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  • Alberto Ghizzi Panizza
    Alberto Ghizzi Panizza

    Nikon Z MC 105mm e 50mm macro: la prova

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    Dopo un mese di utilizzo intensivo posso trarre i miei giudizi, quasi definitivi su queste due nuove ottiche Nikkor.

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    Il 105 penso sia il nuovo riferimento di qualità per un obiettivo macro. Nitido? Nitidissimo!
    A confronto il vecchio Nikkor 105 G mostra tutti i suoi anni, ma anche altre ottiche macro più recenti di altri brand non raggiungono questi livelli.

    Oltre alla nitidezza è impressionante la differenza a tutta apertura. Il vecchio modello è meno nitido e presenta più aberrazioni cromatiche, cioè aloni viola e verdi nei contorni dei soggetti sia nelle aree a fuoco che in quelle fuori fuoco. Nel nuovo modello è appena visibile solo a tutta apertura e tende a sparire completamente chiudendo di 2/3 di stop il diaframma.

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    Come costruzione è impeccabile, è un po’ più grande del vecchio modello, ma è decisamente più leggero.
    Anche la stabilizzazione è superiore e sono arrivato ad ottenere buonissimi risultati anche con tempi di 5 stop più lunghi. Questo vuol dire che si riesce ad utilizzare a mano libera con tempi fino a 1/3 di secondo. Oltre si rischia spesso il micromosso. Con un’ottica non stabilizzata di pari focale si rischia il mosso già a 1/50 di secondo.
    Con lo Z MC 50mm f/2.8 si arriva a circa 3 stop effettivi di stabilizzazione garantiti in questo caso solo dal sensore stabilizzato delle Z (Z50 e Z fc quindi escluse) dato che l’ottica diversamente dal 105 è priva dello stabilizzatore ottico.

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    Una delle grandi differenze dei nuovi macro Z MC è la resistenza al forte controluce, qui quasi tutte le altre ottiche macro che ho provato negli anni creano aloni invasivi e flare, mentre queste MC si comportano ottimamente. Il 105 è super nella resistenza agli aloni ed alla perdita di contrasto mentre il 50 fa un filo meglio del 105 con i flare ma crea un po’ più aloni. Ad ogni modo rispetto ai modelli precedenti e ad altre ottiche macro sono i migliori che abbia provato.

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    (confronto tra MC50, sopra e MC105, sotto, ridimensionati)

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    Il controllo della vignettatura è molto buono anche se ancora visibile a tutta apertura e tende a sparire chiudendo di uno stop il diaframma. In questo caso il 105 fa anche meglio del 50. Entrambi i modelli si comportano comunque meglio dei modelli precedenti e molto meglio di altre ottiche macro in mio possesso.

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    Lo Z MC 50mm è molto più compatto e leggero, ma dall’aspetto meno raffinato del 105. Ha un paraluce piccolissimo e la messa a fuoco ha un movimento esterno e non interno come il 105. Questa non è bellissima da vedere ma ha consentito di ridurne le dimensioni. Qualcuno si è lamentato pure che tirando la lente frontale questa fuoriesce. A me non sarebbe mai venuto in mente di farlo.

    La messa a fuoco è ottima e precisa anche se non fulminea per entrambe. Questo è comunque tipico delle ottiche macro dato che l’escursione tra la posizione di infinito e la distanza minima di messa a fuoco è molto più elevata delle ottiche non macro. Per questo Nikon ha inserito un selettore laterale, sotto a quelli della scelta tra fuoco automatico o manuale, per limitare l’escursione di MAF e velocizzare l’AF. L’escursione si può impostare tra completa (FULL) e 0.5m-0.29m sul 105 e tra completa e 0.3m-0.16m sul 50. Questo lo preferisco di gran lunga rispetto al selettore dei vecchi Nikkor 105 G in cui si poteva impostare o su completa o tra infinito-0.5m.

    Sul Nikon Z MC 105 è presente inoltre un display OLED che mostra varie informazioni premendo il pulsante DIPS presente accanto a questo. Lo trovo utilissimo e questo ci può mostrare: distanza di messa a fuoco, rapporto di riproduzione e profondità di campo. Purtroppo il display non è presente sul più economico 50mm. Quest’ultimo indica con la parte interna mobile solo tre valori di distanza e rapporto di riproduzione: 1:2 a 0.19m, 1:1.4 a 0.17m e 1:1 a 0.16m.

    Queste due nuove ottiche macro hanno la ghiera di messa a fuoco elettronica by wire, questo vuol dire che da spente pur muovendo la ghiera di MAF non accade nulla. Essendo io abituato a fare la messa a fuoco in modo manuale soprattutto nella macro, mi ha costretto ad un breve periodo di adattamento. In questo caso ho però trovato molto utile la funzione di demoltiplicazione della rotazione della ghiera che si attiva quando si utilizza la modalità silenziosa delle Z. Questo rende l’escursione della ghiera lunghissima, lenta, ma estremamente precisa. In questo modo riusciremo a posizionare il piano focale con estrema precisione anche con soggetti molto piccoli. In modalità normale è invece molto più rapida e riconosce la velocità di rotazione che noi imprimiamo alla ghiera di messa a fuoco per dare spostamenti della MAF più rapidi o più precisi.

    Le ottiche Z autofocus tornano sempre alla posizione di infinito quando si spengono e nella macro trovo molto utile attivare l’opzione “salva posizione di messa a fuoco” nel “menu impostazioni” delle più recenti Z. In questo modo anche se spengo la macchina non devo perdere tempo a reimpostare la MAF nel punto preciso in cui l’avevo spenta.

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    La nitidezza è elevatissima sia con il 105mm che con il 50mm. A diaframmi più aperti, tra f/2.8 ed f/4 quest’ultimo però cede il passo al più preformate 105 quando si controlla il dettaglio ai bordi del fotogramma. Qui l’eccellente schema ottico del 105 mostra davvero il suo punto di forza.
    Chiudendo il diaframma di un paio di stop la differenza diventa irrisoria.

    La scelta di una o dell’altra ottica è quindi dettata principalmente dal tipo di utilizzo.  Essendo io stesso un grande amante della macro credo che dovrò acquistarle entrambe per sostituire i miei gloriosi Nikkor micro 105mm e 60mm.
    Nonostante le prestazioni superiori del nuovo 105 ritengo comunque che utilizzerò maggiormente il 50mm per il genere di fotografia che faccio:

    • di questo infatti preferisco le dimensioni compatte e la leggerezza: questo consente di essere più stabili quando si realizzano dei focus stacking di soggetti molto piccoli.
    • in più il 50mm, se utilizzato con i tubi di prolunga, fornisce un ingrandimento superiore rispetto al 105
    • Il 50mm è inoltre più adatto alla macro ambientata, soprattutto se abbinata all’utilizzo del focus stacking.

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    Dati di scatto: NikonZ 6 II + Nikkor Z MC 50 mm f / 2.8.  2 serie di focus stacking: la prima è una serie di 5 immagini a f / 8; 15 s; ISO4000 per la zona delle lucciole in primo piano;  la seconda è una serie di immagini a 40 f / 11; 30 s e ISO3200 per l'area dietro la lucciola. 1 serie finale di 5 scatti per il recupero degli highlights sul Castello Torrechiara.

    Con questa tecnica entrambe le ottiche sono fantastiche, con movimenti precisissimi, fluidi e veloci. Il 105 è più adatto alle situazioni in cui vogliamo staccare il soggetto dallo sfondo come nel ritratto, genere in cui il 105 MC è davvero fantastico. Il 105 inoltre ha una ghiera aggiuntiva ed un pulsante (L-fn) programmabili che in certe situazioni risultano molto utili. Io ad esempio ho programmato sul pulsante L-fn l’ingranimento al 100% del soggetto in modo da verificare mentre scatto il punto di messa a fuoco con estrema precisione. Una delle caratteristiche che mi fanno preferire il mirino elettronico delle ML rispetto all’ottico delle reflex.

    Nella macro la tecnica del focus stacking è diventata ormai fondamentale e utilizzando le Z con queste due ottiche MC è davvero divertente e appagante.  Realizzare un focus stacking allo sweet spot (cioè il diaframma più nitido: tra f/4 e f/6.3) invece che uno singolo scatto a diaframma più chiuso consente, oltre che ad estendere la profondità di campo, di ottenere immagini decisamente più nitide. Quello che apprezzo maggiormente di queste nuove ottiche è l’ottimizzazione raggiunta assieme alla funzione automatica delle fotocamere Nikon Z (solo la Z50 non lo fa in automatico, la nuova Z fc sì). Tutto scorre in maniera fluida silenziosa, precisa e senza esitazioni o vibrazioni.

    Quello che non mi soddisfa del tutto di queste due ottiche è il rapporto massimo di ingrandimento che queste raggiungono che si ferma al solito 1:1 (1X). È vero che la maggior parte delle ottiche macro ha questo limite, ma ad esempio l’ultimo Canon RF 100mm f2.8L Macro IS arriva ad 1,4X o il Laowa 100mm macro arriva a 2X. Inoltre nessuna delle due può montare i nuovi teleconverter 1.4X e 2X. Peccato.
    Fortunatamente per aumentare il rapporto di riproduzione esistono comunque accessori nativi per Z di terze parti come i tubi di prolunga Meike MK-Z-AF1 o il soffietto Novoflex BAL-F con i quali i nuovi Nikkor Z MC vanno alla grande.
     

    Alberto Ghizzi Panizza 2021 (C) all rights reserved

     

    i miei migliori auguri a Nikonland.it per il suo Quindicennale !

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    Commenti Raccomandati

    • Amministratori

    un amico di Nikonland che ha avuto piacere di celebrare il nostro anniversario in questo bel modo:

    il doppio focus stacking delle lucciole e del castello è una delle più belle foto del genere che io abbia mai visto

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    • Amministratori
    Adesso, Max Aquila ha scritto:

    un amico di Nikonland che ha avuto piacere di celebrare il nostro anniversario in questo bel modo:

    il doppio focus stacking delle lucciole e del castello è una delle più belle foto del genere che io abbia mai visto

    e Alberto ci spiega pure come l'abbia realizzata...!

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    • Nikonlander Veterano

    Ottima recensione e foto spettacolari. 
    Come dice Max, la foto di lucciole e castello sembra irreale tanto è bella.

    Non ho ben capito questo passaggio:

    Cita

    Queste due nuove ottiche macro hanno la ghiera di messa a fuoco elettronica by wire, questo vuol dire che da spente pur muovendo la ghiera di MAF non accade nulla. Essendo io abituato a fare la messa a fuoco in modo manuale soprattutto nella macro, mi ha costretto ad un breve periodo di adattamento. In questo caso ho però trovato molto utile la funzione di demoltiplicazione della rotazione della ghiera che si attiva quando si utilizza la modalità silenziosa delle Z. Questo rende l’escursione della ghiera lunghissima, lenta, ma estremamente precisa. In questo modo riusciremo a posizionare il piano focale con estrema precisione anche con soggetti molto piccoli. In modalità normale è invece molto più rapida e riconosce la velocità di rotazione che noi imprimiamo alla ghiera di messa a fuoco per dare spostamenti della MAF più rapidi o più precisi.

    credo per ignoranza mia, dato che non faccio macrofotografia.

    Significa che in modalità silenziosa mette a fuoco in maniera più lenta ma più precisa?

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    • Amministratori
    1 minuto fa, Gabriele Castelli ha scritto:

    Ottima recensione e foto spettacolari. 
    Come dice Max, la foto di lucciole e castello sembra irreale tanto è bella.

    Non ho ben capito questo passaggio:

    credo per ignoranza mia, dato che non faccio macrofotografia.

    Significa che in modalità silenziosa mette a fuoco in maniera più lenta ma più precisa?

    significa che chi in macro operi per necessità di ripresa con treppiede e messa a fuoco manuale, con i vecchi obiettivi MF ed AF-AFD ritrovava al punto in cui l'aveva lasciata la ghiera di maf, con i moderni, velocissimi e silenziosissimi motori stepless, all'accensione la macchina di solito sposta la ghiera ad un punto di default: bisognerebbe per gli obiettivi specifici introdurre la memoria di posizione della ghiera.

    Inoltre ci ricorda (io lo dimentico sempre) che sulle Z e gli obiettivi nativi, la modalità silenziosa influisce sulla gradualità di regolazione passo-passo della ghiera di maf in manuale: la modalità normale invece "sente" la nostra pressione sulla ghiera e farà scorrere la messa a fuoco (il motore stepper) più o meno velocemente a seconda della nostra pressione.

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    • Nikonlander

    Ottimo articolo con chiare spiegazione anche delle preferenze personali che aiutano l'utente nella scelta. Più leggo di questi due obbiettivi e più prego anche per l'uscita di un 200 micro :-(.

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