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Sono certo di un fatto: che il protagonista fotografico per eccellenza sia l'obiettivo...
 
Non la focale, non la fotocamera: l'obiettivo, come entità autonoma nel processo che partendo dall'idea, si trasforma in inquadratura, poi immagine, quindi, eventualmente, stampa.
Non ci sono alchimie in una fotocamera: si tratta di un utensile, di uno strumento, col quale cercheremo di impratichirci ogni scatto di più, per ottenere dall'obiettivo ciò che abbiamo immaginato guardando il soggetto, scoprendolo, reinventandolo a nostro piacimento.
E' per questo che amo parlare principalmente di obiettivi nei miei articoli, molto più raramente di fotocamere: per quanto evolute o basiche siano, riesco sempre ad ottenere ciò che desidero che quell'obiettivo trasporti.
E se non ci riesco...è unicamente mia responsabilità: nel non sapere ancora gestire quello strumento (la fotocamera) perchè ciò sia. Oppure per avere chiesto ad uno strumento delle prestazioni cui non possa in alcun modo tendere.
Ogni obiettivo ha la sua personalità, indipendentemente dal valore e dal prezzo: abbiamo riscoperto qualità uniche in ottiche di settant'anni fa, ancora imprigionate nelle loro lenti.
Abbiamo dimostrato che anche con obiettivi di poco prezzo si possano ottenere risultati sorprendenti: anzi ci divertiamo a sfidarci a riuscire. In barba a chi non avendo voglia di applicarsi, ceda alla lusinga del "chi più spende, meno spende", convinto che l'esborso curi la sua ignavia...
Ebbene: qual'è il nostro obiettivo preferito? Non per forza il più prezioso, il più costoso o l'ultimo che abbiamo comprato, bensì quello con cui ci sentiamo più in sintonia, quello che nel tempo sicuramente abbiamo dovuto ricomprare uguale ...perchè nel frattempo era uscita la nuova versione, quello che nella statistica dei nostri scatti, ricorre più frequentemente.
Provate e ...non credo che il risultato vi stupirà: oppure invece vi aiuterà ad essere più coerenti in futuro ed evitare spese inutili, quelle mosse solamente dal desiderio di possesso, che poi magari non si traduca in utilizzo adeguato.
Fotografo prevalentemente attività sportive, movimento, azione: per cui è scontato che la maggior parte dei miei scatti siano effettuati con teleobiettivi, ma non avrei mai pensato ad un risultato talmente schiacciante, quando sono andato a guardate i metadati del mio catalogo Lightroom che dal 2014 ad oggi annovera più di mezzo milione di files.
...and the winner is....  i miei tre 70-200/2,8 che vedete raffigurati tra titolo dell'articolo e l'header...
Nikon AF-S 70-200mm f/2.8G VR II Nikon 70-200mm f/2.8E FL VR Nikkor Z 70-200mm f/2.8 VR S Un risultato schiacciante, pari a più di 75mila scatti (13.95%) ripartiti peraltro in 57mila con l'ultimo modello e 18mila con gli altri due
Un risultato che lascia indietro il mio 500mm f/4 (che peraltro posseggo solamente da due anni) a 58mila scatti ed il mio vecchio 200-500mm f/5,6 a 44mila, sicuramente però destinati in prevalenza ai miei scatti di windsurf e kite a mare, quindi altrettanto probanti, rispetto al multiuso 70-200/2.8
Risultato conseguito utilizzando con quelle tre versioni di zoom, ben 14 fotocamere, in questi ultimi nove anni, molti scatti dei quali realizzati per lavoro, ma altrettanti per divertimento (e le due cose per me raramente sono disgiunte, quando imbraccio una fotocamera)
Di seguito una piccola selezione di scatti effettuati con tutte queste fotocamere, dalla D3 alla Zfc, passando per la serie 8xx e tutte le mirrorless fin qui provate e possedute.
Volete fare la stessa cosa e allegare di seguito i vostri scatti preferiti, col vostro obiettivo preferito?  Si capisce tanto di se stessi...e delle proprie propensioni.
 
Nikon D800

 
Nikon D3

 
Nikon Df


 
Nikon D810


 
Nikon D4


 
Nikon D850





 
Nikon D500



 
Nikon Z6


 
Nikon Z50



 
Nikon Z6II






 
Nikon Z7



 
Nikon Zfc

 
Nikon Z9





 
Ci sarà chi torcerà il muso, pensando: "ma questo cosa fotografa con la fotocamera xxx?"

La risposta è nel titolo dell'articolo: TUTTO ...  Perchè stamo usando il nostro obiettivo preferito!
D'altro canto pensateci un attimo: l'obiettivo sta verso il soggetto, noi siamo dall'altra parte ! 
E la fotocamera sta là in mezzo...
 
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland forever


Chi non sogna una fiammante Alfa Romeo Giulia GTAm Rosso Competizione con scarico Akrapovic ?
Non tutti possiamo permettercela, però.
E chi potrebbe, fa bene a chiedersi quanto potrebbe sfruttarla per le sue speciali ed uniche caratteristiche che ne hanno già fatto un'auto di culto.
Tenerla in garage ad invecchiare ? Mai.
Uscire nel traffico congestionato e viaggiare a 30 allora ? Che vergogna.
Ognuno di noi, se ne ha bisogno, dovrebbe avere l'auto che fa per lui. Il giusto compromesso di tutte le sue caratteristiche.
Ragionamento - se perdonate la mia passione per le auto sportive e le fuoriserie - che si può estendere a qualsiasi altro oggetto (o soggetto : vedi il partner) sulla terra.
Anche la fotocamera.
Molti di noi hanno comprato la Nikon Z9 e se la godono. Ma la Z9 si può paragonare alla Giulia GTAm per molti aspetti.
Va bene in pista. Meno per la gita fuori porta con i figli, i suoceri e il cagnolino.
Si, ci si può fare un paesaggio. Ma una Z7 non darebbe nulla di meno. Anzi. A molto meno.
Ma non mi fermo qui. Proseguo.
Nella realtà, per le foto di un fotografo di tutti i giorni, non c'è nemmeno bisogno di una Z7 o di una Z6. Spesso una Z5 è più che sufficiente.
Spesso una Z50 basta tranquillamente.
Io ho avuto una Z50 che ho passato a Max quando ho comprato la seconda Zfc.
Si perchè la Zfc - che è la sorella carina della Z50 quanto la Z30 è la gemella con gli occhi castani della Z50 - mi piace molto ed è la fotocamera che impiego per praticamente tutte le foto di tutti i giorni.
Tranne quando devo fare un lavoro tanto impegnativo per cui è necessario far uscire dal garage la Z9 !
E' una cosa strana perché 20 anni fa, quando sono uscite le prime reflex digitali, ci sentivamo menomati da quel formato ridotto, imposto dal contenimento dei costi dei sensori che riduceva la potenzialità dei nostri obiettivi.
Ma, appunto, dopo 20 anni, la tecnologia è andata tanto avanti che una Nikon in formato DX non ha moltissimo da invidiare in termini di qualità di immagine, rispetto ad una FX.
Si arriva a sensibilità che nemmeno la D3 poteva permettersi, avendo una dinamica complessiva anni luce più avanti.
Le funzionalità sono tali e quali a quelle delle Nikon Z in pieno formato.
Ma sono più economiche, più compatte, più ... alla mano. Anche più "spendibili", consentitemi di dirlo, di una Z9 con attaccato un obiettivo da 5000 euro quando andiamo in certi posti ...
Direte voi, ma c'è il problema degli obiettivi. Nikon propone solo tre corpi macchina e tre zoom di taglio medio-basso.
Ecco, questo oramai è solo un retaggio del passato, un preconcetto.
Questi tre zoom, ne abbiamo parlato a lungo su queste pagine, sono di qualità eccellente, anche il plastichino 16-50 VR che io uso per quasi la totalità degli scatti dei prodotti oggetto delle prove e dei test per Nikonland.
Scatto nel mio studio con la piccolina e il piccoletto, pilotando flash professionali per 2400 W/s con softbox da 120 e 140cm di diametro.
Figuriamoci se smuovo la Z9 per fare cosine del genere ...

Ma ai tre obiettivi Nikon, possiamo già oggi aggiungere una serie di proposte "di terze parti" che possono incontrare l'interesse di tutti.
In questa foto che riprende la mia Bella Nikon Zfc con il suo vestitino verde menta, vedete tutti gli obiettivi adatti ad una Zfc/Z50/Z30 che ho in casa.
Ma non sono tutti. Altri, e di belli, ne mancano.
Come ad esempio i Viltrox AF 23/1.4 e 33/1.4.
Mentre ne ho aggiunti tre che sono full-frame ma che sembrano fatti apposta per le nostre piccoline : i due Nikkor Z 28/2.8 e 40/2 e il nuovo TTArtisan AF 32/2.8 e nulla vieta di aggiungere il 50/2.8 MC che per l'appunto è stato usato per questo scatto

foto scattata con l'altra Nikon Zfc e il Nikkor Z MC 50/2.8 in luce naturale (focus stacking di 16 scatti montati con Helicon Focus).
E' tanto "perfetto" che potrebbe andare su un catalogo commerciale ...
Sono già molti gli obiettivi adatti alle nostre piccole Nikon Z DX, molti sono autofocus, altri manual focus.
Ci sono fisheye, superwide, obiettivi da ritratto, obiettivi superluminosi f/0.95 ...
ed altri, intraprendenti produttori universali proporranno prossimamente altri obiettivi. Come Viltrox che sta costruendo un corredo di eccellenti obiettivi AF che consentono poi di scegliere il marchio del corpo macchina da abbinare loro.
Ma anche Tamron si aggiungerà, facilmente, ai produttori di obiettivi autofocus in formato DX.

E come vedete mi sto limitando ad indicare obiettivi nativi con attacco Z, trascurando l'enormità di obiettivi di tutti i tempi utilizzabili via adattatore "scemo" o "intelligente".
Insomma, già oggi, l'alibi della mancanza di obiettivi decade. Se le immagini che seguono non vi convincono, allora la causa è il vostro snobismo
Seguono foto prese da Nikonland, scattate rigorosamente con Nikon Z in formato DX con gli obiettivi più vari, dal modesto 16-50 al supercremoso TTArtisan 50/0.95, senza trascurare tutti gli altri.
Ditemi voi se, senza saperlo, potreste pensare che sono stati scattati con una Z50 anziché con una Z7 II da 3.600 euro.

 




con un flash professionale a batteria da 600 W/s e softbox acconcio

con un flash professionale a batteria da 600 W/s e softbox acconcio

in esterni, davanti a tutti !

con 1800 Watt/s di flash professionali con svariati metri cubi di softbox davanti, fondale, esposimetro esterno, etc. etc.
La risoluzione è bassa, limitata a 20 megapixel ? Errore, ho consegnato un file per la stampa in formato poster portata a 80 megapixel di un mio scatto fatto con la Zfc e un obiettivo del 1957

Nikon Zfc e Trioplan 2/100mm del 1957. Scatto portato a 11557 pixel di lato in formato TIFF a 16 bit partendo dal NEF originale via Photoshop (migliora AI) e stampato poi "a parete".



 










Insomma, rifletteteci bene. Forse vi basta una DX, purché sia una Nikon Z ...
Si perchè queste macchine - e qui non abbiamo esplorato il video, eccellente, che hanno, ma solo il lato fotografico - sono piccole, modeste e relativamente economiche e sono solo la prima generazione di Nikon Z.
Ma nei fatti sono delle Supergirl a tutti gli effetti ... e vi sfido a dimostrare il contrario.
Che sia il primo corpo o il secondo corpo rispetto ad un'altra macchina più impegnativa e costosa, faranno tutto ciò che saprete far loro fare ...

tutti gli scatti di questo articolo provengono da fotocamere Nikon Z in formato DX.
Nessuna Nikon FX è stata sacrificata per ottenere il risultato.
Usando fotocamere FX ed obiettivi da 2500 euro sarebbero venute foto migliori ?
Forse, se ne sareste stati capaci.
Ma già così vi sfidiamo a provarci ...
In ogni caso, comprate Nikon : vivrete più sani e sereni
Presentato a fine 2019 per realizzare insieme al 16-50 DX il superkit con la Nikon Z50 questo telezoom è uno dei soli tre obiettivi DX che siano stati realizzati in Z-mount.
Su Nikonland, ad oggi, ci sono 82 articoli relativi ad obiettivi Z Nikkor, ma nemmeno uno dedicato a questo zoom che ad oggi viene prevalentemente acquistato in bundle a Z50 e alle Zfc, adesso anche alle Z30: ne abbiamo più volte parlato, positivamente, per le sue qualità che fanno tanto contrasto con l'aspetto davvero economico e la luminosità massima, che all'estremo tele non supera f/6,3 causando smorfie di disagio a molti utenti, me compreso, da quando abbiamo preso coscienza della ricorrenza anche su altri obiettivi di questo terzo di stop in meno rispetto ad f/5,6 che in epoca reflex costituiva a buon diritto (in presenza di pentaprisma e specchio) un limite praticamente invalicabile dal buon senso delle case costruttrici di obiettivi.

fabbricato in thailandia...

munito dell'odiato sistema di sblocco che dà tanto fastidio ai puristi, pur compattandone sensibilmente le dimensioni in borsa

costruito davvero tutto in policarbonato, per giunta lasciando visibili le saldature dei semigusci...

...baionetta posteriore compresa, di un materiale che sembra addirittura meno compatto dei tappi standard Z

anonimo... anzi peggio: ...brutto !   (pur montando lo stesso paraluce del 50/1,8S)

dotato di schema ottico 16 lenti in 12 gruppi, un solo elemento ED  
munito però di gruppo VR, per ovviare all'assenza sulle Z DX del sensore stabilizzato
 classificato ad un prezzo al quale ben raramente viene venduto, giacchè all'interno dei kit scende a non più di 300 euro di valore
 
Resterà probabilmente lo zoom tele più economico marchiato Nikon Z, oggi che sappiamo che Tamron ha ricevuto licenza di presentare il suo 70-300 di primo prezzo, anche su baionetta Z, con tutti i pregi e difetti (anche solo di immagine) di questa soluzione.
Ed è questo il motivo che mi ha portato a parlarne ancora, costituendo a mio avviso una scelta obbligata per chi acquisti una Z di formato DX a cui voglia associare uno zoom di questo range di focali (equivalenti nientedimeno che ad un 75-375mm) in cui fino ai 200mm (cioè 300mm eq) il diaframma di massima apertura è ancora quell' f/5,6 che ci infonde tanta sicurezza.
Brutto...ma leggero: fin troppo, per poter gestire, nonostante il VR incorporato, quella focale di 250mm su sensori DX: pesa meno di 400 grammi senza tappi e paraluce !

Ve lo portereste al concerto jazz di mezzanotte  fotografando a ISO un tempo improponibili? ... Beh, io si !







e se apriste le foto su monitor adeguati, capireste il perchè...

(scommetto che lo avete fatto...)
Una delle sue più interessanti prerogative è sicuramente la fotografia ravvicinata, nella quale lo impegno insieme alle vetuste lenti Nikon 5T e 6T che hanno il pregio di avere il suo diametro filtri (da 62mm) e con le quali accorcio più o meno drasticamente i suoi 50cm di distanza minima di messa a fuoco che alla focale di 250mm diventano 100cm (ma che a 180mm restano ancora sui 75cm)

(scusate polvere e ditate, torno dalla campagna...)
Con le quali lenti addizionali diventa capace di cose così...



giostrando tra le focali...






risolvendo sufficientemente anche sfondi difficili da piacere nello sfuocato



barcamenandosi tra le difficoltà di un AF non certo dei migliori nella famiglia Z, quale quello della mia zetina50

ma ottenendo dettagli stupefacenti per texture e pulizia complessiva

ivi compreso il calembour della goccia d'acqua che fa da lente di ingrandimento

cambiando lente e di concerto, RR
Io penso che questo zoom Nikkor Z, meriti molto più dei tributi che abbia avuto concessi: e ne scrivo per destare il giusto interesse in chi si dibatte tra incertezze economiche e qualitative, finendo spesso per acquistare obiettivi sovreadimensionati rispetto alle reali esigenze personali.
Pur facendo la tara al fatto che Nikon abbia adottato questa politica riduttiva rispetto gli obiettivi DX già sulla carta, promessi da tempo.
Esiste ancora una folta schiera di utenti, appassionati di fotografia, che restano vincolati per motivi più economici che di reale scelta, al formato ridotto: il Nikkor Z 50-250 VR è una validissima risposta alla maggior parte (se non totalità) di essi.
Come ho scritto nel titolo: il minimo indispensabile...
 
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
 

Tamron ha annunciato oggi ufficialmente il lancio del suo primo obiettivo per attacco Nikon Z.
Si tratta del già noto Tamron 70-300 F/4.5-6.3 Di III RXD (modello A047) disponibile già per attacco Sony che verrà prodotto anche per Nikon il prossimo autunno 2022.
Ecco il comunicato ufficiale
***
30 agosto 2022, Saitama, Giappone - Tamron Co., Ltd. (Presidente e CEO: Shiro Ajisaka), produttore leader di ottiche per diverse applicazioni, annuncia lo sviluppo del 70-300 mm F/4.5-6.3 Di III RXD ( Modello A047), un teleobiettivo zoom compatibile con il "sistema di attacco Nikon Z" per fotocamere mirrorless full frame.

NOME DEL PRODOTTO 70-300mm F/4.5-6.3 Di III RXD (Modello A047)
Per Nikon Z mount (35mm full frame) DATA DI LANCIO Lancio previsto per l'autunno 2022 1 Tra i teleobiettivi zoom con capacità di 300 mm per fotocamere mirrorless full frame (a partire da luglio 2022: TAMRON)
Panoramica delle caratteristiche del 70-300 mm F/4.5-6.3 Di III RXD (modello A047)
Il teleobiettivo zoom 70-300 mm F4.5-6.3 di TAMRON combina le dimensioni più piccole e il peso più leggero al mondo1 insieme a un'elevata qualità dell'immagine basata sul concetto di TAMRON per cui "tutti i fotografi dovrebbero godersi la fotografia con teleobiettivo facile e confortevole". L'obiettivo è caratterizzato da una struttura resistente all'umidità per una protezione aggiuntiva durante le riprese all'aperto e dal rivestimento BBAR (Broad-Band Anti-Reflection) che vanta eccellenti prestazioni antiriflesso. Inoltre, questo 70-300 mm F4.5-6.3 compatibile con il "sistema di montaggio Nikon Z" può essere utilizzato con il software TAMRON Lens UtilityTM dedicato. È un obiettivo estremamente pratico che consente ai fotografi di godersi le riprese con il teleobiettivo come mai prima d'ora, da paesaggi, ritratti, sport e altre azioni, oltre a animali domestici, fauna selvatica e altro ancora.
IN EVIDENZA DEL PRODOTTO
1. Zoom teleobiettivo compatto
Progettato specificamente per le fotocamere mirrorless e con un'apertura F6.3 all'estremità del teleobiettivo, il 70-300 mm F4.5-6.3 è il teleobiettivo zoom mirrorless full frame più piccolo e leggero al mondo, con soli 150,3 mm (5,9 pollici) di lunghezza con un diametro massimo di 77 mm e un peso di soli 580 g (20,5 once). Più facile che mai, i fotografi ora possono sperimentare gli effetti di compressione e la profondità di campo limitata unici di un vero teleobiettivo. Questa lente è ideale anche per gli utenti che desiderano ridurre il peso del proprio bagaglio o alleggerire il proprio carico durante le passeggiate nella natura. Oltre ai paesaggi e agli sport, gli utenti possono godersi lo scatto con il teleobiettivo per un'ampia gamma di soggetti come ritratti, uccelli e scatti casuali.
2. Prestazioni ottiche superiori e portabilità ultraleggera
Basato su simulazioni approfondite che utilizzano le più recenti tecnologie di progettazione, il design ottico del 70-300 mm F4.5-6.3 bilancia con successo le sue dimensioni compatte e l'elevata qualità dell'immagine. La costruzione ottica comprende 15 elementi in 10 gruppi, con un elemento obiettivo LD (Low Dispersion) disposto con precisione per sopprimere le aberrazioni cromatiche assiali e altre aberrazioni che possono verificarsi con i teleobiettivi zoom. A 300 mm, una lunghezza focale del teleobiettivo comunemente usata, il design offre un'eccellente risoluzione da bordo a bordo. Il nuovo zoom crea immagini estremamente nitide e chiare su tutta la gamma dello zoom grazie al rivestimento BBAR di TAMRON, famoso in tutto il mondo per le sue prestazioni antiriflesso.
3. L'unità motore passo-passo RXD (Rapid eXtra-silent stepping Drive) è eccezionalmente silenziosa
L'unità AF incorpora un sensore che rileva con precisione la posizione dell'obiettivo mentre l'unità motore RXD offre un controllo AF ottimizzato. Ciò consente di ottenere un'operazione di messa a fuoco automatica molto rapida e precisa e consente agli utenti di mantenere una messa a fuoco estremamente nitida su soggetti in continuo movimento, spesso ripresi con teleobiettivi zoom. Grazie all'AF estremamente silenzioso, l'obiettivo può essere utilizzato con discrezione nelle sale da concerto e in altre situazioni che richiedono bassi livelli di rumore, nonché per le riprese video.
4. Software TAMRON Lens Utility dedicato
Con la versione compatibile con il "Sistema di montaggio Nikon Z", gli utenti possono utilizzare il software dedicato TAMRON Lens Utility sviluppato internamente da TAMRON 2 . Questa funzione consente agli utenti di aggiornare facilmente l'obiettivo al firmware più recente, senza passare attraverso la fotocamera 3 . Nella schermata delle informazioni sul firmware, gli utenti possono confermare che il loro obiettivo ha la versione più recente ed eseguire un aggiornamento se è disponibile un firmware più recente.
2 Collegare un PC e un obiettivo utilizzando il cavo di connessione TAMRON (da USB tipo A a tipo C) venduto separatamente.
3 Poiché il 70-300 mm F4.5-6.3 non è dotato di un pulsante di impostazione della messa a fuoco, alcune funzioni non possono essere personalizzate.
5. Costruzione resistente all'umidità per una maggiore protezione
Le guarnizioni si trovano nell'area di montaggio dell'obiettivo e in altri punti critici per scoraggiare l'infiltrazione di umidità e/o pioggia e consentire una costruzione resistente all'umidità. Questa funzione fornisce un ulteriore livello di protezione durante le riprese all'aperto in condizioni meteorologiche avverse.
Specifiche, aspetto, funzionalità, ecc. sono soggetti a modifiche senza preavviso.
Proposto in prima battuta solo per Fujifilm si è fatto una grande reputazione anche a confronto con i migliori Fujinon.
Esce adesso dopo una fase di sottoscrizione pubblica per finanziarne lo sviluppo anche per Nikon Z.
E' il quarto obiettivo in formato DX proposto da Viltrox per le nostre Nikon Z30/Z50/Zfc, dopo il primo trio composto da 23,33 e 56 tutti f/1.4.
Abbiamo recensito con buon giudizio il 33/1.4 su queste pagine e presto parleremo anche del 56/1.4 ...
... ma devo anticipare che questo 13mm, supergrandangolare estremo sia per focale che per luminosità, fa parte di una classe a se.
Ed è semplicemente il miglior obiettivo in formato APS-C che io abbia mai provato, a prescindere dal marchio. Punto
Potete fidarvi o meno di questa affermazione che non cerco di appoggiare con argomenti artefatti. Credo che bastino pochi scatti dell'oggetto e delle prime foto che ho potuto scattare per capire cosa sia, a cosa possa servire, cosa significhi per il mercato.
E' vero, Viltrox è un piccolo produttore cinese ma si è presentato sul mercato con una concretezza che stupisce. Ogni dettaglio dei suoi prodotti parla da se. Il rapporto prezzo/prestazioni è in generale sul lato del "miracoloso".
Resta il dubbio, purtroppo suffragato da tante esperienze lette in rete di un controllo di qualità non sempre all'altezza e di una rete di assistenza piuttosto evanescente. Ma queste non sono cose che si ottengono al tavolo da disegno (pardon, al CAD/CAE/CAM), si deve sudare per farsi una fama di qualità ed affidabilità.
Cos'è
E' un supergrandangolare rettilineare superluminoso in formato APS-C per mirrorless Nikon Z, autofocus con compilazione completa dei dati Exif nei file Nikon.
Fino a qualche anno fa era impensabile un oggetto del genere, non solo per la focale, che avrebbe richiesto costosi processi produttivi e lenti ultraconvesse ma per la luminosità così elevata, degna più di un obiettivo da ritratto - di quelli belli - che di un grandangolare estremo.
Pensiamo a cosa era il 13mm Nikkor AIS o anche solo a cosa sia il 14mm Sigma Art per definire la portata di oggetti del genere.
Certo, il formato DX aiuta sia nel progetto che nella realizzazione. Ma la focale 13mm resta comunque estrema. Ed f/1.4 di apertura massima del diaframma, più unica che rara.
Questo lo connota, più che come il classico obiettivo da paesaggio, da interni o da architettura (treppiedi etc. etc.), come obiettivo da ritratto ambientato, sia per fotografia che per video/vlog etc.
Anzi, è proprio per il video che è ottimizzato questo obiettivo.
Come è fatto

schema ottico ed MTF. C'è grande impiego di lenti, di cui la gran parte speciali.
L'obiettivo non è tropicalizzato ma ci sono anelli a tenuta.

il barilotto è lungo 90mm per 74mm di diametro. Pesa 455 grammi e mette a fuoco a 22 cm.
Il passo filtri è un modesto e oramai comune 67mm.
L'angolo di campo è di 94°.
Il diaframma apre da f/1.4 ad f/16.

a proposito di diaframma. L'anello dei diaframmi in tutti i Viltrox è fisico. E funziona automaticamente.
Nel senso che con la Nikon Zfc si compie il paradigma compiuto di funzionamento vecchio stile, con il diaframma che si regola a mano con la sinistra con cui si regge l'obiettivo.
Senza indicare nulla nel menù della macchina. Funziona così e basta. Come una volta.

la scatola, bianca, è piuttosto corposa.

ed è molto ben confezionata con soluzioni premium sia nell'involucro che nell'interno.



insomma, meglio di Nikon, giusto per capirci ...
L'obiettivo è in metallo, paraluce compreso. Solo il tappo è in plastica comune, stile Sigma, per capirci.





serigrafie ed iscrizioni sono perfettamente realizzate. Il paraluce ha una sua specifica, come per i marchi importanti.

diaframma chiuso


e aperto.
La baionetta è ben realizzata, l'anello blu è tipico dei Viltrox.
Non sfugge la presa USB-C per effettuare eventuali aggiornamenti firmware (io l'ho fatto appena arrivato a casa, via Amazon.it in pronta consegna).
 
Come sta sulla Nikon Zfc
Io l'ho comprato per montarlo ed usarlo sulla mia Nikon Zfc.
Bella - quella col completino verde menta - si è precipitata subito a conoscere il nuovo arrivato e queste sono le loro foto di coppia







credo che la qualità della realizzazione parli da sola. Al tatto il complesso è ... sensazionale.
L'obiettivo sembra invero pensato per la Nikon Zfc in termini di fattura e modalità operative.
Anche se come dimensioni e peso siamo al limite massimo che la piccola Zfc priva di impugnatura può sopportare.
Io la tengo sempre con la SmallRig montata e quindi ci siamo.
Ma ognuno si sappia regolare.
Come va
Andiamo a noi. Smarcato il fatto che questo obiettivo è bello e ben costruito, alla fine conta la qualità delle sue foto.
Ebbene, da lasciare a bocca aperta.
Al netto che su Lightroom mi sono trovato il profilo di correzione integrato

questo obiettivo è sostanzialmente privo di difetti ottici.
Non mostra distorsioni di nessun genere (se non quelle prospettiche, se non stiamo in bolla), niente aberrazioni cromatiche, poca o scarsa vignettatura.
Ok, ai bordi non avrà la stessa nitidezza che al centro, ad f/1.4. Ma come ho scritto all'inizio questo non è un obiettivo per riproduzioni o per paesaggio.
E un obiettivo pensato per ambientare i soggetti.
Come ho potuto fare solo con Archie e Toby, non avendo altra occasione prima di questa anteprima



f/1.4, 1600 ISO, 1/250'', sul tavolo di cucina, senza correzioni. Questi due cuccioli sono alti al garrese i canonici 28 cm ...




come in queste foto, in esterni, ai mercatini d'arte dei navigli di Milano.

ribadisco : linee tese, senza correzioni
Naturalmente non voglio essere asseverante, ognuno userà questo "19.5" mm come crede sulla sua Nikon Z.
Sia essa una DX che una FX, magari una Z7 o una Z9 per avere in formato crop la stessa risoluzione di una Zfc/Z50/Z30.
Alla ricerca di linee e prospettive


o studiando forme e colori

coi colori che sa offrire, anche senza interventi in sviluppo




restando le persone in ambiente, il suo soggetto prediletto

dove tutto è leggibile pur a diaframma medio

ma quando ci va possiamo passare ad un'altra dimensione, sempre fatta di linee tese, forti, corrette







insomma, lo strumento c'è, il resto lo deve fare il fotografo.
Volendo trovare un difetto, lo troviamo nella comparsa di flare in alcune situazioni ma non sempre. Dipende dalla scena.

flare cercato, scatto lasciato tutto al naturale (ovviamente da cestinare).

Conclusioni
Non vi annoio oltre, perché credo che un obiettivo così necessiti di un certo periodo per prenderne completamente possesso. Quindi ne riparleremo.
In questa occasione volevo solo darvi a grandi linee un'idea delle sue prestazioni e potenzialità, il resto sta a voi.
Per me per Nikon Z è un must-have. Al prezzo di 492 euro, spedito a casa, con IVA, è anche un discreto affare.
Ma questo lo lascio decidere a voi ...
PRO
bello, consistente, funzionale, sembra un Nikon Z a tutti gli effetti per autofocus (silenzioso e preciso) e integrazione nel sistema anche in ambito di sviluppo dei file costruito benissimo lineare, praticamente esente da difetti ottici evidenti pensato con lo scopo di farne uno strumento creativo per ritratto ambientato, sfruttando la linearità di risposta e il diaframma molto luminoso rapporto prezzo/prestazioni eccezionale con la Nikon Zfc abbiamo l'anello del diaframma funzionante, a completamente di ghiere e torrette superiori, per un uso all'antica, tutto manuale CONTRO
grosso rispetto ad altre soluzioni, al limite del massimo possibile da montare su una Nikon Zfc comparsa di velature e flare in certe situazioni (ma bisogna andarsele a cercare) quella C rossa che mi ricorda Canon !

la mia Zfc, il Viltrox 13mm f/1.4, di fianco il piccolissimo TTArtisan 32/2.8 AF. Per capire le proporzioni ...
 
Non è una notizia ufficiale ma trapelata da una conversazione informale avuto su un canale social tra Viltrox - produttore cinese di ottiche universali - e un suo cliente.
L'ammissione di Viltrox, qui di seguito documentata, afferma che Canon ha o avrebbe intimato a Viltrox (e ad altri produttori come Viltrox, per esempio a Samyang) di cessare la produzione e di non proporre più obiettivi compatibili con l'attacco Canon RF (quello delle mirrorless Canon EOS R).

lo scambio di comunicazioni che riproduco qui sopra, in inglese, è di pubblico dominio.
Viltrox di fatto dice che si uniformerà alla richiesta di Canon (che evidentemente minaccia azioni legali) e che toglierà dal mercato quanto già proposto.
Addirittura fornendo eventuali firmware per prodotti già venduti solo su richiesta diretta per email.
E, soprattutto, che in futuro, attenderà il permesso di Canon prima di presentare nuove proposte per quell'attacco.
Ci interessa poco cosa fa Canon, anzi, al sottoscritto nulla, salvo per curiosità sui nuovi prodotti (vorrei, per esempio, che Nikon rispondesse presto a Canon con una Z in formato DX con l'Expeed 7 e lo stabilizzatore integrato) ma questa pratica di mercato estremamente protezionistica ed aggressiva è un segnale che non si può trascurare.
Apple lo fa con forza, da decenni, quello di favorire il suo ecosistema proteggendolo in modo estremamente aggressivo, impedendo l'utilizzo dei suoi dispositivi al di fuori dei canoni previsti, anche con l'impossibilità di accesso per la manutenzione o l'upgrade degli utenti, impedendo la creazione di un mercato di terze parti in opzione. Addirittura impedendo all'utente di installare sui computer Apple sistemi operativi alternativi, o di installare sistemi operativi Apple su sistemi informatici non Apple.
Ma Apple è fortissima, ha un potere enorme sul suo mercato, vende centinaia e centinaia di milioni se non miliardi di dispositivi l'anno, ha una gamma estesa di prodotti che copre le esigenze dei suoi clienti (chi non si sente coperto, può solo scegliere sistemi differenti, senza poter personalizzare i sistemi Apple).
Ma Canon, Nikon, Sony, Fujifilm etc., semplicemente non hanno una posizione e una forza simili a quella di Apple. Anzi, non sono mai state così deboli sul mercato come in questo momento di progressivo e esponenziale distacco del pubblico dall'oggetto fotocamera discreta.
Proteggere un sistema con la veemenza apparentemente - ma privatamente - mostrata da Canon non fa che sancire questa debolezza. Come dire - ma non è un giudizio mio, non ho alcuna opinione e tutto il rispetto massimo per Canon - siamo deboli, vogliamo proteggere le nostre vendite. Soprattutto, non vogliamo che si possano fare confronti tra il nostro prodotto e quello di A, B o C.
Sony sappiamo che ha una politica opposta, avendo fornito liberamente a chi lo ha chiesto ogni informazione possibile per realizzare dispositivi di terze parti. Ne sono prova i tanti obiettivi completamente automatici offerti per l'attacco Sony E da molti produttori che hanno nel tempo aiutato Sony a consolidare la sua presenza in un mercato in cui Sony prima era marginale.

Ci sono timidi segnali da parte di altri produttori, se non di apertura, almeno di moderata disponibilità verso le terze parti.
Fujifilm "tollera" la proposta di Sigma, Viltrox ed altri di obiettivi compatibili con gli attacchi X e GFX.
Nikon è molto formale al riguardo. Non ha mai detto di essere disponibile a concedere la licenza dell'attacco Z. Ma sinora non ha fatto azioni aggressive nei confronti di chi lo sta utilizzando.
Abbiamo il caso di Viltrox, che offre già 4 obiettivi Z.
E adesso anche TTArtisan che ha presentato dopo una relativamente lunga gestazione, un obiettivo con protocolli Z completi - ovviamente oggetto di reverse engineering, non avendo alcun accesso ai protocolli originali Nikon - che riporta tutte le funzionalità delle nostre Z come se l'obiettivo fosse Nikon.
Ne abbiamo parlato sulle nostre pagine in questi giorni e lo posso mostrare in foto :

non solo la compatibilità meccanica ma anche i contatti compatibili con Nikon. E il marchietto Z-Mount sulla bella baionetta metallica

il TTArtisan 32/2.8 AF sulla mia Bella Nikon Zfc. Garantisco il funzionamento "perfetto" su Zfc, Z6 e Z9 per prova provata personalmente.
Nikon inoltre, ne abbiamo le prove ufficiali, ha collaborazioni avviate con Nissin e Profoto per i flash, con Tascam per le interfacce audio, con SmallRig per le cage e le staffe.
Ha anche acquistato - per mezzo di veicoli finanziari Mitsubishi - una quota non troppo inferiore a quella che detiene Sony, del capitale di Tamron.
Grazie alla cui collaborazione ha potuto proporre a sorpresa il Nikkor Z 28-75/2.8.
Di fatto questo impedirà a Tamron di fare obiettivi Z ma consentirà a Nikon, eventualmente, di estendere il corredo Z con obiettivi derivati da Tamron.
Correzione : Tamron proprio oggi 30 agosto ha annunciato il suo primo obiettivo per Nikon Z, su licenza Nikon.
Sigma invece ha più volte ufficialmente comunicato che farebbe obiettivi Z ma che attende la licenza legale da Nikon, prima di proporre qualche cosa per Z.
Nikon potrebbe decidere di proteggere aggressivamente il suo ecosistema, dichiarando che è chiuso e guai a chi prova ad entrare ?
Potrebbe. Ma ne avrebbe vantaggi ? E la forza di sostenere l'urto ?
Al di la degli indubbi svantaggi di natura reputazionale (i clienti hanno una opinione critica verso chi protegge scelleratamente il proprio sistema, dalle batterie sino al software; i cinesi sono orgogliosi quanto i giapponesi dei loro prodotti : tu non vuoi che io faccia prodotti compatibili con Canon ? Ed io boicotto i prodotti Canon !), esistono quelli di mera convenienza di sviluppo.
E' evidente a tutti che Nikon (ma anche gli altri produttori di fotocamere da Leica a Sony passando per Panasonic e Canon) non hanno più i fatturati, le risorse umane e materiali, non hanno più un mercato tale da consentire loro di progettare e sviluppare tutto.
Competere con i flash con Godox che oramai gioca in una categoria superiore, sarebbe impossibile per Nikon. Ecco l'alleanza tecnologica con Nissin e Profoto che al di la del fatto che sinora non abbia apparentemente prodotti vantaggi concreti per i clienti, almeno indica una direzione di sviluppo (e giustifica l'assenza di nuovi flash Nikon da un lustro a questa parte).
Nikon fa fatica a tenere il ritmo necessario a sostenere la presentazione di prodotti - segnatamente obiettivi, perchè di fotocamere compatibili non ne vedremo mai, accessori e flash - come vorrebbe il mercato.
Se Viltrox e TTArtisan e Yongnuo o Godox e altri sono in grado di farlo al posto loro, perchè no ?
Per ogni Viltrox 13mm f/1.4 venduto - a proposito, obiettivo fantastico ! - ci sarà forse una Z50 o una Zfc venduta in più da Nikon.
Per molti la triade di Viltrox 23-33-56 f/1.4, buoni e a buon prezzo, può essere ragione di acquisto di una Z in formato DX. Che viceversa non acquisterebbero.
La difesa strenua di un ecosistema chiuso con i Nikkor Z 16-50/50-250/18-140 e stop, dove ti porterà ?
La chiave non è proteggere il proprio ecosistema, ma creare un divario prestazionale tale tra i propri prodotti e quelli "alternativi", per cui il cliente sappia chiaramente dove puntare in base alle proprie esigenze, consentendo però al contempo la scelta.
Perché al momento, semplicemente un Nikkor Z di classe S full frame è di un livello tale da non consentire paragoni con "gli universali" e spesso, nemmeno con gli obiettivi non compatibili con Z.
Se poi in formato DX Nikon non ha intenzione di investire oltre l'indispensabile, perché non imbarcare invece alleati.
A marcare il proprio territorio si fa sempre in tempo. Basta stare davanti agli altri in termini di qualità, innovazione e servizio.
E' la competizione che deve essere aggressiva, non il protezionismo e le azioni legali.
Per questo motivo, mi auguro che Nikon non segua le orme di Canon. Anzi, che magari anche solo in via privata, cerchi contatti e accordi tecnologici e commerciali per favorire la crescita del sistema Nikon Z per vie esterne.
Come deve fare ogni produttore che non ha le dimensioni necessarie per difendere tutti i confini del suo regno.
Insomma, Nikon, lascia stare Viltrox e TTArtisan, quanto ti ci vuole invece a lanciare sul mercato 12-28 e 24 DX ? E più avanti cosa ci offrirai ? Preferisci invece farci desiderare la roba d'altri ?
Che cos'è

è un fisheye diagonale con angolo di campo di 180° quando montato su una fotocamera APS-C come le nostre Nikon Z50, Z30 e Zfc per cui esiste in montatura nativa.
Il fisheye diagonale riempie per intero il fotogramma ed è sostanzialmente un supergrandangolare che, a costo di una distorsione evidente, consente riprese totalmente immersive.
Si differenzia da quello circolare proprio per questo. Un fisheye circolare non copre il fotogramma ma descrive proprio un cerchio di diametro pari all'altezza del fotogramma.
Tornando a questo TTArtisan, si tratta di un obiettivo molto solido e consistente in pieno metallo e vetro. Con schema ottico complesso

composto anche con l'uso di diversi vetri speciali (11 lenti in 8 gruppi)
Si permette una messa a fuoco molto ravvicinata di 12,5 cm.
Pesa poco più di 350 grammi.
Non è permesso montare filtri anteriori per la presenza di una lente piuttosto bombata.
Ma dietro è possibile applicare un filtro ND.
Come è fatto
arriva nella scatola in cartone telato di TTArtisan. Semplice ma nel complesso elegante.





l'obiettivo è protetto da foam grigio scuro e cellophane.

e ne viene fuori bello come il sole.

il paraluce a petali è integrato ma, volendo, si può smontare il tappo anteriore ed aggiungere l'anello rimanente ad ulteriore protezione della lente

le classiche iscrizioni bianche di TTArtisan sul tappo anteriore

ecco smontato il tappo a vite e l'anello che ne risulta

qui montato sull'obiettivo

 

il trattamento è verde. Anche sul davanti le iscrizioni sono ben eseguite, con tanto di matricola

come del resto anche tutte le indicazioni sulla scala di messa a fuoco e l'anello di regolazione del diaframma che arriva fino ad f/11


la baionetta con l'indicazione Z-Mount. Il diaframma a 7 lamelle, qui chiuso su f/11
Mentre qui è tutto aperto


Come sta sulla Nikon Zfc

lo vedo benissimo sulla Nikon Zfc ma sono sicuro che sarà altrettanto bello montato sulla Nikon Z50.



l'aspetto vintage si lega del tutto alle funzionalità.
La messa a fuoco è fluida, per quanto in un obiettivo così serva a poco.
L'anello del diaframma è bello solido e facile da manovrare a differenza di altre realizzazione "stile Leica" di TTArtisan

 
Il filtro ND1000 in dotazione
come si conviene ad un fisheye serio, anche in questo caso abbiamo un piccolo filtro in dotazione.
Ma a differenza dei vecchi filtri colorati adatti per la pellicola, qui si tratta di un ND1000 da applicare direttamente sopra alla lente di uscita, al posteriore e in grado di abbattere la luce del sole per poter fotografare a pieno diaframma con il sole.


 
Come va
Probabilmente io sono il fotografo meno indicato per usare un obiettivo del genere.
Che in effetti è destinato al mio amico Max che saprà sfruttarlo con audacia.
Specie per quegli 11 cm di distanza di messa a fuoco minima che consentono un effetto totalmente immersivo e per l'apertura di f/2 che riempie di luce ogni scatto.
Qui io presento il risultato di due passeggiate cittadine, giusto per dare l'idea.



















non c'è alcuna correzione in termini di distorsione mentre sui colori in qualche caso ho dato un aiutino alla giornata di sole.
In generale mi pare che la resa sia solida, ben contrastata. Nonostante l'angolo di campo enorme non vedo particolari velature o flare.
Ho usato l'obiettivo al naturale, con il paraluce integrato e senza filtro.
Conclusioni
Obiettivo destinato a fotografi creativi per antonomasia, lo si può amare o odiare allo stesso modo.
Non lo ritengo necessario per la borsa di ogni fotografo ma devo ammettere che una volta accettato l'effetto estremo a tutto frame, diventa divertente da usare.
Ci vuole un pò di palestra che rendano i circa 200 euro richiesti per questo oggetto poi ben spesi da un uso periodico e non sporadico come finisce per diventare per alcuni dopo le prime prove.

Pro
oggetto eccellente sul piano costruttivo. Se non sapessimo chi lo ha prodotto potremmo scambiarlo facilmente per un Made in Germany bello, se vi piace questa estetica, perfetto sulla Nikon Zfc prestazioni ottiche convincenti considerando la focale estrema, la rappresentazione della realtà (i calcoli per risolvere questi schemi non sono banali) e la luminosità relativa, inusitata per un fisheye, probabilmente resa possibile dal campo ristretto APS-C rapporto prezzo/prestazioni che lo rendono alla portata di tutti in dotazione c'è un bel filtro ND1000 utilissimo in molte occasioni Contro
tutti nel fotografo. Bisogna sapersene servire. Non è cosa per tutti. A me comunque è piaciuto e devo ammettere con sorpresa che mi dispiacerà spedirlo a Palermo ...

 
 
Abbiamo parlato di questo obiettivo al lancio ufficiale, avvenuto a fine luglio.
Noi, avendo già un esemplare in casa, offerto gentilmente da TTArtisan, ne abbiamo anticipato le caratteristiche qui :
 
ma adesso è tempo del test completo.
Come è fatto ?



diversamente dal solito, questo TTArtisan arriva con una scatola nera anziché bianca, probabilmente inaugura una nuova serie di autofocus.
Sull'adesivo di lato le caratteristiche salienti che già conosciamo : barilotto da 50x63mm, 196 grammi. Passo filtri da soli 27mm.
Per Nikon Z

l'interno è ben protetto da foam

l'obiettivo ha il paraluce incorporato e un tappo che lo ricopre.

 
l'iscrizione è "alla tedesca" con l'apertura massima prima della lunghezza focale. La Z è evidente, così come la distanza minima di messa a fuoco di 50 cm.


il tappo reca una pregiata incisione in bianco. Attenzione, non vi tragga in inganno il peso di meno di due etti : è tutto metallo !

ancora un primo piano del tappo

e la parte anteriore dell'obiettivo da cui si vedono le iscrizioni sul fronte, attorno alla lente iniziale


il paraluce estratto. No ruota, è ben fermo. Tutto sommato anche nell'uso non si muove.


io ho la mano piccola. Anche così si capisce quanto sia ... piccolo questo obiettivo.



il posteriore. In primo piano i contatti dorati a standard Nikon Z, opposta, la presina micro-USB per l'aggiornamento del firmware.
Il diaframma a 7 lamelle, il trattamento in verde.
Lo Z-Mount inciso sulla baionetta in metallo cromato.

ancora un dettaglio del diaframma

e del tappo
 
Come sta sulle nostre Nikon
 

per le dimensioni e le proporzioni, oltre che per lo stile, sta benissimo sulla mia Nikon Zfc


 
 
nelle due foto sopra, con e senza paraluce ritratto


la presa in mano è agevole anche se l'obiettivo è piccolino



qui in due foto "artistiche" per appagare l'occhio


ma è un obiettivo full frame, quindi funzionerà perfettamente anche su Z5-Z6-Z7 con le quali si abbina sia stilisticamente che in termini di ergonomia, oltre che di funzionalità.
Anzi, con queste macchine acquista anche lo stabilizzatore incorporato sul sensore.





come vedete bene in queste foto con la Nikon Z6
Come va ?
Innanzitutto, la cosa di cui ero più curioso.
Questo è un obiettivo autofocus e credo sia il primo esemplare di obiettivo motorizzato da parte di TTArtisan.
Come avranno regolato il motore di messa a fuoco per lavorare con le nostre Nikon.
Posso assicurarvi che il motore va bene, è veloce ed silenzioso.
Ogni modalità di messa a fuoco automatica di Nikon è funzionante, sia sulla Nikno Zfc che sulla Z6 che sulla Z9.
Veloce, preciso. Nulla da segnalare, anche per soggetti in rapido movimento.
In generale, considero questo obiettivo un attrezzo per fare istantanee, praticamente un normale appena più ampio, quindi da usare come un 50mm che consente un campo più largo.
32mm non è tanto lontano dai soliti 35mm cui siamo abituati. Almeno, il mio occhio non ne distingue tanto la differenza.
Vi assicuro che é più vicino alla visione del 35 che del 28mm, a dispetto del conto dei millimetri.
Naturalmente, considerando il prezzo e le dimensioni compattissime, possiamo pensare che qualche compromesso ottico sia stato messo in conto.
Insomma non è un esercizio pensato per le massime prestazioni ottiche e già la stessa scelta di limitare ad f/2.8 l'apertura massima qualche cosa ci dice.
Nell'uso l'ho trovato fedele, funzionale anche tutto aperto ma in grado di dare il meglio da f/4 in su, con una immagine molto plastica e materica ad f/8.
Perdonatemi ma non sono andato a guardare i bordi o la nitidezza estrema, ingrandendo al 200%. Non è questo il caso.
Devo dirvi che vignetta anche chiudendo il diaframma.
Ma non è un problema per il genere di foto che faremo con questo obiettivo.
L'unico vero limite che ho trovato, è la propensione al flare che in tutte le circostanze in cui il sole arriva radente, pur non essendo nel frame, abbaglia.
Probabilmente responsabilità del piccolo paraluce, pratico ma ridotto nella capacità di copertura, o nelle premesse ottiche per fare un obiettivo così compatto.
O nel trattamento ottico.
Insomma, un aspetto da rivedere cui spero i progettisti porranno attenzione nei prossimi progetti.
Per il resto è un obiettivo piacevole che non peserà mai in una passeggiata o in una gita spensierata, permettendo belle foto, con poco impegno fisico e di investimento.

istantanea ad f/5, in pieno sole, in riva al lago di Como con la Z6 (come nelle prossime foto salvo che non sia precisato diversamente)

buona lettura delle ombre, qui ad f/8


il sole nel diaframma ad f/16

colori ben modulabili

perfetto in scene di gruppo non eccessivamente estese (qui ad f/8)

nelle linee tese si nota un accenno di distorsione ottica a barilotto, facile da correggere ma presente (sul pavimento in primo piano). Ma del resto non c'è un profilo di correzione oncamera o su Lightroom.
Almeno che io sappia.


dicevo dei colori piacevoli e ben modulabili

ma ci metto anche le proprietà compositive tipiche di una focale solo moderatamente grandangolare
 

 
 qui io e Marilyn ... con una resa anni '40, da un poster sulla vetrina di un negozio di stock NOS vintage
 
ma andiamo alle dolenti note, il flare.
Qui uno scatto appena in controluce ma senza sole nell'inquadratura. Siamo ad f/4.5

il bagliore praticamente al centro della scena è terrificante, pur con il paraluce estratto.
Ma basta usare la mano come eravamo abituati un tempo, per coprire il sole che la foto viene tranquillamente, così


CONCLUSIONI
Potrei continuare con le foto ma mostrerei più il fotografo e i suoi limiti che le qualità di questo obiettivo.
Quindi concludo, sperando che prossimamente Max possa aggiungere il suo pensiero al riguardo.
PRO
autofocus perfettamente funzionale in tutte le modalità con tutte le mie macchine (Zfc, Z6 e Z9) obiettivo perfettamente integrato con il sistema Nikon Z dal quale viene riconosciuto anche a livello di TAGS Exif compatto, leggero, bello, ben costruito, piacevole anche solo da guardare facile da usare, offre una focale di immediata comprensione sia in pieno formato che in formato APS-C prezzo contenuto (lo trovate già su Amazon con pronta consegna a €199 IVA e spedizione compresa) CONTRO
non ci possiamo aspettare prestazioni stellari. Credo sia inutile confrontarlo con i migliori Nikkor Z o con obiettivi di prezzo di 4 o più volte superiore ma soprattutto, concepiti per avere prestazioni ottiche ottimali.
Questo è un obiettivo non impegnativo presenta una leggera distorsione e una certa vignettatura (forse indotta dal paraluce molto piccolo e fisso) ha una scarsa tenuta al flare, anche con il sole fuori dall'inquadratura, si possono presentare bagliori elevati per cui bisogna porre rimedio all'antica ma anche leggere velature cui si deve rimediare in sviluppo per me è fin troppo piccolino. Devo combattere perché le mie dita non finiscano in primo piano attorno all'immagine ...  
Ma nel complesso, almeno per quanto mi riguarda, il bilancio è positivo.
L'autofocus lo rende comodissimo. L'uso è semplice e piacevole. Non peserà mai andare in giro con questo obiettivo e un corpo macchina compatto (non lo userò mai con la Z9 !).
Costa poco ed è bello da vedere oltre che ottimamente costruito.
Insomma, in attesa che TTArtisan ci stupisca con le successive proposte autofocus per Nikon Z, questa mi pare già una prima prova incoraggiante.
Da sfruttare con leggerezza, secondo la logica con cui è stato progettato. Fare foto, non misurazioni scientifiche.


passo veloce, scatto a tempo non altrettanto rapido ma autofocus adeguato (lato obiettivo).

Nikon Zfc, quindi non un fulmine, ciclista in avvicinamento veloce, a tutta raffica, perfettamente a fuoco in automatico.
Con i nostri affettuosi ringraziamenti a TTArtisan.
Se esco per andare a fare foto in un posto dove so che avrò bisogno del flash, prendo uno dei miei flash da studio, un 600 W/s a corrente di rete o a batteria.
Normalmente per stare leggero prendo il Godox AD600PRO che sta, con una batteria di riserva, in una borsetta Ferraritm originale.
Ma mi serve come minimo anche un modificatore, di solito un ombrello parabolico da 150cm oltre ad uno stativo serio per sostenerli senza che cadano.
Complesso che in esterni è impossibile da usare per il vento. E quindi in quel caso viro su un softbox rettangolare da 60x70cm.
Con tutti gli ingombri e i pesi conseguenti.
Ma a volte capita di essere in una situazione in cui non era preventivato il flash ma poi, guardando bene, per qualche scatto secondario rispetto alla "missione", ci vorrebbe.
Per questo ho pensato a comperare il Godox AD100PRO di cui ha parlato diffusamente Max in questa stessa sezione.
Si tratta di un affare grande quanto una lattina di Coca Cola da 33cl

che però pesa molto meno !
Non monta modificatori complicati, pesanti e voluminosi ma gli accessori pensati già per il Godox V1 che io ho già.
Come il cupolino in gomma traslucida Godox AK-R22 che vedete qui sopra.
Si, non è un flash a slitta ma off-camera e ci vuole uno stativo, ma ne basta uno cinese piccolo, leggero ed economico (su Amazon ne trovate tanti. Questo ha l'età di Noè e credo di averlo pagato tipo ... 9 euri !)

aggiungete il trigger Godox XPRO-N ed avete un sistema che ... a parte lo stativo che sta tra le maniglie della borsa quanto la porto a mano, lo posso riporre nello spazio destinato al secondo corpo in una borsetta normale, tipo questa Lowepro Nova 200
 

kit di rapido intervento. Z9, Zfc, 105/2.8, 50/2.8, 40/2. A sinistra, nel posto destinato alla ... seconda Z9 (che per ora non c'è), il Godox AD100 PRO, una seconda batteria presa a prestito dal Godox V1 e il trigger Godox XPRO-N.
Il cupolino Godox AK-R22, nemmeno lo smonto !
 

Guardate come sono piccoli e simpatici !

***
Nelle foto che seguono dimostro i risultati - non modificati per quanto riguarda esposizione/luminosità/ombre/luci - di due momenti differenti, in due shooting, impostati - come mia inclinazione negli ultimi anni - in luce disponibile.
Ma in cui alla fine, mi è venuta voglia di usare anche il flash.
Se non avessi messo in borsa il Godox AD100PRO non avrei potuto fare queste foto.
Ma potendo senza problemi, perché no ?
Lei Venus, con me la Z9 e il Nikkor Z 105/2.8 S ad f/6.3, 100 ISO.
Il Godox AD100PRO con il suo AK-R22 sullo stativo che avete visto nelle foto sopra, alzato per metà.
Messo davanti alla modella, sulla tre quarti a destra (come vedete dai lampi sulle pupille se ingrandite le foto).
In fotoritocco ho solo addolcito la pelle, un pò brufolosa, il resto è nature



siamo in una situazione di luce mista, perché nella scena - ma non su di lei - era presente anche luce solare (di agosto : parlo di ieri, temperatura dell'aria +36 °C)
Come vedete, l'effetto del lampo si vede, ci sono piccole chiazze di luce sulla pelle ma che non danno fastidio.
In compenso c'è tutta la dinamica e la vita che può permettere solo una luce regolabile. Qui siamo ad 1/8 di potenza in M
Secondo caso, in studio, all'interno. Dove non c'è luce e per fare queste foto - che verrebbero immancabilmente piatte e dovendo alzare la sensibilità a livelli elevati per mantenere tempi compatibili con una modella che non posa "da bella statuina".
Ma io volevo fotografare a 64 ISO ed avere foto ferme ma allo stesso modo, potenti come quelle fatte in pieno solo poco prima.
Ancora Nikon Z9 con Nikkor Z 105/2.8 S. ISO 64. 1/100'', F2.8. Potenza ad 1/16 + 2/3 in M.
Controllo con Godox XPRO-N.
In queste situazioni evito il TTL che tende a spianare la scena come se fosse una sala a polvere. Io voglio che il flash aggiunga dinamica, non che la livelli ...
Lei è Hera.
Flash posizionato a sinistra, a tre quarti, alzato sopra gli occhi della modella.
Se si ha l'accortezza di posizionare bene il soggetto rispetto allo sfondo, le ombre non si vedono, tranne quelle naturali sul soggetto. E sembra quasi la luce del sole.

qui, lei si appoggia alla parete e l'immagine è orizzontale. Si vede bene come si posiziona l'ombra, decisa.

ma non avrete pensato che sia un flash che, con i suoi "soli" 100 W/s sia capace solo di illuminare volto e busto, vero ?
Basta anche per la figura intera e non lascia nulla a desiderare ...



***
Insomma, kit completamente promosso per quanto mi riguarda e che spesso finirà in borsa, nel dubbio, all'ultimo momento. Anche senza pensare se le batterie sono cariche !
A favore
piccolo, compatto, leggero, sta in un reparto di una borsa fotografica piccola. Non montando modificatori impegnativi, basta uno stativo leggero ed economico per sostenerlo, potendo così muoverlo nella posizione migliore dopo qualche scatto di prova sul soggetto perfettamente integrato nel sistema Godox sia per quanto riguarda i protocolli di trasmissione che per qualità di luce, sistemi, accessori, etc. condivide gli accessori di kit del Godox V1 condivide la stessa batteria del Godox V1 la potenza è più che adeguata, salvo che non vogliamo illuminare a giorno scattando ad f/16, una scena intera. Ma alzando la sensibilità ... fino ad un certo punto ci si arriva. Oltre sarà meglio portarsi un AD600 o un AD1200 consumo contenuto. Non ho ancora ricaricato la batteria ed ho fatto centinaia di scatti ad 1/8 di potenza non essendo l'ultima novità, io l'ho trovato in offerta (202 euro su Ebay con garanzia Italia, per quello che vale) Contro
i modificatori che si possono montare (trovo impraticabile mettere un adattatore Bowens come suggerito da Godox, a quel punto muovo l'AD600PRO : ma il caso diventa un altro -> fotografia con il flash, quindi attrezzatura completa) non sono tali da permettere la flessibilità e la qualità di quelli standard come i softbox grandi o gli ombrelli parabolici di grande diametro. Parliamo comunque di fotografia sul campo, non in studio. Per lo studio compratevi un flash da studio ! la potenza è quella che è : ma è insito nel pacchetto compatto ed economico In conclusione, per le volte in cui non so se lo userò e quindi non voglio appesantirmi con un flash di quelli grossi e i suoi accessori (indispensabili), occupa più o meno lo spazio di un corpo macchina e pesa anche meno.
Per usarlo oramai vado a memoria come uno qualsiasi degli altri miei Godox.

Sulla qualità degli scatti, almeno nel caso del ritratto/figura/nudo che poi sono i generi in cui io uso il flash fuori casa, vedete un pò voi gli esempi che ho pubblicato.
Morale : se pensate che faccia al caso vostro, fateci un pensierino (ma non vi sognate di sostituire con un AD100PRO, un AD1200 con un parabolico da 180cm, non giocano nello stesso campionato).
Una opportunità ormai rara, quella di paragonare sul campo, nel segno di Nikonland, due obiettivi che rappresentano il passato ed il futuro delle lenti specializzate in fotografia ravvicinata e macro.
I due 105/2,8, quello F-mount in listino tra il 2006 ed il 2021, ed il moderno Z-mount, appunto del 2021, entrato in commercio col contestuale ritiro dell'altro dal catalogo.
Ovviamente entrambi su Nikon Z9, con l'ausilio di un FTZ II che li rende simili in lunghezza...

Simili in altezza si, ma non nel peso:
tra le innovazioni consistenti della linea Z, infatti, la diminuzione sostanziale di peso delle ottiche...e, se il vecchio Micro 105VR era considerato un obiettivo poco pesante,
  in forza dei suoi 814g
a cui aggiungere quelli dell' FTZii 
che cosa dovremmo dire del peso del nuovo MC105 dotato di baionetta Z ???

Chiaramente sensibile su di una Z della prima serie questa differenza di quasi tre etti, certamente meno sulla Z9, strumento di riferimento di questo test.
Altro parametro, la distanza minima di maf a parità di RR: ci sono 2,5 cm di differenza tra i due obiettivi macro, cosa che può interessare in maniera differente

certuni potrebbero infatti, a parità di RR, sentirsi avvantaggiati da una maggiore distanza dal soggetto.
Ancora: la scala tradizionale del VR105, tripartita tra metri, piedi ed RR dà maggior conforto del moderno display del MC105 che non riusciamo ad ottenere di poter regolare in durata di apparizione, in effetti eccessivamente breve...  Potendo tenerlo sempre acceso comporterebbe una diversa considerazione.
Entra qui in campo inoltre, una differenza di base tra i due obiettivi in relazione alla lunghezza focale effettiva: quella del nuovo MC105 mi sembra leggermente inferiore a quella del vecchio VR105, ovviamente fino ad un metro dal soggetto,

 MC105
 105VR
 MC105
 VR105
al di sotto della quale quota conta, ben più della focale effettiva, il Rapporto di Riproduzione tra le dimensioni di soggetto e sensore     
MC105                                                                                    105VR
 

dorato il VR, come da antica tradizione per le ottiche Nikkor dotate di vetri speciali, tanto quanto austero il moderno Nikkor Z

14 lenti in 12 gruppi, una sola lente ED, trattamento ai nanocristalli sulla lente frontale, per il VR105 del 2006

16 lenti in 11 gruppi, ben tre lenti ED ed una ASPH, trattamento antiriflesso ARNEO per il Nikkor Z MC105
motore AF SWM per il più vecchio, stepper per il MC, silenziosissimi, al contrario dell'altro.

VR integrato nel nuovo MC, disattivabile dal menù (o da uno dei tasti FN. Invece slider ON/OFF presente sul fianco del VR105.
Piuttosto rumoroso l'intervento del VR del vecchio Micro Nikkor, rispetto all'assoluta silenziosità del nuovo MC: anche questi elementi, con soggetti animati inquadrati, possono fare subito una netta differenza.
Anche ad obiettivo staccato dalla macchina, il nuovo MC105, scuotendolo, non dà quella sensazione di parti in movimento, più presente invece sul vecchio VR105

una bella differenza sul nuovo Z: il limitatore di fuoco che stavolta correttamente consente di evitare hunting dell' AF quando ci si trovi agli RR più elevati che consenta un obiettivo di questa categoria: tra la minima maf di 29cm ed i 50cm, che corrispondono ad un RR di 1:3,3 (peraltro bypassabile con la ghiera manuale di maf).
Nel VR105, inspiegabilmente per un obiettivo macro, il limitatore di maf opera tra mezzo metro e infinito, quindi tutela maggiormente gli utilizzi a distanze non ravvicinate di questo obiettivo.
Il desiderio di tutti noi nikonisti, in epoca full digital, sarebbe quello di poter programmare di volta in volta, da menù, il range utile dell' AF, in relazione al soggetto inquadrato.
Proprio come auspichiamo una revisione dell'utilissimo focus stacking, che ci consenta di stabilire a mirino/monitor la distanza minima e massima di intervento dell' AF, in funzione della quale, unitamente agli altri parametri (diaframma, step di intervento, exp...) la fotocamera poi computi quanti scatti effettivamente servano a coprire il range richiesto.
Non ci pare una opportunità da poco, tantomeno irrealizzabile...

Andiamo quindi a valutarne le prestazioni sia in termini assoluti, sia in relazione all'adattabilità del vecchio VR105 (per chi ne sia ancora in possesso) su di una Nikon Z9:
qual'è il presupposto di un test del genere, oggi, nel 2022 ...?
Essenzialmente: 
essere già possessore del "vecchio" AF-S 105VR e considerare pregi e difetti della sua utilizzabilità su Z decidere sull'acquisto (da usato) di un 105VR piuttosto che di uno Z MC105 stabilire se passare a Z in funzione delle prestazioni del nuovo macro 105 (chi utilizzi questo obiettivo in misura preminente o esclusiva rispetto altri) E cosa si ricerca oggi in un 105mm Macro? 
Fondamentalmente nitidezza, microcontrasto, correttezza cromatica, tra le prestazioni fotografiche, inoltre precisione dell' AF, assistenza del VR, silenziosità del sistema.
Ancora: distanza di lavoro adeguata ai soggetti preferiti, maneggevolezza nell'utilizzo a mano libera, completezza delle indicazioni relative a distanza, RR, pdc.
Ma un obiettivo macro di questa focale è anche un mediotele che si può sfruttare non solamente ai diaframmi medi e chiusi, per i quali è sicuramente ottimizzato, così cominciamo proprio da qui, dai diaframmi a tutta apertura (f/2,8 nominale, ma che a seconda del diminuire della distanza di maf può diventare anche f/4,2 sul MC e f/4,8 sull' AF-S)
 MC105 f/2,8
 105VR f/3
 MC105 f/2.8

105 VR f/3

MC105  f/2.8

105VR f/4

MC105 f/4

105 VR f/3,3

MC105 f/3,3
e a tutta gamma dei diaframmi disponibili, fino all' improbabile valore di f/40 (a rischio di diffrazione e ...polvere)

105VR
 

MC105
 
Ineccepibile la progressione dei due obiettivi a tutti i valori di diaframma ed anche la gradualità e, sopratutto, la gradevolezza dello sfuocato, grazie anche alle 9 lamelle del diaframma di entrambi questi macro.
Ben differente invece, la prestazione dell'autofocus, pur in questa sequenza di scatti eseguita su treppiede, variando unicamente il valore del diaframma, cercando di utilizzare l' eyeAF ottimizzato per animali, disponibile sulla Z):
ovviamente nessun problema con lo Z MC105, mentre il più vecchio AF-S ha chiaramente manifestato "allergia" a questa funzione, chiudendo oltre f/11: nel senso che il sistema rilevava l'occhio del tacchino, ma poi il sensore AF che si attivava era quello relativo alla parte piu contrastata del pupazzo, tra il corpo scuro ed il collo rosso (da f/16 in poi)
Avvicinandosi al soggetto, oltre le distanze minime fisiologiche per un mediotele come un 105mm, ci si rende conto di quanto sia importante diaframmare ed anche pesantemente:
la riprova questi due scatti che seguono, a f/8, che in questa condizione assomigliano maledettamente ad una apertura molto più luminosa di quella utilizzata...

105VR f/8

MC105 f/8
(da notare nel riflesso della finestra sul vetro del fisheye , come il microcontrasto del nuovo Z MC105 sia decisamente superiore, a parità di condizioni di ripresa)
 
Una delle critiche più frequenti mosse negli ultimi anni al Micro Nikkor AF-S 105/2,8G specie dopo l'avvento di sensori come quello della D850 da cui deriva proprio quello della Z9, è stata quella relativa ad una certa abbondanza di aberrazione cromatica e di fringings...
la buona notizia è che, grazie alle correzioni automatiche da fw delle fotocamere Z, estese alle ottiche F-mount attraverso l' FTZ, mi pare che sul sensore della Z9 si siano annullate quasi del tutto, come potrete constatare aprendo le immagini di questo articolo...
ecco una ninfea ripresa col 105VR
ed il suo crop...

 
mi paiono assolutamente analoghe alla stessa immagine ripresa con il MC105

ed al suo crop...

anche ai margini del pericolo di... zona diffrazione

105VR a f/22

MC105  f/22
così come anche le seguenti coppie di immagini realizzate ad f/11 e a TA dello stesso soggetto, assolutamente scevre, a mio avviso, da qualunque possibile influenza di aberrazione cromatica, anche sul più incline F-mount
105 VR  


 
MC105  


altrettanto che in queste immagini realizzate ai diaframmi medi di entrambi gli obiettivi

 MC105
 
 
 
105VR

 
Last but not least... un gruppo di immagini di Odonati, realizzate per testare la funzionalità dei due Macro alle distanze più ravvicinate in combinata con l'efficienza dei motori AF che nei due obiettivi, come detto, appartengono a generazioni differenti per tecnologia.
Metto per prime e di seguito, quelle realizzate con il Micro AF-S 105G VR, a varie distanze e RR, ma sopratutto, a vario tipo di cellule AF, tra le tante disponibili su Z9


 









Le libellule sono dei soggetti molto stimolanti per colore, forme e, sopratutto, come palestra di pazienza nel loro avvicinamento.
Non hanno propriamente delle strutture corporee indicate per essere aiutati dall' eyeAF: molto spesso il sensore viene ingannato e ritiene essere occhio una geometria delle ali, oppure il loro attacco dorsale, per cui probabilmente i sensori più adatti sono quelli di AF dinamico small e medio.
Ma il motore dell'AF deve essere fulmineo per riuscire a cogliere l'essenza del tessuto oculare composto da decine di migliaia di organi visivi, perchè poi si evidenzi a foto ingrandita come perfettamente messo a fuoco.
La postura di stasi, nella quale, lateralmente, troviamo l'ala a protezione del capo, non consente con facilità di individuare l'occhio retrostante.
Insomma...guardate adesso gli scatti realizzati nello stesso contesto di soggetti e di luce, questa volta con lo Z Nikkor MC105/2,8 S  su Nikon Z9 e poi ne parliamo...













... Vi prego di non farmi il torto di non aprirle, una per una, per comprendere il solco, la trincea, che solo quest'ultimo test scava tra i due obiettivi in lizza: una evidente supremazia dei motori stepper, silenziosi e fulminei nell'aggancio alla cellula del sensore AF, qualunque essa sia, rispetto all'obsoleto e più rumoroso SWM, nel determinare la reale differenza qualitativa tra una foto perfettamente (o tendente a esserlo...) a fuoco sull'esatto punto del soggetto dove si è puntato il riferimento di messa a fuoco.
Impossibile senza milioni di scarti, ottenere in MF questi risultati, inutile perseverare a farlo con obiettivi come questo Micro Nikkor, non solamente fuori catalogo, ma definitivamente oscurato dalle alternative moderne.
Anche con le libellule, lo stesso problema nei test dell' eyeAF che con il 105VR F-mount, si fermano ad f/11 e non vanno oltre, a differenza che con il moderno MC105 Z-mount, che lo gestisce anche alle aperture meno luminose di f/11 compatibilmente con le difficoltà del soggetto in questione, la libellula...insetto dai 28k di occhi...
 
E' solamente a questo punto che mi sento di tirare le somme e di rispondere ai quesiti iniziali:
chi possegga un Micro Nikkor 105/2.8G VR sappia che attraverso un FTZ I o II, potrà non solamente utilizzarlo nella pienezza delle sue funzioni, ma lo troverà decisamente migliorato dalla gestione fw dei file ottenuti, sulle prestazioni complementari in ragione di distorsione ed aberrazioni cromatiche chi debba decidere quale obiettivo dei due preferisca, legga il mio articolo e ne guardi le immagini SI !!!  Se un motivo ci sia di passaggio al nuovo sistema Z, questo Nikor MC 105/2.8S è certamente un argomento fondamentale, per i cultori di questa focale e dei generi ad essa associati (non escluso il puro ritratto) Spero di non essere stato prolisso o, peggio, incompleto...
 
Max Aquila photo (c) per Nikonland 2022

IT'S AN ICON
IT'S A NIKON
Aggiornamenti firmware per tre Nikkor Z che si accordano con nuove funzionalità offerte dagli ultimi aggiornamenti di Z9, Z6 II e Z7 II
Firmware obiettivo NIKKOR Z 50mm f/1.2 S versione 1.10 :
Aggiunto supporto per la rotazione dell'anello di messa a fuoco lineare durante la messa a fuoco manuale: quando è selezionata un'opzione diversa da [Non lineare] per [Gamma di rotazione dell'anello di messa a fuoco] * nella fotocamera [MENU DELLE IMPOSTAZIONI PERSONALIZZATE], ruotando l'anello della quantità selezionata viene messa a fuoco dal distanza minima all'infinito indipendentemente dalla velocità di rotazione. Aggiunto supporto per [Cambia messa a fuoco/ruoli anello di controllo] * nel [MENU DELLE IMPOSTAZIONI PERSONALIZZATE]. * A partire da agosto 2022, questa funzione è disponibile con la Z 9 (dalla fotocamera "C" firmware versione 2.00), la Z 7II (dalla fotocamera "C" firmware versione 1.40) e la Z 6II (dalla fotocamera "C" firmware versione 1. 40).
 
Firmware obiettivo NIKKOR Z 24-70mm f/2.8 S versione 1.20 :
Aggiunto supporto per la rotazione dell'anello di messa a fuoco lineare durante la messa a fuoco manuale: quando è selezionata un'opzione diversa da [Non lineare] per [Gamma di rotazione dell'anello di messa a fuoco] * nella fotocamera [MENU DELLE IMPOSTAZIONI PERSONALIZZATE], ruotando l'anello della quantità selezionata viene messa a fuoco dal distanza minima all'infinito indipendentemente dalla velocità di rotazione. Aggiunto supporto per [Cambia messa a fuoco/ruoli anello di controllo] * nel [MENU DELLE IMPOSTAZIONI PERSONALIZZATE]. * A partire da agosto 2022, questa funzione è disponibile con la Z 9 (dalla fotocamera "C" firmware versione 2.00), la Z 7II (dalla fotocamera "C" firmware versione 1.40) e la Z 6II (dalla fotocamera "C" firmware versione 1.40).
Firmware obiettivo NIKKOR Z MC 105mm f/2.8 VR S versione 1.10 :
Aggiunto supporto per la rotazione dell'anello di messa a fuoco lineare durante la messa a fuoco manuale: quando è selezionata un'opzione diversa da [Non lineare] per [Gamma di rotazione dell'anello di messa a fuoco] * nella fotocamera [MENU DELLE IMPOSTAZIONI PERSONALIZZATE], ruotando l'anello della quantità selezionata viene messa a fuoco dal distanza minima all'infinito indipendentemente dalla velocità di rotazione. Aggiunto supporto per [Cambia messa a fuoco/ruoli anello di controllo] * nel [MENU DELLE IMPOSTAZIONI PERSONALIZZATE]. * A partire da agosto 2022, questa funzione è disponibile con la Z 9 (dalla fotocamera "C" firmware versione 2.00), la Z 7II (dalla fotocamera "C" firmware versione 1.40) e la Z 6II (dalla fotocamera "C" firmware versione 1.40).
Abbiamo parlato della Nikon D7100 appena dopo l'annuncio, nella prima metà del ... 2013.
Io l'ho portata anche al Gran Premio d'Italia di F1 di quell'anno, fotografando il grande Fernando Alonso

e facendo naturalmente migliaia di scatti. Mi ricordo il caldo infernale di quel giorno. La macchina che raggiunti i 6.000 scatti consecutivi si blocca con lo specchio alzato.
Io che lo abbasso con le mani. Dopo di che riaccendo e continuo a fotografare come se nulla fosse stato. Cara Nikon !

questa reflex è stata poi aggiornata con la D7200, probabilmente la migliore di quella serie per poi essere avvicendata a sua volta dalla D7500, ufficialmente ancora a listino, con un sensore di un'altra linea.
Tutto questo per dire che, pur avendo fatto ampiamente il suo mestiere, non si tratta di un modello epocale e fondamentale per Nikon. Tanto da essere uscita dal listino già a fine 2014.
Ebbene, a distanza di quasi un decennio, Nikon pubblica oggi un aggiornamento del firmware di questa fotocamera. Solo la sistemazione di un bug, nulla di che.
Per una casa come Nikon e a distanza di tanti anni, con software e piattaforme completamente cambiate, aggiornare il firmware di una macchina come questa, rappresenta solo un costo, un fastidio, un impegno che difficilmente verrà premiato materialmente (visto che la macchina non è più in vendita e probabilmente non ci sono più nemmeno in azienda i programmatori di quel tempo ...).
Case blasonate come Epson, "dimenticano" ad arte di aggiornare i driver delle loro stampanti dopo qualche anno e queste, pur ancora efficienti, diventano dei soprammobili.
Nikon invece sa che la fuori ci sono ancora tanti fotografi che usano la D7100 con profitto ed ha pensato a loro.
E' un segno distintivo, per un marchio che continua a fare della tenuta del valore della ... fedeltà dei suoi clienti, un elemento fondamentale della sua stessa ragion d'essere.
Tanto che mi sono sentito in dovere di dedicare un articolo a questo "evento" che credo non debba essere trascurato.
Modifiche rispetto alla versione firmware "C" da 1.04 a 1.05 • È stato risolto un problema che faceva sì che live view terminasse circa 10 minuti dopo essere stato avviato in Camera Control Pro 2 con [Sempre attivo] selezionato per Personalizzazione c4 [Ritardo autosp. monitor] > [Live view] nel [MENU PERSONALIZZAZIONI]. Disponibile : Qui
Se ne parla dallo scorso autunno, eccolo qua, il lancio ufficiale del primo obiettivo autofocus di TTArtisan.
Nasce per Nikon Z, ha la piena copertura full-frame, benché in termini dimensionali sia perfettamente allineato con le dimensioni delle nostre macchine DX.
Qui lo presento con la mia Nikon Zfc verde menta. Si, perché per la sales start world wide, noi lo abbiamo già in casa ... in prova.





 
si tratta di un bel cilindretto metallico molto compatto


del peso di meno di 200 grammi.
Che mette a fuoco a 50cm, ha paraluce integrato estraibile, uno schema complesso che utilizza vetri pregiati.

un grafico MTF "old fashion"

un motore passo-passo. Perchè lo ripeto, nonostante tutti gli obiettivi TTArtisan da noi provati sinora siano dei classici manual focus, senza alcuna connessione elettrica con la fotocamera, questo nuovo 32mm f/2.8 invece nasce autofocus e con piena comunicazione con il corpo macchina (vedasi contatti dorati nella baionetta nella foto qui sopra).


l'obiettivo parte in vendita ... adesso, tramite i tradizionali canali online al prezzo proposto di $148 (che con il cambio di oggi appena sopra la pari significa che dobbiamo aggiungere l'IVA per avere il prezzo italiano).
Aggiungo qualche foto ufficiale su un corpo Nikon Z full-frame per poterne apprezzare ancora le proporzioni
 





che mi sono state mandate dall'ufficio marketing di TTArtisan direttamente dalla Cina.
 

naturalmente non manca la presa USB per aggiornare il firmware che già al lancio è compatibile con le nostre Z secondo il seguente schemino :

***
PRIMISSIME IMPRESSIONI
AUTOFOCUS : perfettamente funzionale, sia in foto che in video, in tutte le modalità Nikon Z
PRESA IN MANO : maneggevolissimo, compatto, leggero, paraluce pratico che essendo integrato non si può perdere o dimenticare
COSTRUZIONE : esemplare. E' il fiore all'occhiello dei progetti TTArtisan
Qualche scatto preliminare :
raffica in automatico con la Nikon Zfc
 






qualche istantanea :





e un file originale giusto convertito in jpg :

 
Come per gli altri obiettivi TTArtisan si tratta di un obiettivo di impostazione vecchia scuola, con una resa non esacerbata per nitidezza, anche chiudendo il diaframma.
L'autofocus, per essere una prima assoluta ... funziona benissimo.
A questo prezzo sinceramente non riesco a desiderare null'altro forse  un difetto immediato è la distanza di messa a fuoco relativamente elevata, mentre per la tenuta al controluce vedremo nel test completo che avverrà anche con la Nikon Z9.
Per il momento è tutto.
In questo articolo con il termine "capanno attrezzato" intendo quei capanni in cui oltre al riparo per il fotografo sono disposti posatoi ad hoc ed è presente mangime di vario genere  allo scopo di avvicinare i soggetti.
I soggetti sono perfettamente liberi, è la presenza di cibo e di acqua ad attirarli consentendo al fotografo di riprenderli con maggiore facilità. 
C'è chi costruisce questi capanni ad uso personale e ce ne sono di quelli  gestiti da varie organizzazioni, ad esempio Skua, o da singoli individui che li affittano ai fotografi. Negli ultimi anni c'è grande richiesta.
I capanni in sè possono essere molto semplici o molto elaborati, da poco più che tende a quasi dei mini bungalow, ma non è questo il tema dell' articolo.
Mi interessa spiegare come ottenere il meglio, perchè anche  se incredibilmente più facile che fare della fotografia vagante, la foto nel capanno attrezzato richiede comunque attenzione per evitare di fare foto banali o percepite come poco naturali, od addirittura brutte per chi ha un minimo di sensibilità estetica e di conoscenza della fotografia naturalistica.
Non parlo dei capanni per gli orsi e simili, che non conosco, mi riferisco ai piccoli capanni nostrani per fotografare di solito uccelli e piccoli mammiferi.
Le foto giuste e sbagliate  sono tutte mie così non offendo nessuno.
Vediamo le cose a cui fare attenzione:
Ambiente ristretto: Il capanno attrezzato  a cui mi riferisco è come un piccolo set di posa, per cui  se questo permette di avere dei posatoi "scelti" che consentono inquadrature gradevoli:

 

 
D'altro canto le  dimensioni limitate fanno sì che se non si sta attenti nel comporre le immagini, possono restare inclusi dei particolari che rivelano l'artificialità della situazione.

L'angolo della vaschetta a sinistra.

Così è meglio.
Il mangime nei capanni in affitto è generalmente ben distribuito dal gestore in punti nascosti prima di ogni sessione, ma occorre lo stesso fare attenzione quando si inquadra a non includere elementi chiaramente estranei come ad esempio noci e nocciole incastrate  per attirare i picchi.
 

La nocciola...non si può guardare. 

Niente nocciola. Meglio, molto meglio.
Spesso durante la sessione sono gli animali stessi a disperdere i semi  creando un tappeto sgradevole, molta attenzione quindi quando si inquadrano soggetti posati a  terra.

Sbrodoloni!
 

In alto a destra... quanti semi! Anche sfuocati si notano.

Noooo!

Meglio. si vede ancora qualcosa comunque, ma disturba meno.
Se qualcosa scappa si può tentare di aggiustare in postproduzione, ma sarebbe meglio partire  con lo scatto corretto.

In questa foto di Poiana c'è un pezzettino di ...Pollo a destra, che fa una piccola macchia bianca, potremmo tirarlo via in postproduzione.
Nei capanni autocostruiti per diletto personale, a volte si usano mangiatoie da supermercato, tipo le retine, che gli uccelli possono fare cadere, occhio anche a quelle.

Sinistra Sì, destra No.
E' anche molto poco gradevole fotografare i soggetti con il cibo nel becco, se non è cibo coerente con l'ambiente, Una peppola ben difficilmente troverà un seme di girasole nel bosco, quindi, evitiamo.

 
 
Sono stato pesantemente criticato (con ragione) per questa foto alla Nocciolaia da me scattata tanti anni fa con l'ingenua idea  "che bello una nocciolaia con la nocciola in bocca".

Nocciole nella neve in un bosco di conifere, ma quando mai!  Me  meschino!
NOTA BENE, COME HO GIA' SCRITTO IN RISPOSTA AD UN MESSAGGIO, LE MIE NON SONO INDICAZIONI PER IMBROGLIARE  E FAR PENSARE CHE QUESTE FOTO RAVVICINATE SONO MERITO DI CHISSA' QUALE NOSTRA GRANDE ABILITA'.  CHIUNQUE E RIPETO CHIUNQUE CAPISCA UN MINIMO DI FOTOGRAFIA NATURALISTICA SA CHE NEL NOSTRO PAESE CERTI ANIMALI A CERTE DISTANZE CI VENGONO SOLO SE ATTIRATI E SE IL FOTOGRAFO E' NASCOSTO. LE MIE VOGLIONO ESSERE DELLE INDICAZIONI PER FARVI OTTENERE UN RISULTATO IL PIU' POSSIBILE GRADEVOLE ESTETICAMENTE DALLE VOSTRE FOTO, SFRUTTANDO AL MEGLIO LA SESSIONE FOTOGRAFICA.
Le condizioni di luce. Tranne rari casi, i capanni attrezzati per la piccola fauna stanno in un bosco, magari con una piccola radura, ma sono quasi sempre presenti coperture, quindi zone illuminate e zone in ombra, perchè negli spazi troppo aperti i soggetti non si sentono sicuri e non si avvicinerebbero. Occorre farci attenzione, inoltre la direzione e l'inclinazione  della  luce varia molto con il passare delle ore.
Questo però può anche essere un vantaggio per fare foto particolari.


Qual'è l'obiettivo migliore per il capanno attrezzato? Lo zoom tele che parta da 100-150-200mm ed arrivi a 400-500mm perchè i soggetti possono avvicinarsi moltissimo e se avete solo dei  tele fissi lunghi come un 500mm potreste avere delle grosse difficoltà. 
Vicino e lontano in pochi secondi:



Un' ultima cosa nelle foto da capanno attrezzato i soggetti tendono ad essere quelli, ed il rischio di fare la milionesima foto già vista è alto; occorre impegno per ottenere qualcosa di interessante: Quello che distingue una buona foto da una scarsa in capanno, oltre all' escludere elementi di disturbo, è proprio cercare una luce interessante e cogliere atteggiamenti particolari.


 

Molta gente pensa che basti l'animale a fare la foto. No. Il fotografo ci deve mettere del suo, come in tutti gli altri generi. E se vuole migliorare deve conoscere i soggetti e in generale  la natura. C'è da imparare, molto.
Spero di essere stato utile a qualcuno, od almeno che sia stata una lettura non troppo sgradevole.
Silvio Renesto
 
No... non era nel sacco delle fotocamere che aspettiamo da Nikon e, sinceramente, ai primi rumors, pensavamo trattarsi di un fake, di quelli da periodo di stanca quando Nikon tira fuori il coniglio dal cilindro, per distrarre i suoi clienti affamati...col coniglio.
 Anche no...siamo più vicini ai sessanta che ai cinquanta,
ma i cespuglietti da gufo sulla fotocamera,  no... non li avevamo considerati...
 
In più, per quanto attirati dalle possibilità video delle mirrorless di ultima generazione, anche utilizzandole poco, questa Z30 ci era sembrata fin da subito come una minestra riscaldata, una pedissequa copia delle capacità fotografiche e video delle Nikon Z già esistenti in catalogo.
A cominciare da quella che sembra essere stata decapitata del mirino elettronico e del flash in torretta, con un colpo di cutter, ossia la Z50 del 2019

della quale questa Z30 sembra essere parente stretta, sia in termini di carrozzeria, sia per le prestazioni in generale, sia...come al solito, per la fascia di prezzo.

Se ci pensiamo bene, esattamente un anno fa Nikon, spiazzò tutti coloro che si aspettavano in estate l'uscita della Z9 o di quant'altro di gamma alta per consolidare posizione sul mercato rispetto le concorrenti già presenti, tirando fuori dal cilindro un altro coniglio che per qualche mese depistò l'attenzione dei consumatori di immagine: la Nikon Zfc...

che insieme a Z50 ed oggi, alla Z30, costituisce un esempio più unico che raro di una Casa fotografica che abbia a catalogo ben tre modelli formato DX insieme a ...

tre soli obiettivi (16-50, 18-140 e 55-200) dello stesso formato... ... geniale, no?!!!
Anche quest'anno (stavolta aspettavamo la Z8 ...) ci hanno propinato un altro game changer, questo qui per vlogger e content creators...insomma per tutti coloro che utilizzano una mirrorless per ciò per cui è nata: scattare immagini in successione rapida oppure, anzi prevalentemente, per realizzare video, tanto da non richiedere la presenza del miracoloso (per i fotografi) mirino elettronico, la conquista del quale aveva impiegato gli ultimi dieci anni di sviluppo tecnologico.
No... al videomaker, oggi vlogger, oppure se mosso da intenti artistici...addirittura content creator (omaigosc) basta il monitor, pivotante, della Z30, mutuato dalla Zfc (quello della Z50 consentiva al massimo della sua estensione, un selfie...davvero poco in confronto)

A proposito del monitor replica di quello della Zfc, non sono poche le differenze tra la Z30 e le altre due mirrorless APS-C del trio:

guardiamole innanzitutto dal pannello posteriore e vedremo come la disposizione dei comandi della Z30 assomigli molto di più a quella delle mirrorless FX di Nikon, come la Z5

piuttosto che alle sorelle dello stesso formato.
Innanzitutto la presenza del selettore foto/video con pulsante display concentrico, che nella Z50 va a finire addirittura sul vetro del monitor, in posizione scomodissima ed introvabile, insieme ai pulsanti di zoomata dell'inquadratura (che infatti nella Z50 sono uno dei difetti peggiori del progetto, venendo spesso toccati ed attivati involontariamente) mentre nella Zfc va a finire nel blocco dei quattro pulsanti in basso a dx, insieme a quelli di menù e zoomata.
Anche migliore che nella Z5, questa disposizione dei pulsanti dell' inaspettata Z30: i quattro pulsantini in basso a dx comandano zoomata, play immagine e menù... direi la migliore sintesi tra tutte queste proposte fin qui realizzata.

La presenza della protuberanza di appoggio per il pollice destro è sicuramente un ottimo repechage dalla Z50, insieme all'impugnatura che ne consente l'utilizzo con una sola mano, all'opposto della scomodità ergonomica della Zfc (sanabile con i grip accessori).

Eliminato quindi dalla torretta superiore il selettore foto/video presente sulle altre due, la Z30 si presenta dall'alto come super razionale e pulita: immediata l'individuazione del grosso pulsante di attivazione video, adesso arretrato a fianco del selettore funzioni, senza sacrificio per la ghiera posteriore.
La Zfc ovviamente è un caso a parte, perchè della torretta superiore vintage, fà l'attrazione principale e motivo della sua esistenza: ma non è certo adatta (o pensata) per un utilizzo video, se non sporadicamente, dal punto di vista dell'ergonomia di sistema.

Altra differenza sostanziale fra queste tre macchine: il fondello dove fissare un adattatore Arca Swiss, per la Z30 come per la Z50, non preclude l'accesso allo sportello di batteria e scheda memoria: al contrario che nella Zfc dove potete facilmente vedere (ho usato apposta una staffa sgargiante) che andrebbe a precluderne l'apertura, se non trovando un adattatore di dimensioni compatibili, ovviamente di minore sicurezza sul treppiede (ma ancora una volta...non è l'utilizzo per cui la Zfc è stata pensata)
Bene: siamo intanto riusciti a valutare questa Z30 in maniera più obiettiva di quanto la prevenzione ingenerata dalle istituzionali entry level Nikon (le reflex serie 3xxx e 5xxx) ci aveva fatto temere ai primi annunci: dal punto di vista di ergonomia e semplicità, ma anche di robustezza, questa mirrorless non teme il confronto neppure con le sorelle 5, 6 e 7 di formato pieno. Ed il sensore che la equipaggia (lo stesso di D500, Z50 e Zfc) è talmente sperimentato da farci sbadigliare nell'utilizzo sul campo.
Le prestazioni video non sono all'apice della tecnologia attuale, ma parlano di 4K UHD a 3840x2160 e di un framing fino a 120p alla risoluzione di 1920x1080... a scendere.
Prestazioni ben superiori alle aspettative di chi voglia utilizzarla per realizzare un video da mettere sui social, ma con la qualità di un sensore di ampie dimensioni (rispetto alle  prestazioni dei migliori cellulari in commercio) adeguate alla classe di prezzo della Z30, inferiore a quei cellulari certamente, ma ancora troppo elevata a nostro giudizio, per determinare all'acquisto persone che guardino al parametro del prezzo come sistema di confronto.
Analisi scorretta, ma che viene condotta da una quantità tale di utenti potenziali, da diventare motivo di politica commerciale per una casa come Nikon.
Facendo il punto, Z30, Z50 (ancora presente a listino) e Zfc al netto delle offerte speciali, dei cashback e di tutto ciò che le distribuzioni si inventano per differenziare i prodotti sul bancone del negozio, stanno dentro una differenza di 100 euro: questo in qualche maniera invece di invitare alla scelta razionela, destabilizza quel tipo di utenza che voglia vedere i prodotti divisi per fasce di prezzo.
Ma certamente la Z50 andrà presto fuori listino e sarà questa Z30 a costituire il low end del catalogo quando arriveranno altri modelli a caratterizzare meglio differenze e opportunità.

non ci sono abituato, ma questa video/foto camera va usata così...
Ieri pomeriggio ho fatto un paio di vasche al centro a Palermo in mezzo alla gente, per valutare la risposta dell' AF in ripresa foto (ho girato anche qualche video ma...non è il mio target in questo articolo..più avanti, chissà) utilizzandolo in Area Auto con eyeAf dedicato al viso umano:
si, perchè il livello menù di questa Z30 in questo ambito, è perfettamente equivalente a quello di Zfc, Z6II e 7II , ben più agevole e richiamabile a tasto "i" rispetto alle macchine meno aggiornate come Z50 e Z5.

le varie opzioni di area AF agganciano i soggetti, segnalano la possibilità di passare l' AF all'occhio del soggetto accanto e passano eventualmente al controllo specifico, premendo il tasto OK che attiva il solito quadrato da posizionare sul soggetto che vogliamo inseguito

Il bilanciamento della Z30 tenuta in questo modo, con l'ausilio di una semplice cinghietta da polso (guardate infatti i ganci di fissaggio come siano differenti dalle altre Nikon) è stabilissimo ed è curioso come sia la mano sinistra, che regge il monitor, a determinare il corretto allineamento per ottenere immagini in bolla

l' autofocus lavora eminentemente bene, considerato che anch'io sono in movimento verso i soggetti che neppure si accorgono stia scattando foto





 

si crea interazione quasi naturale con le persone, quando non si vedano puntate da un mirino 

e sostanzialmente si accorgano della mia presenza che viene accettata grazie al mezzo utilizzato, non preponderante rispetto allo scopo... come un cellulare, insomma!



tanto poi...tutti i salmi finiscono in gloria...e trovo anche la sposa sudata (36 gradi in aria, non so sull'asfalto)



e la Z30 manifesta anche il suo potenziale fotografico, in brevi sequenze a velocità normali di scatto (ma arriva fino ad 11 ftg/s in H*)

eccolo...arriva anche lui, con la sua... Torpedo Blu

In-somma: Z30 inaspettata, ma nel senso della sintesi !
Direi che per essere la base della gamma Z sia progettata bene e costruita anche meglio: c'è chi dice che le andava tolto il pulsante di scatto per lasciarla semplicemente in balia dei Creatori-di-Contenuti, ma alla luce dei primi passi che ho condotto con questa Nikon, vi dico che ..sarebbe stato davvero un peccato.
Vedo ormai tantissime persone che utilizzano le mirrorless dotate di mirino elettronico, essenzialmente dal monitor posteriore.
Ed allora, se il prezzo tenga conto di un'assenza così importante: ben venga la Z30 (magari a due carte da 100 euro in meno...) a ricordare che Fotografia e Nikon siano un binomio indissolubile.
Ed anche questo sarà un successo !
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
Due sane premesse.
Ho un sacco di treppiedi in casa (e di teste).
Mi piacciono. Li uso, voglio averne uno per ogni esigenza.
Probabilmente con questo ho finito. Ma mai dire mai ...
Morale, di heavy-duty in casa ne ho già due, uno è il mitico tripath Manfrotto 058 in alluminio, con colonna a cremagliera che è sposato indissolubilmente con la testa 400.
L'altro è il tripath video Benro A527 che regge la Benro video S8 PRO.
Entrambi sono enormi e difficili da portare fuori casa. Di fatto li uso per fare still-life in studio.
Cercavo un treppiede più leggero ma non meno robusto e stabile, capace di stare dentro una sacca normale e poter anche andare fuori.
Ma che al contempo potesse portare con disinvoltura ogni tipo di testa, anche la 400 in caso il Manfrotto un giorno ... morisse.
E buono per tutto.
Ho seguito per un paio di anni la salita al cielo dei prezzi dei sistematici Leofoto e non potendo in alcun modo giustificare i costi da gioielliere del centro di Gitzo stavo alzando le mani.
Quando mi imbatto in un video su Youtube (non datemi del tonto, sono un grosso consumatore di review video di Youtube ma riconosco a prima vista le bufale da quelle buone) di un treppiedi di un marchio sconosciuto, distribuito praticamente solo da Amazon.
Artcise, crasi di Art e Precision.
Quel treppiede non veniva usato né per fotografare, né per fare video.
No, era dentro un poligono sportivo negli USA e sosteneva un fucile di precisione a ripetizione. E lo sosteneva per raffiche continue.
In più il recensore, un tipo alto meno dell'estensione massima del treppiede, ci si sosteneva per le mani a peso morto ...
Vado su Amazon.it e lo trovo disponibile nella versione più aggiornata, l'oggetto di questa prova. Il modello, non troppo pubblicizzato, si chiama AS95C, qualunque cosa significhi.
Ed è venduto intorno ai 339 euro comprensivo di tutto, anche di una colonna a due stadi da 40mm. Sempre in carbonio.
Circa un quinto del Gitzo serie 5 e poco più di un terzo del Leofoto LN-404.

Siccome io resisto a tutto, tranne che alle tentazioni ben poste, ecco che lo ordino ed eccolo qui, dopo qualche mese di utilizzo, che ve ne posso parlare, schiettamente.
Amazon, come spesso accade, lo consegna direttamente nella sua scatola "a vista" :



non si nasconde la provenienza ma, forse per risparmiare sulle scatole, non c'è traccia nemmeno qui del nome del modello.
Non importa, è lui. La versione perfezionata dell'Artcise AS90C di cui ho visto i video su Youtube.
Dentro allo scatolone c'è la sacca in cordura

standard con la scritta blu Artcise

che contiene tutto

treppiede, ferramenta, la crociera standard e la base di livellamento da 75mm, la rete di carico da appendere alle tre gambe (la batista verde avvolta attorno ad una gamba è colpa mia, non tollero maneggiare il carbonio nudo e mentre le altre due gambe hanno l'impugnatura gommata, la terza, non so perchè, no : quindi l'ho ricoperta).

dettaglio della base di livellamento, in plastica (impugnatura) e alluminio (il resto)

(chiavi, piedini, viti, etc.)

la rete di "carico"
I dettagli costruttivi sono di buon livello, non come un Gitzo e forse non come un Leofoto, ma sembrano ben realizzati

il fermo dell'articolazione delle gambe

la crociera standard in alluminio lavorato CNC con fori di alleggerimento e viti passanti per il blocco delle teste

la leva di blocco, sblocco della crociera

vista dal fondo, con in primo piano il gancio per l'eventuale contrappeso di supporto

viti, perni, fermi, tutto adeguatamente dimensionato

l'impugnatura gommata, marchiata, presente su due delle gambe

le tre sezioni estensibili con i fermi a rotazione e il piedino gommato standard


altre viste artistiche. L'alluminio cromato luccica !

minima estensione sul tavolo
la base di livellamento, molto ben costruita, da 75mm, che si leva e si mette in un secondo, senza alcuna difficoltà





quando dico che è grosso, non scherzo. Le spalle sono circa 14cm e mezzo, non si scappa.
Attorno al treppiede, tre teste a sfera acconce.
Questo treppiede, come dicevo in premessa, può portare qualsiasi cosa.
Qui ho fatto una carrellata di foto con quello che avevo in giro.

La bella Artcise XB54 a sfera da 54mm

l'enorme Leofoto HB-70 a sfera da 70mm

la testa fluida Sirui VH-10X che io ho dotato di morsetto Arca Swiss da 70mm

la straordinaria, enorme, stabilissima testa a controbilanciamento S8 Pro di Benro che io uso in alternativa alla Manfrotto 400 per lo still life per la sua facilità di messa in posizione

questa testa è enorme e richiede un treppiede così
Qualche foto in esterni per capirci ancora meglio.

esteso al massimo

volevo farmi un selfie ma si vedeva solo la mia "pelata" visto che io arrivo a stento alla crociera ... quindi accontentatevi del metro
Qualche idea delle proporzioni




io non ho mani grandi ma insomma, ci si capisce, no ?
Con la rete appesa alle gambe si possono caricare pesi


oltre, naturalmente, alla possibilità di agganciare al gancio sotto alla crociera, carichi adatti per stabilizzare il treppiedi in condizioni "ventose".
Ultimi dettagli a vista



Insomma, questo coso è grosso e abbastanza pesante (ma non più del vecchio Manfrotto 055 PRO in alluminio che ancora fa il suo dovere ma non esce più di casa da anni).
Robusto e ragionevolmente ben costruito per essere un cinese che costa come un Sirui o un Leofoto di fascia medio-bassa (i prezzi sono aumentati in questi ultimi due anni e l'euro debole non ci aiuta).
Stabile come promesso, capace di portare qualsiasi tipo di testa, anche la più pretenziosa.
Arriva con una bella base di livellamento, meglio di quelle in dotazione alle teste video.
E' pieno di accessori.
Ha una bella sacca.
Non saprei cosa chiedere di più. E infatti, sono soddisfatto.
Solo gli anni potranno dire della sua tenuta. Per ora non azzardo previsioni.
 


Consideriamo i binocoli Nikon serie Prostaff come gli entry-level tra quelli dotati di prismi a tetto.
La mancanza di lenti ED li differenzia dai più pregiati Monarch ma le forme, grazie al design, sono pulite, lineari e compatte. Moderne.
Le prestazioni sono comunque di buon livello e il rapporto prezzo/prestazioni molto interessante.
Presentata lo scorso mese di giugno, la linea Prostaff adesso vede introdotti 8 nuovi modelli, declinati nelle classiche serie con lenti da 30 e 42mm e con ingrandimenti di 8 e 10x, divise in due linee, denominate P3 e P7, presumibilmente dipendenti dal numero di superfici trattate (3 e 7).
 

i quattro binocoli disponibili nella linea Nikon Prostaff P7

e le caratteristiche tecniche principali.
Si tratta essenzialmente di due linee di carrozzeria che condividono l'impostazione generale, cambiando, a parità di obiettivi, l'ingrandimento fisso.
Il modello in prova è quello probabilmente più interessante, in quanto vanta già lenti da 42mm e mantiene un confortevole ingrandimento 8x.
Il peso complessivo è di circa 600 grammi, le dimensioni non superano i 15x13cm. La luminosità è buona, la migliore del gruppo.

la precedente linea Prostaff 7s, modello 8x42, equivalente per posizionamento, al nuovo modello in prova.
I nuovi Prostaff P7 prendono il posto dei Prostaff 7s, usciti di catalogo ed in esaurimento presso la rete di vendita.
 
COME E' FATTO
rispetto ai precedenti Prostaff 7s il design si presenta più sobrio in generale, con i due scafi composti sostanzialmente da tronchi di cono in policarbonato iniettato di resina, rivestito da una superficie gommata ergonomica. Mancano le sagomature sinuose dei precedenti, il disegno si avvicina in questo molto di più ai Monarch.
I prismi a tetto vantano un processo di alluminatura che ne consente una elevata luminosità e una relativa resistenza ai riflessi.



i due semicorpi sono articolati da un ponte abbastanza esteso, mobile il giusto con la ghiera di messa a fuoco ben dimensionata.
I paraluce sono ben fatti e consentono una visione senza occhiali di ottimo livello. Ma si tratta di un binocolo ottimo per l'uso anche con gli occhiali.
In questo, il modello 8x42 si presenta più confortevole del 8x30, almeno nella mia esperienza con il mio Prostaff 7s 8x30.
Infatti l'estrazione pupillare è la più elevata della serie.
Teniamo conto che d'estate, oltre che per chi ha difetti di vista (come il sottoscritto) gli occhiali da sole saranno probabilmente ampiamente utilizzati.
Quindi l'uso con gli occhiali non è mai da sottovalutare.
E' scomodo fare leva e metti, dovendo intanto anche regolare eventuali tarature diottrica.

che in questo modello é sull'oculare di destra, come d'uso nei Nikon, tramite un anello che è dotato di fermo.
L'anello purtroppo non è totalmente zigrinato e la sua rotazione non è agevolissima.
Il fermo è piuttosto duro da azionare ma in questo c'è la sicurezza che poi non si muoverà accidentalmente.


il complesso, complici anche l'assenza delle solite scritte Nikon dorate, si presenta piuttosto sobrio.
Con una texture ben disegnata che contribuisce alla presa sicura in mano anche senza usare le cinghie (io detesto ogni tipo di cinghietta).
La tonalità è cangiante e va dal grigio medio al verde appena accennato.

solo una scritta Nikon argentata sul frontale, le altre iscrizioni semi-invisibili.
Nella foto sopra si vede il trattamento antiriflessi tendente al verde smeraldo con piccole sfumature magenta a seconda della luce.

sopra é chiuso e sotto è completamente esteso. La regolazione della distanza interpupillare è molto agevole. Forse sin troppo.

come lo è la regolazione di messa a fuoco, forse è solo il caso del mio modello in visione. Ma io preferisco di gran lunga che la ghiera di messa a fuoco sia dura e stabile, per non poterla muovere inavvertitamente durante l'uso.
Ciononostante si mette a fuoco agevolmente. Lo ripeto, forse è solo il mio esemplare perché tutti gli altri Nikon che ho provato sinora, anche dopo anni, presentano un movimento con una resistenza adeguata.

dettaglio dell'estensione del paraluce e l'anello per montare la cinghietta

viste superiori. Solo la scritta P7 in bianco è evidente il resto è semplicemente in rilievo, non verniciato


ma di fatto scompare in esterni.
PRESTAZIONI OTTICHE
Nell'uso ho riscontrato una gradevole assenza di distorsioni geometriche a tutti i livelli, come anche di vignettatura, pure in una giornata di sole pieno come in questo caso.
La vista sul lago è completa, anche guardando ai bordi l'immagine.
Sul piano delle aberrazioni cromatiche, pur presenti, queste sono da andare a cercare su linee tese e con forte differenza di luminosità, e solo un occhio allenato le può mettere riscontrare agevolmente.
Questo nonostante i vetri usati non siano nobili prodotti di tipo ED.
La curvatura di campo è quasi assente per quanto io riesca a vedere ad occhio nudo.
In quanto ai difetti di coma, sottolineo quanto questo non possa essere considerato un binocolo astronomico, per nulla, ma le fonti di luce sono ragionevolmente puntiformi (se riuscite a stare abbastanza fermi da tenerle ben inquadrate).

vista attraverso le lenti principali

e dalla parte degli oculari. Assenza di riflessi importanti, tonalità di verde del trattamento confermata anche sul campo.

sui difetti ottici mi fermerei qui, sapete come la penso.
Un binocolo non produce fotografie, vi fa godere il mondo che avete di fronte con gli occhi. Ed ognuno di noi, volente o nolente ha difetti di vista.
Possiamo anche sottoporre un binocolo ai test di laboratorio più severi ma se poi i nostri occhi non sono in grado di distinguere dettagli molto fini o non sono sensibili a certe raffinatezze, sarà difficile andare oltre quello che vediamo ...


COME VA SUL CAMPO
al netto della relativa difficoltà nel regolare tenendo gli occhi negli oculari la correzione diottrica e la relativa "mollezza" della messa a fuoco e della meccanica in generale, che io ritengo essere limitata al sample in prova, questo binocolo va molto bene, specie se consideriamo il prezzo allineato a questa fascia di binocoli ed inferiore ai 300 euro.
Non è un oggetto di lusso, non lo è nell'aspetto e nelle finiture ma in termini di prestazioni non lo si rimpiange.
L'immagine è netta, nitida, materica. Si nota una resa più tridimensionale di altri binocoli che ho provato, più soggetti ad un forte schiacciamento dell'immagine.
Rispetto al mio 8x30 della generazione precedente la differenza - a vantaggio di questo P7 - è abbastanza immediata e ci vuole poco per convincersi che sono stati fatti dei passi avanti.
Che sia lo schema ottico, il trattamento o i materiali usati, l'immagine è più convincente.
Viene voglia di usarlo ed è divertente riuscire a distinguere dettagli invisibili anche a lunga distanza.
Mi ha particolarmente convinto l'immagine della luna piena alle 04:00 del mattino ma specialmente riuscire ad individuare gli aerei in volo dalle scie di condensazione appena rischiarate dalle luci intermittenti di navigazione. L'aereo, quasi invisibile ad occhio nudo per la quota di volo, diventa a portata d'occhio, pur nel buio della notte.
Ma è in tutte le occasioni che questo binocolo si distingue per le qualità della sua immagine. Appena regolato, i dettagli riempiono l'intera visuale.
Quasi dispiace che il campo inquadrato non sia superiore. Ma questo taglio è un compromesso tra osservazione e scoperta ed è corretto che sia così.

lato oculari e iscrizioni sulla ghiera di messa a fuoco

ancora un dettaglio della regolazione diottrica con il suo fermo

oculare e paraluce

paraluce estesi

a confronto con il mio piccoletto. I vantaggi del piccolo sono evidenti ma così anche la scomodità d'uso nella pratica.
Si nota anche il diverso stile, completamente cambiato tra le due generazioni di binocoli di classe comunque omogenea.


sovrapposti, la differenza tra le lenti è tutta a vantaggio del P7 8x42.

ancora un dettaglio degli oculari e dei riflessi del trattamento superficiale.
CONCLUSIONI
Nikon con questa nuova serie ha scelto, per l'estetica, di seguire l'understatement già tracciato con le serie superiori e i top di gamma.
E' un Nikon ma per capirlo bisogna guardare da vicino. I precedenti Prostaff, con le loro scritte dorate invece te lo gridano da lontano.
Poco male perché sul piano ottico, che è quello più importante, non ci sono arretramenti.
L'immagine, anche avendo a mente quella del più pregiato M7 8x42 che ho provato di recente, non è così in ritirata, nonostante il costo di questo P7 sia notevolmente più conveniente.
Anzi, devo dire che non considerando io come "definitivi" e "per una vita" i binocoli ma come strumenti da uso continuo, ed avendo io svariati difetti di vista che non valorizzano per forza di cose, i modelli più sofisticati, tendo a preferire le soluzioni ragionevoli sul piano del rapporto prezzo/prestazioni.
Ci sono sul mercato binocoli 8x42 da 1000-1500 e più euro. Sono certamente oggetti prestazionali e con meccaniche a tutta prova ma in fondo bisogna sempre avere ben in mente cosa ci serve e per farci cosa.
Se avete bisogno di un binocolo generico, buono praticamente per tutto, senza particolari limitazioni, dal prezzo interessante (ho visto street-price intorno ai 280 euro, forse anche qualche cosa meno), potreste anche fermarvi qui. Forse buttare l'occhio su un modello da 2.800 euro sulle prime non vi renderebbe palese dove sia tutta questa differenza.
E' un pò come era nell'hi-fi, per avere piccole migliorie in termini di pura esperienza di ascolto, i costi lievitavano di un fattore 10.
Probabilmente è così anche con i binocoli.
Quindi promosso ?
Si, avuta conferma che il movimento della meccanica nei modelli commerciali offre più resistenza all'uso, come piace a me.
Unboxing e come è fatto
Scatolone di trasporto enorme, appena consegnato dal corriere.
Ma confezione Nikon compatta, dentro. Analoga a quella di 70-200/2.8 e 100-400.



e il contenuto ne ricalca lo stile

protezioni in spugna e cartone, un foglio di cellophane


ed eccolo che viene fuori

a corredo il solito, l'astuccio morbido, i manualetti.

finalmente, eccolo qui, libero da impegni con il suo bel paraluce di fianco
L'estetica è quella inaugurata lo scorso anno dal 105/2.8 S, con la ghiera di comando personalizzabile con finitura diamantata.
Il collarino del treppiedi integra l'attacco di sicurezza kensington (qui c'è il tappino aperto), il piedino è identico a quello del 70-200/2.8 S  e del 100-400mm.

anche la S è come quella degli ultimi Superior

in primo piano il grosso tappo anteriore da 95mm

il paraluce invece mi ha subito colpito. E' una spanna sopra tutto quello che si è visto sinora, ad eccezione di quelli in carbonio dei supertele superprofessionali.
Mi sembra migliore di quello del 800/6.3.
E' robusto, ben dimensionato, gommato, si inserisce con una scatto secco senza incertezze. Anche il pulsante di sblocco/blocco mi sembra un filo migliore.


i comandi sono i soliti. Funzione 1, Funzione 2, limitatore di messa a fuoco con step intermedio a 6 metri, Autofocus/Manual Focus. Memoria di messa a fuoco programmabile dall'utente con l'indice della mano destra.

l'iscrizione sul bordo esterno superiore a contatto col paraluce

la denominazione


dettaglio del vetro d'ingresso. Trattamento leggermente verde nella mia luce ambiente. Si vede tutto l'interno fino al diaframma.

sull'attenti marine !
Montato sulla sua compagna ideale, la Nikon Z9


ben equilibrato e proporzionato. Più "tozzo" del 70-200/2.8 quanto lo è il  100-400 ma non più impegnativo da maneggiare
Come evidenziato in questa foto di gruppo :

quattro cavalieri Nikon : da sinistra il Nikkor F 500/5.6 PF, poi il nuovo 400/4.5, il 100-400 e infine il 70-200/2.8

confronto con il 100-400. Due bestie differenti nell'aspetto e nelle attitudini.
Come anche nelle potenzialità espressive. Sono alternativi, non sovrapposti, per usi diversi.
Del resto uno è un fisso di categoria superiore, l'altro uno zoom 4x.

qui invece vi mostro un dettaglio di confronto tra il paraluce (super-very-cheap) del 500/5.6 PF e quello (super-pro) del nuovo 400/4.5
***
Primi scatti e prime impressioni

il ritratto di Sigrid nel mio studio (sotto vetro). Dà un'idea della forza di questo obiettivo

confermata da questo controluce a 3 metri di distanza nel pieno sole di luglio

con George non troppo disponibile a posare che preferisce restare in ombra (lui viene dalla Northumbria, che ne sapeva che avrebbe trovato 35 °C da queste parti ?)


La motorizzazione dell'autofocus si avverte appena mentre scorre (io scatto sempre in silenzioso). La messa a fuoco veloce.
Il VR fa il suo lavoro. Lo sfuocato mi sembra molto interessante.
Naturalmente cercherò di metterlo alla prova ... ma l'entusiasmo, con le temperature previste nei prossimi giorni, non vince la tentazione di stare in casa col ventilatore sparato in faccia ...
Ma come anticipavo nel titolo, hanno sempre ragione loro
Avevamo tante aspettative su questo obiettivo, quando inserito lo scorso autunno in roadmap.
L'annuncio a fine giugno ha un pò stemperato gli ardori, almeno per quanto mi riguarda e, a leggere, altri pareri, anche da parte di altri potenziali acquirenti.
Un pò per il prezzo, pericolosamente simile a quello del 500/5.6 PF (che però è sul mercato da 5 anni, sconta il passato interesse per gli obiettivi da reflex e non incorpora né gli ultimi aumenti di listino né il calo dell'euro, né le previsioni di penuria di componenti di qui ai prossimi mesi ... o anni), un pò per le sovrapposizioni con altri obiettivi già in nostro possesso, tipo il 100-400 VR o il 70-200/2.8 che qualcuno pensa di farsi bastare duplicandolo 2x.
Ma anche, forse soprattutto, per il timore che Nikon avesse giocato "al ribasso" per risparmiare sui costi di produzione, su soluzioni e scelte di materiali.
Nulla di più sbagliato e basta vederlo dal vivo per capire che invece è un obiettivo di fascia realmente PREMIUM, messo dentro una "confezione" destinata agli zoom di fascia media, perché purtroppo le foto proposte di lancio di Nikon sono sempre un pò troppo artificiose e rendono gli obiettivi come se fossero finti, anziché reali strumenti fotografici costruiti con criterio con leghe speciali e vetri ancora più speciali.
Insomma, giò ad un primo esame si vede che é fatto maledettamente bene. Il paraluce è un piccolo gioiello. Il dimensionamento è perfetto. Il baricentro "calibrato" alla perfezione. Il peso piuma si poco più di un chilo non fa pensare che si possa rompere a solo guardarlo ... anzi.

ma guardando meglio lo schema ottico ci rendiamo anche conto di tante altre cose.
Che Nikon nemmeno è capace di mettere in luce. Come se fossero timidi nel sottolineare i loro sforzi. Vincenti, come in questo caso mentre certa concorrenza per un chilogrammo propone obiettivi a diaframma fisso f/11 ...
Ci hanno raccontato ai tempi del lancio delle prime famose mirrorless full-frame 8-9 anni fa che i nuovi schemi ottici favorivano le focali corte.
Ebbene, era solo metà della storia e adesso ce ne accorgiamo.

Se guardiamo lo schema del nuovo 400/4.5 notiamo due cose.

Che davanti c'è un solo elemento grande in vetro ED mentre gli altri vetri pregiati sono concentrati al centro, in diametri molto più contenuti di quelli costosissimi due precedenti superteleobiettivi.
Queste lenti sono quelle deputate a correggere i difetti ottici, come le aberrazioni cromatiche e il piano di proiezione dei tre colori primari.
Sono in vetro Super ED che una volta Nikon usava solo sul mitico 200/2 VR. Con l'aggiunta per sovramercato di un elemento a bassissimo indice di rifrazione.
Elementi più piccoli e leggeri, quindi meno costosi dei grossi diametri in vetro ED o addirittura in fluorite.
E in più sono dove sta il baricentro dell'obiettivo, rendendolo così equilibrato ... tanto da stare in piedi poggiato sul piedino (che naturalmente io ho subito smontato perché superfluo).
Tanto da rendere superfluo l'approccio che avevamo ipotizzato in principio, con un elemento Phase Fresnel come i precedenti 300 e 500 PF su attacco F.
Continuando con lo schema, passati i gruppi di controllo dello stabilizzatore integrato e della messa a fuoco interna, ci sono le ultime lenti responsabili della telecentricità del percorso ottico che, grazie al grande attacco Z e alla possibilità di andare più vicini al sensore senza i problemi legati allo specchio, consentono di perfezionare le correzioni ottiche fino a consegnare al sensore la migliore immagine possibile con diametri crescenti quando invece con l'attacco F vedevamo gli ultimi gruppi molto distanti dal piano pellicola e con lentine minuscole.

la prestazione ottica qui è sintetizzata dal grafico MTF che essendo simulato, lascerebbe il tempo che trova se non fosse che già da qualche scatto libero e senza impegno, la prestazione ottica si manifesta in tutta la sua prepotente eccellente qualità.
Nulla di tutto questo sarebbe possibile senza l'attacco Z. Come scriviamo dal 2018, la vera ragione per passare a Z é impiegare le nuove soluzioni ottiche, non per sostituire le reflex con macchine senza specchio ...
Infine - ma l'ho già evidenziato, c'è solo da ribadirlo - la costruzione. Che rende il pur pregiato Nikon F 500/5.6 PF un oggetto veramente "economico" e che non si discosta per nulla dal più grosso e prezioso 800mm. Il tutto in poco più di un chilogrammo liscio, liscio.
Se è vero che una costruzione premium non è necessariamente influente sulla qualità d'immagine, è normale che questa crei aspettative in termini di prestazioni.
Sommando le peculiarità dello schema ottico e i grafici MTF quasi del massimo livello di categoria, probabilmente il prezzo finisce per diventare un elemento di secondo piano.
Certo elevato ma poi non così ingiustificato, considerando che sul mercato non esiste altro 400mm come questo (il Canon 400mm f/4 DO è di un'altra categoria, è a diffrazione ma soprattutto, costa oltre 6000 euro a pari garanzia).
In sintesi estrema, se ad un fotografo è necessaria una focale fissa di 400mm che promette alte prestazioni, luminosità relativa elevata insieme ad uno sfuocato eccellente che, purtroppo - lo dico per esperienza - il 100-400, concepito per fare altro, non può dare, allora questo nuovo Nikkor Z 400mm f/4.5 diventa una scelta obbligata.
Tanto più che pur con la Z9, non peserà su braccia e articolazioni anche dopo una giornata di uso intenso e in borsa occuperà lo spazio del 70-200/2.8 S, ma con una potenza doppia.
Insomma, queste sono le mie prime, oneste impressioni. Nei prossimi giorni cercherò di dare un peso concreto a queste mie affermazioni che per il momento restano nell'aria in questo pomeriggio afoso ...
l'ho comprato ad inizio 2020 in un negozio online tedesco che lo offriva a buon prezzo e senza spese di spedizione.
Cercavo un buon treppiedi in fibra di carbonio, compatto, leggero ma robusto, con sezione principale da 36mm e in grado di alzarsi fino ad altezza d'occhio.
Questa è la definizione completa del mio Leofoto LS-365C che nel codice parlante, indica la serie, il diametro della sezione principale (36mm) e il numero delle sezioni di ogni gamba (5).

in configurazione da trasporto è lungo meno di 50cm ed occupa poco spazio anche trasversalmente perché le tre gambe si allineano perfettamente senza lasciare spazio interno (circa 10cm in tutto)
Il peso di 1.77 chilogrammi lo configurano come peso leggero (anche se non peso mosca come certi con gambe di diametro massimo di 25mm) ma le sezioni di 36-32-28-25-22 sono superiori alla maggior parte degli altri treppiedi.
 
Con una testa come quella che ho deciso di utilizzare in questo caso
 
ha una altezza minima poggiato a terra e con le gambe aperte, di 54 cm mentre esteso al massimo, sempre con la testa, arriva a superare i 160 cm

La borsa in dotazione è abbastanza capiente


e in questa configurazione contiene oltre alla testa montata, anche una base di livellamento di cui parleremo in fondo a questo articolo.
Le dotazioni sono quelle usuali e comprendono le classiche punte opzionali per sostituire i piedini in gomma quando lo si usi su terreno roccioso (mai nel mio caso) e un set di chiavi oltre al moschettone per appendere contrappesi alla crociera per assicurarne la stabilità in caso di vento forte


materiale che sta tranquillamente nella tasca laterale del treppiedi.
La fibra di carbonio usata è del tipo Toray a 10 strati 

il complesso dei blocchi a vite di fermo delle 5 sezioni di ogni gamba

la serie delle 5 sezioni estesa per necessità di foto
La ferramenta è di alto livello, sagomata con macchine a controllo numerico e rivestita anodicamente

la crociera è forata e non mancano i passanti per l'eventuale blocco a vite della testa. Le viti di ancoraggio a cava esagonale hanno la personalizzazione Leofoto incisa


i fermi di blocco dell'inclinazione delle gambe sono solidi e danno idea di non allentarsi in anni di utilizzo.
Il rivestimento in tessuto batista verde delle gambe è stato aggiunto aftermarket di mano proprio da Valerius Brustianus, Abate Benedettino di Novara.

Caratteristica tipica di questi treppiedi é di poter stare completamente aperti in modo da offrire una altezza minima di una manciata di cm da terra, eventualmente estensibile per il tramite di una colonna, anche questa in fibra di carbonio, che nel mio caso è una Artcise da 40mm


con e senza colonna. Siamo a pochi cm da terra, ideale per riprese stabili di fiori, funghi ed altro, se lo spazio è sufficiente.
Le gambe sono mobili indipendentemente in termini di inclinazione ed estensione e quindi è possibile "copiare" fedelmente il terreno.
Confronto con gli altri treppiedi di casa
Snocciolare pesi e misure fa sembrare competenti ma spesso non dà un effettiva misura di come stanno le cose. Non quanto un sano confronto.
Si sa che ogni treppiedi, per quanto eccellente, non può coprire ogni esigenza. Uno troppo robusto non sarà mai troppo portatile e uno troppo leggero non sarà mai abbastanza stabile e rigido.
Per questo io ho in casa tre treppiedi di questo tipo, con caratteristiche simili ma di taglio diverso. E decine di teste diverse, a seconda della missione.

questo trio, di cui il Leofoto al centro è l'unico sguarnito di testa, ci da qualche idea.
Dall'alto un sistematico con sezione massima da 40mm, 2.8 chilogrammi e testa video che pesa come ... il più piccolo in primo piano, il Sirui AM-254 che con la sua testina arriva a stento a 1200 grammi.
In mezzo il Leofoto si pone esattamente come compromesso : robusto viste le sezioni delle gambe ma comunque di peso intermedio ed in grado di portare teste più importanti del Sirui anche se non così possente come l'Artcise AS95C che è pensato per superare anche i terremoti della California.

una vista dei tre, montati, ognuno con testa a sfera ci chiarisce ulteriormente il punto.

per ogni missione il suo treppiedi e la sua testa.
I miei treppiedi non sono sposati con una data testa, ne hanno una di elezione ma generalmente le cambio a seconda del bisogno.
Basta una svitata e una riavvitata e si riparte meglio organizzati.
Qui abbiamo da sinistra un treppiedi con gambe da 25mm e una testa da 36mm, uno con gambe da 36 e una testa da 44mm, uno con gambe da 40mm e una eccezionale testa da 54mm a prova di tutto.
Non porterei in campagna l'ultimo ma solo in situazioni a portata di macchina. Non userei mai il primo se non per le Zfc/Z50. Uso quello di mezzo per escursioni a piedi lunghe pur con la sicurezza di avere uno strumento affidabile e robusto.
Tutti e tre ... dal giusto prezzo.
Come va ?
Penso di aver già dato l'idea.
Non mi fanno impazzire i fermi delle varie sezioni che hanno la tendenza a svitarsi oltre misura (non che si svitino da sole, intendiamoci, solo che quando le svito e voglio fare in fretta, si svitano troppo e vanno fuori corsa. Ma è un attimo sistemarle) mentre i blocchi dell'inclinazione sono eccezionali, così come la tenuta in ogni inclinazione e posizione.
La borsa è ben fatta anche se non come quella di altri treppiedi.
Si capisce che è un compromesso ed è giusto così.
All'epoca l'ho pagato circa 300 euro. Adesso il suo prezzo è lievitato verso i 400 come tutto il listino Leofoto che, a mio parere, è arrivato far concorrenza a certi marchi occidentali, non so se del tutto meritatamente.
Tanto che pur essendone soddisfatto, ho preferito l'Artcise da 40mm al posto del Leofoto LN-404 che oramai costa quasi 800 euro.
Ma prezzi a parte, un treppiedi deve fare il suo lavoro e questo lo fa, dandomi la giusta confidenza nel mezzo.




ancora una carrellata della ferramenta del treppiedi. Che è la parte più importante : hai voglia ad esaltare le qualità del carbonio, se gli elementi che lo devono "tenere" saldo si sfaldano o non tengono tra loro.
Qui ogni parte è ben regolata, calibrata e progettata. La costruzione è priva di sbavature e di difetti. In tre anni di uso non ho nulla da lamentare.

ancora un confronto tra il medio e il grande di casa. E' indubbio che ... nel dubbio tra quale portare, esce di casa più facilmente il Leofoto.
L'Artcise può reggere un fucile automatico, un 800mm moltiplicato che spara alla luna e sostituire i vecchi impressionanti Manfrotto 058 o Sirui tripath che tengo sempre fermi in studio (pesano più di 5 chili l'uno).
La testa che ho scelto per questo treppiedi
Credo che un oggetto di questo tipo si trovi a suo agio con una testa a sfera da 44mm, ha le giuste proporzioni e il giusto peso.
La crociera è adeguata e anche esteticamente non c'è nulla da obiettare.
In questo caso ho selezionato la Marsace XB-2, ribassata da 44mm, molto robusto e priva di giochi e imprecisioni.


è una testa con panoramica singola sulla base, dotata di buone regolazioni e soprattutto una adeguata forza di ritenuta.
Si tratta della copia della Sunwayphoto da 44mm a suo tempo distribuita anche in occidente. In effetti il progettista è lo stesso che si è messo in proprio portandosi via qualche disegno.
Per non farmi mancare nulla l'ho dotata anche di base di livellamento a semiculla da 60mm Mengs DY-60A, si tratta di un elemento aggiuntivo sul mercato anche con altri marchi (tra cui la stessa Leofoto) che consente un duplice uso : livellamento rapido tenendo lo stelo della sfera fisso, oppure panning tipo gimbal tenendo lasca la base e ferma la sfera (evitando quel fastidioso effetto pendolo quando si smolla invece la sfera per muovere rapidamente il teleobiettivo per seguire un soggetto in rapido passaggio).
Aggiunge peso e altezza ma a me piace da matti e sostituisce la più grossa semiculla inserita come standard nei sistematici e nei tripath per usi video o combinati video e foto.



insomma, è una chicca, che si inserisce sopra al treppiedi avvitandola come se fosse una testa e che poi accoglie sopra di se la testa vera e propria. Nulla di più.
Alluminio estruso e tornito con finitura ineccepibile per poche decine di euro. Non ho saputo resistere.

Bene, siamo arrivati alla fine di questa breve prova che racchiude in poche righe l'esperienza di 3 anni di uso abbastanza frequente, sia in esterni che in studio in trasferta.

E' compatto, abbastanza leggero e poco ingombrante da non far sorgere domande del tipo "lo porto o non lo porto ?", efficiente, robusto, ben costruito, perfetto per il suo scopo "universale" e non specialistico.
Adatto a qualsiasi testa e in ogni occasione. Durerà certo più di me.
Io l'ho pagato - credo - il giusto, oggi forse si dovrebbe cercare qualche alternativa.
E mi pare che anche qui, il catalogo Artcise/Innorel su Amazon.it, per ora offra qualche alternativa simile per caratteristiche, più conveniente per la fattura.
A voi la scelta ma soprattutto, definendo ben prima dell'acquisto quali siano le vostre esigenze e comprendendo esattamente da cosa possano essere risolte.
Considerando che non esistono piedi e teste adatte a tutto, esistono piedi e teste adeguate a quello che dovete fare.
C'è un marchio cinese di obiettivi universali per mirrorless che qui in Redazione ci fa particolarmente simpatia: è TTArtisan, cui abbiamo dedicato negli ultimi anni un certo numero di articoli, ma che sopratutto ritorna spesso nelle conversazioni sul sito, grazie al fatto di sfornare frequentemente novità.

C'è un trio di obiettivi TTArtisan nati in formato APS-C ed a fuoco manuale, appositamente per placare la sete di obiettivi di quel formato, inoltre piccoli e maneggevoli, disegnati vintage, preferibilmente anche di elevate prestazioni, per soddisfare l'atavica mancanza di prodotti in questo ambito, specie da parte di Nikon, anche adesso, in baionetta Z: 
uno dei tre è questo 50mm f/1,2 che unisce un MTF così alto da dare i brividi, insieme ad una luminosità invidiabile in ogni epoca fotografica, unitamente ad un prezzo ridicolo, che su Amazon quasi mai supera i 120 euro... roba da pensar male, nonostante...

C'è il desiderio di scommettere di essere ancora in grado di riuscire a mettere a fuoco a mano libera, con la ghiera di messa a fuoco, a TA, quando l'apertura massima sia un f/1,2 ossia un'apertura che su un mediotele (come diventa a 75mm-eq questo 50mm in DX), porta a considerare differenze simili al taglio di un foglio di carta, oppure dei petali di un fiore di cactus...

roba di questo genere, insomma.
Non abbiamo Z Nikkor fissi da usare sulle Z50, Zfc ed ora anche le nuove Z30 (più utili ai vlogger queste ultime...), sopratutto non abbiamo a disposizione obiettivi in grado di valorizzare le forme vintage delle belle Zfc che tanto successo riscuotono dall'anno passato, quando sono state presentate e vendute all'istante, tutte. O della mia Z50...

Ci pensano i cinesi di Shenzen, un arcipelago di industrie votate alla fabbricazione ed assemblaggio di tutti i componenti di cui si componga un obiettivo, ma sorprendentemente anche in possesso dei tools e del know-how per realizzare prodotti interessanti sia dal punto di vista della qualità e poi anche, incredibilmente, del prezzo.
Ecco il più lungo dei tre APS-C TTArtisan (gli altri due sono un 17 ed un 35 entrambi f/1,4) ed anche, a mio avviso, il meglio riuscito esteticamente, dei tre.

arriva in una scatola grigia, elegante e ben decorata, arricchito da un libretto di istruzioni e descrizione, rilegato e riportante anche in inglese tutte le nozioni desiderate, oltre al certificato di garanzia e ad una busta in pergamino, contenente una pezzuola grigia, marchiata, per la pulizia delle lenti: non previsto il paraluce e nei set di ripresa anche in forte luce solare devo confessare di non averne sentita la mancanza, io che sono uno strenuo fautore della sua necessità.

il barilotto misura appena 6,2cm di lunghezza per 5,4cm di diametro (6,2 cm considerando anche le due orecchiette esterne per movimentare la ghiera del diaframma) pesa 360grammi senza i tappi e ha un diametro filtri da 52mm. Diaframma a 10 lamelle per confermare la sua vocazione di obiettivo da ritratto, diaframmandolo...
Cosa che ho fatto pochissimo durante il test, concentrato prevalentemente sulla "scommessa" del titolo, di utilizzo ove possibile, sempre a TA
dalla vista superiore risaltano appunto le due comodissime protuberanze esterne al barilotto, orecchiette le ho definite, per gestire la ghiera del diaframma, posta in posizione anteriore, nonostante il diaframma poi si trovi al centro, subito dopo i primi tre gruppi di lenti.

il barilotto presenta una ghiera di messa a fuoco comoda, zigrinata al centro e doppiamente rastremata per evitare spostamenti accidentali del difficile reperimento a f/1,2 del corretto piano di messa a fuoco: riferimenti in metri e piedi e scala della pdc che...ovviamente parte da f/4 fino al diaframma più chiuso di f/16...che non credo di aver mai utilizzato.
Messa a fuoco minima da 50cm.

La grafica è chiaramente di derivazione Leica M / R  Il tappo anteriore, a vite, è di metallo, con serigrafato il marchio e i dati dell'obiettivo.

la baionetta posteriore, anch'essa in metallo, è totalmente priva di contatti elettrici: l'obiettivo non viene letto nei dati EXIF, ovviamente neppure i dati di scatto.

Bellissima la colorazione tendente al magenta dell'antiriflesso: sulla mia lastra di vetro nero, marezzato, era proprio la ...morte sua !

APS-C, piccolo, leggero, maneggevole, bello, all metal cast... what else ?!

What else ?  Anche bbuono...! 
Vediamo se abbiamo fatto ...fruttare questi 120 euro?



il test-pesc, mi pare sia ...succulento (ovviamente e rigorosamente f/1,2)

il primo piano fuori fuoco, rispetto al secondo piano è sempre uno scoglio difficile

nei contrasti eccessivi tra chiari e scuri, tende talvolta a chiudere troppo o a bucare le luci

molto meglio con illuminazione omogenea e contrasti ridotti (ma trattasi del sole di mezzogiorno di luglio in campagna sicula...non è per tutti)

delicato con la roba tenue

e nelle ombre chiuse (con uno sfuocato degno di celebri obiettivi tedeschi di altre ere)

certamente l'opposto del concetto di obiettivo macro, seppure con una piccola lente addizionale...ma con risultati davvero ugualmente interessanti, pur nell'estrema difficoltà del reperimento di una sufficiente precisione nella messa a fuoco, come testimonia il successivo crop di questa immagine di damigelle


obiettivo, questo TTArtisan 50/1,2 APS-C, che dà i suoi ...frutti, anche in bianco e nero...
tranquilli...  anche con gli esseri umani, ai quali questa focale è dedicata:



sempre si riesca a restare sul cordolo di TA, ogni tanto aiutandosi fino a f/2 ... per la troppa luce...!

e qui che faccio... a fuoco il manifesto o i passanti... aaaghhh!!! 


morbidezza e nitidezza sembrerebbero essere concetti distanti tra loro...eppure...?


comunque divertente usare il trap-manual-focusing con soggetti in movimento anche rapido...

magari anche usando il monitor a 90 gradi, guardandosi la pancia



sempre TA

a pochi passi...




b/n oppure colore insieme al movimento aiutano a definire il concetto di obiettivi ultraluminosi che creano un' allure animata intorno ai soggetti ritratti, non più congelati, freezati da una sequenza infinita, incasellati in una frazione di attimo, ma colti invece nel pieno della luce disponibile del momento, mischiata ai colori ed alle forme e fuoco e fuori fuoco che li circondano, che li definiscono, che sono il motivo stesso dell'attenzione del fotografo verso quel soggetto.
 
Come con la mia chitarrista, street performer...






che ricava di spalle dalle sue spettatrici danzanti, ampiamente fuori fuoco, il senso dell'inquadratura scelta

così come dall'opposto punto di ripresa, a suggello della sua performance




Tutto con un solo obiettivo, grazie al fatto di essere al tempo stesso un mediotele per causa del formato sensore, ma uno standard per natura e vocazione: un binomio difficile da realizzare sul formato ridotto, spesso vantato solamente per essere un moltiplicatore naturale di teleobiettivi nello sport.
Qui invece siamo dentro la vita delle persone che incontriamo: che ci vedono e con le quali possiamo interagire.
Francamente una scommessa vincente, questo TTArtisan 50mm f/1,2 per le nostre Nikon Z DX.
Accattativillo !
 
 
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
In casa ho ennemila treppiedi e ennemila^2 teste per treppiedi.
Ma non ne avevo nemmeno uno piccolo e leggero.
Guardavo il Leofoto LS-254C (vedi prova su queste pagine a firma Valerio Brustia) che ha effettivamente le caratteristiche che mi interessano ma il suo prezzo è lievitato ad ben oltre 300 euro. Cui aggiungere l'inevitabile testina adatta ... e non mi pareva il caso di spendere tutti quei soldi per un aggeggio cui comunque non delegherò mai la "foto della vita".
Lo scopo è quello di appoggio leggero, senza impegno, per le Nikon Zfc che nel mio caso, escono di casa predisposte per Arca Swiss, pesano poco e generalmente le uso con obiettivi altrettanto poco impegnativi.
Quindi non a quei soldi.
Al solito mi induce in tentazione Amazon con una offerta allettante, meno di 150 euro e per di più in cinque rate senza interessi.
L'oggetto del desiderio, comprato lo scorso febbraio, è il Sirui AM-254

Qui su Nikonland, vedendo strutture, finiture e sigle dei treppiedi più comuni di provenienza cinese, ci siamo fatti l'idea che tutti questi marchi siano solo dei semplici uffici di progettazione che utilizzano componenti standard o simili, prodotti da una fabbrica enormemente più grande ed in grado di rifornire tutti quanti in quantità.
Lo testimonia la qualità della fibra di carbonio usata (Toray a 10 filamenti) filata in modo indifferente, quale sia il prezzo e la taglia del treppiedi.
E le sigle di denominazione, parlanti per la maggior parte dei casi. Come nei due treppiedi citati, 254, di cui 25 è il diametro della gamba maggiore e 4, il numero delle sezioni.
Per non parlare della minuteria, dei colori, dei componenti metallici lavorati in CNC.
Ma eccolo qui, il piccolino, poco più di 40 cm ritratto e meno di un chilogrammo "nudo".

Amazon me lo ha consegnato direttamente con questa scatola, senza ulteriore imballo. Poco male.

dentro c'è una sacca capiente, adatta anche a treppiedi di maggiore taglia, che contiene tutti i componenti, compresa la colonnina opzionale da 20cm

qui con tutto dentro, pronta per il viaggio
 
 

e qui con tutti i componenti fuori.

il modello pare sia destinato al solo mercato europeo, probabilmente per questioni di certificazioni CE.

le buste contenenti chiavi a brugola e spikes a punta per sostituire eventualmente i piedini gommati.

l'orgoglioso marchio.
Il treppiedi ovviamente arriva in finitura carbonio con inserti in alluminio verniciati a caldo in blu.
Io ho seguito gli antichi dettami dell'amanuense novarese Valerius Brustianus ed ho ricoperto la gamba superiore con la batista color verde erba. Non per velleità mimetiche, ma perchè le mie mani sudano e mi da fastidio impugnare il carbonio. Il tessuto in cotone assorbente è un vantaggio, specie d'estate. Il grip aumenta e anche la confidenza. Questioni psicologiche, insomma ...
Dettagli costruttivi

la crociera con la vite standard per montare alternativamente, la testa o la colonnina. Notare le viti con cava esagonale brunite e marchiate Sirui, insieme ai blocchi in alluminio fresato in CNC verniciati di azzurro.

l'insieme dei fermi delle varie gambe


e il marchietto adesivo.

la parte sotto della crociera, con la filettatura per appendere eventualmente un contrappeso o altro. Cose degne di treppiedi di fascia più alta.
La particolare conformazione degli snodi consente un uso totalmente ribassato

su cui eventualmente montare la colonnina da 20 cm

oppure no, a seconda delle esigenze





dettagli ulteriori della crociera e della vite di montaggio.
 
La testina Artcise EB-36S
In casa ho duemila teste ma nessuna di questa taglia. Sirui ne propone diverse ma a prezzi che sono paragonabili con quelli del treppiedi.
E non mi è sembrato il caso.
Per cui ho scelto questa Artcise, di conformazione e meccanica simile ad altre di altri marchi, che vanta una sfera da 36mm con un fermo robusto in teflon e un bel morsetto.
Pesa in tutto 200 grammi e costa ... la bellezza di 36 euro, praticamente un euro a millimetro di sfera.
Ovviamente non intendo usarla per lavori pesanti ma mi aspetto che mi dia affidamento.



la sfera è in alluminio (diffidare di quelle cave in plastica)

è ben dimensionata ma piccolina e proporzionata con questo treppiedi

ha tutte le caratteristiche standard, compresa bolla sul morsetto Arca Swiss abbastanza robusto

l'ho detto che è piccolina ?

lo è vicino alla Artcise XB54 da 54mm e circa un chilogrammo, pensata per ben altri sforzi di torsione e di sostegno.
La colonna Sirui SL-200-EU

è una colonnina in fibra di carbonio, diametro 28mm, altezza 200mm, ulteriormente estensibile con lo stesso criterio delle gambe del treppiedi

per qualche cosa di più di 32cm


montata ed estesa
 
in generale diffido delle colonne estensibili che rientrano nella base del treppiedi. Indeboliscono la struttura complessiva e soprattutto, non si possono togliere facilmente e quando lo si fa, è complicato rimetterle.
Questa semplicemente si avvita al posto della testa quando serve estendere ulteriormente il treppiedi. Ed è facile aggiungere qualche centimetro al volo, senza dover muovere tutte le gambe sottostanti.


anche in campagna o dove siete.
Come va
Questo per me è un treppiedi da escursione, come il più pesante Leofoto LS-365C che ho addirittura dotato di base livellante.
Quindi da usare fuori, perché in casa ne ho tanti altri di pesanti e a prova di scossa tellurica che non mi sognerei mai di portare in giro salvo che non abbia a disposizione robusti aiutanti.
Quindi eccolo qui nell'erba

piccolo !



con le gambe estese, senza testa

con la testa

con la colonna montata ed estesa


Estendere le gambe è un attimo, il movimento è semplice e privo di impegno. Si sblocca il fermo, lo stelo va giù per gravità, si riblocca il fermo, si sblocca l'altro etc. seconda di quante sezioni serva estendere.

completamente esteso fa la sua figura, sebbene le gambine sia sottili (come dicevo, l'elemento più grande ha un diametro di 25mm, quello ricoperto di batista verde).
Ed è ragionevolmente fermo e robusto. Certo mai come il mio sistematico con le gambe da 40mm ... che però pesa tre volte e richiede una testa che da sola pesa più di questo treppiedi ...

ecco qua la testina in batteria

che ospita la mia Gigi che in questo caso sta offrendo la sua livella per mettere in bolla il sistema (pigrizia, la bolla a liquido è davanti, opposta al morsetto)

Gigi in questo caso indossa il Nikkor Z 105/2.8 MC, un peso maxi per lei

ma che la testina Artcise EB-36S sostiene con disinvoltura


questo è uno scatto ripreso in una situazione simile, in casa, con un tempo di 6 secondi. Mi pare adeguato, anche se nella realtà non userò praticamente mai questo sistema per foto del genere.
L'ho usato invece per fotografare Ginevra con il TTArtisan 50/0.95 e potermi concentrare anziché sui miei movimenti, sulla messa a fuoco di precisione.
Con risultati lusinghieri ...

lei può stare congelata ma se intanto tu ti muovi, non è possibile mettere a fuoco con un manual focus che ha 1 mm di profondità di campo
mentre se stai progettando un servizio o stai facendo un video, è indispensabile avere un punto di ripresa costante e ferma, anche se non è necessario montarci sopra una Z9 con un 600/4


stessa identica inquadratura, ripetuta anche in un video in cui muovo il fuoco da un fiore all'altro, senza incertezze.
Nikon Zfc e TTArtisan 50/0.95 su Sirui AM-254 con testina Artcise EB-36S
 
Conclusioni
E' in fibra ci carbonio.
Pesa 990 grammi.
E' lungo 42 cm ma si estende, volendo, fino a 160cm da terra.
Oppure a 8 cm da terra se ti serve.
E' ragionevolmente stabile, regge una testa adeguata.
Costa il giusto.
Viene consegnato con tutto quello che serve e anche il superfluo (braccino per montare uno smartphone o non so che altro, piedini a punta in alluminio se andate su una pietraia etc. etc.).
Sembra che sia fatto per durare.
Io in questi mesi l'ho usato a lungo senza il minimo inconveniente.
La colonnina opzionale è fatta benissimo.
La testina è decente, a quel prezzo. Usandola qualche piccola incertezza di rotazione se ne va via.
Pesa poco e ingombra poco.
La sacca è comoda, robusta, più che capiente.
Ho dimenticato qualche cosa ?
Si, costa meno di altri prodotti come il Leofoto. Per tacere dei gioiellieri europei o americani.

conosciamo già le scatolette TTArtisan, in un elegante cartoncino rivestito con una finitura che ricorda la tela.

Sul fianco le specifiche sono riportate con un adesivo.
Nikon Z : 438 grammi, 64x63mm, filtro da 58mm.
Tappo metallico a vite.
Finitura in nero e argento con iscrizioni in rosso e bianco.
Si tratta di un bell'oggetto tutto in solido metallo e vetro, equilibrato in mano e dal peso rassicurante (quasi quanto quello della Zfc).
TTArtisan sperimenta design differenti tra una generazione e l'altra dei suoi modelli. E se prima si limitava a mantenere un'aspetto familiare con gli apparecchi fotografici Leica, adesso spazia.
A prima vista questo obiettivo mi ricordava qualcosa ma mi sfuggiva esattamente cosa.
Poi uno sguardo ai vecchi obiettivi dell'armadietto mi ha fatto tornare in mente subito.
L'estetica è ripresa dalla seconda generazione di obiettivi Meyer-Optik di Gorlitz della seconda metà degli anni '50.

come questo simpatico Primotar 3.5/135mm del 1957 che conservo insieme ad una Exakta degli stessi anni.
Materiale prodotto in Germania Est, vicino alla vecchia fabbrica Zeiss, con schemi anteguerra e una finitura meno appariscente dell'alluminio spazzolato dei primi Trioplan etc.
COME E' FATTO

il design resta elegante, può piacere oppure no, sicuramente incontra il gusto un pò retro che si può abbinare alla Zfc, non saprei dire se con la Z50 l'abbinamento possa essere esteticamente altrettanto convincente (mentre il funzionamento sarà assolutamente identico).

il tappo a vite, in alluminio verniciato in nero con incisi marchio e denominazione con finitura bianca.

ogni scritta è incisa nel metallo e poi verniciata. Anche i punti rossi sono incisi.
La baionetta è in solido metallo cromato.

un oggetto con aspetto premium, anche se venduto a circa €270

anche le iscrizioni sull'anello anteriore del portafiltri sono incise e poi verniciate.

diaframma completamente aperto, apertura per tutta l'area interna del sistema ottico.

la baionetta. Bisogna fare attenzione a montarlo rispettando il segnalino rosso per avere le indicazioni di distanze e profondità di campo dalla parte giusta perché l'obiettivo si monta anche dall'altro lato.
Non cambia nulla ma esteticamente è strano ...

proporzioni ridotte ma confermo che si tratta di un oggetto di pregio sul piano della costruzione e dell'ingegnerizzazione.

Il montaggio sulla mia Zfc è ineccepibile, senza incertezze e privo di forzature.


e a mio gusto fa bella mostra di se.

in quest'ultimo caso ho montato l'obiettivo su un tubo di prolunga Viltrox da 12mm per accorciare la distanza minima di messa a fuoco ed ottenere un "semi-macro".
Per finire un confronto con il mio TTArtisan 0.95/50mm full frame con attacco Leica M :

se le dimensioni contano, vi prego di notare la differenza importante nelle dimensioni dell'attacco. Testimoniano quanto apprezzeremo nel prossimo capitolo.
COME VA
Appunto. La prima cosa che sono andato a vedere è stata la vignettatura. In genere con i superluminosi la vignettatura è importante.
Qui c'è ma non è così evidente.
Per questo ho pensato di montarlo sulla Nikon Z9 per verificarne la copertura su un sensore più ampio.
Sorpresa, anche qui gli angoli non sono tanto compromessi. Anzi, di fatto possiamo dire che questo particolare obiettivo, copre abbastanza tranquillamente anche il formato 36x24mm.
Insomma, alla prova dei fatti, sia la Zfc he la Z9 offrono la stessa resa con questo obiettivo.
Che ha i suoi limiti intrinseci nella sua fase progettuale.

Non è un Nikon 58/0.95 Noct e nemmeno un Nikon Z 50/1.8 S. Per capirci, al netto della difficoltà di messa a fuoco e della ridottissima profondità di campo alla minima distanza di messa a fuoco (0.5 metri), questo obiettivi non è mai nitido.
Non lo è a f/0.95, e ci può stare benissimo anche se oramai siamo abituati a progetti ottici che a tutta apertura vanno come quando sono chiusi di 3 o 4 stop, ma non lo è nemmeno chiudendo ad f/2.8 o ad f/4, anche se le cose migliorano, probabilmente perché diventa più profondo il campo nitido.
Ma non è certo questa la ragione per dotarsi di questo obiettivo. Ci sono qualità che faranno letteralmente felice il creativo, chi nella fotografia non cerca solo la nitidezza a tutti i costi.
 
sfuocati ed aberrazione cromatica assiale (ampiamente prevedibile, nessun obiettivo ne é esente, nemmeno se costa 8000 euro)

sfuocato creativo

tutto sfuocato (vignettatura ?)


Archie che si gode il fresco
Quattro gradazioni di green




due interpretazioni diverse dello stesso fiore


e cercando un'altra luce

a fuoco il primo

a fuoco il secondo

aprendo le ombre in esposizione

in primo piano, onirico, con il tubo di prolunga



luci diverse e inquadrature diverse

sfuocati

cercando di mettere a fuoco bene (su treppiedi e con ingrandimento a display)

ancora con tubo di prolunga
e chiaramente una creatura umana, pregata di stare congelata il più possibile






impegnativissimo rendere il massimo dell'immagine, sfruttando le peculiarità di questo obiettivo magico, senza al contempo mortificare le qualità del soggetto.
Già mettere a fuoco è difficile, cercare l'inquadratura con il giusto rapporto per lo sfondo in modo da valorizzare lo sfuocato. La luce.
Diciamo che non è un oggetto per fotografi privi di fantasia o che si fermano al primo scatto.
Queste foto di Ginevra vengono da una selezione di 103 scatti diversi.
Conclusioni
Insomma, si sarà capito che è sconsigliatissimo a chi cerca prestazioni ottiche allo stato dell'arte, è un obiettivo destinato a chi sa inventarsi immagini anche da soggetti di poco valore e che all'occhio non direbbero nulla così nel loro contesto. Esplorando la realtà con uno sfuocato che per i nostri occhi è assolutamente inusuale, le cose cambiano.
Ma bisogna saperlo sfruttare al meglio, non facendosi frustrare o condizionare dai suoi limiti, anzi, utilizzandoli come forma di espressione.
A favore
economico per un obiettivo così luminoso. Solo qualche anno fa non avremmo mai creduto di poter comprare obiettivi f/0.95 senza accendere un secondo mutuo sulla casa copre anche il formato full-frame, sebbene con prestazioni inferiori al modello specifico sempre di TTArtisan (che purtroppo è disponibile solo con attacco Leica M) costruito come si faceva una volta, con tecniche dispendiose e ottima qualità dei materiali. Lavorazione impeccabile (purtroppo abbiamo trovato altri obiettivi cinesi con filettature approssimative, fresature imprecise, addirittura con riccioli di alluminio della lavorazione ancora attaccati) disponibile per attacco Nikon Z vignettatura minima, resistenza ai riflessi buona per un f/0.95 creativo al massimo, se il fotografo è creativo. Adatto anche al video per chi sappia servirsene come si deve Contro
prestazioni ottiche mediocri in termini di nitidezza al centro che diventa pessima ai bordi e agli angoli. In teoria si dovrebbe chiudere il diaframma ad f/2.8-f/4 per avere le migliori qualità : ma che senso avrebbe ? Un obiettivo f/0.95 lo si compra per usarlo SEMPRE ad f/0.95 aberrazione cromatica assiale a catinelle (sia magenta che verde). Ma è normale per un superluminoso come questo l'anello dei diaframmi è in una posizione un pò difficile da ritrovare al tatto (ma sinceramente io l'ho usata solo per provarla ....) difficilissimo mettere a fuoco (ma è una questione da mettere in conto con qualsiasi obiettivo così luminoso) Non mi viene in mente altro, se non sottolineare che l'ho usato molto a lungo per poterlo capire bene come ho fatto a suo tempo col suo fratellone full-frame.
Ringrazio TTArtisan per avermelo fatto conoscere, avendo già l'altro l'avevo in qualche modo trascurato.
Mi sento di consigliarlo solo a chi sia in grado di capirlo ed abbinarlo adeguatamente. A dispetto del prezzo abbordabile, non è un obiettivo per tutti.
Ma questo, nel mio modo strano di vedere la vita, non è un difetto
Nei commenti qualche video dimostrativo delle sua caratteristiche ottiche. Ho cercato di mantenere l'effetto che avreste a mirino mentre trafficate con la messa a fuoco o col diaframma.
Spero che vi chiariscano il punto.
Tutto il resto però, lo deve aggiungere il fotografo.
Io, usandolo - l'ho anticipato a Max per telefono - mi sono divertito come un matto !
IL PRIMO PASSO PER IL CONTENUTO VIDEO DI LIVELLO SUCCESSIVO: LA NIKON Z 30 È REALIZZATA PER I CREATORI
Amsterdam, Paesi Bassi, 29 giugno 2022: Oggi, Nikon è lieta di annunciare una straordinaria fotocamera per vlogging, la Nikon Z 30. Piccola, capace ed estremamente semplice da usare, la fotocamera mirrorless Z 30 è la scelta per tutti coloro che desiderano andare oltre l'uso dello smartphone e creare vlog dall'aspetto migliore e dal suono migliore, mantenendo i feed fotografici coinvolgenti con fotografie ricche di dettagli.
    Dall'unboxing dei prodotti alle ricette, dai viaggi al parkour, la Z 30 consente di creare con facilità vlog vibranti e di qualità professionale con la chiarezza, la profondità di campo e l'audio nitido che ci si aspetta da vlogger e streamer di altissimo livello. Il sensore di immagine in formato DX della fotocamera (molto più grande del sensore di immagine di uno smartphone) consente di ottenere video nitidi e ricchi di dettagli, che non è possibile ottenere con uno smartphone. I vlogger sono in grado di registrare riprese lunghe fino a 125 minuti di sequenze video ininterrottamente in 4K UHD (30p) ed è disponibile l'autofocus permanente durante la registrazione. La Z 30 utilizza l'intera larghezza del sensore per offrire il 100% (circa) del campo visivo e la qualità audio è eccellente, per gentile concessione del microfono stereo incorporato della fotocamera o di un microfono esterno.
Non è mai stato così semplice creare contenuti che catturano l'attenzione dell'osservatore. Non vi è alcun limite alle storie che possono essere raccontate utilizzando la Z 30 e la gamma di obiettivi NIKKOR Z in rapido aumento di Nikon. Il monitor touchscreen ad angolazione variabile semplifica le riprese da qualsiasi angolazione, mentre un'impugnatura profonda consente riprese stabili a mano libera, anche tenendo la fotocamera alla lunghezza del braccio. Cambiare l'aspetto di un vlog è facile come cambiare gli obiettivi e la Z 30 è ricca di funzioni automatiche avanzate per un controllo ancora più creativo. Anche se i vlogger immaginano il proprio contenuto in evoluzione, la Z 30 fornisce loro lo spazio per trasformare queste idee in realtà.
Zurab Kiknadze, Product Manager di Nikon Europe, ha dichiarato: "Siamo davvero entusiasti di accogliere il membro più giovane della famiglia Nikon Z. Questa fotocamera per vlogger piccola ma potente è un notevole miglioramento rispetto ad uno smartphone. Gli utenti non solo ottengono un sensore di immagine molto più ampio, che è fondamentale per catturare sequenze che spiccano, ma possono anche avere la libertà di incrementare il proprio kit man mano che aumentano le loro abilità o se desiderano provare a creare nuovi stili di contenuti".
RIEPILOGO DELLE FUNZIONI PRINCIPALI: NIKON Z 30
Vlog di livello superiore: registra fino a 125 minuti di sequenze video ininterrottamente in 4K UHD (30p). Cattura i follower con timelapse o slow motion fluidi in Full HD (120p).
Entusiasmante qualità dell'immagine: l'ampio sensore CMOS in formato DX da 20,9 MP assicura video e fotografie ricche di dettagli. La funzione riduzione vibrazioni elettronica di Nikon garantisce che le sequenze video appaiano sempre belle e stabili.
Audio nitido e preciso: acquisisci audio eccellente attraverso il sensibile microfono stereo incorporato o tramite un microfono esterno. Controlla l'ambiente con la funzione di attenuazione vento incorporata.
Monitor touchscreen ad angolazione variabile: facilita la ripresa di vlog o selfie in prima persona.
Modo AF video: utilizza l'autofocus permanente per riprese fuori fuoco. Ideale se stai riprendendo azioni o vlog in prima persona mentre sei in movimento.
Modo autoritratto: ruota il monitor in avanti e la fotocamera libera lo schermo per ottenere una visualizzazione autoritratto senza ostacoli.
AF con rilevamento animali e occhi: disponibile per fotografie e video. Mantiene la messa a fuoco sugli occhi delle persone o su quelli di cani e gatti, anche se si girano momentaneamente lo sguardo dalla fotocamera.
11 fps: ripresa in sequenza ad alta velocità con AF/AE completo consente di catturare perfette fotografie e istantanee nel cuore dell'azione.
Riprese senza sforzo: il pulsante REC video è posizionato sopra la fotocamera per un facile accesso in qualsiasi orientamento e gli utenti possono salvare impostazioni separate per video e fotografie, quindi di passare da un'impostazione all'altra in base alle necessità.
Creative Picture Control: 20 filtri integrati nella fotocamera per video e fotografie. Tutti personalizzabili e visibili in tempo reale durante le riprese.
Facile connessione e condivisione: Con il Bluetooth e il Wi-Fi è facile connettersi praticamente in qualsiasi luogo. L'app SnapBridge di Nikon consente agli utenti di trasferire video e fotografie sul proprio dispositivo smart.
Cavo USB di tipo C incluso: collegati per fornire un'alimentazione costante alla Z 30: esegui vlog livestream e carica contemporaneamente la batteria della fotocamera.
Obiettivi intercambiabili: scegli dalla gamma completa degli obiettivi NIKKOR Z oppure monta l'adattatore baionetta FTZ II di seconda generazione opzionale di Nikon e utilizza obiettivi con supporto NIKKOR DSLR con baionetta F-Mount di Nikon.
Accessori per il vlogging: compatibile con una miriade di popolari accessori per il vlogging. Gli utenti possono anche acquistare kit per vlogger appositamente curati da Nikon, con tutta l'attrezzatura necessaria per portare i propri vlog a un livello superiore.
 





CARATTERISTICHE TECNICHE
Tipo
Nikon Z-Mount
Formato
FX
Lunghezza focale
400 mm
Apertura massima
f/4.5
Apertura minima
f/32
Schema ottico
19 elementi in 13 gruppi (inclusi 1 elemento ED, 2 elementi super-ED, 1 elemento SR, elementi con trattamento Nano Crystal Coat e una lente anteriore con trattamento al fluoro)
Angolo di campo
Formato FX: 6° 10', formato DX: 4°
Sistema di messa a fuoco
Sistema di messa a fuoco interna
Distanza minima di messa a fuoco
2,5 m
Massimo rapporto di riproduzione
0,16x
Riduzione vibrazioni
Decentramento ottico con motori voice coil (VCM)
Numero di lamelle del diaframma
9 (apertura circolare del diaframma)
Escursione diaframmi
Da f/4.5 a 32
Rivestimento
Trattamento Nano Crystal Coat, trattamento al fluoro
Dimensione attacco filtro
95 mm (P = 1,0 mm)
Diametro x lunghezza (estensione dall'innesto dell'obiettivo)
Ca. 104 mm x 234,5 mm (diametro massimo × distanza all'estremità dell'obiettivo dalla flangia di innesto obiettivo della fotocamera)
Peso
Con il collare del treppiedi: circa 1245 g, senza il collare del treppiedi): circa 1160 g
Autofocus

Messa a fuoco interna

Messa a fuoco
Auto, manuale
Selettore messa a fuoco
Due posizioni: FULL (∞-2,5 m) e ∞ to 6 m





FAI PIÙ STRADA CON IL NUOVO NIKKOR Z 400MM F/4.5 VR S
Amsterdam, Paesi Bassi, 29 giugno 2022: Oggi Nikon è lieta di annunciare un nuovo super teleobiettivo a lunghezza focale fissa, l'obiettivo NIKKOR Z 400m f/4.5 VR S. Progettato per un'estrema portabilità, questo obiettivo consente ai fotografi di sfruttare la lunghezza focale del super teleobiettivo da 400 mm e la sbalorditiva qualità dell'immagine S-line, in un formato leggero e da viaggio.
    Fauna selvatica, sport, azione veloce, ritratti distanti. Grazie alla lunga portata, alla risoluzione eccezionale e alla comoda maneggevolezza, questo super teleobiettivo resistente, compatto e leggero mette tanti scatti a portata di mano. Con un peso di soli 1245 g circa e una lunghezza totale di soli 234,5 mm, la costruzione incredibilmente portatile rende il NIKKOR Z 400mm f/4.5 VR S l'obiettivo più avanzato. I fotografi possono persino tenere montato questo super teleobiettivo sulla fotocamera quando si cammina, rendendo più semplice raggiungere i migliori punti di vista.
Fotografie o video, l'eccezionale potenza di risoluzione di questo obiettivo S-line garantisce immagini con splendidi effetto bokeh, colore, contrasto e chiarezza. La potente tecnologia VR ottica di Nikon garantisce la stabilità degli scatti, mentre la funzione Synchro VR consente fino a 6 stop di compensazione quando l'obiettivo è abbinato al modello Z 9. L'apertura massima di f/4.5 offre numerose opportunità di lavorare in modo creativo con la luce disponibile, e le prestazioni AF sono veloci, accurate ed eccezionalmente discrete. Inoltre, questo super teleobiettivo supporta l'utilizzo dei moltiplicatori di focale Z, in grado di estendere la portata a 560 mm o 800 mm.
Il design equilibrato mantiene l'obiettivo più vicino al corpo macchina della fotocamera, rendendo più semplice effettuare una panoramica e interromperla in modo fluido. I fotografi possono anche tenere l'obiettivo in una posizione più comoda durante le riprese a mano libera e prendere posizione più rapidamente per catturare gli attimi fuggenti. I controlli sono pienamente personalizzabili e una tenuta climatica avanzata mette al sicuro sia l'obiettivo che la fotocamera.
Zurab Kiknadze, Product Manager di Nikon Europe, ha dichiarato: "Questo entusiasmante nuovo obiettivo da 400 mm consente di portare la ripresa con il super teleobiettivo a un nuovo livello di fluidità e reattività. Qualunque cosa riprendi il livello di equilibrio e maneggevolezza implica che nessuno scatto è fuori dalla tua portata. Inoltre, non ti sentirai appesantito se stai percorrendo lunghe distanze per trovare il posto migliore o il tuo soggetto".
RIEPILOGO DELLE FUNZIONI PRINCIPALI: NIKKOR Z 400MM F/4.5 VR S
Super teleobiettivo portatile: lunghezza focale di 400 mm. Pesa solo 1245 g circa per una lunghezza totale di soli 234,5 mm.
Design equilibrato: l'obiettivo è più vicino al corpo macchina della fotocamera, rendendo più semplice effettuare una panoramica e interromperla in modo fluido.
Apertura massima f/4.5: bellissimi effetti bokeh e una notevole profondità di campo consentono di isolare i soggetti da sfondi affollati. L'azione veloce è facile da immortalare.
Ottiche ad elevate prestazioni: Il trattamento Nano Crystal Coat di Nikon riduce immagini fantasma e flare. Le lenti in vetro ED, Super ED e SR di Nikon controllano l'aberrazione cromatica dal centro al bordo dell'immagine.
Messa a fuoco velocissima e discreta: L'AF è veloce, accurato ed eccezionalmente discreto. L'inseguimento del soggetto è fluido in qualsiasi situazione, dalla fotografia di corse automobilistiche alla ripresa di uccelli o della fauna selvatica.
Stabilità straordinaria: La potente riduzione delle vibrazioni (VR) di tipo ottico presente nell'obiettivo di Nikon offre un vantaggio di 5,5 stop.¹ Se utilizzato con la Z 9, il sistema Synchro VR consente fino a 6,0 stop di compensazione.²
Comando personalizzabile: è possibile assegnare funzioni ai comodi pulsanti L-Fn e all'anello di controllo silenzioso. Usare il pulsante impostazione memoria per salvare le distanze di messa a fuoco.³
Tenuta climatica avanzata: la tenuta climatica e una guarnizione in gomma impediscono l'ingresso di polvere, sporco e umidità a tutte le parti mobili. Il trattamento al fluoro di Nikon facilita la pulizia dell'elemento anteriore dell'obiettivo.⁴
Compatibilità con il moltiplicatore di focale: è possibile estendere la portata fino a 560 mm con un MOLTIPLICATORE DI FOCALE Z TC-1.4x o fino a 800 mm con un MOLTIPLICATORE DI FOCALE Z TC-2.0x.

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