Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
***
testo di Fabrizio De André 1966 su musica di Georg Philip Telemann
Non è perchè è appena passato San Valentino che ho ripreso il testo di questa canzone del 1966, è perchè la ritengo una delle più profonde poesie sull'essere, ispirata da un adagio mieloso di Telemann ma altrettanto efficace a sottolineare l'andare del tempo e il mutare delle passioni.
Quanto sto scrivendo non ha però alcuna connotazione autobiografica - io sono immoto, immutabile, fedele, monogamo e le mie inclinazioni non mutano col passare del tempo, per convenzione - né - ne sono arcicerto - di nessuno di chi è iscritto a Nikonland.
Ma può essere che qualche lettore casuale possa trarre spunto per qualche riflessione. Se questo lo scalfirà nei suoi propositi, ne sarò contento.
Se siamo qui lo siamo per la passione comune che abbiamo per Nikon.
E facilmente, è un dato statistico, siamo per la gran parte uomini maturi, alcuni più vicini oramai ai 60 anni che ai 40.
Sono certo che per certi versi il discorso possa essere valido anche per le donne, ma permettetemi di ammettere che ancora non sono capace di scrivere esprimendo i sentimenti di una donna.
Magari in futuro ... ma per ora no.
Dopo un lungo matrimonio, la passione tende a sopirsi. Lei non ci capisce più, è distante. Si occupa dei suoi interessi, della sua persona. Diete, yoga, piscina. I figli sono cresciuti e sono andati via.
La passione non c'è più. Non c'è più nemmeno l'occasione per ammetterlo.
Ed ecco che capita di incontrare, casualmente, qualcuno che, non si sa perchè, asseconda un nostro sguardo, una frase, una parola, un invito. Può essere per strada - come dice De Andrè - può essere al lavoro, può essere guardando la televisione. Non importa come ma facilmente capiterà.
Lei ci risveglia la primavera mai del tutto assopita. Ci fa sentire di nuovo giovani. Richiama alla vita pulsioni dimenticate.
Improvvisamente esiste solo lei. Per un bacio mai dato siamo disposti a coprirla d'oro.
E per stare con lei un'ora corri rischi folli, come un ragazzo.
Improvvisamente non c'è alternativa. Lasci la moglie e mandi all'aria il lavoro. I figli non ti rivolgono più la parola. E tu vagheggi solo della tua vita futura con lei.
E' il fascino del nuovo. Della giovinezza. I suoi occhi e magari quello che esce dalla camicetta o dalla minigonna.
Tutto normale, è nella natura delle cose.
C'è chi resiste, prudente, c'è chi si rimette a correre, incurante di quanto gli ha detto il cardiologo. Magari tu ricorri anche alla pillolina blu e ti fai andare giù attività social che hai sempre detestato insieme a tua moglie.
Ma qui si ferma il poeta che voleva solo raccontarci una delle sue grandi storie senza suggerire un finale che sia oltre quell'attimo, in quelle parole.
La vità è più complessa di ogni sogno, anche perchè ne abbiamo una e siamo costretti a viverla ogni giorno.
Qualche tempo dopo ti accorgi che quella è una bambina con la quale non hai moltissimo in comune. Lei sa a malapena cuocere un uovo, non sa niente di te e di quello che sei stato.
Parla di cose che per te non hanno senso. E tu non puoi parlarle di quello che ami di più, perchè a lei non gliene frega un beato cazzo.
E la vedi per quello che è, una sciacquetta tatuata, con le tette rifatte, i tatuaggi sopra al culo e il piercing in posti incoffessabili.
Un giorno rivedi tua moglie. Non le parli da molto tempo. Lei ti vede e ti sorride serena. Si, l'anno prossimo farà 60 anni.
Si non è più freschissima e la sua pelle non è vellutata.
Si, non ti fa più fremere le narici come le giumente ai tori in primavera.
Ma è l'unica che tu abbia veramente voluto vicino a te. E alla quale avevi giurato amore eterno. Perchè ti rendeva veramente felice.
Ed improvvisamente ti penti di quello che hai fatto e vorresti tornare indietro. Se non è troppo tardi.
Cocludo qui la mia storia perchè non ho la velleità di fare l'oracolo.
Si aprono più opzioni.
Nel migliore dei mondi possibili, la ragazza della sbandata si trova un suo coetaneo e si mettono a fare video porno insieme, mentre tua moglie ti riaccoglie più amorevole di prima.
Nel peggiore dei mondi possibili, entrambe ti fanno causa e ti tolgono perfino i peli dal culo e finisci a dormire in automobile. Tanto non hai più nemmeno i soldi della benzina.
E' il futuro e lo lascio ai posteri. Non te lo auguro nella vita di tutti giorni e, siccome siamo qui per parlare di fotografia, nemmeno nella tua vita fotografica.
Anche se ho visto gente lasciare la camicia comprando e rivendendo N volte le stesse cose per N sistemi differenti. Senza mai avere il coraggio di rimangiarsi l'orgoglio, ammettere di avere sbagliato e tornare all'ovile dove si era sempre sentito a casa sua.
Siccome é sempre facile dare un consiglio non richiesto ma io non sono qui per quello, non te lo darò.
Perchè é possibile, anzi possibilissimo che Nikon, tua moglie, ti perdoni e ti riprenda con se, non darei però altrettanto per scontato che Nikonland, vedendoti tornare a casa, ti riaccolga come il figlior prodigo.
Che ognuno scelga per il meglio. Noi saremo qui così come siamo, anche tra anni, sereni e imperturbabilmente nikonisti come sempre, anche quando tu ti sarai stufato pure di essere passato da Nikon a ....
Naturalmente, come sempre, buone foto a tutti, qualsiasi sia l'oggetto del vostro amore.
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