Con la pubblicazione dei datgi del primo semestre 2019-2020, Nikon aggiorna anche le stime di chiusura dell'anno.
Che sono sostanzialmente tutte al ribasso rispetto ad aspettative già in calo rispetto all'anno 2018-2019 chiusosi lo scorso mese di marzo.
Il calo in pezzi venduti non è drastico.
Ma lo è certo rispetto all'anno scorso.
Rispetto ai 2.060.000 pezzi di fotocamere ad ottiche intercambiabili vendute lo scorso anno, si è scesi ad una stima di 1.500.000.
Stesso discorso per gli obiettivi (tutti, dal 18-55 al 800/5.6) che caleranno secondo le stime da 3.170.000 a 2.500.000.
Infine le compatte dove la quota si avvia a diventare marginale (considerato il valore unitario) rispetto agli anni che furono.
Ai numeri di vendita, corrispondono fatturati e utili operativi globali che secondo le stime sono rivisti fortemente al ribasso, più di quanto il numero dei pezzi farebbe pensare.
Fatturato "imaging" da 2,46 miliardi a 1,96.
Margine operativo lordo da 183 milioni a -83 milioni (valori tradotti in euro con cambio di 120 Yen per Euro).
Guardando i dati effettivi del primo semestre notiamo che il calo drastico è già in corso da inizio anno
e questo mi fa pensare che siano stati ampiamente sovrastimati gli obiettivi delle vendite.
Andando a spacchettare i segmenti di vendite abbiamo un andamento significativo
che mostra da un lato il calo fortissimo delle vendite di reflex, dall'altro una crescita delle vendite di mirrorless che è largamente insufficiente a compensarle.
E' significativo - anche se non ci riguarda da vicino - che anche per gli altri segmenti (semiconduttori e strumenti di misuta) le stime sono state riviste al ribasso ma senza numeri così in rosso (e senza perdita finale). Tant'è che il risultato finale sarà comunque in utile.
Secondo le stime.
Perchè parliamo di stime comunque.
Dai diagrammi in giallo vediamo quali sono le strategie in atto per la riqualificazione del portafoglio prodotti.
Che vedono sostanzialmente il riposizionamento verso i segmenti Professionali/entusiasti ed un drastico ridimensionamento dei prodotti dedicati ai fotografi occasionali (quelli che adesso usano lo smartphone e basta) che nel medio termine tenderà ad azzerarsi.
Quindi :
- Nikon ha dovuto ammettere di aver fatto previsioni "troppo" superiori alle possibilità del mercato
- il deterioramento del mercato (mirrorless comprese) è superiore alle previsioni
- il contesto é caratterizzato da competizione - in termini di prezzo e di sviluppo tecnologico - che é stata sottostimata
con le seguenti conseguenze (almeno a livello di programmazione) :
- concentrazione dell'offerta sulla fascia alta del mercato (professionale e entusiasti)
- espansione della linea di obiettivi
- strategia focalizzata sulla generazione di maggiore soddisfazione da parte dell'unico segmento di mercato che Nikon vuole continuare a seguire
- ristrutturazione della business unit "imaging" sicchè possa continuare a giustificare la sua esistenza (testuale) tramite riduzione dei costi (-416 milioni l'anno di cui la metà di costi fissi), rafforzamento del management e della governance
- trasferimento di risorce verso i segmenti più promettenti sul lungo termine
- revisione della rete di vendita e drastica revisione delle strategie di vendita
- riqualificazione degli impianti per utilizzare a pieno la capacità produttiva ... per prodotti differenti da quelli fotografici
- ottimizzazione delle risorse
per gli ultimi due punti sono stati stanziati 5 miliardi di Yen (erano stati 10 miliardi quelli impegnati nella precedente ristrutturazione del 2017).
A margine di questo, Nikon ha proseguito nell'azione di riacquisto di azioni proprie utilizzando la liquidità di cassa in eccesso.
***
Attenzione nel leggere queste informazioni - molto ma molto più dettagliate e trasparenti di quelle pubblicate da altri competitors.
Si tratta di normali strategie che le grandi imprese multinazionali mettono in atto in queste situazioni di mercato.
Il primo compito di una impresa e salvaguardare il suo valore nel medio termine a beneficio di azionisti, dipendenti e clienti.
Nikon al momento non corre alcun rischio di default in quanto è ben gestita sia finanziariamente che amministrativamente da specialisti del settore messi al loro posto da Mitsubishi.
Il problema, se vogliamo, è che forse è eccessiva l'ansia - traspare dalle parole nei report pubblicati - di conservare a medio termine un valore che sta evaporando più rapidamente del previsto.
Perchè il board di Nikon è composto da tecnici con una lunga esperienza nel settore industriale di Nikon, mentre non ci sono fotografi di supporto ma esperti di finanza ed economia.
E perchè tradizionalmente Nikon - come un pò tutte le vecchie società giapponesi - ha mantenuto strategie e politiche paternalistiche nei confronti della propria clientela, vista come terminale finale delle scelte aziendali senza tenere effettivamente conto delle sue richieste, esigenze, aspirazioni, anticipandone i bisogni con prodotti e servizi pensati specificamente per la soddisfazione del cliente, anzichè solamente per generare nell'ordine fatturato-utile-dividendi.
Nikon, per le sue dimensioni e per i processi con cui decide le proprie strategie, si muove per piani che vanno da un minimo di 3 a 5 anni (cioè : presento la D5, ma già da un anno ho chi lavora alla D6 che verrà presentata tra 4 anni).
Quindi difficilmente può rispettare il time-to-market di società molto più piccole.
Ma al contempo oramai per fatturato non è più così grande da potersi permettere strategie da grandissima multinazionale.
In ogni caso, è la prima volta dal 2002 che vediamo una perdita nella business unit "imaging" di Nikon (e qui continuiamo a parlare solo di stime)
Ed è la prima volta che si parla chiaramente di "giustificarne la permanenza in vita" come business unit a se stante.
E' fuori da ogni dubbio che il suo futuro dipenderà da un ridimensionamento dimensionale, di costi e di capacità di sviluppo orizzontale, in favore di specializzazione per segmenti specifici, con numeri e pezzi nettamente inferiori a quelli degli ultimi 20-30 anni, ma con margini unitari più elevati che per essere mantenuti nel tempo dovranno trovare sul mercato il successo atteso.
Non c'è più tanto spazio per passi falsi e scelte sbagliate, riflessive o in ritardo. E il tutto dovrà passare anzi, no, partire, dalla soddisfazione del cliente.
Anche perchè stime così al ribasso, potrebbero anche risultare persino peggiori a consuntivo se i correttivi stabiliti si dimostreranno al di sotto della realtà del mercato.
Speriamo che queste parole arrivino alle orecchie di chi prende le decisioni importanti in Nikon.
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