Al tempo di Instagram, e delle locations e composizioni instagrammabili, si afferma sempre più il concetto di location iconica. Non importa se questa sia Jökulsárlón o Goðafoss, New York o Marrakech. Importa che sia quella immagine famosa che però, invariabilmente, è tale perché ripresa milioni di volte. Milioni di cloni, fatti nello stesso modo nel quale possiamo riprenderla noi. Di cui prevedibilmente un bel numero migliori della nostra, perché la fotografia è fatta di luce e di condizioni specifiche e noi, nel nostro passaggio spesso determinato dalla tabella di marcia del viaggio, abbiamo trovato... quelle che c'erano.
Intendiamoci, a me viaggiare piace un sacco e nel farlo anche io fotografo la mia buona dose di cloni. Di seguito qualche icona islandese, ripresa purtroppo molti anni fa...
D700 su 16-35/4VR @ 16mm 1/4" f16 ISO 200 - 2/6/2011 - regolazione originale del 2011 (master tiff )
D700 su 70-300/4.5-5.6VR @ 110mm 1/2" f16 ISO 100 - 7/6/2011 - regolazione originale del 2011 (master tiff )
Ad esempio, a Dio piacendo il prossimo agosto andrò in Namibia e proverò a fotografare, tra l'altro, Sossusvlei come gli altri milioni di turisti. Quello che intendo dire è che fotografia è ben più di questo. Perché? perché, così come se vado al Louvre e fotografo la Gioconda non ho fatto un bellissimo ritratto, se vado nella location iconica, mi posiziono dove si sono posizionati tutti gli altri e scatto, probabilmente con la stessa focale, non ho fatto la mia foto ma ho rifatto la loro. O una variante molto simile.
Poiché fotografare, ce lo siamo ridetti qui parlando di cosa fa funzionare una immagine, di cosa la rende bella, è trasmettere un messaggio. Rifare l'immagine iconica, sempre che trasmetta qualcosa, è al massimo cantare una cover in coro con altri milioni di cantanti. Di sicuro non è cantare il nostro inedito.
E allora?
Z9 su 24-120/4S @ 24mm 1/40" f11 ISO 64 a mano libera
Z9 su 24-120/4S @ 24mm 1/200" f11 ISO 64 a mano libera
E allora si parte prima dall'idea, si definisce cosa si vuole fotografare e si organizza la sessione fotografica adeguata a raggiungere l'obiettivo.
Z9 su 24-120/4S @ 24mm 1/200" f11 ISO 64 a mano libera
Z9 su 24-120/4S @ 65mm 1/200" f11 ISO 64 a mano libera
Z9 su 24-120/4S @ 39mm 1/50" f11 ISO 64 a mano libera
Z9 su 24-120/4S @ 105mm 1/80" f8 ISO 64 a mano libera
Le immagini autunnali, senza pretesa di essere basate su idee particolarmente innovative, le ho fatte poco distanti da casa - almeno nell'accezione di chi abita vicino a Milano - cercando di ritrarre l'autunno.... che vorrei. Umido, nebbioso ma ricco di colori e di malinconia, nella quale mi sono accoccolato in particolare nella serie in faggeta, scattata in totale solitudine il giorno dei morti. Per questo l'ingrediente di base è stato, oltre alla scelta del luogo e del periodo, la scelta del tempo atmosferico nel quale programmare le uscita. Insomma non ho cercato la bella giornata di sole, ma quella brutta. Che però è quella dell'autunno per me più vero, e del mio umore in quel periodo.
Z9 su 24-120/4S @ 46mm 1/80" f8 ISO 64 a mano libera
Z9 su 24-120/4S @ 51mm 1/50" f8 ISO 64 a mano libera
Z9 su 24-120/4S @ 24mm 1/20" f8 ISO 64 a mano libera
E con il meteo giusto ho cercato anche la solitudine, funzionale a pensare alle mie fotografie senza ostacoli e distrazioni. Entrambe le cose, e così mi riallaccio all'introduzione, impossibili ai più cercando la fotografia nella location iconica. Non ci credete? beh... guardate qua. Per anni ho provato a programmare un viaggio in quelle zone, finendo per desistere. Così non solo non voglio fotografarle ma neppure vederle.
Z9 su 24-120/4S @ 24mm 1/20" f8 ISO 64 a mano libera
Z9 su 24-120/4S @ 66mm 1/30" f8 ISO 64 a mano libera
Tecnicamente, sono anche un tributo alla coppia Z9 e 24-120/4S. Ma questo non è l'ulteriore test, non credo ce ne sia bisogno.
O forse si: la Z9 è capace di fare decine di scatti al secondo, ma funziona benissimo anche in AFS a scatto singolo e 64ISO, quando si fotografa meditando e realizzando ogni immagine come se si avessero solo un paio di rullini di velvia nello zaino. Ma con il vantaggio di vedere bene a mirino l'atmosfera che ogni diversa esposizione produce e la certezza che ogni file sarà perfetto.
Questa è la caratteristica che più di tutte la rende rivoluzionaria: è la macchina polivalente per definizione.
Ovviamente la Z6 o la Z9 o qualsiasi altra mirrorless avrebbero fatto bene allo stesso modo in questo contesto perché queste sono immagini che non sono determinate in alcun modo dall'attrezzatura, se non quella che sta dietro gli occhi del fotografo
Z9 su 24-120/4S @ 24mm 1/30" f11 ISO 64 a mano libera
La call to action? In realtà sono due:
* essere fotografi è innanzi tutto progettare e realizzare le proprie immagini, non importa quale soggetto vogliate fotografare. Certo, potete ispirarvi alle immagini di altri, studiarne lo stile ed ammirarne i risultati. Ma il vero salto è fare - dall'idea, allo scatto e alla regolazione al computer - le proprie immagini.
* condividere i risultati delle proprie uscite e sperimentazioni con noi qui su Nikonland. Imparare a fotografare è un gioco infinito, che significa che non ci sono regole, traguardi o premi. Il fine è il viaggio. Insieme, banalmente, si fa meglio.
Che ne pensate? vi piacciono le immagini? vi trovate nell'idea di fotografare voi stessi, il vostro mood, attraverso la scelta del vostro soggetto e del vostro modo di ritrarlo?
Ogni critica e commento non solo è bene accetta ma è proprio richiesta.
Massimo Vignoli per Nikonland(c)
8/1/2023
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