Promesso ad inizio anno, reso disponibile in maggio con l'aggiornamento del firmware 2.0, sia Nikon Z6 che Nikon Z7 dispongono adesso del riconoscimento dell'occhio (degli umani).
Non che prima non ci fosse, la macchina comunque tendeva a privilegiare l'occhio quando riconosceva il volto di un soggetto inquadrato. Ma non era l'occhio la priorità e in ogni caso l'animazione mostrava solo il riconoscimento del volto.
Con il nuovo aggiornamento, se operiamo in modalità AREA AF AUTO e se nel menù è abilitata l'opzione relativa, le due macchine, in modo del tutto analogo, analizzano la scena inquadrata e se riconoscono un volto (o più di uno) lo evidenziano con un riquadro giallo.
E se riescono a riconoscere all'interno del volto un occhio (o più di uno) passano ad un riquadro più piccolo che individua esattamente quell'occhio.
Se gli occhi individuati sono due (o più) a lato del riquadro compare un triangolino per consentire - eventualmente - al fotografo di passare agli altri occhi presenti nell'inquadratura.
L'occhio inquadrato viene seguito automaticamente se il soggetto o il fotografo si muovono.
Niente di più facile perchè tutto questo avviene in modalità completamente automatica, senza che si debba premere alcun bottone (tranne, ovviamente, attivare l'AF, o con una pressione del pulsante di scatto o con il tastino AF-ON posteriore).
Dando per scontato che siamo in modalità AF-C (che è quella che consiglio in questo caso), l'AF terrà sotto tiro l'occhio individuato facendo gli aggiustamenti necessari in tempo reale, lasciando la fotografo la libertà di inquadrare e scattare a piacere.
i 273 punti AF della Nikon Z6
i 493 punti AF della Nikon Z7
Considerando che la copertura AF in modalità AUTO AF delle Nikon Z è quasi integrale (stiamo al 93% del frame) capirete il perchè del clamore di questo aiuto nel tenere a fuoco l'occhio.
Almeno per il ritrattista, questo consente una completa libertà di inquadratura, potendo porre il soggetto esattamente dove si vuole nel frame, e questo, anche se fortemente decentrato sarà coperto da almeno un punto AF in grado di dare una immagine nitida sull'occhio.
E' quello che ho sperimentato in decine di migliaia (letteralmente) di scatti in questo mese e mezzo (nemmeno) da quando abbiamo a disposizione la versione 2.0 del firmware.
Prevalentemente l'ho usato con obiettivi adattati tramite FTZ che, sebbene molto efficienti, non sono stati progettati esattamente per le Nikon Z. Infatti, a prescindere da tutto, mi aspetto che l'arrivo (agognato) di un paio di teleobiettivi Nikkor Z aumenteranno ulteriormente l'efficienza del sistema.
Ho già pubblicato decine di esempi su Zetaland (qui) e queste sono le mie considerazioni di esperienza sinora ottenute con il sistema, per chi non frequenta il nostro Club dedicato.
SUL CAMPO
Per funzionare, il sistema necessita di riconoscere almeno un volto.
Se la distanza non è sufficiente ad identificare anche l'occhio, viene seguito solo il volto.
Ma a distanza adeguata (che varia al variare delle focale) il riconoscimento dell'occhio avviene in modo estremamente veloce.
La macchina non si sovraccarica (cioè non noto rallentamenti) ed al netto del differente numero di punti AF sinceramente non noto differenze di comportamento tra Z6 e Z7.
La maggior risoluzione della Z7 probabilmente permette di avere immagini adeguatamente più nitide - come deve essere - sfruttando il maggior numero di punti AF a disposizione, ma qui siamo tra le variabili in gioco tra le due macchine.
La Z6 resta più veloce, la Z7 però se la cava benissimo.
La cosa divertente - e sensazionale - è che una volta beccato un occhio, la macchina lo tiene illuminato anche se viene chiuso o se il soggetto volta la testa.
Una volta ritornato visibile, riprende ad essere seguito come se niente fosse.
Come in questo caso, con figura intera peraltro in penombra, con Z7 e Nikkor 50/1.8 S a tutta apertura
gli occhi non sono chiaramente visibili ma erano già stati individuati prima che il mio soggetto abbassasse lo sguardo
lo scatto ha centrato comunque l'occhio più vicino e il volto è perfettamente visibile in un ingrandimento che equivale ad una stampa di formato veramente grande (!)
Anche in questo caso, pur ad occhio socchiuso, lo scatto è centrato, 200mm, f/2.8
Anche in condizioni difficili come con il Nikon 105/1.4E a tutta apertura e sempre in penombra, gli occhi sono individuati e centrati nello scatto
dettaglio del volto
anche qui siamo con la Z7 e ad un ingrandimento corrispondente ad un grandissimo formato stampa (se cliccate vedrete l'immagine al 100%, oltre 2000 punti di altezza, consentiti dall'alta risoluzione della Z7).
E se è facilissimo uno scatto ad f8 con il 50mm
tanto da non dover essere nemmeno commentato, non è lo stesso con il 105/1.4E in penombra a tutta apertura e con la ragazza che volge gli occhi verso l'alto
condividendo il mio stesso sorriso per l'efficacia della messa a fuoco della mia Z6 (f/1.4, gli occhi ovviamente erano stati già individuati quando il volte era rivolto a me ma l'AF ha seguito il movimento consentendomi questo scatto praticamente perfetto).
Certo, gli ingegneri aerospaziali vorranno fare un ingrandimento al 300% per verificare che la pupilla sia perfettamente a fuoco !
Non ci metterei la mano sul fuoco ma per me il risultato è sufficiente.
A questi scienziati vorrei però ricordare che queste non sono condizioni da studio con flash e diaframma chiuso, bassa sensibilità, treppiedi etc. etc.
E' una situazione con luce precaria, durante un temporale, un filo di riflesso che scende da un lucernario e noi siamo sotto terra ... e lei si muove a proprio piacimento ...
In buona luce, con un teleobiettivo da ritratto ad f/1.8
sempre un busto completo e il dettaglio del volto (ancora Z7)
io non vedrei limiti a stampare questa foto grande grande.
IN MOVIMENTO
Una passerella improvvisata per strada, la modella che avanza a passo sostenuto verso di me.
Nikon Z6 e Nikon 70-200/2.8E FL. Questo è un tratto delle sequenza di oltre 40 scatti con occhi a fuoco ottenuta
naturalmente avevo agganciato precedentemente il volto e gli occhi prima di incominciare a fare la sequenza.
Qui siamo in H+ in NEF a 14 bit.
La Z6 ha un autofocus adeguato a queste necessità ma è obbligatorio che il soggetto venga agganciato all'inizio. Se lo si manca, tutta la sequenza sarà irreparabilmente fuori fase.
Più d'uno di voi mi dirà che con una reflex .... beh, forse, ma tenendo il soggetto ben illuminato in mezzo al frame e non lasciandolo decentrare a piacere.
Qui il finale della sequenza vede Nina che se ne parte alla mia destra
e l'ultimo scatto è ancora a fuoco (il successivo no, semplicemente perchè è uscita dal frame ... )
L'efficienza del sistema è buona anche in condizioni di luce sfidante, ora forte, ora in ombra, come in questo caso :
vi ricordo che non è un primo piano, è un mezzo busto, e gli occhi corrispondono ad un'area minuscola proporzionalmente rispetto al frame intero.
Kamile ci viene incontro. Sono due sequenze che cominciano da una quindicina di metri di distanza e finiscono a circa 3 metri da noi.
In entrambi i casi con la Z7 e i suoi 5 scatti al secondo. Questi sono dei frame presi a caso (ma sono risultati tutti ragionevolmente a fuoco)
vedete il soggetto libero di andare come crede ed io di inquadrare come credo, pur avendo volto e occhi decentrati in zone impossibili da seguire con una reflex (figuriamoci per chi pratica la riquadratura ... in AF-S ?????).
Sono tutte foto stampabili, scattate ad f/1.8 con un 135mm.
Sicuramente esiste sul mercato qualche cosa di meglio, ma qui stiamo parlando della prima generazione di mirrorless Nikon. E il risultato è a mio parere tale da relegare la mia reflex al suo posto.
Cioè a casa.
Naturalmente si deve fare esperienza, provare e riprovare. Fare migliaia di scatti. Essere pronti a sprecare qualche sequenza. E continuare a fare esperienza, intanto.
Ma io sinceramente oramai non posso fare più a meno di questa modalità di messa a fuoco, cui mi rivolgo sostanzialmente al 100% dei miei scatti di ritratto di questo genere.
in interni, Nikon Z6, Nikno 70-200/2.8E FL, f/2.8, ISO 1000, 1/500''.
Nikon Z7 e Nikkor Z 50/1.8S ad f/1.8, 1/640'', ISO 200, +1/3EV
CONCLUSIONI, PER ORA
Mi permetto di affermare che i tecnici di Nikon hanno fatto un gran lavoro mettendoci a disposizione una funzionalità impagabile per chi fa ritratto dinamico.
La libertà che mi concede questo sistema mi sta consentendo di spingere la mia creatività in termini di inquadratura a limiti prima inimmaginabili.
Non siamo ancora alla perfezione ma questa è la prima generazione di mirrorless full-frame Nikon e questa è la prima implementazione del sistema.
I tecnici devono fare esperienza, noi dobbiamo fare esperienza. L'hardware deve evolvere a sua volta.
Ma già siamo ad un sistema che io giudico professionalmente utilizzabile con buoni livelli di sicurezza.
Non ci azzecca sempre al cento per cento, assolutamente no. E in talune circostanze non ci azzecca per niente.
Tutto è perfettibile e sono anche sicuro che Nikon ci riserverà ulteriori upgrade del firmware di Z6 e Z7 prima di uscire con macchine superiori.
PUNTI DI FORZA
- funziona ! (!!)
-
ha una efficienza sufficiente per un uso non clinico. In studio con il flash tenderei a puntare l'occhio ... ad occhio.
Ma la ci sono altri tempi ed altre esigenze. Per strada o in location io preferisco dedicarmi a curare l'inquadratura e gestire la modella anzichè fare da joystick umano ... - Z6 e Z7 sostanzialmente pari sono al netto delle differenze operative delle due fotocamere il sistema funziona allo stesso modo
- la modalità è trasparente per l'utente. Non si devono fare contorsionismi per ingaggiare la modalità o far comparire un cursore od altro
- l'inseguimento dell'occhio avviene anche quando scompare (soggetto girato, oppure occhi chiusi) è pazzesco !
- io ho già fatto decine di migliaia (non scherzo) con questa modalità
PUNTI DI DEBOLEZZA
- spesso il sistema si fa ingannare dalle ciglia e non va sulla pupilla. Qualche volta sta sul piano delle gote e della bocca. Per foto di qualità "clinica" si dovrà comunque puntare a mano
- se ci sono tanti volti nel frame, la macchina spesso va in confusione e balla da un volto ad un altro. Lo stesso fa alle volte con gli occhi, puntando ora uno ora l'altro
- in modalità movimento è necessario che il primo scatto parta dopo aver agganciato il soggetto, altrimenti la macchina non lo recupera (ma questo è un limite di tutto l'AF delle Z attuali)
- l'occhio non viene individuato se non viene prima individuato il volto corrispondente (ma trovo che la cosa sia assolutamente ragionevole).
- sono ragionevolmente certo che per quanto efficiente il Nikon FTZ e buoni i miei obiettivi, l'arrivo di teleobiettivi Nikon Z (primo tra tutti il 70-200/2.8 S promesso entro fine anno) porterà i loro frutti anche su questo fronte.
Insomma, nella mia esperienza il sistema è promosso a pieni voti, come dire : buona la prima Nikon !
Ma l'appetito viene mangiando ed auspicherei qualche miglioria per il futuro che sono certo i tecnici Nikon non ci faranno mancare.
Così per dire proporrei :
- di aggiungere l'opzione a menù sull'inquadratura di occhio sinistro, destro oppure occhio comunque più vicino (dovrebbe essere quella di default)
-
introdurre, come sta facendo Sony, anche una libreria alternativa riguardante il volto e gli occhi degli animali (almeno i più comuni, mammiferi domestici e uccelli) selezionabile dall'utente.
Adesso qualche volta il sistema becca l'occhio dei miei cani. Ma credo sia più che altro un caso - aggiungere la memorizzazione di un volto specifico (o qualche cosa di alternativo ma con la stessa funzione) in modo tale che se inquadro una folla, la macchina sappia quale volto seguire senza farsi distrarre dagli altri
-
aumentare la potenza di calcolo nelle prossime macchine (ma questa è una richiesta che vale per tutte le funzionalità della attuali Z. Le Nikon Z professionali dovranno essere le prime della classe in ogni modalità.)
Per il momento funzionano bene ma sappiamo bene che c'è chi è più avanti.
Nikon Z7 ad f/1.8
Nikon Z6 e Nikon 70-200/2.8E FL a 200mm, f/2.8, ISO 400, 1/320'', occhio più lontano (ma riconosceva anche quello coperto dai capelli, io ho scelto il destro premendo il multiselettore)
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