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    Il buio in fondo al tunnel

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    C'è luce in fondo al tunnel dell'industria fotografica ?
    Ho il timore di dover dire che no, nonostante io possa dire che la mia passione per la fotografia sia oggi più viva che mai e di gran lunga più soddisfacente di quanto non fosse nei due periodi di boom che ho vissuto.

    Una dozzina di anni fa si vendevano al mondo oltre 120 milioni di fotocamere di tutti i generi. Oggi sono poco più di sette milioni.

    Questo dato però è drogato dal fatto che, caso rarissimo sul mercato, tutta l'industria sia sostanzialmente concentrata in un'unico Paese, il Giappone, e che questo si bei nel guardarsi l'ombelico, facendosi redigere statistiche a propria immagine e somiglianza.

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    i dati CIPA e gli altri grafici di vendita, le classifica EISA, i premi al design, danno solo una microfotografia dell'insieme, escludendo dal contesto fenomeni che l'industria vuole disconoscere o che crede di esorcizzare semplicemente credendo di poter continuare a campare come ha sempre fatto.

    Perché non si tratta più solo di fotocellulari.

    La leggenda dice che quando Steve Jobs e il suo gruppo hanno sviluppato l'iPod (perché la figlia di Steve, Liza, usava il Walkman Sony e non poteva passare da una traccia ad un'altra senza svolgere o riavvolgere il nastro) abbiano capito che stavano decretando la fine dell'industria discografica basata sulle registrazioni fisiche. In effetti il nastro magnetico è scomparso, il vinile è una curiosità per nostalgici e palati alla ricerca del diverso a tutti i costi, il CD è il vero defunto della questione, sostituito non semplicemente dal formato compresso digitale ma dallo streaming, sottoprodotto dell'iPod ma soprattutto dell'iPhone che di fatto - parole della leggenda di Jobs - ha decretato la morte prematura dell'iPod.
    In effetti l'iPod è scomparso subito. Ma anche l'iPad e i tablet sono relegati ad un mercato di nicchia di chi ha bisogno di qualche cosa di più comodo di uno smartphone e non vuole necessariamente un notebook o un computer desktop.

    Passaggi di tecnologia che hanno un presupposto. Quel "good enough" ("buono a sufficienza") che fa abbracciare una tecnologia più comoda anche se non necessariamente migliore di quella, scomoda, che si sta abbandonando.

    Ricordo bene di quanto male suonassero i primi CD e i primi lettori Philips. Ma erano un milione di volte più comodi ed efficienti, oltre che ragionevolmente più longevi di nastri e vinili. E il lettore non richiedeva tutte quelle sconfortanti regolazioni di piatti e bracci e testine.
    Ovvio che il giradischi doveva sostanzialmente scomparire anche se all'inizio suonava meglio.

    Il fotocellulare non fa fotografie migliori di una mediocre fotocamera. Ma le fa, le fa senza che il "fotografo" debba sapere fotografare.
    Permette un editing spiccio al volo senza cambiare strumento (ma quali schede di memoria, quali cavi, quali Photoshop ?).
    Soprattutto permette di condividere lo scatto con gli amici, addirittura di inviare la foto del nipotino alla nonna sulla sua cornice digitale del soggiorno. Che se è connessa, ha sostituito i vecchi album di 10x15 stampati su carta Kodak.

    Se date in mano una fotocamera ad un giovane o ad un giovanissimo, questo sarà affascinato sulle prime.
    Ma subito dopo pretenderà di fare video.
    E cinque minuti dopo aver fatto quel video, chiederà come fare per tagliarlo e correggerlo on-camera e, soprattutto come condividerlo.

    Vorrà che questo video sia stabilizzato, che si possa fare in soggettiva, che sia di qualità adeguata ma senza troppi "sbatti".

     

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    Certo noi fotografi siamo ancora una legione numerosa. Ma sempre più spesso molti di noi si disperdono.
    E c'è il rischio concreto, per ragioni anagrafiche e di "comodità del vivere" che interi manipoli semplicemente si dissolvano

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    come la leggenda vuole che abbia fatto l'imbattuta IX Legio Britannica, scomparsa con armi e aquile, semplicemente confondendosi con i locali celti, prima ancora che comparisse Re Arthur.

    Oggi la richiesta di qualità c'è ancora ma c'è a condizione che non sconvolga la vita, non richieda investimenti faraonici e tempi esagerati di realizzazione.

     

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    è il mondo moderno e sembra che i produttori giapponesi se ne rendano conto ma solo alla loro maniera.

    La dottrina militare imperiale ha sempre previsto piani meticolosi, discussi in riunioni plenarie davanti a modellini del campo di battaglia.
    E' un classico quello della Battaglia di Midway.

    Che però prevedeva che gli americani si comportassero come i giapponesi prevedevano che avrebbero fatto.
    E non come hanno fatto gli americani.

    Quindi pare che i produttori giapponesi oggi abbiano in mente solo i vloggers e il video.

    Ma non capiscono che i loro strumenti vanno ripensati, adeguati, trasformati.

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    semplicemente non tengono conto - come hanno fatto con lo smartphone che sostanzialmente ha loro mangiato il pasto ... composto dalle compattine e dalle entry-level digitali - del fatto che la fuori ci sia chi pensa con una testa differente.

    GoPro produce action camera che tutti gli sportivi e buona parte dei vlogger usano. Sono compatte, semplici, relativamente economiche, producono video e foto di qualità sufficienti agli scopi di condivisione (comunque condizionati dalla necessità di compressione spinta).

    Ebbene, GoPro da sola, nel 2023 ha venduto un numero di apparecchi che è pari a circa la metà della produzione di Nikon+Sony+Canon messe insieme.
    Un mercato in cui le tre giapponesi non sono presenti se non marginalissimamente, in cui Nikon ha tentato di entrare in punta di piedi e rimediando un fallimento sonoro con le mai troppo presto dimenticate KeyMission.

    Ma il mondo va ancora più rapidamente di così.

    DJI, quella dei droni e dei gimbal è entrata in un mercato vulnerabile e scoperto con un prodotto dirompente che in pochissimo sta facendo ancora meglio di GoPro.

    Se osservate i video dei vlogger in movimento - non quelli seduti davanti alla videocamera nel loro studio che vi propinano lunghi e noiosi sermoni - praticamente tutti utilizzano uno strumento ancora più geniale delle GoPro.

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    la Osmo Pocket 3 costa meno di una Z30 nuda, ma include gimbal stabilizzato, display orientabile, connessione online e una videocamera montata su un braccio robotizzato automatico che vi può seguire mentre vi muovete.
    Guidabile via smartphone con una APP stabile, rapida, semplice, sicura.
    Fa un bel 4K che non sarà come quello di una Z6 III ma è sufficiente per andare online domani con il video girato ieri.
    E senza troppi mal di testa.

    Ogni recensore di automobili, di fotocamere, anche di pentole e di ricettari da cucina se ne sta comprando una (o più).

    Altro che kit Nikon da vlogger.

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    Consiglio di amministrazione Nikon alziamo i prezzi, tanto i fotonaturalisti ci seguono. Se poi non dovesse andare, proviamo con qualche compatta senza mirino.
    Dovesse andare male, alziamo le mani e ci dedichiamo ai prodotti per l'industria. Che ne dite ?

    ***

    Come reagisce l'industria fotografica a questi fenomeni ?

    Con il solito paternalismo.

    Perché loro sanno cosa dare ai propri clienti.

    Quindi la strategia di tutti è quella Leica.

    Ci arrocchiamo nel mercato di fascia alta, aumentiamo prezzi unitari e margini percentuali, scaliamo il video professionale e il cinema.

    Leica lo fa perché il suo cliente è più attiguo a quello delle boutique del centro che vendono capi firmati.

    In fondo una M-11D non costa poi tanto di più di una borsetta di coccodrillo o di un paio di scarpe cucite a mano. Ne ho viste in centro a Milano nei pochi negozi del genere che hanno l'ardire di esporre il prezzo in certi prodotti (non parlo di pret-a-porter, ovviamente).

    Nikon (e gli altri) lo fanno perché i loro manager sono sostanzialmente degli esperti di finanza (che non hanno fatto il master ad Harvard).

    Per Nikon in particolare, l'abbiamo visto nel loro piano a medio termine Vision 2030.

    La barra direttrice è mantenere il livello di fatturato minimo e un margine complessivo lordo del 10%. Che paghi il capitale e gli azionisti e consenta il reinvestimento in ricerca e sviluppo.

    Ma di fatto perdendo contatto con la realtà, il mercato. Soprattutto i clienti.

     

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    il vero capo di Nikon è un esperto di finanza incaricato da Mitsubishi di evitare "pericolose" svolte come le KeyMission.
    Attento amministratore, punta alla soddisfazione del board e degli azionisti.

     

    Che non sono utenti abbonati come quelli di Adobe : sono fotografi.

    Il risultato è che alla tassa delle complicazioni della fotografia digitale (software sempre più esosi ed inefficienti che richiedono hardware sempre più complesso e costoso) si somma quella di ingresso per la fascia minima di qualità.
    Che per Nikon adesso è posta a $2500/€3000, cioé il prezzo della Z6 III.

    Questo non vuol dire che con il materiale al di sotto non si possa fotografare ma che le macchine al di sotto non rientrano nei loro piani di attenzione e di cura. Così come ne sono usciti i flash, gli accessori, gli obiettivi di primo equipaggiamento (un 50mm costa 600 euro : una volta bastavano 90.000 lire !).
    E questo crea disaffezione, sconforto, anche repulsione da parte dei fotografi.

    Che in fondo hanno già tutto quello che serve per fotografare. Oppure possono trovarlo sull'usato. Con conseguente fatturato ZERO per Nikon.

    Che Nikon si impegni nel video e in quello del cinema è bello e ci rende orgogliosi. Ma per i fotografi questo chiaramente significa solo che ci sarà sempre meno trippa per i gatti ...

    Modelli del genere si sono già visti in tanti altri settori, anche quelli non drogati dal monopolio come di fatto è la fotografia (fuori dal Giappone ci sono sostanzialmente solo Leica e Hasselblad che insieme contano una frazione percentuale del totale delle vendite globali).
    Sappiamo come sono finiti : vero Pioneer, Sansui, Aiwa e Akai ?

    ***

    E quindi ?

    E quindi, è finita. L'industria fotografica che conosciamo si avvia verso una lenta estinzione.

    Chi ha una lunga e secolare tradizione alle spalle - come Leica e Nikon - si arroccherà in nicchie di altissimo livello, qualità e prezzo.
    I restanti inesorabilmente si impegneranno in altri settori (come già fanno Minolta ed Olympus o che sono rapidi a cambiare campo di impiego tipo Sony).

    In fondo al tunnel c'è il buio per l'industria fotografica.

    Naturalmente tutto questo non ha nulla a che fare con i fotografi e la fotografia.
    I fotografi sono artisti e la fotografia è arte.
    Entrambi trascendono dagli strumenti e da chi li produce.

     

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    • Administrator

    una visione dark del futuro del settore, ma che a mio giudizio servirà nel medio termine ad allontanare dal mondo in questione tutti coloro che lo frequentano per nostalgia, collezione o per una apparenza da status symbol.

    Del resto i segnali in atto sono ben chiari per chi sta sul pezzo come noi di Nikonland, che non riceviamo materiali in regalo o in comodato infinito, ma il più delle volte li acquistiamo, per poi rivenderli quando si sovrappongano a quanto normalmente preferiamo utilizzare.

    Basta leggere di cosa si vanta il negozio online più all'avanguardia nelle transazioni di materiale fotografico, al momento:

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    ...avevate mai visto pubblicità di buyer?  Io non di frequente: normalmente un negozio tende a mettere in evidenza le vendite e mai le acquisizioni (che danno anche un pericoloso indice di controllo economico alle autorità competenti) ma questa è la tendenza attuale: una transumanza di materiale perenne, non stagionale, non territoriale, da parte di persone che sono disposte a perdere il 25-30% del prezzo attuale da nuovo dei loro apparecchi, pur di rientrare dei soldi impiegati, non sempre per ricomprare dell'altro materiale della stessa specie.

    Io stesso che da più di trent'anni ho piacere di fotografare sport come quelli surfistici ed affini, vedo come ormai il gusto dei praticanti verso l'immagine sia transitato del tutto dalle foto (che continuano a stupire, se lo meritino) verso i reel da pubblicare sui social, ottenuti con l'impiego di apparecchi che a livello di postproduzione (on camera) hanno soppiantato quasi del tutto le GoPro, permettendo di ottenere filmati fluidi e automaticamente deprivati delle sovrastrutture di sostegno della telecamera, quasi che le riprese siano provenienti da un drone gestito dal surfista stesso in azione (cosa evidentemente impossibile)

    z360.JPG.23b38994be0bb8dae994a981769e1ebf.JPG Insta360

    costo?  dai 250 euro ai 700 del modello più completo.

    E' cambiato il vento nel nostro ambito e tutto ciò non porterà al buio, semmai a oscurare la parte peggiore della propaganda commerciale dell'era digitale.
    Gli ultimi 25 anni di fotografia che ...non vorrei dire ma, non mi pare appartengano ancora a buon diritto alla Storia della Fotografia: se continuiamo a celebrare ed emulare i miti del periodo dei 36 scatti a shooting.

    E non è un motivo quantitativo, ma solo e soltanto qualitativo: mi sembra che il lavoro professionale di questi anni sia terribilmente omologato, senza spunti di riflessione particolari, basato su quella cosa orrenda che sono le Image Bank che dettano i requisiti per essere accolti nei loro archivi.

    Ecco...mi pare che anche l'editoria ed il web a quei principi/limiti siano attualmente incatenati.

    Se sparisce qualche Major, magari sarà un bene per il Day After...

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    • Nikonlander

    Cito:

    "la Osmo Pocket 3 costa meno di una Z30 nuda, ma include gimbal stabilizzato, display orientabile, connessione online e una videocamera montata su un braccio robotizzato automatico che vi può seguire mentre vi muovete.
    Guidabile via smartphone con una APP stabile, rapida, semplice, sicura.
    Fa un bel 4K che non sarà come quello di una Z6 III ma è sufficiente per andare online domani con il video girato ieri."

    E aggiungo, ma chi (nell'utilizzo comune, e non altamente specifico e professionale), visivamente si accorge della differenza tra una ripresa stabile fatta con una Dji pocket 3 e una Z6III ?

    Anche su un tv oled da 65 pollici 4K, quello che balza all'occhio e' l'estrema stabilità di un video fatto con il minigimbal della pocket 3 incorporato nel braccio meccanico della videocamera che si impara ad utilizzare in pochi minuti. "good enough".

    E tutto il resto (seppure prezioso) passa in secondo piano, tipo lo sfocato pastoso ed il bokeh splendido della Z6 III  e la variazione della messa a fuoco a tutta apertura per isolare i piani di ripresa mettendo a fuoco il soggetto principale manualmente e giocando sui cambi di focheggiatura,  ripresi in qualche modo (o anche no) dall'utente medio non opportunamente attrezzato e skillato (tranne da chi lo fa di mestiere e sa utilizzare un gimbal sufficientemente dimensionato e pesante per reggere la Z6 III che monta un obiettivo di alta qualità e luminosità e sa gestire il focus in manuale).

     

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    • Administrator
    7 minuti fa, apsc ha scritto:

    E aggiungo, ma chi (nell'utilizzo comune, e non altamente specifico e professionale), visivamente si accorge della differenza tra una ripresa stabile fatta con una Dji pocket 3 e una Z6III ?

    Specie perché, è stato omesso benché sottinteso, il 99% di chi ne usufruisce - dei video come di Nikonland - le cose le guarda nel videofonino.
    Il cui schermo avrà pure la retina ma specie se uno non ha un visus perfetto, rende tutto "good enough" oppure "omogeneizzato" :(

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    • Administrator
    21 ore fa, Max Aquila ha scritto:

    una visione dark del futuro del settore, ma che a mio giudizio servirà nel medio termine ad allontanare dal mondo in questione tutti coloro che lo frequentano per nostalgia, collezione o per una apparenza da status symbol.

    Del resto i segnali in atto sono ben chiari per chi sta sul pezzo come noi di Nikonland, che non riceviamo materiali in regalo o in comodato infinito, ma il più delle volte li acquistiamo, per poi rivenderli quando si sovrappongano a quanto normalmente preferiamo utilizzare.


    E infatti, caro Max, non sfuggirà di come un articolo del genere possa uscire solo in un sito come il nostro, che non ha alcuna attinenza né contiguità con ambiti commerciali, sia di nuovo che di usato.

    E' inutile stare troppo a girarci attorno, certo non succederà domani, ma probabilmente dopo il 2030. Ma succederà che l'industria fotografica giapponese farà la fine di quella dell'HIFI, che fa del Giappone oggi un importatore netto.

    Per noi alla fine non sarà un dramma perché non ci campiamo di vendite fotografiche, non promuoviamo niente e non percepiamo rendite. Quindi possiamo anche mostrarlo nei nostri articoli, il tanto citato elefante nella stanza.

    Ma chi è causa del suo mal ... ;)

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    • Nikonlander
    14 minuti fa, apsc ha scritto:

    E aggiungo, ma chi (nell'utilizzo comune, e non altamente specifico e professionale), visivamente si accorge della differenza tra una ripresa stabile fatta con una Dji pocket 3 e una Z6III ?

    Anche su un tv oled da 65 pollici 4K, quello che balza all'occhio e' l'estrema stabilità di un video fatto con il minigimbal della pocket 3 incorporato nel braccio meccanico della videocamera che si impara ad utilizzare in pochi minuti. "good enough".

    E tutto il resto (seppure prezioso) passa in secondo piano, tipo lo sfocato pastoso ed il bokeh splendido della Z6 III  e la variazione della messa a fuoco a tutta apertura per isolare i piani di ripresa mettendo a fuoco il soggetto principale manualmente e giocando sui cambi di focheggiatura,  ripresi in qualche modo (o anche no) dall'utente medio non opportunamente attrezzato e skillato (tranne da chi lo fa di mestiere e sa utilizzare un gimbal sufficientemente dimensionato e pesante per reggere la Z6 III che monta un obiettivo di alta qualità e luminosità e sa gestire il focus in manuale).

     

    Quindi conveniamo che quando la fotografia era una "roba" per pochi, quei pochi masticavano pane e cultura e le loro opere erano inevitabilmente arte fatta, finita ed usufruita da altri come loro. Stesso dicasi per il cinema.

    Quando si offre l'opportunità di fare foto e filmati a chiunque, senza prima aver insegnato arte e cultura, ci si trova poi a masticare il prodotto di tutto ciò, un appiattimento verso il basso che non ha né arte né parte e che porta ad un impoverimento complessivo che trascina poi tutto con sé.

    L'utilizzo finale della stragrande maggioranza dei files foto e video è la visione su supporti come smartphone e tablet da parte di un pubblico che non capisce niente di foto e video, cosa potremmo aspettarci di diverso da ciò che sta accadendo?

    Non mi sento molto migliore di questo tipo di utente, ma nemmeno mi sento così povero culturalmente in ambito fotografico da non accorgermi di un'evidenza del genere.

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    • Administrator

    Qualche informazione di attualità stringente. Non sono dati di prima mano ma li ritengo comunque attendibili.

    • OM Digital (ex Olympus, non ha più nulla a che fare con Olympus) : nonostante lo scorporo e la ristrutturazione e il conseguente alleggerimento del catalogo, l'attività produce ancora perdite a livello di margine lordo e di risultato netto. Quanto potrà andare avanti ?
    • Fujifilm. La scelta di spingere sui 40 megapixel in formato piccolo sembra non stia pagando. Hanno troppi modelli sovrapposti, quello che tira veramente è la compatta X100 VI, ci sono molte perplessità sulle capacità di autofocus, realmente al di sotto dello standard di mercato; le GFX sono lente anche rispetto alle già "lente" X. La quota di mercato è calata al 8%.
    • Canon. Hanno eccesso di invenduto e di prodotti di precedente generazione in magazzino. Il differenziale di prezzo elevato tra i nuovi e i vecchi modelli non si percepisce come un vero valore in relazione alle differenti prestazioni (aggiornamenti laterali di R5 ed R3/R1)
    • Sony ha rallentato le novità. Di fatto si è vista solo la saponetta ZV-E10 II. Pare che abbiano davanti il mese degli annunci ma di certo non siamo ai livelli frizzanti degli anni passati. Probabilmente il mercato è saturo e tutti i modelli disponibili sono "good enough"
    • Panasonic. E' immobile anche se ha fatto svariati aggiornamenti non é al livello auspicato dal management in termini di quota di mercato e specialmente di ROS/ROE
    • Leica è cristallizzata sul sensorone da 60 megapixel, probabilmente anche loro stanno faticando a convincere i clienti che abbia senso fare upgrade da modelli precedenti. Il cliente Leica è il più conservatore del mercato
    • Nikon. E' in una fase di ripensamento generale, dopo l'annuncio della Z50 II (novembre) avrà una line-up aggiornata su Expeed 7 con l'eccezione di Z7 e Z5 (modelli ancora vivi, oppure archiviati ?). Ma c'è eccesso di magazzino, la gente in buona parte non è disposta a spendere i soldi richiesti per i nuovi modelli mentre quelli vecchi non valgono più niente. Le vendite sono sostenute da promozioni, campagne lunghe e flash.

    Per quanto riguarda Nikon, vedendo cosa sta facendo Nikon USA (Thanks giving day e Natale), attendiamoci una Winter Campaign europea fino ad almeno gennaio e un paio di vendite flash in outlet (sostanzialmente sono open box ma prodotti nuovi).

     

    Quote di mercato giapponesi (Nikkei) :

    • Canon 41% (+11%)
    • Sony 32% (-3%)
    • Nikon 13% (+6%)
    • Fujifilm 8% (-4%)
    • Panasonic 3% (//)
    • OMD 3% (--)

    totale vendite circa 7 milioni per il 2023, 6.6 milioni per il 2024, circa 5 milioni per il 2025 con le reflex a fine ciclo completo per la fine del 2024 non sostituite da mirroless di fascia corrispondente (vedi D3000 e D5000).

    A fronte di questi numeri, trascurando gli smartphone (1.2 miliardi nel 2023 con una diminuzione di 200.000.000 di pezzi rispetto al picco del 2022), GoPro ha venduto più di 3 milioni di action camera.
    Ma DJI punta a raddoppiare - da sola - questo numero nel 2025 con il lancio di modelli più avanzati della Osmo Pocket 3, saturando ogni velleità di Nikon/Canon/Sony di servire il segmento vlogger.

    Di fatto possiamo aspettarci che DJI da sola venda 9-10 volte il numero di video e fotocamere che Nikon pensa di poter produrre in un anno.

    ***

    Sulla base di questi numeri, voi se foste al posto del CEO di Nikon che strategie di medio termine adottereste ?

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    • Administrator
    1 ora fa, M&M ha scritto:

    ***

    Sulla base di questi numeri, voi se foste al posto del CEO di Nikon che strategie di medio termine adottereste ?

    Io cercherei di consolidare il mio mercato, rivolgendomi agli utenti Premium, offrendo loro sconti speciali per l'acquisto di ulteriori attrezzature a completamento di un corredo top o meddle.

    Aumenterei la presenza del marchio sui territori meno battuti, organizzando incontri e contest, con premi adeguati.

    Riprenderei il segmento Z50 tirando fuori dal cassetto due o tre obiettivi low end ma accattivanti.

    Svilupperei altrettanto il tema Zf / Zfc al momento del tutto dimenticato.

    E camminerei lungo la strada RED, che il sensore da 60 mpx se lo ciuccino gli altri

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    • Nikonlander Veterano

    Da semplice utente e leggendo questi numeri mi limito a qualche considerazione sparsa:

    -Bene ha fatto Nikon con l'operazione RED, il settore professionale segue logiche diverse ed è molto meno minacciato di smartphone rispetto a quello amatoriale. Trovare un buona posizione nell'ambito Cine e derivati è una buona mossa.

    -Se, come sembra, Zfc e Zf hanno una forte appeal verso il pubblico femminile concordo con l'idea di spingere un pochino con qualche uscita mirata. Una serie di fissi da prezzo decente ed esteticamente coerenti potrebbe sostenere le vendite. In fin dei conti Zf e Zfc piacciono per l'estetica più che per le prestazioni.

    -La Z30 non può reggere il confronto con Gopro e DJI ma è una valida opzione di complemento per Vlogger e non solo. Una seconda versione stabilizzata con qualche aggiornamento sarebbe auspicabile; una Z30 full frame la vedo più elitaria ma si inserirebbe bene nell'offerta per il settore professionale.

    -Sul fronte AF le distanze sono state colmante, mi limiterei ad aggiornare al massimo gli algoritmi in attesa una Z9II con global shutter, l'unica vera innovazione ormai possibile nell'ambito delle flasgship. E darebbe un motivo valido per spendere altri 6K alla clientela amatoriale.

    -Ci sarebbe anche da continuare ad aggiornare il parco lenti Z; linea video in primis e poi gli zoom che ancora non sono stati riproposti con attacco mirrorless. 

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    • Administrator

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    marzo 2025 ? 

    Ma nemmeno la Volkswagen sulle centinaia di migliaia di ID3 che marciscono nei piazzali ...

    :rotfl:

    cosa viene dopo la frutta ? Il caffè ?

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    Leggo sui quotidiani che si sta ventilando una fusione tra Stellantis e Renault dopo che la prima ha fagocitato ciò che rimaneva di FCA.

    Mi aspetto tra non molto analoghi titoli con una ventilata fusione tra Sony e Nikon dopo che la prima ha acquisito ciò che rimaneva della fu Olympus.

    Sembra surreale la facilità con la quale si percepisce quale sarà la fine dei samurai giapponesi che stanno tentando di imitare Leica senza avere i suoi clienti.

    La storia dell'industria europea automobilistica fa da traccia per il futuro avendo fatto esattamente gli stessi errori con venti anni di anticipo: chi comprava un marchio una volta comprava anche una filosofia di prodotto (chi sceglieva FIAT chiedeva auto economiche e pratiche, il cliente AR le voleva veloci anche sacrificando la comodità, Volvo erano i macchinoni SW di chi non si curava dell'estetica, VW erano l'affidabilità basata sul principio "ciò che non c'è, non ri rompe). Poi negli anni 90 cominciarono le piattaforme comuni all'insegna dell'economia, esattamente come i produttori di sensori, ridotti a due-tre nomi che livellavano la qualità ottenibile (e bene fece Fuji ad andare controcorrente per differenziarsi, pur non potendo prodursi i sensori).
    E ora, finita la possibilità di economizzare sui costi, ci si butta sui servizi. Il mitico "cloud" (che uso dovrebbe farci un fotoamatore rimane per me un mistero)

    Lascio qui la mia previsione per il futuro: potrà non piacere la pubblicità ma chi si è occupato di usato fotografico ha tenuto in piedi il mercato del nuovo a favore dei produttori. Morto quello (perchè con costi di migliaia di euro anche l'usato non reggerà) accadrà quello che è accaduto nel mondo delle auto a inizi anni 2000: i produttori di fotocamere proporrano la fotocamera a prezzo stellare da acquistare a rate con la maxirata finale o la formula per il riacquisto del nuovo.

    E nel frattempo si ridurranno di numero mangiandosi a vicenda.

     


     

     

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    • Administrator
    4 minuti fa, Fotodramma ha scritto:

    Leggo sui quotidiani che si sta ventilando una fusione tra Stellantis e Renault dopo che la prima ha fagocitato ciò che rimaneva di FCA.

    Nope. Le società che ci interessano hanno indice di liquidità elevato ed indebitamento contenuto, peraltro garantito dalle banche del gruppo (Mitsubishi per quanto riguarda Nikon).
    Mentre Volksawen ha impegnato anche le mutande per garantire la transizione ecologgica. Ed è tra i gruppi più indebitati al mondo (facendo tremare i polsi ai politici dell'Assia).
    Elkann si vuole comprare con le azioni proprie comprare a sconto la Renault carta contro carta, come avrebbe voluto il nonno.

    E più facile che tutti, tranne Nikon e Leica (e forse Canon) si dedichino in prevalenza ad altro, con la fotografia che diventerà un affare di nicchia per ricchi appassionati (come lo è l'alta fedeltà dall'inizio del 21° secolo).

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    • Nikonlander

    Bell’articolo e ottime riflessioni, anche se triste e lascia poche speranze.
    Credo che quello scritto più o meno lo pensino tutti gli appassionati di fotografia chi più chi meno.
    Una cosa però non mi è ancora chiara: come mai nuovi marchi come Viltrox, ttartisan, 7artisan, Meike, ecc. spingono così tanto sugli obiettivi come se il mercato fosse fiorente e con un gran futuro? Forse hanno dei costi così bassi che fermare quella linea non produrrebbe perdite significative da provocare un danno economico importante nei loro bilanci? 

    Edited by Antonio Biggio
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    11 minuti fa, M&M ha scritto:

    Nope. Le società che ci interessano hanno indice di liquidità elevato ed indebitamento contenuto, peraltro garantito dalle banche del gruppo (Mitsubishi per quanto riguarda Nikon).
    Mentre Volksawen ha impegnato anche le mutande per garantire la transizione ecologgica. Ed è tra i gruppi più indebitati al mondo (facendo tremare i polsi ai politici dell'Assia).
    Elkann si vuole comprare con le azioni proprie comprare a sconto la Renault carta contro carta, come avrebbe voluto il nonno.

    E più facile che tutti, tranne Nikon e Leica (e forse Canon) si dedichino in prevalenza ad altro, con la fotografia che diventerà un affare di nicchia per ricchi appassionati (come lo è l'alta fedeltà dall'inizio del 21° secolo).

    Concordo se ci mettiamo d'accordo sui termini: chi oggi si occupa di alta fedeltà è un sottoinsieme di appassionati tecnologici praticamente senza rilevanza rispetto al mondo di chi fa e ascolta musica.
    Domani gli acquirenti degli highlander fotografici saranno una nicchia di appassionati che costituirà un sottoinsieme di nerd semi sconosciuto al mondo della fotografia che andrà avanti com smartphone, prompt o un mix di entrambi 

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    • Administrator
    3 minuti fa, Fotodramma ha scritto:

    Concordo se ci mettiamo d'accordo sui termini: chi oggi si occupa di alta fedeltà è un sottoinsieme di appassionati tecnologici praticamente senza rilevanza rispetto al mondo di chi fa e ascolta musica.
    Domani gli acquirenti degli highlander fotografici saranno una nicchia di appassionati che costituirà un sottoinsieme di nerd semi sconosciuto al mondo della fotografia che andrà avanti com smartphone, prompt o un mix di entrambi 

    ESATTAMENTE !
    E SE LA SALUTE MI AIUTA IO CONTINUERO' A FAR PARTE DI ENTRAMBI I SOTTINSIEMI IN BARBA A TUTTO IL RESTO DELL'UNIVERSO !

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    • Administrator

    Più sommessamente, se io fossi il CEO di Nikon e del tutto al di là dei miei interessi personali, nello stesso stile di quanto ha detto Sakurambo.

    • dividerei la linea in tre categorie
    • una superprofessionale di Nikon RED Komodo dedicate al cinema
    • una professionale per fotografi costituita da Z6, Z8 e Z9
    • acquisirei una società tipo RED con sede in California o in Korea, composta da gente non più che trentacinquenne a cui darei l'incarico di sviluppare una nuova linea ibrida destinata alla nuova generazione.
      La sede di questa società resterebbe lontana dal Giappone e i prodotti sarebbero comunque marchiati Nikon per sfruttare il blasone e l'aurea Nikon che mantiene il marchio.
      Ma con nulla a che vedere con le Nikon F, con le Nikon D, con le Nikon Z (salvo magari l'attacco se reputato necessario avere obiettivi intercambiabili) ma con prodotti always-on, connessi sempre, facili, dove non esistano concetti come diaframma, tempo di scatto e sensibilità ma che permettano di mettere in onda qualsiasi cosa appena girata, come si fa con i telefonini, senza computer, magari con un cellulare incorporato o con una stretta parentela con un iPhone (se la sede sarà la California; con un Samsung se la sede sarà in Korea).
      Questa linea mi dovrebbe assicurare il futuro quando la categoria che continuerà ad acquistare Nikon Z6/8/9 non ci sarà più, ma l'evoluzione andrà piuttosto verso le Nikon RED che le Nikon Z attuali.

    non so se mi sono capito :sorriso:

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    Detto con la massima umiltà, se fossi io il CEO di Nikon la linea di prodotti ibrida la farei sviluppare a una joint venture tra Nikon stessa e qualche produttore di smartphone.

    PS: sempre ricorrendo al parallelo col mondo automobilistico dove Honda e Sony hanno creato una società paritetica dal nome cacofonico (Afeela) per lo sviluppo congiunto di auto elettriche dove Sony mette l'expertise in campo software.

     

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    • Administrator
    19 ore fa, Fotodramma ha scritto:

    Detto con la massima umiltà, se fossi io il CEO di Nikon la linea di prodotti ibrida la farei sviluppare a una joint venture tra Nikon stessa e qualche produttore di smartphone.

    PS: sempre ricorrendo al parallelo col mondo automobilistico dove Honda e Sony hanno creato una società paritetica dal nome cacofonico (Afeela) per lo sviluppo congiunto di auto elettriche dove Sony mette l'expertise in campo software.

     

     

    18 ore fa, Fotodramma ha scritto:

    Peraltro è quello che hanno fatto Xiaomi e Oneplus, rispettivamente, con Leica e Hasselblad.

    è proprio il contrario di quello che farei io.

    Gli smartphone li facciano quelli che li sanno fare, qui si tratta di reinventare la fotocamera/videocamera per farla diventare attraente per chi non sa niente di fotografia, le nuove generazioni e chi non è interessato alla tecnica ma al risultato, facile e connesso.
    Quelli che un pc non ce l'hanno nemmeno.
    Consegnare la propria conoscenza (o anche solo il marchio come fa Hasselblad che nelle cosine marchiate non ci mette nemmeno la firma) ai cinesi è una dichiarazione di fallimento.

    L'operazione RED è potenzialmente vincente solo perché c'è il capitale e i mezzi Nikon dietro ad una realtà totalmente differente, sul piano culturale, metodologico, di mercato e di approccio.

    Nikon è convinta di sapere di cosa ti deve andare bene e lo fa come crede lei, mentre, all'opposto, ci vogliono cose che soddisfino i bisogni di chi le comprerà, fotografi e videografi che non sono persone ibride o intercambiabili.

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    2 ore fa, M&M ha scritto:

     

    è proprio il contrario di quello che farei io.

    Gli smartphone li facciano quelli che li sanno fare, qui si tratta di reinventare la fotocamera/videocamera per farla diventare attraente per chi non sa niente di fotografia, le nuove generazioni e chi non è interessato alla tecnica ma al risultato, facile e connesso.
    Quelli che un pc non ce l'hanno nemmeno.
    Consegnare la propria conoscenza (o anche solo il marchio come fa Hasselblad che nelle cosine marchiate non ci mette nemmeno la firma) ai cinesi è una dichiarazione di fallimento.

    L'operazione RED è potenzialmente vincente solo perché c'è il capitale e i mezzi Nikon dietro ad una realtà totalmente differente, sul piano culturale, metodologico, di mercato e di approccio.

    Nikon è convinta di sapere di cosa ti deve andare bene e lo fa come crede lei, mentre, all'opposto, ci vogliono cose che soddisfino i bisogni di chi le comprerà, fotografi e videografi che non sono persone ibride o intercambiabili.

    Di nuovo, basta mettersi d'accordo sul termine "reinventare". Jobs era molto più un uomo di marketing che un tecnico e reinventò il lettore musicale, che già esisteva(no) prima dell'ipod, mettendolo insieme al concetto di store musicale on line.

    Un po' la stessa operazione di marketing che hanno fatto Fujifilm, con le macchine in stile analogico, o Ricoh, con le sue macchine di nicchia GXR diventate il totem degli aspiranti street photographer.

    Riguardo i potenziali acquirenti, esistono ancora quelli che non sanno niente di fotografia?
    Ciascun adolescente oggi comincia a scattare fotografie a dieci anni appena prende in mano uno smartphone e anche se il grosso di quello che fotografa sono selfie e scatti agli amici, a venti ne ha già scattate più di quante ne contabilizzava un fotoamatore di trenta anni fa in tutta la sua vita.
    Certo, non sa cosa sia il diaframma né conosce la profondità di campo. Però sa che esiste la modalità che sfoca lo sfondo. E non sa cosa sia l'"angolo di campo" ma sa che gli serve la GoPro per averne abbastanza quando vuole filmare e condividere le sue prodezze sportive.

    Convincere queste persone a comprare un ulteriore device diverso dallo smartphone, che con quest'ultimo dovrà necessariamente essere integrato, come sappiamo anche noi boomer che oggi usiamo la app e lo smartphone al posto dello scatto flessibile, mettendosi in competizione con i loro produttori mi pare impresa ambiziosa ma assai rischiosa. 
     

     

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    • Administrator

    Lo smartphone è un affare buono a tutto ma inclinato per niente.
    Chiunque lo usi per fare una certa cosa sul serio, si rende conto che ci può essere di meglio, tipo la_cosa_con_il_manico_e_il_coso_che_si_muove_sincronizzato_e_il_video_viene_fermo.

    Ma quel meglio non può essere una Nikon Z e nemmeno una Sony alpha 7, peggio mi sento una Fujifilm, macchine da hipster negli 'anta che bevono il mocaccino ;)

    Se - bontà loro e sono tutti cavoli loro - i giapponesi vogliono continuare a stare nel business sotto ai $5000 si devono reinventare del tutto.
    Altrimenti : buona fortuna con i loro settori alternativi (che se continua così saranno fagocitati anche quelli dai cinesi che stanno diventando autosufficienti anche nella produzione di microchip).
    Io nemmeno fotograferò più per quell'epoca.

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    • Nikonlander
    3 ore fa, Fotodramma ha scritto:

    Riguardo i potenziali acquirenti, esistono ancora quelli che non sanno niente di fotografia?
    Ciascun adolescente oggi comincia a scattare fotografie a dieci anni appena prende in mano uno smartphone e anche se il grosso di quello che fotografa sono selfie e scatti agli amici, a venti ne ha già scattate più di quante ne contabilizzava un fotoamatore di trenta anni fa in tutta la sua vita.
    Certo, non sa cosa sia il diaframma né conosce la profondità di campo. Però sa che esiste la modalità che sfoca lo sfondo. E non sa cosa sia l'"angolo di campo" ma sa che gli serve la GoPro per averne abbastanza quando vuole filmare e condividere le sue prodezze sportive.

    Concordo, quindi esistono, ed anzi sono la maggioranza, quelli "che non sanno niente di fotografia", anche se hanno gia' intasato il web di loro selfie e di foto ai piatti a tavola..... ;)

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    11 minuti fa, Lucky ha scritto:

    Concordo, quindi esistono, ed anzi sono la maggioranza, quelli "che non sanno niente di fotografia", anche se hanno gia' intasato il web di loro selfie e di foto ai piatti a tavola..... ;)

    Promemoria di come si è (anche) diffusa la fotografia
    YOU PRESS THE BUTTON WE DO THE REST | Museum of Science and … | Flickr

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    • Nikonlander Veterano
    Il 1/10/2024 at 06:45, M&M ha scritto:

    ...

    Sulla base di questi numeri, voi se foste al posto del CEO di Nikon che strategie di medio termine adottereste ?

    Il posto di CEO di Nikon non me lo darebbero mai, ma anche come semplicissimo utente giallonero direi, citando quel bel compianto figone paciarotto di Alain : "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"

    Per un viaggio in famiglia ho acquistato ( faccio outing :) ) una DJI Pocket 3 per mia moglie al posto di una Z30 che sarebbe anche stata meglio fagocitata dal mio corredo attuale; ah, lei ha preferito il suo smartphone...L'immediatezza della pocket e' comunque ( tristemente ) disarmante !

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    • Administrator

    Secondo me il tunnel è già bello che chiuso anche all' ingresso.

    Chi vi si avventura, lo fa fon attrezzatura da speleoarcheologo.

    Il fatto è che per semplicità la gente ha rinunciato alla qualità, non solo in fotografia, ma anche in ogni altro campo del quotidiano, dall' ascolto musicale (alla musica stessa) fino alla spesa alimentare, in favore della...  c o n d i v i s i o n e...

    Si preferisce la facilità di contatto ad ogni altra cosa.

    Fermo restando che di ogni esperienza resta il nulla:

    i reel e le banche immagini naufragheranno nell' oblio della stratificazione.

    della musica resterà forse solo il ritmo delle battute...

    del cibo...

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