti passa alla testa. O al corpo.
Il tracking 3D è intuitivo : si mette il cursore da dove si vuole che questo parta e basta premere a metà il tasto di scatto perché il tracking segua qualunque cosa ci sia sotto al cursore, senza nessun'altra contorsione mentale.
Ma soprattutto sbalordisce la velocità di azione. Avevo con me la Zfc e, benché io possa metterci del mio per fare la differenza, si ha la sensazione di usare un motorino a confronto della moto BMW più evoluta  e potente del mercato.
IL MIRINO
Chiarissimo, nessun oscuramento, visione fluida e continua. In raffica non si vede nulla, almeno in quelle più rapide, nelle altre c'è una animazione che fa capire che ... stiamo scattando.
Perchè altrimenti benché la macchina sta registrando centinaia di scatti, non si percepisce nulla.
In interni è uguale ad un mirino ottico. In esterni anche meglio. O, almeno, io vedo meglio in questo mirino che in quello della D6.
Anche qui il confronto con la Zfc è impietoso. Ma sono macchine tra cui in mezzo scorre ... un oceano.
Probabilmente per qualcuno sarà troppo contrastato. Ma credo sia possibile personalizzarlo.
ALTI ISO
Sono certo che sarà il punto dove ci sarà tanto dibattito al riguardo.
E' una macchina ad alta risoluzione.
Ha base ISO 64.
Non è stata pensata per un uso esclusivo - come D5-D6 - o preferenziale nei palazzetti dello sport più bui del mondo.
Ma per quanto il mileage mio possa essere diverso da quello degli altri, personalmente mi sentirei a mio agio a fotografare tranquillamente a 6400 ISO ed oltre.
Anche senza particolari interventi in sviluppo che a me non appassionano più di tanto.
Nei commenti troverete foto a testimonianza.
 
RAFFICA a 120 FPS
Emozionante, spettacolare, precisa. Non saprei che altro aggiungere.
Se non ricordando che io con la D3 (12 megapixel e resa molto più grezza della Z9) ho fatto stampe da 60x90cm e che normalmente veniva usata dai fotografi sportivi per doppie pagine e copertine di riviste di basket.
Qui però abbiamo una precisione chirurgica mentre si segue ogni più indistinguibile ad occhio nudo, movimento del soggetto.
Naturalmente non sarà da usare indiscriminatamente, pena avere sequenze di scatti tutti troppo uguali tra loro. Ma quando serve si potrà cogliere l'attimo che c'è in mezzo a due attimi contigui ....
CI VOGLIONO SCHEDE NUOVE
Scordatevi le XQD. Sono compatibili ma appena appena sufficienti ad usare la macchina per scenari statici. Ed usare la Z9 per fare solo paesaggio non sarebbe renderle giustizia.
Per avere il massimo ci vogliono CFExpresso di fascia alta e, possibilmente, di taglio serio (una scheda da 64 gigabyte la riempite in mezz'ora di scatti).

5000 ISO, 1/500'', f/2.8, 85mm

la visualizzazione del punto di AF scelto dalla macchina, uno scatto a caso della sequenza a 120 fps
Di più non saprei che aggiungere. In fondo non si può pretendere di più da pochi minuti di prova pratica di uno strumento che richiederà mesi di apprendimento approfondito per poterne comprendere tutti pregi e scoprirne anche i limiti.
Ma in fondo è anche per questo che ci piacciono i nostri giocattoli, vero ?
Insomma, diffidate di chi in 5 minuti vi sa dire ogni cosa, con l'assoluta certezza di un messia tecnologico.
Vi invito a guardare nei commenti gli scatti e le sequenze che ho potuto mettere insieme da questo breve contatto.
Sulla disponibilità per chi l'ha ordinata, purtroppo non ho notizie troppo confortanti.
Nital spera di avere le prime dopo la metà di dicembre ma c'è da esaudire la prelazione contrattuale per gli NPS.
Ma poi le consegne proseguiranno con cadenza settimanale fino ad esaurimento degli ordini.
Ci vorrà pazienza per averla ma non è l'attesa del piacere essa stessa un piacere?
per un inconveniente tecnico involontario di cui ci siamo accorti solo in questi giorni, per un pò di tempo è stato impossibile iscriversi al nostro sito.
Ci scusiamo dell'accaduto, non volevamo sembrare inospitali. Al contrario.
Ma adesso è possibile completare l'iscrizione. Quindi se volete, siete tutti invitati ad iscrivervi a Nikonland.it per far sentire la vostra voce di nikonisti.
Le porte ... sono aperte : vi aspettiamo.

Il nuovo Nikon Z 100-400mm  f5.6 S mi sembra (il sembra è d'obbligo, perchè non l'ho ancora provato, ma ne sono piuttosto convinto) riunire in sè tutto quello che desidero da un tele zoom. Vi spiego i "miei" motivi.
 

 
Al di là della qualità di immagine che do' per scontata, non dovrebbe certo tradire gli standard elevati a cui ci hanno abituato le ottiche S, è la versatilità estrema che mi attira, come si può ben capire dalle specifiche.
Per la piccola avifauna da capanno andrà bene così com'è, raramente mi è servita una focale più lunga.

Frosone, Focale 400mm, corpo Fx, da capanno.
 

Picchio Rosso, focale 400mm corpo Fx, da capanno.
 

Airone Rosso, focale 400mm, corpo Fx, foto scattata dalla barca.
 
Per altre occasioni, può trasformarsi in un 600mm f8 di qualità con il TC14 dedicato, oppure un 600mm (equivalente) f5.6 con un corpo Dx come la Z50 o la Z Fc (o le future probabili/possibili Z Dx che erediteranno le meraviglie della Z9 e che saranno appetitose per i fotografi di wildlife).

 

Ancora un Frosone, corpo Dx stavolta, focale 400mm(=600mm equivalente).
 

Fistione turco, corpo Fx, focale 300mm
 

Gruccioni, corpo Dx focale equivalente 250mm
Fin qui non ho scritto niente di nuovo? Bene, allora passiamo alla fotografia ravvicinata.
Le specifiche danno un rapporto di riproduzione massimo di 0,38x alla massima focale, che significa circa 1:2,6, a poco meno di un metro di distanza di messa a fuoco, il che corrisponde ad una  focale effettiva di circa 200mm (prima che pensiate cose strane, anche gli altri 100-400mm in circolazione  come ad esempio il Sony G, o il Fuji X hanno gli stessi valori di focale effettiva alle brevi distanze, sono leggi dell'ottica, non esiste un 400mm che mette a fuoco ad un metro!). Un rapporto di riproduzione ottimo per la fotografia close-up (non parlo di macro dove ci vuole un macro vero), con una distanza di lavoro sufficiente a non spaventare i soggetti. 

 

 
Questi rapporti di riproduzione si possono raggiungere senza alcun problema con il 100-400mm ed un corpo Fx
 

Bocciolo di Fior di Loto, corpo Fx, focale 400mm
 
Questo per me vuol dire che "dentro" il 100-400 ci sta uno di quei 300mm f4 che sono sempre stati i miei preferiti per la fotografia ravvicinata e con il Tc 14 o un corpo Dx si arriverebbe ad un rapporto di riproduzione (dovuto al fattore di crop nel caso di un corpo Dx) di 1:2. Il tutto con un peso/ingombro limitati e senza lenti addizionali od altri aggiuntivi che possano diminuire la qualità di immagine.
La cosa mi entusiasma.
Per queste ragioni preferisco il 100-400mm al futuro  200-600mm che presumo avrà certamente una buonissima qualità di immagine, però avrà una distanza di messa a fuoco compatibile sì con  la wildlife, ma molto probabilmente dovrei avere qualcos'altro per la fotografia ravvicinata. Il 100-400 diventa davvero all in one!
Le mie considerazioni sono riferite strettamente al mio modo di fotografare in natura, "your mileage may vary"-ognuno ha il suo metro; se fotografate come me, pensateci sopra, se la vostra fotografia è diversa, le esigenze saranno magari altre.
E' ovvio ma lo dichiaro lo stesso: le foto non sono state scattate con il Nikon  Z 100-400mm f5.6 S, ma con focali equivalenti su corpi DSLR e mirrorless, qui pubblicate solo per far capire la potenziale versatilità di questo obiettivo nelle foto di natura.

 

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