Alla presentazione del 28-400mm è venuto spontaneo a tanti pensare che Nikon avesse messo in diretta concorrenza il precedente zoomone presentanto quattro anni fa e del quale abbiamo scritto su Nikonland in lungo e largo.
Sopratutto in funzione dell'enorme escursione focale del nuovo superzoom di casa Z, in rapporto ad un prezzo di catalogo assolutamente proporzionato al range, che determina due fasce di potenziali acquirenti, interessati ad uno di questi due tuttofare.
La differenza di dimensioni varia ovviamente estendendo i due zoom verso le rispettive focali massime e gli schemi ottici adottati, abbastanza simili, differiscono nella zona mediana, dove si realizza l'estensione verso le focali ulteriori dell'ultimo arrivato
24-200
28-400
i test MTF pubblicati da Nikon parlano abbastanza chiaramente della stessa somiglianza tra questi due superzoom
24-200:
28-400:
e se paragonassimo anche le distanze minime di ripresa alle differenti focali, troveremmo un lieve vantaggio, sopratutto sotto i 50mm per il nuovo Z 28-400
Analogamente, per quanto riguarda la luminosità effettiva, così come il 24-200/4-6,3 si traduce essere in pratica un 80-200/6,3 mantenendo la luminosità massima solo ai 24mm, anche questo 28-400/4-8 declina dagli f/4 dei 28mm a f/5,6 a 50mm per passare ad f/6,3 ai 105mm e diventare poi un 200-400/8
In sostanza solamente a 200mm il vecchio 24-200mm ha un vantaggio di luminosità di 2/3 di stop, mentre perde un terzo di stop tra i 70 ed i 105mm rispetto al nuovo 28-400mm
Differenze risibili rispetto alla nuova gestibilità di luminosità così inaudite, gestibili con efficienza grazie alle doti dinamiche dei sensori digitali dell'ultima generazione, in unione alle prestazioni dei nuovi processori che contengono il rapporto S/R a livelli inimmaginabili ancora pochi anni fa, permettendo di scattare anche a valori ISO ben superiori di tre/quattro volte al baluardo dei 1600 che per tanto tempo aveva significato lo spartiacque tra foto gestibili o meno in postproduzione.
Anche sulle mirrorless di livello basic.
Ho avuto l'opportunità di provare il nuovo 28-400 di Mauro per un paio di mesi e ho scattato molte foto dei generi più differenti, appassionandomi all'idea di avere un obiettivo all-in-one che passi dai 75° di un 28mm ai 6° dei 400mm, pensando non solamente a viaggi e vacanze (dove uno zoom di questo genere semplifica enormemente la situazione del bagaglio a mano) ma anche a situazioni di ripresa che potenzialmente non sarebbero consentite dalla limitata luminosità nella sezione tele di questo zoom, come ho ampiamente dimostrato con le mie foto di tennis in notturna nel mio articolo:
Ribadisco la mia preferenza per il 24-200 che utilizzo anche sulla Z30, proprio per la presenza dei 24mm che costituiscono una focale imprescindibile per le mie esigenze nel range focale di uno zoom di questo genere, ma proprio per questa mia considerazione ho voluto dedicare una parte degli scatti realizzati con 28-400 ad una sorta di confronto sul campo con il mio 24-200, per vedere sui soggetti se si riescano ad avvertire differenze avvertibili.
Li ho confrontati prima di tutto sul piano della nitidezza e dell'omogeneità di esposizione a diverse focali
(metterò sempre prima gli scatti del 24-200 e poi quelli analoghi del 28-400)
da cui si evince la stretta parentela dei due progetti ottici ed il simile comportamento anche in termini di vignettatura, sempre avvertibile, specie se in pp si renda necessario aumentare contrasto o nitidezza (non in queste foto, pubblicate senza variazioni che non siano l'orizzonte o una minima regolazione delle ombre e delle luci)
Ovvio che, uscendo fuori dal range focali comune ai due zoom, prudano le mani per zoomare ulteriormente sui soggetti...come il 28-400 consente di fare
Allo stesso modo in controluce diretto, approfittando dei giardini all'italiana della Palazzina Cinese di Palermo, mi pare simillimo il comportamento a varie focali dei due superzoom
e nonostante i diaframmi non certo aperti, per impossibilità materiale, anche lo stacco dei piani prospettici che non può certo essere considerato punto di forza per zoom di questa luminosità, si mantiene a livelli accettabili: basta cercarsi il punto di ripresa che lo possa valorizzare: come sempre, fotografando...
e ancora, in luce diretta...
Ho maturato un convincimento circa una migliore uniformità di dettaglio sulle focali tra i 50 ed i 105mm tra il soggetto messo a fuoco e quelli piuttosto distanti, del 24-200mm ma riguardando gli scatti a forti ingrandimenti e comunque per una inezia di comportamento su obiettivi generalisti come questi.
Ma un altro ambito nel quale si impone un minimo di confronto è quello delle distanze minime di ripresa, che abbiamo visto essere abbastanza interessanti, specie alla focale da 400mm a 1,2m (il 100-400 che pesa quasi il doppio arriva a 98cm, ma il 400/4,5 si ferma a 2,5m) al netto del solito fenomeno del focus breathing che su questo zoom influirà quanto, se non di più che sul 24-200 (i cui 200mm di focale, alla minima distanza di maf equivalgono a 120mm).
Ed allora, croppando entrambi gli zoom in DX sulla Z6iii che è stata l'artefice di questo mini confronto, ho inquadrato qualche libellula svolazzante nei pressi della fontana degli scatti precedenti, ovviamente non solo a 200mm, come imporrebbe correttezza,
ma lasciandomi prendere la mano con il 28-400, arrivando fino ai suoi 600mm-eq
Difficile in queste condizioni da nudo e crudo, parlare di altro se non di scatti ricordo, dove sarebbe stato necessario il supporto di accessori adatti allo scopo come lenti addizionali oppure anche tubi di prolunga (tutte opportunità concesse da produttori di terze parti, almeno finchè Nikon non si accorgerà dell'interesse suscitato da questo ambito fotografico frequentatissimo)
Più probanti forse gli scatti più facili ad un doccione della fontana che consentono anche il raffronto sullo stacco tra soggetto e sfondo,
ai 200mm di entrambi gli zoom a TA:
ed a 95mm verso una coppia di fiori d'ibisco, per valutarne anche nitidezza e cromia, sempre a TA
Approfittando poi della presenza a casa di alcuni obiettivi sui quali devo ancora scrivere le mie impressioni d'uso, ho provato a fare un paio di scatti con i due zoomoni, stavolta corredati di lente addizionale Marumi da 3 diottrie :
e poi attorno a 100mm di focale e a TA:
differenze minime anche in queste condizioni particolari, per le quali certamente i due zoom non sono stati progettati, ma che possono servire per fornire un quadro più completo.
Tanto quanto quelle tradizionali di particolari colti per la strada e fissati in una foto per andare ad arricchire l'album dei ricordi della nostra vita.
Questi due zoom Nikkor Z sono obiettivi strutturati per dare soddisfazione in ogni campo si desideri metterli alla prova: non posseggono chiaramente l'impronta caratteristica del teleobiettivo fisso o del grandangolare superluminoso, nè potrebbe essere diversamente.
Ma non sono un compromesso qualitativo: andranno nelle mani di persone che valuteranno le loro dimensioni, il peso, il prezzo come elementi imprescindibili per coltivare la propria passione fotografica nei modi e nelle circostanze che la loro vita consente di fare.
Inutile fare paragoni fuorvianti: chi desideri fotografare è servito. Con ognuno di questi due zoom non avrà mai la scusa di non essere riuscito a cogliere il soggetto...perchè mi ero dimenticato l'obiettivo adatto a casa !
Ad ognuno il suo !
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