Come di consueto per le Nikon professionali e semi-professionali, con la nuova Nikon Z6 III è stato reso disponibile un battery-pack dedicato.
Nella struttura e nelle sue funzionalità è del tutto analogo ai modelli pensati per Nikon Z6 II e Nikon Z8 (rimandiamo rispettivamente alle nostre recensioni di Nikon MB-N12 e Nikon MB-N11).
si tratta di una unità in materiale plastico ben rifinito a coerenza con il corpo della Nikon Z6 III.
Ci spiace per la mancata compatibilità con i precedenti, cosa che obbliga il proprietario di una Z6 II a cambiare anche il battery-pack se decide di fare l'aggiornamento al nuovo modello ma il corpo della Z6 III, sebbene estremamente simile al precedente, ha il fondello diverso quel tanto che basta da escludere tutti gli accessori della Z6 II (è il caso, per esempio, delle varie basette ad L in metallo).
Considerato il prezzo di acquisto non particolarmente economico è una cosa fastidiosa ma è l'unica via per ottenere una presa in mano superiore, i comandi verticali e soprattutto quasi un raddoppio dell'autonomia di scatto e di ripresa.
Come sappiamo, peraltro, Nikon ha saggiamente dotato questi battery-grip di presa USB-C dedicata da cui é possibile ricaricare le batterie interne oppure alimentare la macchina durante l'uso.
Praticamente il Nikon MB-N14 è un caricabatterie doppie se impiegato a questo scopo, sia montato che smontato. E questo consente una rotazione delle batterie più flessibile e rende superfluo un eventuale caricabatterie esterno.
La porta USB-C è compatibile con PD ma ovviamente funziona anche con caricatori USB-C non PD, purché si possa avere una tensione di almeno 9V e 2A di erogazione di carica.
Nelle nostre prove l'assorbimento è di circa 9W o poco più ed è verificato il corretto approccio di ricarica delle due batterie che vengono viste separatamente come A e B (rispettivamente esterna, estraibile anche "a caldo", ed interna, il cui accesso richiede di estrarre la slitta interna al battery-grip, operazione da fare assolutamente a macchina spenta).
La confezione non ha nulla di particolare.
è tutto cartone, i due scomparti sono separati per il dispositivo e per la manualistica in tutte le lingue.
il battery-grip è avvolto in due sacchetti plastici, uno in multibolle e l'altro interno, in flocculato morbido.
a prova di urto.
non manca la protezione dei contatti.
l'articolazione è quella nota per le Nikon Z e prevede necessariamente l'elemento da inserire nel vano batterie della fotocamera (la cui batteria interna va rimossa, così come lo sportellino del portabatterie).
I contatti dorati sono sulla sommità del corpo verticale del battery-pack, quelli di potenza sono protetti, mentre quelli dei comandi aggiuntivi verticali sono costituiti da PIN piuttosto solidi che vanno a contatto con gli elementi di trasmissione che sono nel corpo macchina
ovviamente non manca anche qui il vano dove riporre lo sportellino una volta rimosso. L'operazione di estrazione dello sportellino in se non richiede particolare perizia ma a noi desta sempre qualche momento di perplessità circa la forza necessaria da applicare e la direzione verso cui applicarla.
Sinceramente nelle nostre macchine preferiamo non ripetere troppo frequentemente questa operazione. L'eventuale lussazione delle guide di movimento dello sportellino richiederà necessariamente la sua sostituzione con un ricambio.
Il collegamento alla fotocamera avviene per il tramite di una vite con una ghiera di azionamento, comoda e che non richiede troppa coppia per essere avvitata.
Una volta messe introdotto l'elemento verticale nel vano batteria, i nottolini di fermo sul battery-grip entrano in corrispondenza dell'incavo sul fondello della macchina. Questo assicura che la vite (che ovviamente deve essere del tutto svitata) sia in corrispondenza della filettatura del fondello.
A questo punto di gira la rotella fino ad avvenuta unione stabile.
Ecco come si presenta una volta montato :
Il complesso è insolitamente elegante, avendo a mente invece l'orrido aspetto che assume la bella Nikon Z8 con il suo MB-N12.
Qui le forme e le dimensioni sono più aggraziate e rendono l'insieme anche gradevole oltre che funzionale.
La presa in mano è molto agevolata
e il passaggio dalla presa orizzontale sul corpo macchina a quella verticale sul grip naturale ed agevolato.
Ci sentiamo di dire che l'esperienza d'uso è superiore a quella - funzionale ma non così ergonomica - che proviamo con la Z8 + MB-N12.
Tornando al battery-grip, vediamo i dettagli
lo sportellino si estrae a slitta verso il retro.
C'é un pulsante di sblocco e il tutto, anche se non solidissimo, è complessivamente soddisfacente.
Sopra allo sportellino c'è la presa USB-C per la ricarica delle batterie.
Appena sul retro ci sono le due spie di segnalazione che evidenziano la batteria in presa.
Poi l'indicazione della vite di blocco per il montaggio.
Sulla parte superiore i due nottolini di collegamento con i fori praticati sul fondello della fotocamera e la vite filettata che ne assicura la perfetta adesione e trattiene i due elementi una volta montati.
In fondo ci sono le repliche dei comandi di scatto con l'utile multiselettore. Sono analoghi a quelli presenti sul dorso della Nikon Z6 III.
come anticipato, il vano dove riporre lo sportellino del vano batteria della Z6 III una volta rimosso per far posto a quella parte verticale che va introdotta dentro la fotocamera per assicurare i contatti elettrici.
E' un sistema funzionale che una volta Nikon dedicava solo alle entry-level mentre per le macchine di fascia più alta veniva usato un battery-grip separato con i contatti sul fondello della fotocamera che non richiedeva né la rimozione della batteria interna né del suo sportellino.
Sono due scelte alternative, ognuna delle quali ha i suoi PRO e i suoi CONTRO. Noi preferivamo quella consolidata usata fino alla Nikon D850.
Ma se Nikon e praticamente tutti gli altri produttori attualmente preferiscono questo metodo ci saranno evidentemente delle ragioni tecniche che noi potremmo solo ipotizzare.
ecco la slitta estratta dal suo alloggiamento. E' in plastica ed assicura la replica dei contatti per le due batterie.
Per estrarre la batteria A non è necessario muoverla, mentre è indispensabile farlo per quella interna.
In questo modo la batteria A può essere sostituita a caldo in qualsiasi momento perché la B assicura comunque l'alimentazione della fotocamera.
la slitta completamente estratta. Sono tutte operazioni agevoli a cui siamo ampiamente abituati e che diventano comuni nell'uso.
Nelle nostre prove non abbiamo riscontrato comportamenti inattesi, riscontrando una esperienza d'uso anche migliore di quella della Z8.
La Z6 III con il suo battery-grip rimane abbastanza compatta, mentre la Z8 diventa anche più grande della Z9.
Ecco le ultime viste della macchina con il accessorio più importante montato :
Ci sentiamo di raccomandarne l'acquisto a chi preveda di utilizzare spesso ottiche importanti, a cominciare da 70-200/2.8 e 100-400 per salire agli altri obiettivi pesanti, compresi 50/1.2 e 85/1.2 il cui utilizzo viene grandemente agevolato dal battery-grip.
Specialmente, ma non solo, in ripresa verticale.
Il quasi raddoppio dell'autonomia (Nikon dichiara 1.9x la durata delle due batterie rispetto alla singola, con circa 4 ore di riprese video complessive) è l'altro ovvio vantaggio.
Cui aggiungiamo la comodità di avere un caricabatterie doppio a portata di mano senza dover portare in borsa un ulteriore accessorio.
Contro, come per gli altri modelli della gamma, dobbiamo rilevare il costo, secondo noi non del tutto giustificato dalla tecnologia e dai materiali (in fondo sono solo contatti, slitte, pulsanti e tanta plastica : nulla di "intelligente") e la noia di dover ogni volta che lo monta, dover sganciare e riporre lo sportellino inferiore della fotocamera.
A merito di Nikon, rimarchiamo come questa volta, a differenza delle altre occasioni, il battery-grip della nuova fotocamera sia stato reso disponibile al pubblico già in fase di lancio, fin dalle prime consegne.
In precedenza c'erano stati ritardi anche di qualche mese.
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