Abbiamo letto alcune considerazioni sul forum su cui non ci sentiamo di concordare.
Ma anche per sfatare il mito che "una macchina più costosa" dovrebbe essere meglio in tutto rispetto ad una meno costosa (l'abbiamo sentito dire a suo tempo anche per Z7 -> Z6) abbiamo organizzato questo semplice confronto, anche se siamo già confortati nei nostri ragionamenti sia dalla teoria che dai rilevamenti strumentali effettivi.
I sensori non hanno una sensibilità propria. A parità di tecnologia, la luce che li colpisce e che passasse dallo stesso obiettivo impostato allo stesso modo, si tradurrebbe in una uguale quantità di luce.
Ma la "traduzione" in segnale elettrico e poi digitale della luce che colpisce un sensore è un processo che coinvolge la struttura elettronica del sensore.
Entrano in campo fenomeni di disturbo indotto, prodotti dai fotodiodi stessi, dalla circuiteria di connessione, dagli amplificatori, dai filtri e dai convertitori digitali.
Questo crea correnti parassite che entrano in antagonismo col segnale effettivo, quello che ci interessa che la fotocamera traduca in pixel.
A parità di superficie la luce è la stessa e anche se la taratura dei sensori fossero identiche, una quantità maggiore di fotodiodi e una velocità di lettura differente, creeranno un rapporto segnale / disturbo differente.
Questo è ciò che noi chiamiamo "rumore", qualcuno maldestramente "grana digitale" ma non si tratta di altro che di un disturbo che è eliminabile fino ad un certo punto oltre il quale l'intervento dei filtri di soppressione va a influenzare negativamente oltre il punto di equilibrio la riproduzione dell'immagine che il nostro sensore sta registrando.
Corollario di questo ragionamento è che una quantità maggiore di dispositivi di "cattura" della luce e/o una velocità di lettura maggiore, produrranno a parità di inquadratura (tempo e diaframma), un diverso livello di rumore.
Cui dovranno far fronte sia i circuiti analogici che quelli digitali della fotocamera e poi, alla fine, gli algoritmi di conversione della mappa RAW a livello software sul nostro computer desktop (o, sempre in camera, in caso di conversione in jpg con le impostazioni di scatto).
La tecnologia dei nostri sensori nella realtà non è di molto migliorata su questo fronte dal 2012 ad oggi.
Abbiamo acquisito maggiori velocità di lettura (per ridurre gli artefatti del movimento dei soggetti) ed abbiamo avuto il dual-base/dual-gain.
Ma niente di altro in particolare.
Così scopriamo che in fondo il sensore della Z50 del 2016 se la gioca con quello - quasi ugualmente denso in risoluzione - della più ricca e costosa Z9.
Che quello della D5/D6 del 2016 è inarrivabile per tutte le nostre mirrorless Z a sensibilità superiori ai 6400 ISO ed oltre i fatidici 25600 cui le nostre Z si fermano in gamma lineare (oltre ci vanno ma per estrapolazione digitale, qualche cosa che potremmo ottenere anche sovraesponendo su Lightroom lo stesso fotogramma).
Non ci credete ?
Il sensore della Z6 III deriva da quello della Z6, ma è velocizzato. Il sensore della Z6 è identico a quello di Zf e di D780 oltre che, ovviamente, di Z6 II.
Avremmo potuto usare la Zf per confronto ma non sarebbe stato giusto, Zf e Z8 sono due categorie totalmente diverse per sbocco e scopo di utilizzo.
La Z6 III invece è una valida sostituta/aiutante di Z8 e Z9. La Z6 III è un piccola Z8.
Eppure a suo tempo quando l'abbiamo testata, la Z6 III ha mostra un livello di rumore leggermente superiore a quello della Zf.
Ma andiamo al dunque se accettate le premesse.
Il campo di battaglia è il nostro studio. Luci spente, persiana accostata. Buio pesto.
Il ritratto di Stana in formato 100x75 posto davanti a noi.
Treppiedi.
Nikkor Z 105/2.8 S ad f/4
Fuoco sull'occhio sinistro, scatto singolo. Otturatore elettronico.
sviluppo in Lightroom senza alcun intervento.
Il bilanciamento del bianco è su 4650 K e +15 di tint.
L'esposizione è la stessa.
La riduzione del disturbo è quella standard di Lightroom.
Il profilo è quello Flat.
(ingrandire a tutto schermo, l'immagine è in 4K)
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
25600 ISO
25600 ISO con riduzione disturbo a ZERO
E qui ci fermiamo perché oltre ci sono i leoni.
***
Noi valutiamo ad occhio un vantaggio in termini di disturbo in lettura della Z6 III sulla Z8 di 1 STOP 1 STOP e 1/3 ad ogni sensibilità nominale.
E non è una sorpresa.
Ovviamente, in stampa e in sviluppo, la maggiore quantità di informazioni rilevata dal sensore della Z8/Z9 permetterà operazioni di equilibrio, portandoci ad avere immagini comunque utilizzabili.
Ma in termini di lettura del segnale, possiamo confermare come la Z6 III offra immagini più pulite.
Come ci suggerivano già i grafici di Bill Claff
E che riportiamo qui sotto :
a parità di sensibilità nominale, un valore in altezza inferiore, rappresenta un segnale proporzionalmente più "pulito".
CVD
PS : naturalmente questi restano tutti discorsi teorici che devono entrare nel bilancio complessivo dell'utilizzo di macchina, obiettivo e luce, nelle differenti condizioni reali.
Tutte le fotocamere di oggi offrono una qualità di immagine più che sufficiente per qualsiasi impiego, purché il fotografo sappia servirsene.
Strumenti differenti si adatteranno meglio ad un determinato scopo di altri.
Ma non è detto a priori che ad una fotocamera più costosa corrisponda, sempre e in ogni luogo, una risposta migliore.
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