Spesso si ritiene che un corredo di ottiche da portarsi appresso per una breve gita domenicale, debba essere completo da un'estremo all'opposto delle lunghezze focali disponibili in commercio: alcuni non possono prescindere dallo zoom all-in-one (come il nostro 24-200mm), altri prediligono più obiettivi, rigorosamente senza buchi di focale, nello stesso range del super zoom.
Avendo a disposizione temporaneamente il nuovo Nikkor Z 28-75mm f/2,8, la sorpresa che Nikon ha appena commercializzata senza averlo mai menzionato nelle roadmap che si sono succedute negli ultimi quattro anni, ho pensato di affiancargli in basso il mio 14-30mm f/4 anch'esso come il 28-75 compatto e leggero e li ho portati insieme alla Nikon Z5 (la FX entry level dei corredi Z) a fare visita all' Abbazia benedettina di San Martino delle Scale, una località collinare appena sopra la mia città di Palermo,
(stitching di otto fotogrammi del 28-75/2.8 @ 28mm f/8)
per raggiungere la quale ci si inerpica su tornanti che oltre a divertire nella guida, fanno godere di un panorama unico sulla città ed il suo promontorio, monte Pellegrino.
L' Abbazia trecentesca di San Martino, una delle più grandi della tradizione benedettina, fu edificata progressivamente nel corso di tre secoli, durante i quali si avvicendarono architetti di chiara fama come il Marvuglia e il Marabitti, che vi hanno lasciato il loro segno.
L'edificio è complessivamente imponente e necessita continuativamente di cantieri di lavoro e manutenzione, inoltre essendo ricompreso in una vasta area boschiva, ancora integra, nonostante gli insediamenti residenziali (fino agli anni '80 era il polmone verde estivo della mia città), purtroppo oggi in stato di progressivo degrado ed abbandono .
Percorrendo la rotonda dell'ingresso principale (attualmente dismesso) si arriva alla facciata rivolta a Nord verso Palermo, cui mi dedico con il 14mm per le dimensioni imponenti che richiedono un superwide per essere contenute in un solo fotogramma.
Varcato l'ingresso abituale invece, con sorpresa, mi ritrovo in un raduno di autostoriche, inconcepibile in un simile contesto, se non magari per la vecchia Mercedes accanto all'ingresso della chiesa, che sa invece di matrimonio in corso....del secolo scorso...
dalla quale riprendo ad utilizzare il Nikkor Z 28-75/2.8
Al suo interno, troneggia nell'abside un organo monumentale assolutamente funzionante, come durante la funzione appena conclusasi
Dietro l'altare un prezioso coro ligneo, da poco tempo restaurato, oltre a molti dipinti dal Seicento in poi, raffiguranti scene bibliche e di riferimento a San Martino, San Benedetto ed altri santi, con cui il nuovo zoom luminoso di Nikon si trova perfettamente a suo agio per inquadrature totali e particolari
Sul transetto a destra dell'altare, una porta di pietra, decorata a formelle, sicuramente molto più antica dell'apparato secentesco dell' Abbazia
il cui crop mostra la bellezza delle figure della Via Crucis che la decorano
(Notevole anche la risolvenza dello zoom, che ha scattato a 53mm di focale)
Uscendo da questa porta si entra nel corpo monastico dell' Abbazia, appena di fronte una iscrizione marmorea sopraporta, che nel buio assoluto, grazie alle doti della combinazione di Z5, 28-75/2,8 e VR, finalmente mi risulta leggibile (anche se a quanto si dice, vada misteriosamente decrittata)
procedendo per i vasti corridoi, per i quali riprendo ad usare il 14-30, si arriva alla perla dell' Abbazia, ossia il chiostro, adornato da una delle fontane di Ignazio Marabitti
intorno al quale scorre un enorme porticato, sopra il quale studiano gli studenti dell' Accademia di Pittura e del Restauro, dove per anni ho insegnato Fotografia
proprio dietro l' abside della chiesa
da qui riprendo ad usare il 28-75, proprio per vedere in rapporto al superwide il suo "potere comunicativo" sullo stesso soggetto
ecco la testimonianza lapidea della data di edificazione del chiostro (1612)
di fianco al chiostro il refettorio, con un bellissimo affresco sulla volta:
"Per l'Aere perso..." raffigurante il Profeta Abacuc sorretto per i capelli da un Angelo del Signore, che lo manda a portare cibo a Daniele, prigioniero nella fossa dei leoni
l' affresco è di Pietro Novelli realizzato nel 1629 e restaurato negli anni '90, proprio quando insegnavo in Accademia e lo fotografai, appena finito il restauro,
per la copertina del catalogo della relativa mostra e conferenza 
Fuori dal chiostro un fantastico orologio lunare animato
ed al culmine della facciata principale, dal lato opposto del monastero, una scalinata in marmi policromi del Marvuglia, della metà del Settecento, che consentiva l'accesso alle prime sale dell'edificio
oggi nuovamente utilizzate
nel mezzo delle lunghe navate, una miriade di stanze, alcune organizzate come residenza per visitatori dell' Abbazia, altre come uffici. Sicuramente moltissime le celle monastiche, nella parte dell'edificio ancora oggi non accessibile ai turisti.
Fuori dall'edificio, sul fianco della chiesa, un'altra fontana del Marabitti, stavolta scolpita nel tufo
con le scene animali ovviamente in marmo
al centro il campanine, sulla cui meridiana campeggia un Carpe Diem, sempre attuale...
La visita si conclude qui... con una vista dell' Abbazia dalla strada che proseguendo porta al Villaggio Montano, pieno di villette immerse nel bosco, poco abitate
Direi che la coppia di zoom non ha fatto rimpiangere nessun altro obiettivo, in tutte le condizioni di ripresa incontrate: avrei potuto anche utilizzare lente addizionale e flash, che nel frangente sono rimasti tranquillamente a riposare nello zainetto.
Una Nikon Z5, col suo sensore stabilizzato che aiuta i due zoom, in assenza di VR, a scattare a mano libera anche con tempi di otturazione lunghi.
Due obiettivi del catalogo Z che hanno il loro significato, indipendentemente dal prezzo di listino (che comunque aiuta non poco).
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
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