NDR: ad illustrare quanto segue uso la mia collezione di NG Magazine. Per completezza vi invito a leggere le didascalie.
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Ottobre 2024, la vendita di materiale fotografico segna un crollo mai visto. A compendio si registra la riduzione nel numero, varietà, dei players del settore (produttori) con una contrazione del catalogo di ciascuno di essi, accompagnata da un aumento significativo dei prezzi al dettaglio. Perché
<Colpa degli Smartphone>
Davvero? Certamente hanno un ruolo, ma non per la ragione che quasi tutti adducono, quella cioè di aver sostituito la fotocamera e di aver reso più banale e intuitivo il processo di produzione di immagini.
SAVATTE Occhiali da sole e SMARTPHONE e ho tutto per un viaggio.
Purtroppo la faccenda viene un po' più da lontano e non si affranca a COME SI CATTURANO le immagini ma a COME LE LEGGIAMO.
Dobbiamo risalire alla diffusione di Internet, all'intuizione della potenza dell' <Ipertesto>, cioè alla modalità di fruizione delle immagini, in sintesi alla modalità di <Comunicazione>. Lo Smartphone solo è l'ultimo arrivato che ha semplicemente accelerato un processo già in moto da oltre 20 anni che non mi scandalizzerei a definire "CULTURALE".
BBC Wildlife Magazinw, sono stato abbonato per anni. Poi ho smesso. Perchè? Me la ciulavano dalla cassetta della posta.
NG Magazine, mon amour. Ho smesso di comperarlo un paio di anni fa. Perchè? lo spiego più avanti.
Ora, per provare ad intenderci vale la pena chiedersi "perché ho cominciato a fotografare?".
Posso garantire che per chi è nato prima del 1980 la spinta, il volano, il grilletto che ha portato una fotocamera tra le mani (una fotocamera con sistema collegato cioè a ottiche intercambiabili. Chiariamo bene, qui parliamo di materiale che apre possibilità su tutto lo spettro della ripresa visiva) sono state le RIVISTE.
Non ce n'è, non mentitevi sapendo di mentire, è così. Chi è nato dopo a quel fatidico 1980 ha avuto modo di vedere la scia terminale ed, intendiamoci, questa ha avuto ancora effetto. Per chi invece ha avuto natali nella prima metà anni 90 le parole che sto scrivendo saranno di difficile aderenza con la propria esperienza. Sicuramente per i <millenial> (che oggi hanno 20-25 anni) è come raccontare della prima guerra mondiale: ci credo, ma dopo?
Allora veniamo al punto. Perché la RIVISTA ha avuto su di noi (boomer, pre boomer, post boomer) questo effetto micidiale. Provo a mettere giù qualche punto cardine.
- LA LETTURA -
Su una Rivista un servizio fotografico illustra un concetto, una storia, un accadimento. Oltre al contenuto iconografico delle immagini che compongono la raccolta, la pubblicazione del "Servizio" si esprime nell'ordine di presentazione delle immagini e nella dimensione con cui vengono pubblicate. Questi due strumenti, uniti alle didascalie ed al testo di accompagnamento, fanno l'IMPAGINATO che è parte integrante della chiave di lettura offerta al fruitore, il Lettore appunto. Questa è una modalità di COMUNICAZIONE che esiste solo qui, sulle RIVISTE. La lettura non prescinde dall'impaginato, stesse foto imbrigliate in modalità differente, conducono a letture diverse. Questa roba è fondamentale.
Correva l'anno...millenovecento e qualcosa.Un numero Epico di NGM: la raccolta da Solstizio a Solstizio di Jim Brandenburg.
La lettura, un'esperienza quasi mistica trasmessa da un impaginato denso.
- LA PERCEZIONE -
Se leggi Dostoyevski ti resta qualcosa, si dice che si accresce il bagaglio culturale, io direi più semplicemente che "quello" scriveva daddio, la sua letteratura sa trasportarti in un mondo per noi oggi alieno, affascinante. La Fotografia sa fare lo stesso, con meno sforzo. Chiaramente la percezione è soggettiva, ciascuno ha la sua sensibilità mediata da mille fattori. Sulla Rivista ciascuno poteva vedere cose/persone/momenti vicini e lontani, fotografati da occhi diversi dai propri, e leggerne, tradurne, il contenuto ciascuno con i propri tempi, con le proprie modalità (in giardino, davanti al camino, sulla tazza del cesso). Il peso di ciascuna immagine, mediato dall'impaginato, entrava nella testa del lettore e si ampliava collegando rimandi personali e generando desideri: iniziare a praticare quello sport, esplorare una realtà diversa, vedere quel luogo. Questo per molti ha significato impugnare una Fotocamera.
Taaak!
Copertine NGM degli anni '90. Ogni mese un caleidoscopio da scoprire.
Prima metà anni '90, Mick Nichols nel cuore della foresta del Congo. La carica di un elefante della foresta. Come Megatransect poi NESSUNO MAI.
Anni '90 profondi. <Sicily> di Alan Harvey, la proiezione del nostro back yards, quando a guardare la quotidianità si puo' scoprire la poesia delle piccole cose.
Pejito Lake, Parco Nazionale Jasper Alberta Canada, 1995-1996.
Pejito Lake, Parco Nazionale Jasper Alberta Canada, 2006: evidentemente qualcosa mi era rimasto in testa.
- LA CONDIVISIONE -
Non esiste solo la condivisione "Social", che è di tipo verticale, a settori di interesse o di gruppo omogenei, ma esiste(va) anche una Condivisione orizzontale. Cari miei Boomer e connessi, del prima e della lunga coda a seguire, noi si andava in edicola, si comprava la RIVISTA DEL MESE e tutti quelli che l'avevano in mano, in quello stesso momento, vedevano (fruivano) dello stesso racconto, delle stesse immagini. Tutti insieme, nello stesso tempo, sullo stesso materiale. Condivisione orizzontale: Cacchio!
Poi il giornale rimane, lo si riapre il mese dopo, 3 mesi dopo, perché diamine quella foto ha qualcosa:
"Oh ,ma hai visto le foto di Natchway del Sud Africa???"
"Minkiasì che colori, che sberla sui denti, ma il mese prima il servizio di Doubilet in Tasmania, Nooo? Ti presto il numero di marzo. Oh ma non perdermelo, t'ammazzo".
Così nascono le ICONE, i riferimenti di generazioni, si crea una base fertile di conoscenza condivisa, da qui poi la grammatica e la sintassi delle fotografia ehhh, è lunga....
NGM 1993: Doubilet in mar rosso. Quell'assignement , più di altri, ha fatto la storia della fotografia subacquea.
Steve McCurry in Sri Lanka, credo che qualcuno la conosca come copertina di un disco....
Purtroppo sappiamo come è andata. Le Riviste stampate sono un buco nero per qualunque editore perché il mercato pubblicitario cerca canali più veloci ed invasivi e le vendite non coprono i costi.
Va anche detto che i guai se li sono cucinati in casa. Le Riviste, nella speranza di restare competitive, hanno inseguito la soluzione del WEB STORYTELLING producendosi in impaginati composti da box e controbox, articoli stringati a pillole e soluzioni più adatte ad un manuale che all'intrattenimento ponderato (Airone !! ... abbattuto). Non parlerei di <Slow reading> ma di <riprendi a leggere, analfabeta di ritorno!>. La parabola di NG Magazine è poi alquanto particolare. La sua soluzione è stata quella di approfondire argomenti tecnologico/sociali (lo ha sempre fatto) ma ora in modo preminente. La fotografia collegata si è piegata l'esigenza didascalica diventando estremamente raffinata e di qualità elevatissima, nella complessità della realizzazione e nell'uso della tecnologia tutta, ma così è andata a perdere il suo fascino, il fascino delle foto al bar di Harvey per intenderci.
NGM e copertine concettuali della seconda decade del 3°millennio
Ritratto in posa ripreso da Drone.
uno scatto impossibile: nella stessa immagine la notte ed il giorno. Un dipinto fatto dalla fusione di migliaia di scatti colti da riprese intervallate su più giorni
Oggi quel genere di immagini, spontanee e genuine, sono rarefatte quasi sparite. In cambio abbiamo ritratti in posa che mai, dico mai, Bob Gilka, photoeditor degli anni d'oro di NGM, avrebbe accettato di pubblicare. Per me Gilka aveva ragione e NGM ha fatto un autogol che lo ha portato a chiudere la distribuzione cartacea salvo quella riservata agli abbonati (tra cui io non sono più)
Per concludere: ditemi cosa è rimasto di tutto questo oggi, nel 2024?
Rispondo io: UN TUBO (tappato).
Non è vero? Com'è che i nomi che "fate" sono sempre gli stessi? Capa, Bresson, Seymour, Gardin?? Ohhh tutta gente che quando siete nati o era già morta o era in pensione! Fuori il nome di un fotografo "significativo" che non abbia il suo pedigree affondato almeno negli anni '90.
E l'industria fotografica è in contrazione. E' la naturale conseguenza d'aver stralciato un modo così affascinante di raccontarci storie e trasmettere emozioni cioè aver buttato nel cesso uno strumento di Comunicazione così potente (BASATO SULLA SOLA FOTOGRAFIA) in favore del colpo di indice. La fotografia che abbiamo conosciuto in quelle modalità è finita. La fotografia di oggi ha perso il suo scopo principe di vettore di informazione di approfondimento, rimane il resto, che non è poco anzi, numeri alla mano, la produzione giornaliera di immagini e la loro fruizione non ha paragoni con il passato, ma ora quelle foto sono come l'acqua su un sasso: scivola via e poi si asciuga, non resta nulla.
Io sono un quasi boomer, sono stato fortunato e nel pomeriggio esco a esplorare i boschi con le potentissime Zete Nove.
Non userò uno smartphone per il semplice fatto che lo trovo "scomodo".
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