Come i gioielli più importanti, il Noct arriva ben protetto.
Sono due i cartoni che lo contengono.
Quello esterno.
che porta ben evidente come debba essere impacchettato ad uno ad uno
il sigillo di Nital già sul cartone esterno
che reca le indicazioni dello spedizioniere
perchè arriva così dal Giappone
via Amsterdam
questo invece è il cartone interno, ben marchiato.
con l'altro sigillo che promette quattro anni di garanzia.
Ma saranno molti di più di gioia di utilizzo per chi potrà permettersi il Koh-I Noor dei Nikkor !
ecco apparire la valigetta che contiene il Noct, ben protetta da cellophane e polistirolo
che sembra un intermedio tra la valigetta con i codici di lancio degli ICBM e quelle che contengono le armi portatili dei poligoni
ma non è così minaccioso il Nikkor Z Noct che qui compare, bloccato nelle sezioni preformate di assorbente poliuretanico dentro alla valigetta.
Lo scomparto anteriore è coperto da uno sportellino che reca serigrafato lo schema ottico dell'obiettivo.
Complessissimo e ben lontano da qualunque normale abbiate mai visto.
libero lui e il paraluce dal loro alloggiamento. Fino al ritorno a Moncalieri, gli prometto che starà alla luce insieme a me
tappo, un pezzo normale come gli altri Nikkor Z, passo da 82mm, nemmeno troppo enorme
in primo piano il paraluce in metallo a vite
eccolo qui.
Non c'è un dettaglio in plastica in questo oggetto costruito a mano da pochi artigiani nella fabbrica giapponese di Nikon, come si faceva una volta con il suo progenitore, il mitico Noct-Nikkor 58/1.2
come gli altri Nikkor Z di fascia alta, c'è il tasto funzione aggiuntivo, la ghiera interna programmabile, il tasto di controllo del display OLED che normalmente mostra la distanza di messa a fuoco
visto dall'alto con le serigrafie perfettamente scolpite e verniciate. Bianco e giallo sono i colori scelti per la doppia scala della distanza di focheggiatura.
imponente, solido, robusto, eppure facile da maneggiare
la splendida ed orgogliosa serigrafia anteriore e il riflesso dello schema ottico dei nidi d'ape dei miei due softbox che non ho voluto togliere per mostrare la qualità del trattamento dei singoli strati
Matricola 2167. Quindi non ne hanno prodotti poi così pochi ....
Made in Japan, come una volta !
un dettaglio del fermo del collarino del treppiedi, grosso e ben robusto con un serraggio a prova di sblocco.
montato sulla mia Z6 in tutto il suo splendore.
L'obiettivo è certamente (molto) grosso ma non così sproporzionato.
come si vede in queste viste dall'alto.
dettaglio del bel paraluce che reca da una parte la filettatura per il montaggio, sicuro, all'anteriore - anche esso in metallo - dell'obiettivo, mentre dall'alto ha una parte gommata simile a quella dei paraluce in fibra di carbonio dei superteleobiettivi Nikon.
come si vede in questa vista laterale. Anche qui orgogliosamente Made in Japan.
bello come il sole, robusto come uno strumento destinato a lavorare migliaia di ore consecutive senza problemi.
dettaglio della enorme ghiera di messa a fuoco che ha una rotazione di quasi un angolo giro completo.
Tra 50 e 60 cm di messa a fuoco corrono forse cinque centimetri (non scherzo !) di corsa.
Lo ricordo ai più distratti : questo è un obiettivo meccanico a fuoco manuale. Non c'è nessun motore, lo dovete focheggiare voi a mano !
La messa a fuoco è fluida, sicura, agevole.
La meccanica a prova di orologeria svizzera.
La costruzione è inappuntabile.
Ogni dettaglio è funzionale, prima che pensato per stupire.
I pulsanti sono sicuri, fermi, perfetti.
Il display Oled visibilissimo in ogni circostanza.
Anche la ghiera interna è ben sfruttabile.
Io l'ho impostata per controllare la sensibilità ISO.
Se posso fare un appunto, va alla solita scelta di Nikon di trascurare lo standard di mercato degli attacchi dei treppiedi.
Oramai si usa quasi esclusivamente l'attacco Arca Swiss.
Qui il piedino è liscio e deve necessariamente essere avvitato un adattatore Arca Swiss che può creare qualche problema di fermo.
Una svista secondo me inspiegabile su un oggetto così perfetto. L'unica parola che può definirlo a pieno.
Utilizzarlo, dopo i primi minuti in cui si deve superare la soggezione, è una gioia.
E più passa il tempo, e più viene voglia di continuare a mettersi alla prova utilizzandolo sempre più al meglio.
Ricordiamoci sempre una cosa. La profondità di campo ad f/0.95 alla distanza minima di messa a fuoco è qualche cosa meno di 3 mm.
Ovvero 1.6 mm davanti al soggetto, 1.6mm dietro al soggetto.
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NOTE STORICHE
Facciamo due passi nel mito per spiegare quanto la focale 58mm sia intimamente importante per Nikon.
Magari pensate che il primo normale Nikon luminoso sia stato un 50mm.
Ebbene vi sbagliate.
Perchè al lancio del sistema F nel 1959 il 50mm era considerato un obiettivo di attacco, ed era un bel f/2, ne ho un esemplare in ottime condizioni di quell'anno.
Ma la versione luminosa, lanciata nel ottobre del 1959, pochi mesi dopo il lancio della Nikon F, era il 58mm f/1.4 marchiato Nippon Kogaku Japan.
Il Nikkor-S da 5.8cm f/1.4 dell'ottobre 1959. Foto Courtesy Ken Rockwell
Guarda caso un Nikkor S, con focale da 5.8cm e luminosità 1:1.4
Solo nel 1962 verrà presentato un 50mm f/1.4 ma non confondiamo la focale 58mm con quella da 50mm.
A 50mm il ritratto viene già deformato, mentre a 58mm no.
58 non è solo formalmente la trasposizione dei numeri che compongono anche 85mm, la focale per eccellenza del ritratto.
Al primo 58/1.4 del 1959 farà seguito il mito cui si rifà anche questo nuovo obiettivo per Nikon Z.
Il Noct-Nikkor 58mm f/1.2 in versione AIs del 1982
Quel 58mm f/1.2 Noct-Nikkor del 1977, prodotto fino agli anni '80.
Obiettivo pregiato, con una lente asferica molata a mano con tempi di realizzazione molto lunghi.
Esattamente come questo nuovo Noct che si rifà al progenitore anche nel nome, oltre che nelle ambizioni.
Per lungo tempo il Noct-Nikkor è stato molto ambito tra fotografi e collezionisti, con quotazioni arrivate al limite dell'assurdo (anche oltre i 3500-5000 euro per un esemplare perfetto).
Più recentemente, Nikon alla ricerca di una conferma nella sua focale "normale" d'eccellenza, si è riproposta con un progetto finalmente autofocus e progettato per le moderne reflex digitali
il nuovo 58mm è un obiettivo correntemente in produzione.
Tutto in plastica, costruito in Cina, con caratteristiche particolari di resa del soggetto e del suo sfuocato.
Che pur essendo un obiettivo di pregio, non brilla particolarmente in nulla se non nello sfuocato.
Si tratta quindi di una focale particolare, non scelta a caso, che è stata riprodotta anche da altri marchi nel passato anche recente (Minolta con il suo Rokkor 58/1.2, un progetto parallelo a quello del Noct-Nikkor del 1976 e Voigtlander con il suo Nokton 58/1.4 che si rifà ad un altro progetto dell'Università di Tokyo degli anni '80).
Oggi è Nikon stessa che per introdurre degnamente il nuovo attacco del 21° secolo, lo Z Mount, riprende sia la focale che la sigla Noct, per portarla a limiti inesplorati con l'apertura massima addirittura inferiore ad f/1.
Il nuovo obiettivo esclusivo per Nikon Z è talmente superiore ai precedenti, per costruzione, prezzo e prestazioni, da staccarli nettamente di categoria.
***
PRESTAZIONI
Resta però la filosofia di fondo.
Il Noct è un obiettivo di altissime prestazioni ma pensato per dare il massimo di se nel mondo reale.
Non aspettatevi misure di laboratorio cliniche e al limite di quelle teoriche.
Tutt'altro.
Nell'uso non ho notato distorsione o vignettatura, ben corrette anche via software.
Ma l'aberrazione cromatica assiale è presente, specie negli scatti reali.
Pur ricordando che è un iper-luminoso, ci sono oggetti più corretti nelle fotografie alle mire ottiche, come potete vedere qui sotto :
e qui, intorno alle luci dei led :
Qualcuno potrà anche obiettare che la resa dei punti di luce non è omogenea.
E' vero, al centro abbiamo dei circoli perfetti, mentre ai bordi estremi avremo i classici ossi di seppia :
Le sue caratteristiche però lo portano ad essere un reale campione dove veramente conta.
La transizione tra fuoco e fuori fuoco che è a livelli che sinora non avevo mai visto, certamente non in questa lunghezza focale.
è abbastanza evidente qui ma lo è ancora di più in queste rose :
ad f/0.95 il primo piano è nitidissimo e addirittura tridimensionale, mentre il secondo piano è totalmente dissolto
Ad f/5.6 si mantiene lo stesso tipo di rendimento, senza alcuna soluzione di continuità.
Praticamente si può giocare cambiando continuamente l'apertura del diaframma a parità di ogni altro parametro, per vedere l'effetto che fa sui soggetti inquadrati.
e a differenza di altri progetti moderni, il tipo di resa è omogeneo, sia che il campo di sfuocato sia dietro che, davanti al soggetto come si vede in questa foto :
con altri obiettivi, il primo piano sarebbe nervoso e rigido, qui invece abbiamo lo stesso tipo di dissoluzione dell'oggetto, nonostante questo prenda la luce in modo differente.
Potrei continuare a lungo a fare questi giochi ma io questo obiettivo l'ho usato per fotografare in questi giorni, e se mi sarà possibile continuerò a farlo finchè non lo dovrò restituire.
Con foto come questa, grazie ad una particolare combinazione fortunata tra luce, soggetto, predisposizione e un pizzico di magia natalizia :
Ma restando alla resa del soggetto e del suo sfuocato, sia davanti che dietro al piano di messa a fuoco, vorrei sottoporvi questo piccolo filmato.
Se guardate bene, vedrete per un attimo materializzarsi un capello davanti al viso di Jessica. Un sottilissimo capello reso nitidissimo pur con un campo visibile sia davanti che dietro.
Premere sull'immagine per visualizzare il video e poi tornare indietro per proseguire nella lettura dell'articolo.
Conclusioni
Non la faccio troppo più lunga, credo che chi ha occhi per vedere abbia già visto ciò che doveva vedere.
Per gli altri, non c'è nulla da fare, non è colpa nostra !
Dimenticatevi del prezzo, non è con il cartellino che si fanno le foto. Ma con il manico e con gli strumenti fotografici.
L'album con un pò di foto :
la descrizione di un mio servizio fotografico :
con commenti, confronti e puntualizzazioni operative.
Se posso sintetizzare :
- è un obiettivo speciale, nel senso letterale del termine, io non ho mai visto nulla di simile
- è un obiettivo vivo, non uno strumento di laboratorio pensato per eccellere nelle misure. Valutatelo per le foto che vi consentirà di fare, non per misure scientifiche, non è quel tipo di obiettivo
- è un obiettivo che da assuefazione. Visto questo all'opera, ogni cosa che conoscete o possedete, vi sembrerà ordinaria.
- l'unico appunto che mi sento di fare è un piccolo peccato veniale, il piedino del treppiedi (necessario per fare foto decenti almeno se non siete fatti di pietra !) non è a norma Arca Swiss
il prezzo invece è una variabile non sostanziale per dotarsi di uno strumento del genere.
Anzi, se lo vediamo in campo cinematografico, il suo costo è anche piuttosto conveniente e io mi aspetto che se ne vendano parecchi ... !
Insomma, un capolavoro. Che ve lo dico a fare ? Non l'avevate capito ?
Grazie a Nital Spa, distributore dei prodotti Nikon in Italia, senza la cui benevolenza nei confronti di Nikonland questa prova sul campo non sarebbe mai stata possibile.
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