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  • Massimo Vignoli
    Massimo Vignoli

    Vincent Munier - Fotografare ai confini del mondo

    Vincent Munier - Fotografare ai confini del mondo.

    È difficile scrivere dei propri miti perché sono nostri, personali. Perché in qualche modo ci hanno acceso una luce dentro, capace di illuminare il nostro cammino, anche quando è incerto, anche quando non abbiamo capito e non conosciamo la nostra strada. E quindi parlare di loro è come parlare delle nostre emozioni: difficile. 

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    Allo stesso tempo, provando a farlo per scrivere questo articolo, mi sono reso conto che non avrebbe avuto senso dare troppo spazio a note biografiche o descrivere dettagliatamente l’attrezzatura che usa. Sarebbe come descrivere una cena in un ristorante che si è guadagnato le tre stelle della famosa guida rossa Michelin parlando della marca delle padelle che usano in cucina o di dove ha fatto le scuole medie lo chef! 

    Ma può essere interessante sapere che fotografa usando Nikon da quando aveva 12 anni. E che è stato il primo a vincere il BBC Wildlife Photographer of the Year “Erik Hosking Award” per tre anni di seguito.

    Così come, visto che Nikonland è frequentato da appassionati fotografi, può essere che i lettori siano interessati all’attrezzatura.
    Cercando in rete si scopre che per il suo ultimo progetto – fotografare il leopardo delle nevi in Tibet - ha usato D5 e D500; ottiche? 24-120/4, 70-200/2.8FL e 800/5.6FL. Progetto che lo ha portato ad affrontare i disagi di appostarsi e fotografare a 5.000mt di quota e con temperature di -35°C. Dichiarando in un’intervista, in merito ai razionali della scelta: “Visto che incontrare un leopardo delle nevi è un privilegio enorme, vuoi avere con te l’attrezzatura migliore che ci sia. Devi saper ottimizzare ogni cosa per essere sicuro di non perderti un solo istante, ed è per questo che mi sono affidato alla qualità e all’affidabilità di Nikon D5 e Nikon D500”. Personalmente credo, considerato lo stile personale che contraddistingue la sua opera, che la sua arte faccia premio su qualsiasi attributo tecnico o tecnologico della sua attrezzatura, fatta salva forse solo la robustezza e la capacità di sopravvivere ai reiterati abusi ai quali nelle sue avventure la deve sottoporre.

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    Avventure, per me si tratta proprio di questo.

    Fortunatamente, siamo fotografi e quindi per raccontare ci possiamo aiutare con le immagini. Quindi utilizzerò come guida alcune fotografie di due suoi libri, Arctique e Tibet – Minéral animal. Senza pretesa di completezza, ovviamente, e neppure assumendo il ruolo di critico. Semplicemente raccontando cosa mi piace del suo modo di fotografare, che ho conosciuto guardando questa parte della sua per me notevolissima opera.

    Arctique.

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    Il libro è corredato da un'estratto del Carnet d'expedition, che aiuta molto a capire il dietro le quinte. Raccontando sensazioni e situazioni. Un vero tesoro nel tesoro.

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    Immaginate cosa significa marciare per giorni, in un mondo immenso e privo di altri esseri umani, tirando dietro la slitta contenente tutta la propria vita. Letteralmente.

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    Affrontare le bufere.

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    Camminare, camminare, camminare. Nel silenzio che immagino rotto solo dal rumore dei propri passi e del proprio respiro.

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    Due lumini per creare la differenza termica necessaria ad asciugare gli stivali.

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    Le immagini sono straordinarie. Non solo per il contesto, veramente incredibile, ma per la capacità di raccontare la vita dei soggetti. Le ho prese a caso, semplicemente sfogliando, incapace di fare una scelta.

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    Il secondo libro che vi presento è Tibet – Minéral animal.

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    Il libro è arricchito dalle poesie di Sylvain Tesson. Purtroppo il mio francese non mi consente di leggerle disinvoltamente ma per fortuna mia moglie è in grado di aiutarmi. Trovo che siano assolutamente utili a entrare nel mood cercato dall'autore.

    Questa una delle mie preferite, sul lupo. Interessante l'abbinamento della poesia sul lupo con la fotografia di una delle sue prede abituali.

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    Il lupo è un lupo per l’ombra.
    La sua silouette di ragazzaccio si aggira e corre poco oltre l’orizzonte.
    Ha sempre l’aria di aver fatto un brutto tiro.
    Non lo si prende mai sul fatto.
    Veloce, lui è libero. Muovendosi, ovunque è casa sua.
    Si pensa a lui come a un François Villon, che fugge senza rimorsi alle calcagna.
    Lui corre, lui caccia, lui uccide, lui canta: una bella vita, nel vento.
    La sua notte è una festa di sangue e di morte.
    La crudeltà non è presente nelle sue caccie.
    Il lupo ha letto Umano, troppo umano di Friederich Nietzsche:
    “Almeno la vita non è la morale che l’ha inventata.”
    Gli animali sono “al di là del bene e del male”. Essi vibrano nella verità del presente.
    La morale è stata inventata dall’uomo che aveva qualcosa di cui rimproverarsi.

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    Torna la contrapposizione di prede e predatori, che idealmente si affrontano.

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    Ambienti enormi, quasi desertici. Altipiani infiniti nei quali un uomo può mettersi in prospettiva.

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    Un mimetismo incredibile, così come deve essere stata incredibile la perseveranza necessaria a trovare questo soggetto.

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    Entrambi i volumi sono stampati su una splendida carta opaca, molto materica e devo dire perfettamente intonata al tipo di immagini. 
    Per me, entrambi, sono grandemente consigliabili. Si possono acquistare direttamente dalla sua casa editrice, Kobalann. Così ho fatto io.

    Chiudo questo articolo sintetizzando quelli che per me sono i punti di forza di questo fotografo.
    Innanzi tutto, personalmente, sono deliziato dalla sua capacità di utilizzare, come punto focale di immagini che altrimenti sarebbero di paesaggio, minuscole figure animali. Il risultato che ottiene è una magnifica illustrazione della vita e dell'ambiente in cui i suoi soggetti vivono. Per me questo è uno dei cardini della sua opera.
    Poi vedo una grande capacità di alternare a quelle immagini altre più didascaliche e di immediata lettura. 
    Un altro, che si capisce leggendo il Carnet d'expedition, è la capacità di esserci, in quei posti. Sopportare quello che sopportano i suoi soggetti, respirare l' aria che respirano loro. Faticare e stringere i denti nei momenti difficili. 
    Per finire, dalle sue foto traspare uno straordinario rispetto per tutti i suoi soggetti.

    Tutte cose, queste, che ogni fotografo naturalista dovrebbe imparare e tenere sempre presenti.

    Le immagini sono di proprietà esclusiva di Vincent Munier, da me pubblicate qui al solo fine di illustrare e divulgare la sua opera.

     

    Massimo Vignoli per Nikonland 2019

     

     

    Modificato da Massimo Vignoli

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    Commenti Raccomandati

    • Nikonlander Veterano

    Lo conoscevo, ma è sempre bello vedere le le sue foto e leggere di lui. Grazie.

    Immagini di grande forza evocativa e fascino. L'ambientazione dei soggetti è magistrale. Quelle  del leopardo delle nevi  fra le rocce mi hanno  emozionato anche di più. Un vero maestro.  

     

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    • Amministratori

    Nella realtà Munier - che lo ricordo è anche Nikon Ambassador - è un grandissimo anche alle nostre latitudini e fotografa comunemente dietro casa, la fauna locale e le farfalle, senza bisogno di bardarsi per proteggersi dal freddo polare.

    Anche io l'ho conosciuto per i suoi lavori artici con buoi muschiati e civette delle nevi ma poi l'ho scoperto esperto conoscitore delle abitudini dei lepidotteri e furbo utilizzatore di sensori e sistemi di scatto remoti ;)

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    • Nikonlander

    Bellissimo, grazie per questa tua condivisione. Come dicevi in apertura non è per le foto ma per ciò che tu hai dentro. 

     

    I libri si trovano in lingua italiana o solo in francese? 

    Grazie ancora!

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    • Nikonlander Veterano

    Un grande fotografo che mostra immagini affascinanti raccolte con grande passione prima che con tecnica e attrezzatura d'eccellenza.

    Immagino che non siamo molti i fotografi che accettano di mettersi in gioco per settimane in luoghi inospitali e al limite della propria sopravvivenza per portare a casa degli scatti, se non intimamente affascinati dalla natura che li ospita e soprattutto rispettosi dalla sua bellezza.

    Grazie.

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    • Nikonlander Veterano
    3 ore fa, Nicola Di Maio dice:

    Bellissimo, grazie per questa tua condivisione. Come dicevi in apertura non è per le foto ma per ciò che tu hai dentro. 

     

    I libri si trovano in lingua italiana o solo in francese? 

    Grazie ancora!

    Non li ho visti in italiano. Li trovi in francese e alcuni in inglese. 

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    • Nikonlander

    Grazie per la condivisione, avevo solo sfiorato questo fotografo senza accorgermi di quanto sia bravo.

    Le immagini che hai postato tratte dai suoi libri sono qualcosa di clamoroso e incontrano il mio gusto personale in modo davvero notevole. Adoro quest'uso del minimalismo che così ben si adatta al raccontare di posti dalla vastità e desolazione davvero immani. Raramente ho visto immagini naturalistiche così evocative come queste, un vero maestro.

    Andrea

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    • Nikonlander Veterano
    1 ora fa, Viandante dice:

    Grazie per la condivisione, avevo solo sfiorato questo fotografo senza accorgermi di quanto sia bravo.

    Le immagini che hai postato tratte dai suoi libri sono qualcosa di clamoroso e incontrano il mio gusto personale in modo davvero notevole. Adoro quest'uso del minimalismo che così ben si adatta al raccontare di posti dalla vastità e desolazione davvero immani. Raramente ho visto immagini naturalistiche così evocative come queste, un vero maestro.

    Andrea

    Andrea, sono assolutamente sicuro che Arctique ti lascerà a bocca aperta: regalatelo!

     

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    • Nikonlander Veterano

    Bellissimo articolo che mi ha fatto rivivere tempi passati, infatti fino a circa una decina di anni fa, quando facevo quasi solo fotografia naturalistica, Munier era uno dei miei fotografi "mitici" e di massima ispirazione anche per me.

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    • Nikonlander Veterano

    Un Grandissimo...ho entrambi i libri che valgono assolutamente il prezzo.....prendeteli...

    Grazie per aver condiviso, aggiungendo i tuoi pensieri....

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    • Nikonlander Veterano
    1 ora fa, Leo dice:

    Arctic esiste anche tradotto in italiano, è la versione che ho anche io: Artico. Si trova anche su Amazon!

    Non capisco, sul sito della casa editrice (qui) è specificato che i testi sono solo in francese. 

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    Una cosa che ho dimenticato di scrivere è che sono libri "consistenti": +200 foto in Arctique e 160 in Tibet!

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    • Nikonlander
    21 ore fa, Massimo Vignoli dice:

    Andrea, sono assolutamente sicuro che Arctique ti lascerà a bocca aperta: regalatelo!

     

    Credo proprio che lo farò Massimo, soprattutto vista la traduzione in italiano che mi permetterà di apprezzarlo al meglio, grazie

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    • Nikonlander Veterano

    Non lo conosco a fondo, ma avevo visto alcune sue immagini. Mi colpisce molto il taglio sempre artistico, elegante e l'utilizzo dello spazio fotogramma che rende bene l'idea di profonda desolazione di quelle terre che nonostante ciò ospitano la vita. Lo trovo in qualche modo ipnotico, mi mette in pace col mondo. Dovrò approfondire. Grazie Massimo, gran bell'articolo e fotografo straordinario :)

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