Oltre l'orizzonte è un film creato per Nikon Usa.
Lo usiamo come pretesto per aprire un dibattito con gli iscritti.
Dove si parli dell'orizzonte di Nikon.
Come la percepiamo noi oggi, specie se siamo nikonisti da lunga data.
Cosa ci aspettiamo.
Cosa non ci piace e che non ci fa vedere oltre l'orizzonte.
***
Abbiamo capito che l'invecchiamento della popolazione dei fotografi, arroccata ad occidente - per lo più - e su posizioni di retroguardia non facilita il compito di Nikon (e delle altre società produttrici di materiale fotografico di tutto il mondo), specie in un mercato che è collassato a livelli di produzione/fatturato ... numeri insomma, marginali rispetto ai massimi degli ultimi venti anni.
Ma la fotografia non è mai stata un fenomeno di massa. Cento anni fa i fotografi dilettanti erano pochi e anche i professionisti erano pochissimi.
Fino agli anni '60 del secolo scorso è stato così e anche venti anni dopo i numeri non erano superiori a quelli attuali.
Eppure c'era spirito di innovazione, complice lo sviluppo di meccanica, elettronica e media.
Oggi che tutto è visto filtrato dalle trimestrali di borsa sembra che si debba necessariamente inseguire solo l'ultimo fenomeno, quello che tira e che fa tendenza.
Inseguire gli influencer di Youtube, peggio, influenzare gli inflencer a suon di bonus, regali e bigliettoni, crea ulteriore distorsione.
I creator di contenuti multimediali sono una realtà concreta e vivace.
Ma ci piacerebbe sapere quanto effettivamente valgono in termini di fatturato diretto (non quello indiretto generato dai loro consigli). Abbiamo il timore che non sarebbe una bella sorpresa per i produttori.
Per questo probabilmente non è una bella idea assecondare gli influencer plasmando il materiale fotografico a loro gusto.
Ma - ci perdonino quelli in ascolto - nemmeno modellarlo in base a minoranze, sebbene con ampia capacità/propensione alla spesa.
Perché i fotonaturalisti sono un numero ridotto sul totale dei fotografi, anche se comprano 600mm e 400mm da 17.000 euro al pezzo e magari un paio di corpi Z9 su cui montarli.
Anche perché, sarà bello e sfidante, sviluppare il miglior autofocus per riconoscere l'occhio dello scricciolo. Ma fatto questo e venduti tutti i 600 e i 400mm, che cosa resterà da fare ?
Invece vediamo che le prestazioni generali sono trascurate - non parliamo dei frame al secondo, quelli potranno sempre crescere e passare da 60 a 120 e da 120 a 240 e da 240 a 480 - e le qualità dei sensori di fatto plafonate a livelli già raggiunti dieci anni fa.
Si, i sensori con otturatore elettronico globale porteranno possibilità essenziali in campi specifici. Ma che scommettiamo non solleticheranno più di tanto i fotografi che aspettano l'ora blu o l'ora d'oro per fermare il più bel paesaggio possibile con la loro fotocamera solidamente posizionata sul treppiedi, con uno scatto solo o più di uno per avere la possibilità di sviluppare meglio l'immagine al computer.
Non che in campo software si vedano cose di interesse generali. Si, la cosiddetta intelligenza artificiale - che poi altro non sono che procedimenti automatici altamente addestrati, alimentati da sistemi totalmente tradizionali - si sta diffondendo.
Ma di fatto senza migliorare la quotidianità dei fotografi che non necessitano di abbattere il muro del rumore - sempre fissato a 12800 ISO - né di incrementare il dettaglio micropercepito.
Richiedono invece maggiori capacità di calcolo non sempre utili per le cose di tutti i giorni.
Ma più in generale, vediamo trascurare cose concrete che non possono che rendere la percezione dei "consumatori" (brutto termine quando riferito ai fotografi o, in generale, ad ogni categoria di appassionato) verso il proprio "fornitore" (anche qui, termini diminutivo che fa il paio con consumatore. Nel nostro caso il legame con Nikon va ben oltre quello di cliente di un qualsiasi fornitore) solamente critica.
Insomma, non si può tacere sulle scelte fatte da Nikon evidentemente volte solo a massimizzare il proprio fatturato e l'utile derivante.
Qualche esempio ?
La produzione della prima serie di Nikon Z senza i contatti per dei battery-grip con i comandi verticali.
Svarione corretto nella seconda serie, che ha però costretto i fotografi a sborsare 399 euro per dotarsene.
Per poi ribadire il concetto - vuoi una cosa me la paghi - proponendo per la terza generazione due battery-grip, meccanicamente differenti e quindi incompatibili con i precedenti.
Richiedendo nuovamente 399 euro sia per quello - semiamatoriale - della Z6 III, e lo stesso per quello totalmente sbagliato concettualmente e prestazionalmente della "professionale" Nikon Z8.
Sulla Nikon Z8 abbiamo parlato più volte e in più riprese.
Senza voler essere ipercritici, la macchina avrebbe in nuce quello che rendevano la F100 e la D700 reali alternative di F5 e D3.
Ma nella pratica noi pensiamo che la frittata sia stata fatta rompendo meno uova del necessario.
Perché il telaio della Z8 è insufficiente per smaltire il calore generato dalla scheda madre che, invece, nella Z9, riesce ad essere scaricato più facilmente da un telaio completamente metallico.
Certo la termoplastica usata per Z8 e Z6 III è eccezionale. Ma non conduce il calore. E' certo più facile da utilizzare in processi industriali del tutto robotizzati ma in un anno e mezzo di prototipi ci sembra strano che sia stata deliberata la produzione di una professionale che all'atto pratico va bene per fare matrimoni e reportage. Ma non a coprire una intera giornata di sport outdoor estivo.
Potremmo spostarci sulla ricomparsa di vecchi accessori - come il trigger SU-800 prima non disponibile, oggi di nuovo ordinabile - che ripropone il vecchio schema CLS ad infrarossi quando tutto il mondo usa la radio con i suoi flash.
Ma tutto il mondo degli accessori latita. Sarebbe facile delegarlo a produttori terzi. Che manchi la sensibilità di ciò che necessita il cliente ?
Finiamo con il formato piccolo. Con il lancio della D1 nel 1999, Nikon ci ha detto che era l'unico modo - il crop e il fattore di moltiplicazione - per rendere il processo produttivo accettabile commercialmente lato costi.
L'abbiamo bevuta fino al 2007. Ma Nikon ha mantenuto lato reflex una gamma di apparecchi più accessibili di quelli a pieno formato.
Oggi con le mirrorless di fatto ci dice che l'asticella si è alzata. E che il fotografo che vuole comprare una macchina prestazionale non può spendere meno di 2999 euro per il solo corpo.
E' buono a sapersi.
Ma noi crediamo che si potrebbe facilmente fare almeno un modello - in formato piccolo - che alla metà di quel prezzo, offra prestazioni elevate.
Mentre non siamo certi che l'accesso al Cloud per il trasferimento delle immagini via ... ? ... che creerà motivazioni di acquisto nei confronti di chi la condivisione delle immagini ha imparato a farla con il cellulare ma che vorrebbe fare la stessa cosa con una fotocamera da 3 o 6.000 euro senza tante formalità e invece non può oppure deve fare salti mortali.
Ma comunque con una tassa di ingresso che per molti è diventata una vera e propria barriera.
Anche perché la fuori c'è una quantità di usato che fa spavento e mette continuamente in tentazione.
Specie per chi ancora non riesce a percepire quali vantaggi potrebbe avere dall'ultima mirrorless (cui peraltro non è stata finora inserita l'opzione del riconoscimento dell'occhio degli uccelli).
Ci fermiamo qui ma siamo certi di aver scalfito soltanto la superficie dell'acqua. E che chi ci legge avrà da proporre le sue personali opinioni e motivi di lagnanza (ci sono i flash, fermi a un sacco di anni fa, nessuno sul mercato fa flash dedicati alle Nikon Z; ci sono le batterie, per lo più inadeguate ai consumi di questi computer con il mirino e via seguendo).
Ovviamente non vogliamo influenzare nessuno, certamente ci saranno molti pienamente soddisfatti dallo stato dell'arte della produzione fotografica Nikon.
Ma siamo sicuri che Nikon abbia realmente una visione oltre l'orizzonte e che sappia davvero come risolvere i bisogni dei suoi affezionati e fedeli clienti ?
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