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  • Valerio Brustia
    Valerio Brustia

    Fotografia? Non sarai mai più la stessa.

    NDR: ad illustrare quanto segue uso la mia collezione di NG Magazine. Per completezza vi invito a leggere le didascalie.
    ---------------------------------------

    Ottobre 2024, la vendita di materiale fotografico segna un crollo mai visto. A compendio si registra la riduzione nel numero, varietà, dei players del settore (produttori) con una contrazione del catalogo di ciascuno di essi, accompagnata da un aumento significativo dei prezzi al dettaglio. Perché

    <Colpa degli Smartphone> 

    Davvero? Certamente hanno un ruolo, ma non per la ragione che quasi tutti adducono, quella cioè di aver sostituito la fotocamera e di aver reso più banale e intuitivo il processo di produzione di immagini.

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    SAVATTE Occhiali da sole e SMARTPHONE e ho tutto per un viaggio.

    Purtroppo la faccenda viene un po' più da lontano e non si affranca a COME SI CATTURANO le immagini ma a COME LE LEGGIAMO.
    Dobbiamo risalire alla diffusione di Internet, all'intuizione della potenza dell' <Ipertesto>, cioè alla modalità di fruizione delle immagini, in sintesi alla modalità di  <Comunicazione>. Lo Smartphone solo è l'ultimo arrivato che ha semplicemente accelerato un processo già in moto da oltre 20 anni che non mi scandalizzerei a definire "CULTURALE".

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    BBC Wildlife Magazinw, sono stato abbonato per anni. Poi ho smesso. Perchè? Me la ciulavano dalla cassetta della posta.

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    NG Magazine, mon amour. Ho smesso di comperarlo un paio di anni fa. Perchè? lo spiego più avanti.

    Ora, per provare ad intenderci vale la pena chiedersi "perché ho cominciato a fotografare?".
    Posso garantire che per chi è nato prima del 1980 la spinta, il volano, il grilletto che ha portato una fotocamera tra le mani (una fotocamera con sistema collegato cioè a ottiche intercambiabili. Chiariamo bene, qui parliamo di materiale che apre possibilità su tutto lo spettro della ripresa visiva) sono state le RIVISTE.
    Non ce n'è, non mentitevi sapendo di mentire, è così. Chi è nato dopo a quel fatidico 1980 ha avuto modo di vedere la scia terminale ed, intendiamoci, questa ha avuto ancora effetto. Per chi invece ha avuto natali nella prima metà anni 90 le parole che sto scrivendo saranno di difficile aderenza con la propria esperienza. Sicuramente per i <millenial> (che oggi hanno 20-25 anni) è come raccontare della prima guerra mondiale: ci credo, ma dopo?

    Allora veniamo al punto. Perché la RIVISTA ha avuto su di noi (boomer, pre boomer, post boomer) questo effetto micidiale. Provo a mettere giù qualche punto cardine.

    - LA LETTURA -
    Su una Rivista un servizio fotografico illustra un concetto, una storia, un accadimento. Oltre al contenuto iconografico delle immagini che compongono la raccolta, la pubblicazione del "Servizio" si esprime nell'ordine di presentazione delle immagini e nella dimensione con cui vengono pubblicate. Questi due strumenti, uniti alle didascalie ed al testo di accompagnamento, fanno l'IMPAGINATO che è parte integrante della chiave di lettura offerta al fruitore, il Lettore appunto. Questa è una modalità di COMUNICAZIONE che esiste solo qui, sulle RIVISTE. La lettura non prescinde dall'impaginato, stesse foto imbrigliate in modalità differente, conducono a letture diverse. Questa roba è fondamentale. 

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    Correva l'anno...millenovecento e qualcosa.Un numero Epico di NGM: la raccolta da Solstizio a Solstizio di Jim Brandenburg.

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    La lettura, un'esperienza quasi mistica trasmessa da un impaginato denso.

    - LA PERCEZIONE -
    Se leggi Dostoyevski ti resta qualcosa, si dice che si accresce il bagaglio culturale, io direi più semplicemente  che "quello" scriveva daddio, la sua letteratura sa trasportarti in un mondo per noi oggi alieno, affascinante. La Fotografia sa fare lo stesso, con meno sforzo. Chiaramente la percezione è soggettiva, ciascuno ha la sua sensibilità mediata da mille fattori. Sulla Rivista ciascuno poteva vedere cose/persone/momenti vicini e lontani, fotografati da occhi diversi dai propri, e leggerne, tradurne, il contenuto ciascuno con i propri tempi, con le proprie modalità (in giardino, davanti al camino, sulla tazza del cesso). Il peso di ciascuna immagine, mediato dall'impaginato, entrava nella testa del lettore e si ampliava collegando rimandi personali e generando desideri: iniziare a praticare quello sport, esplorare una realtà diversa, vedere quel luogo. Questo per molti ha significato impugnare una Fotocamera.
    Taaak! 

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    Copertine NGM degli anni '90. Ogni mese un caleidoscopio da scoprire.

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    Prima metà anni '90, Mick Nichols nel cuore della foresta del Congo. La carica di un elefante della foresta. Come Megatransect poi NESSUNO MAI.

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    Anni '90 profondi. <Sicily> di Alan Harvey, la proiezione del nostro back yards, quando a guardare la quotidianità si puo' scoprire la poesia delle piccole cose.

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    Pejito Lake, Parco Nazionale Jasper Alberta Canada, 1995-1996.

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    Pejito Lake, Parco Nazionale Jasper Alberta Canada, 2006: evidentemente qualcosa mi era rimasto in testa.

    - LA CONDIVISIONE -
    Non esiste solo la condivisione "Social", che è di tipo verticale, a settori di interesse o di gruppo omogenei, ma esiste(va) anche una Condivisione orizzontale. Cari miei Boomer e connessi, del prima e della lunga coda a seguire, noi si andava in edicola, si comprava la RIVISTA DEL MESE e tutti quelli che l'avevano in mano, in quello stesso momento, vedevano (fruivano) dello stesso racconto, delle stesse immagini. Tutti insieme, nello stesso tempo, sullo stesso materiale. Condivisione orizzontale: Cacchio!
    Poi il giornale rimane, lo si riapre il mese dopo, 3 mesi dopo, perché diamine quella foto ha qualcosa:
    "Oh ,ma hai visto le foto di Natchway del Sud Africa???"
    "Minkiasì che colori, che sberla sui denti, ma il mese prima il servizio di Doubilet in Tasmania, Nooo? Ti presto il numero di marzo. Oh  ma non perdermelo, t'ammazzo".
    Così nascono le ICONE, i riferimenti di generazioni, si crea una base fertile di conoscenza condivisa, da qui poi la grammatica e la sintassi delle fotografia ehhh, è lunga....

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    NGM 1993: Doubilet in mar rosso. Quell'assignement , più di altri, ha fatto la storia della fotografia subacquea.

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    Steve McCurry in Sri Lanka, credo che qualcuno la conosca come copertina di un disco....


    Purtroppo sappiamo come è andata. Le Riviste stampate sono un buco nero per qualunque editore perché il mercato pubblicitario cerca canali più veloci ed invasivi e le vendite non coprono i costi. 
    Va anche detto che i guai se li sono cucinati in casa. Le Riviste, nella speranza di restare competitive, hanno inseguito la soluzione del WEB STORYTELLING producendosi in impaginati composti da box e controbox, articoli stringati a pillole e soluzioni più adatte ad un manuale che all'intrattenimento ponderato (Airone !! ... abbattuto). Non parlerei di <Slow reading> ma di <riprendi a leggere, analfabeta di ritorno!>. La parabola di NG Magazine è poi alquanto particolare. La sua soluzione è stata quella di approfondire argomenti tecnologico/sociali (lo ha sempre fatto) ma ora in modo preminente. La fotografia collegata si è piegata l'esigenza didascalica diventando estremamente raffinata e di qualità elevatissima, nella complessità della realizzazione e nell'uso della tecnologia tutta, ma così è andata a perdere il suo fascino, il fascino delle foto al bar di Harvey per intenderci.

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    NGM e copertine concettuali della seconda decade del 3°millennio

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    Ritratto in posa ripreso da Drone.

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    Donne eroiche in posa per NGM

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    uno scatto impossibile: nella stessa immagine la notte ed il giorno. Un dipinto fatto dalla fusione di migliaia di scatti colti da riprese intervallate su più giorni

    Oggi quel genere di immagini, spontanee e genuine, sono rarefatte quasi sparite. In cambio abbiamo ritratti in posa che mai, dico mai, Bob Gilka, photoeditor degli anni d'oro di NGM, avrebbe accettato di pubblicare. Per me Gilka aveva ragione e NGM ha fatto un autogol che lo ha portato a chiudere la distribuzione cartacea salvo quella riservata agli abbonati (tra cui io non sono più)

    Per concludere: ditemi cosa è rimasto di tutto questo oggi, nel 2024?
    Rispondo io: UN TUBO (tappato).
    Non è vero? Com'è che i nomi che "fate" sono sempre gli stessi? Capa, Bresson, Seymour, Gardin?? Ohhh tutta gente che quando siete nati o era già morta o era in pensione! Fuori il nome di un fotografo "significativo" che non abbia il suo pedigree affondato almeno negli anni '90.

     

    E l'industria fotografica è in contrazione. E' la naturale conseguenza d'aver stralciato un modo così affascinante di raccontarci storie e trasmettere emozioni cioè aver buttato nel cesso uno strumento di Comunicazione così potente (BASATO SULLA SOLA FOTOGRAFIA) in favore del colpo di indice. La fotografia che abbiamo conosciuto in quelle modalità è finita. La fotografia di oggi ha perso il suo scopo principe di vettore di informazione di approfondimento, rimane il resto, che non è poco anzi, numeri alla mano, la produzione giornaliera di immagini e la loro fruizione non ha paragoni con il passato, ma ora quelle foto sono come l'acqua su un sasso: scivola via e poi si asciuga, non resta nulla.

    Io sono un quasi boomer, sono stato fortunato e nel pomeriggio esco a esplorare i boschi con le potentissime Zete Nove.
    Non userò uno smartphone per il semplice fatto che lo trovo "scomodo".

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    • Administrator
    Cita

    "Non è vero? Com'è che i nomi che "fate" sono sempre gli stessi? Capa, Bresson, Seymour, Gardin?? Ohhh tutta gente che quando siete nati o era già morta o era in pensione! Fuori il nome di un fotografo "significativo" che non abbia il suo pedigree affondato almeno negli anni '90."

    E' quello che mi sono domandato ieri e l'ho chiesto a Copilot.
    Che mi ha risposto così :

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    ecco. Il fatto che io abbia dovuto fare la domanda all'Intelligenza Artificiale è già indicativo.
    Ma per me restano dei totali sconosciuti.
    Salvo gli ultimi, che però non sono di primissimo pelo (quelli che conosco i 50 li hanno passati e si sono fatti le ossa nelle botteghe fotografiche e nelle anticamere degli art director nella metà degli anni '90 del secolo scorso).
    Seppure non stagionati come quelli che vengono sempre in mente a voi matusa, tipo Berengo, Capa & Co ...

    Temo che però potrei fare le stesse ricerche in altri ambiti e scoprire più o meno le stesse cose.

    Solo che a mio parere la colpa non è del cellulare se la gente non ha più inclinazione - in generale - a prendere matita/pennello/macchina per scrivere/macchina fotografica/pianoforte e mettere nero su bianco le proprie idee.
     

    Vissi d'arte, vissi d'amore,
    non feci mai male ad anima viva!
    Con man furtiva
    quante miserie conobbi aiutai.
    Sempre con fè sincera
    la mia preghiera
    ai santi tabernacoli salì.
    Sempre con fè sincera
    diedi fiori agli altar.
    Nell'ora del dolore
    perché, perché, Signore,
    perché me ne rimuneri così?
     
    Tosca, Giacomo Puccini, 1887
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    • Nikonlander Veterano

    Si magari quelle foto hanno un senso... ma dove le vedi? Le cerchi in google, sono opere d'arte, vale tutto e il contrario (e si aprirebbe un discorso sulle catene di interessi spesso spregiudicati che portano a definire qualcosa Arte e altro no.

    La Fotografia subisce gli effetti di un fenomeno molto più grande.
    Mauro, la gente è chiamata a fare mille cose mentre starebbe facendo altro, che so tipo.... guidare l'auto. Mi capita spesso di incrociare automobilisti con  mano e occhi sullo smartphone. La verità è che non riusciamo più a farne a meno. E' l'iperconnessione, stimoli multipli h24 che ci stanno togliendo l'aria. 
    Sta poi accadendo un'altra roba: non è più necessario immaginare qualcosa, qualsiasi cosa. Nella necessità anche frivola cerchiamo su google o lo chiediamo a copilot, fine. Ma che vita e'?? A scuola ho imparato che "imparare" significa diventare autonomi nel sapere, mica andavamo alle interrogazioni con il libro in tasca e a domanda consultavamo. Oggi viviamo così, consultiamo l'onnisciente www. L'AI è la naturale evoluzione.

    Io credo che prima o poi dovremo dotarci di un "galateo" (non so come chiamarlo) dell'uso di questi strumenti. E' ormai in problema di "salute" o se vuoi salubrità della vita. Come abbiamo imparato a lavarci le mani prima di andare a tavola (e ancora qualcuno non lo fa) e qui seduti ad usare forchetta e coltello, non le mani, così dovremo affrontare la questione della piastrella luminosa. Non ce n'è.
    Quante volte ti sarà capitato, a me un sacco, di vedere gruppi di adolescenti 3-4 ragazzi/e in giro, parlare (o guardare) il loro smartphone e non interagire tra loro. E' pazzesco. E' come una droga e colpisce tutte le età.

    Porsi la questione è estremamente importante. La fine della Fotografia di Comunicazione è, al pari della produzione musicale, un sintomo di questa deriva culturale che non mi pare possa portare da nessuna parte. In ambito musicale ciò è stato ampiamente dimostrato, è nei fatti. La fotografia sembra marginale e forse ci può anche stare che termini la sua funzione per "obsolescenza". Io però non sono mica troppo convinto di quest'ultima tesi e questa vicenda mi sembra molto simile a quella della musica pop, appunto.

     

     

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    • Administrator
    13 minuti fa, Valerio Brustia ha scritto:

    Si magari quelle foto hanno un senso... ma dove le vedi? Le cerchi in google, sono opere d'arte, vale tutto e il contrario (e si aprirebbe un discorso sulle catene di interessi spesso spregiudicati che portano a definire qualcosa Arte e altro no.

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    la mia amica Silvia Anna di Riga che riprende "un trittico" ad una mostra col suo iPhone mentre la sua amica Morfeja riprende lei con il suo.
    Postato tra le storie di Silvia su Instagram.

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    • Administrator
    2 ore fa, M&amp;M ha scritto:

    E' quello che mi sono domandato ieri e l'ho chiesto a Copilot.
    Che mi ha risposto così :

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    ecco. Il fatto che io abbia dovuto fare la domanda all'Intelligenza Artificiale è già indicativo.
    Ma per me restano dei totali sconosciuti.
    Salvo gli ultimi, che però non sono di primissimo pelo (quelli che conosco i 50 li hanno passati e si sono fatti le ossa nelle botteghe fotografiche e nelle anticamere degli art director nella metà degli anni '90 del secolo scorso).
    Seppure non stagionati come quelli che vengono sempre in mente a voi matusa, tipo Berengo, Capa & Co ...

    Temo che però potrei fare le stesse ricerche in altri ambiti e scoprire più o meno le stesse cose.

    Solo che a mio parere la colpa non è del cellulare se la gente non ha più inclinazione - in generale - a prendere matita/pennello/macchina per scrivere/macchina fotografica/pianoforte e mettere nero su bianco le proprie idee.
     

    Vissi d'arte, vissi d'amore,
    non feci mai male ad anima viva!
    Con man furtiva
    quante miserie conobbi aiutai.
    Sempre con fè sincera
    la mia preghiera
    ai santi tabernacoli salì.
    Sempre con fè sincera
    diedi fiori agli altar.
    Nell'ora del dolore
    perché, perché, Signore,
    perché me ne rimuneri così?
     
    Tosca, Giacomo Puccini, 1887

    vorrei poi sapere in base a che parametri il tuo Copilota decide le sue classifiche: immagini più presenti sul web, più cliccate, più viste in una galleria d'arte, più esposte, più attinenti ai colori degli occhi di chi le guarda?

    Più simili a quelle dei fotografi famosi del decennio precedente.

    Perchè a pendere dalle labbra della tecnologia attuale si finisce dove siamo adesso: in un baratro foderato di immagini, prive di connessione con la nostra realtà percettiva.

    Traduco?

    Foto senza anima di chi le ha scattate. 

    al 99,99 per 10  ... altro che per 100 !

    Si ripetono gli stessi nomi ai quali gli apprendisti stregoni fanno il filo privatamente, per poi sconfessarli pubblicamente (come San Pietro) perchè di nuovi e consolidati come quelli...semplicemente non ce ne sono.

    Nessuno si riconosce nei coni gelato squagliati di quella Zoe poco sopra.

    Non ci leggo nè anima e neppure corpo: manca pure la fica  ! (direbbe Letizia Battaglia)

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    • Administrator

    Per tornare al concetto di Valerio,

    ieri avevo esemplificato accusando il digitale di aver fatto rinunciare alla stampa fotografica, anche di pessima qualità come quella dei fotolab, ma in particolare al collegamento tra l'immagine pensata e la sua concretizzazione    m a t e r i a l e...

    La rivista di Valerio è il nesso mancante alla mia esemplificazione: erano le fotografie che noi comuni mortali non potevamo neppure pensare di riuscire a scattare.

    E di possederle stampate sulla rivista era il modo più semplice, il miglior compromesso, per poterle dire nostre.

    Ergo...

    Della Foto-grafia....  oggi è rimasta solo la Foto-scopia !

    Ma questo è il titolo di un dei miei primi editoriali su Nikonland.eu del 2006

    ossia...ne scrivevo già 18 anni fa: ma ne ero ben consapevole già da prima.

     

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    • Nikonlander Veterano
    19 minuti fa, Max Aquila ha scritto:

    Per tornare al concetto di Valerio,

    ieri avevo esemplificato accusando il digitale di aver fatto rinunciare alla stampa fotografica, anche di pessima qualità come quella dei fotolab, ma in particolare al collegamento tra l'immagine pensata e la sua concretizzazione    m a t e r i a l e...

    La rivista di Valerio è il nesso mancante alla mia esemplificazione: erano le fotografie che noi comuni mortali non potevamo neppure pensare di riuscire a scattare.

    E di possederle stampate sulla rivista era il modo più semplice, il miglior compromesso, per poterle dire nostre.

    Ergo...

    Della Foto-grafia....  oggi è rimasta solo la Foto-scopia !

    Ma questo è il titolo di un dei miei primi editoriali su Nikonland.eu del 2006

    ossia...ne scrivevo già 18 anni fa: ma ne ero ben consapevole già da prima.

     

    Ho scritto il panflè  proprio per quel tuo intervento. In realtà era lì che covava da almeno un paio d'anni. Oggi l'ho scritto. 

    La questione è effettivamente vecchia storia, il concetto e gli effetti li avevamo previsti prima dell'avvento della D4. Io ho sperato fino all'ultimo in qualche "insurrezione" o meglio "resurrezione". No niente, il segno è che l'umanità ha deciso di fare a meno di quel modo di comunicare.

    A me dispiace perché sento che non c'è una sostituzione con altro, c'è solo un gran casino. Io su Istagram a vedere le "storie" di chicchessia non sono mai andato e francamente non sento che mi manchi alcunché. Quindi è una operazione con il segno MENO secco. Siamo in pochi ad accorgercene, ancora meno quelli che ne parlano

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    • Administrator

    Beninteso, le riviste non erano solo Airone, NG e simili : ma ogni ambito aveva in edicola il suo spazio. 

    C'era l' HiFi con una quantità di titoli italiani, prima di quelli stranieri, c'era la vela ed il windsurf, che mi portarono prima alla pratica e poi alla sua fotografia, quindi alla collaborazione fotografica, proprio con quelle riviste delke quali ero acquirente .

    C'era la storia illustrata. La cucina. La salute. E pure le armi. I fiori e le piante. C'era tutto ciò che era lontano e che l' EDITORIA consentiva di avvicinare attraverso le fotografie ed i fotografi.

    Oggi abbiamo il web e i social nw, amazon e la Tesla, ma tutto ciò porta a restare passivi e non mettersi in gioco in prima persona.

    È tutto li:

    images2.png.6a7088eb5ec4db355989fc1742478fa7.png

    ...e basta il pollice opponibile...

     

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    • Nikonlander Veterano
    1 minuto fa, Max Aquila ha scritto:

    Beninteso, le riviste non erano solo Airone, NG e simili : ma ogni ambito aveva in edicola il suo spazio. 

    C'era l' HiFi con una quantità di titoli italiani, prima di quelli stranieri, c'era la vela ed il windsurf, che mi portarono prima alla pratica e poi alla sua fotografia, quindi alla collaborazione fotografica, proprio con quelle riviste delke quali ero acquirente .

    C'era la storia illustrata. La cucina. La salute. E pure le armi. I fiori e le piante. C'era tutto ciò che era lontano e che l' EDITORIA consentiva di avvicinare attraverso le fotografie ed i fotografi.

    Oggi abbiamo il web e i social nw, amazon e la Tesla, ma tutto ciò porta a restare passivi e non mettersi in gioco in prima persona.

    È tutto li:

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    ...e basta il pollice opponibile...

     

    ASSOLUTAMENTE!!!

    Lo dico da anni che l'essenza della Fotografia, che ne ha decretato successo e diffusione universale, è in quella specifica applicazione cioè la COMUNICAZIONE che, come ricorda MAX, si esprimeva nella più varia messe di argomenti. 

    In conclusione: il 16-35/28 Z non vedrà mai luce perché alle agenzie, superstiti, va benissimo il triplete e Nikon deve fare cassa, guarda al video che su Youtube e supporti equivalenti i content creator intercettano milioni di milioni di visualizzazioni a gratis.

    Venendo a Mauro che ha  fatto una ricerca sui fotografi di Moda e di quelli, più o meno  famosi e strapagati, negli ambienti che contano, ce ne saranno sempre. Quello è un settore in cui non ci sarà mai crisi per la Fotografia, così come l'utilizzo a fine Artistico, non saranno mai da mettere in discussione, la Fotografia lì continuerà ad avere spazio senza confini. Poi nel merito del prodotto non intendo proferire verbo, ognuno ne trae secondo il suo sentire.

     

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    • Nikonlander
    5 ore fa, M&amp;M ha scritto:

    Solo che a mio parere la colpa non è del cellulare se la gente non ha più inclinazione - in generale - a prendere matita/pennello/macchina per scrivere/macchina fotografica/pianoforte e mettere nero su bianco le proprie idee.

    Non è colpa del solo cellulare, ma un po' lo è. E' colpa della estrema facilità con cui oggi si accede ad ogni informazione, senza però farla mai propria.

    Mi ritrovo al 100% nella descrizione di Valerio riguardo gliodierni  stimoli multipli e l'iperconnessione, perchè, proprio per il fatto di essere boomer, i passaggi li ho vissuti tutti, da quando un disco lo ascoltavi fino all'ultimo solco, o una rivista, di HiFI o di fotografia o di qualunque altro campo, era quella per un mese e ti "costringeva" ad approfondire, a capirci, a rifletterci.

    Oggi sono il primo a googlare per qualunque minchiata, dall'età di Lautaro Martinez alla crisi mediorientale, ma mi prendo il tempo per approfondire? Un po' lo faccio, solo perchè ricordo cosa vuol dire, ma la pigrizia ha spesso la meglio e dopo rimane poco o nulla, tanto è tutto lì sempre pronto nella "piastrella luminosa", come la chiama con un malcelato disprezzo Valerio. E' colpa dei miei neuroni che oramai muoiono a mazzi? Forse, ma non ne sono convinto. Soprattutto, quanti non-boomer e non Gen X desiderano capire di più e meglio, non avendo mai davvero imparato a farlo? Lo vedo nelle mie figlie, incapaci di farlo, anche se stimolate.

    E' troppo facile incolpare il cellulare, ma too much information impedisce l'apprendimento.

    A pensarci, è meraviglioso avere il mondo dentro la mattonella, ma non era forse meglio quando il mondo era solo quello che conoscevi, così che restavano dei "desideri", la voglia di imparare?

    Lo stesso si applica alla fotografia. E' tutto talmente veloce. La fruizione è istantanea ed altrettanto istantaneo l'oblio.

    Eppure, se devo descrivere un momento, che sia molto banalmente in vacanza con la famiglia o un compleanno, senza scomodare l'Arte che non è cosa che mi riguardi, preferisco un'immagine all'ubiquitario video. Non voglio "riprodurre" quel momento, vorrei fermarne un attimo solo che, se sono fortunato, trasmetta anche solo un po' del sentimento di quel momento, grazie ad una luce, uno sguardo.

    In quanti siamo rimasti a cercare questo?

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    • Nikonlander Veterano

    Valerio sono troppo d'accordo con ciò che ha scritto.
    Io ho iniziato a fotografare da ragazzino. La mia grande passione (mai praticata, purtroppo) è sempre stata raccontare ciò che vedevo, la società che avevo attorno anche fuori dai confini nazionali se ne avessi avuto la possibilità, da cittadino del mondo. La molla fu un vecchio servizio fotografico di Mauro Galligani pubblicato da Storia Illustrata nel 1975 (che forse ancora conservo in cantina) sulla guerra civile in Libano. Ecco la comunicazione della quale parli. Non mi piace se mi chiamano Boomer, sembra quasi offensivo, un marchio, ma se spetta a noi Boomer dare un senso a ciò che è stata la fotografia vera e magari spiegarlo il rischio diventa non farsi capire.

    Mauro ha pubblicato una lista di fotografi sconosciuti e la quasi totalità è attiva nel campo della moda o dello still life perché è lì che si lavora perché oggi la comunicazione più veloce è quella che serve il consumismo non le persone. L'Immagine di una boccetta di profumo su Instagram ha un riscontro immediato su qualche miliardo di smartphone, viceversa quella di un ragazzino del Bangladesh con gli occhiali da saldatore e il cannello tra le mani che lavora alla demolizione di una nave non ha un riscontro neanche fuori da quei confini se nessuno la stampa su una rivista. E nessuno la stampa perchè quella rivista non esiste più. Però più vado avanti col discorso e più il pensiero progredisce e sorge un quesito: che la comunicazione stessa sia in realtà consumismo ? Se non fosse così Copilot non troverebbe risposte adeguate. Invece le trova e le trova con un elenco di fotografi sconosciuti e di tutti ne sciorina le caratteristiche. Uno standard.

    Riportare la fotografia a ciò che era il suo significato vero è impossibile. E poi noi che credevamo (e che ancora ci crediamo) disponiamo oggi delle energie che occorrono per comunicare? Copilot ha fornito risposte corrette: io non so se eravamo distratti o troppo presi dalla nostra passione per accorgerci che le cose stavano cambiando e che la fotografia come la intendiamo noi stava scomparendo oppure se siamo vissuti nella convinzione che niente sarebbe mai cambiato.

    L'importante è parlarne perché vorrà dire che noi non ci siamo fatti cambiare. Meglio Boomer (termine insopportabile).

     

     

     

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    • Administrator

    E quindi ?

    Finito il primo impatto retorico e i 156 like rituali, c'è qualche cosa di concreto in tutto quello che avete scritto/detto/pensato ?

    Oppure siamo sempre e solo al fatto che non esistono più le mezze stagioni e che si stava meglio quando si stava peggio (ovvero, con la FM anziché la Z9 -> beata gioventù; perché poi arriva quello che spera di riportare indietro le lancette del tempo rimettendosi a fotografare con la 120mm in rullini da 12 con macchine medio formato prive di esposimetro). O come quello che si lamenta che le edicole chiudono e non può più guardare le riviste nella vetrina (che, rigorosamente, interrogato, nella realtà, si trova costretto a confessare che non comprava più niente da venti anni).

    Forse è una mia deformazione ma un pò di concretezza basterebbe, alle volte, perché qualche cosa si muova in una direzione migliore. Pure nel nostro piccolo.

    Anche perché noi ci accorgiamo di fenomeni evidenti, solo quando sono passati e ci sono già in movimento forze che porteranno ai prossimi ... magari epocali (se non sono già in corso).
    Con l'abitudine inveterata a perdersi in chiacchiere sul sofa ... "partiamo partiamo, non vedi che siamo partiti ormai" ?

    Tony Levin ha 787 anni ma ha appena inciso un nuovo album. Mica si cruccia pensando a quando aveva ancora i capelli : i baffi ce li ha ancora !

    tony-levin-Bringing-It-Down-to-the-Bass.thumb.jpg.c511cc6eb90b708914ac661ae0373819.jpg

    E poi, scusate, ma chi l'ha detto che esiste solo Il National Geographic e che la fotografia sia "solo" comunicazione ? Dopo un inverno, viene sempre la primavera  e la natura, oltre a risvegliarsi, cambia.
    I pellirossa, non a caso contavano gli anni in primavere e i mesi, in lune.

    [PS : avevo scritto un altro commento qualche giorno fa che poi ho cancellato, pensando che un anno fa di questi tempi, un mio commento diretto ad un blog a mio parere delirante, aveva scatenato la diaspora dei due apostoli. Speriamo non succeda ancora]

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    Cita

    ...la produzione giornaliera di immagini e la loro fruizione non ha paragoni con il passato, ma ora quelle foto sono come l'acqua su un sasso: scivola via...

    A mio avviso, non solo nella fotografia, ma in molti settori, oggi la vita è più frenetica, tutto si sussegue più velocemente e molte cose vengono sostituite non perché effettivamente vecchie, ma perché ormai sono conosciute, servono novità con ritmi sempre più veloci.

    Di conseguenza, in alcuni contesti a volte manca il tempo oppure non vale la pena investire troppo tempo per curare una foto o l'immagine di un prodotto... tra poco servirà qualcosa di nuovo anche se prima abbiamo fatto un ottimo lavoro...

    Ovviamente non è così dappertutto, ma ad esempio la fotografia "da social" deve essere soprattutto veloce

     

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    • Administrator
    10 minuti fa, Daniele ha scritto:

    A mio avviso, non solo nella fotografia, ma in molti settori, oggi la vita è più frenetica, tutto si sussegue più velocemente e molte cose vengono sostituite non perché effettivamente vecchie, ma perché ormai sono conosciute, servono novità con ritmi sempre più veloci.

    Di conseguenza, in alcuni contesti a volte manca il tempo oppure non vale la pena investire troppo tempo per curare una foto o l'immagine di un prodotto... tra poco servirà qualcosa di nuovo anche se prima abbiamo fatto un ottimo lavoro...

    Ovviamente non è così dappertutto, ma ad esempio la fotografia "da social" deve essere soprattutto veloce

     

    non c'è nulla di più fasullo, interpolato e variato, filtrato, migliorato e frutto dell' IA della fotografia da social, così come la definisci.

    Automaticamente...

    Il problema è che manca l'attitudine nelle persone ad intervenire se non applicando opportunità prefabbricate: identiche tra esse.

    Poi che ciò accada anche per l'alimentazione umana, questo è un aspetto che su Nikonland non tratteremo.

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    4 minuti fa, Max Aquila ha scritto:

    Automaticamente...

    Il problema è che manca l'attitudine nelle persone ad intervenire se non applicando opportunità prefabbricate: identiche tra esse.

    Sì, direi in modo rapido e senza troppi sbattimenti, tanto tra 5 minuti...

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    • Administrator

    Sapete quale sia la domanda più frequente su Nikonland in questi ultimi 18 anni?

    Non la indovinate?

     

    La soluzione qui in calce....

     

    mi dite come settare la macchina ?

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    • Nikonlander
    2 ore fa, Max Aquila ha scritto:

    La soluzione qui in calce....

    mi dite come settare la macchina ?

    confesso  :frigno:, almeno per quanto mi riguarda è proprio così !

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