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  • Massimo Vignoli
    Massimo Vignoli

    Fotografia: Arte E Artigianato?

    Fotografia: Arte E Artigianato?

    Ovvero, come sviluppare sé stessi in quanto fotografi.

    In questi giorni sto finalmente riuscendo a dedicarmi a riflessioni che mi girano, incompiute, per la testa da molto tempo.
    La prima, e più importante, attiene alle fondamenta della fotografia e a come si può progredire nel nostro cammino di fotografi.
    Per come la vedo io, alla base della fotografia ci sono due aspetti fondamentali: Arte ed Artigianato. Si, insieme. 

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    Comincio dall’Artigianato, cioè l’aspetto più semplice, più universalmente attrattivo e riconosciuto, documentato ed approfondito. La nuova macchina, la nuova lente, la nuova procedura fotografica.
    Tutte cose importanti, anzi fondamentali, perché per fotografare occorre conoscere tecnica e linguaggio. È un percorso e bisogna seguirlo e, certo, può essere anche lungo.
    Ma seguendo solo quello per me si arriva a cose come le location instagrammabili, originariamente splendide ma rovinate da folle di “fotografi-fotocopiatori”, e poi all’abbandono della pratica attiva della fotografia per mancanza di nuovi stimoli.
    Ricordo, qui su Nikonland, anni fa, le parole di un Nikonlander che si prendeva una pausa dalla fotografia attiva da dedicare alla stampa perché aveva già fatto migliaia e migliaia di foto e non sapeva cosa di nuovo avrebbe potuto fotografare.

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    Ci passiamo tutti ed è il percorso più semplice perché pone le difficoltà fuori da noi stessi.
    Ma è come una trappola: se si prosegue a realizzare lo stesso tipo di fotografia, semplicemente affinando ciclicamente la tecnica, ad ogni successiva iterazione ci saranno sempre più piccoli incrementali miglioramenti e si finirà per esaurire ogni stimolo.

    Perché, una volta risolti i macroscopici problemi del novizio ed ovviamente se in possesso degli strumenti necessari, il punto fondamentale per progredire come fotografi non è il come – una tecnica migliore. Ma il cosa - la visione artistica e creativa che serve a produrre un contenuto originale.
    Un conto è un’immagine tecnicamente perfetta, un altro è un’immagine significativa.

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    Ma come si fa a sviluppare la propria creatività?  

    Nel mio vagabondare, cercando di sviluppare questo ragionamento, ho trovato un punto fermo in una frase letta in un libro che tanto tempo fa mi ha consigliato Max Aquila: “Henri Cartier-Bresson Biografia di uno sguardo”. Beh, il libro era un po’ pesante e non l’ho mai finito.
    Ma ricordo questa frase, che è la risposta ad una domanda di Pierre Assouline, il biografo ed autore, circa quando fosse stata l’ultima volta in cui il maestro avesse fotografato: 
    “Ebbene, ne ho appena fatta una a lei, ma senza macchina… è venuta bene ugualmente… la stanghetta degli occhiali perfettamente parallela alla parte superiore del quadro dietro di lei, è sorprendente”.
    Ora, questo non è un come nel quale mi ritrovi più di tanto, ma porta un passo avanti nella strada giusta: ognuno ha il proprio come perché è specifico del modo di vedere di ciascuno. 

    Quindi il primo passaggio chiave è razionalizzare che la fotografia diventi arte, credo che nessuno trovi da ridire accostando la parola arte al lavoro Cartier-Bresson, nel momento in cui realizzi la visione personale ed originale del fotografo e materializzi un qualcosa più elevato e significativo della somma dei singoli componenti.
    Una specie di 1+1=3!

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    Ma come trovare ed affinare, nel proprio percorso di crescita, la propria personale visione? La mia risposta è un’altra domanda: cosa dovrei fotografare perché sia mio?

    Qui arriviamo ad un’altra pietra miliare. Una chiacchierata con Watanabe – si lui, il proprietario di New Old Camera - di diversi anni fa.
    Stavo comprando una reflex per mia figlia, incredibilmente l’aveva chiesta come regalo per la promozione in quinta elementare.
    Beh, lui le ha dato questo consiglio: quando vedi qualcosa che ti piace e vuoi fotografarlo, chiudi gli occhi ed aspetta qualche secondo.
    Chiediti cosa ti ha colpito, cosa ti piace. Riapri gli occhi e fotografa quello e solo quello. 

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    E siamo all’oggi, a questi giorni di forzata permanenza in casa, in cui sto riguardando immagini in archivio. E trovo molto facile ricostruire ex-post i giorni in cui ero ispirato, le immagini sono decisamente una spanna sopra.
    In particolare, lo sono quelle in cui, nelle foto di natura, ho trovato la migliore connessione tra me e la situazione. Ma la stessa cosa è avvenuta anche fotografando in studio.

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    Non è una coincidenza. Il fatto è che l’immagine si progetta, ma, se si fotografa per sé, è fondamentale fotografare quello che ci interessa, che ci piace, che ci colpisce. 

    Allora, il primo passo per essere creativi, cioè creare le proprie immagini e non riprodurre quelle di altri, è scoprire cosa ci coinvolge, cosa notiamo, cosa ci suscita dei sentimenti. Già il feeling!
    Uno può essere interessato, guardando una scena, dalle trame, un altro dai contrasti, chi dalle forme, chi dai colori.
    Per tutti, probabilmente, c’è la luce. Ma il fatto è che ognuno vede una scena sotto gli occhi di tutti in modo personale e mediato dal proprio vissuto e dai propri sentimenti. 
    Sentimenti: quello che ci piace e che ci colpisce è quello per cui proviamo qualcosa.
    D’altro canto, i sentimenti sono per noi umani la cosa più naturale. Amore, Desiderio, Empatia, Simpatia, Compassione… ma anche Rabbia, Dolore, Odio….

    Quindi affidarsi ai sentimenti, capire cosa sono questi sentimenti ed in ultima analisi cosa realmente risuona dentro di noi e cosa no è il cammino fondamentale verso la creatività.
    Se vogliamo essere creativi dobbiamo seguire quello che provoca in noi una risposta emotiva, quello che ci fa sentire qualcosa. La creatività è questo: immaginare l’immagine e realizzarla in un particolare modo, che sia il nostro, specifico ed individuale.

    Perché in una foresta posso guardare l’insieme dei fusti degli alberi, ma anche il colore delle foglie, l’intrico dei rami o delle radici, ma anche la luce che filtra o la nebbia o la trama della corteccia o le foglie cadute o il muschio o gli animali che la abitano o il torrente o il lago o le pietre… infinite possibilità.
    Ma non posso essere creativo se niente di tutto questo mi ispira sentimento, perché in tal caso quelle infinite possibilità non le vedrei neppure.

    Questo è un primo importante risultato: occorre prendersi il tempo per capire cosa risuona in noi. E dopo, solo dopo fotografarlo.
    Con l’esperienza può essere anche solo una frazione di secondo.
    Ma all’inizio è un percorso da seguire nel tempo che serve a ciascuno.
    Anche senza avere in mano la macchina fotografica!

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    Ma allora, quando capisco cosa mi ispira, posso cercare di portarmi in quelle situazioni dove quel qualcosa esiste, o succede, e costruire la possibilità di realizzare le mie fotografie.
    Questo è il passo successivo in un percorso di crescita creativa, non semplicemente reagire nel modo migliore a quello che si ha davanti ma determinarlo con le proprie scelte.
    Per esempio, nel mio caso di fotografo naturalista, cercare soprattutto di uscire al momento giusto. Un esempio? Beh, dentro di me risuona molto di più una giornata di tempo orribile in montagna – neve, vento, freddo – di una giornata con il cielo azzurro.
    Molto di più una penombra nebbiosa in un bosco di pianura di un prato al sole. 

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    Ma sono io, ognuno è diverso, ognuno deve seguire le proprie inclinazioni e sviluppare la propria individualità artistica.

    C’è un premio importante, e non occorre essere Henri Cartier-Bresson per riceverlo: fare, ogni volta che si fotografa, quello che ci piace e, nel tempo, migliorare come fotografi!

    Ci sono altri aspetti da trattare: costruire la base tecnica, progettare l’immagine e scattarla non è tutto.
    Uno, sarà materia di un prossimo articolo, è sviluppare l’immagine seguendo l’intento con il quale si è scattata.
    Cioè l’approccio diametralmente opposto al JPG strictly-out-of-camera, che prevede la regolazione di ogni file in maniera specifica e non determinata da un qualche algoritmo stabilito da un ingegnere di Nikon o Adobe o…. 

    E voi, che ne pensate? Arte? Artigianato? entrambi?

    Massimo per Nikonland (c)

    29/3/2020

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    Commenti Raccomandati

    • Nikonlander Veterano

    La fotografia come forma di comunicazione visiva è da sempre incanalata nell'arte. Di fatto però sono i nostri esperimenti e i nostri tentativi che la rendono allo stesso tempo artigianale. Per cui sì, arte e artigianato assieme, con misure differenti che decidiamo noi in momenti diversi. La scena ci aiuta, ci suggerisce la composizione artistica, ma prima di scattare siamo noi che decidiamo cosa vogliamo vedere: quella composizione la vediamo più cupa? Più luminosa? Più vivida? Ed ecco che miracolosamente ci trasformiamo in fotografi artigiani.
    Tirando le somme, Massimo, direi che al netto della scena artistica i nostri scatti riproducono esattamente ciò che vogliamo vedere e non ciò che è realmente. Sono convinto che sia così, ci ho pensato più di una volta.

    Argomento interessante, ne verrà fuori una bella discussione. Introspettiva, immagino :)

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    • Nikonlander Veterano

    "C’è un premio importante, e non occorre essere Henri Cartier-Bresson per riceverlo: fare, ogni volta che si fotografa, quello che ci piace e, nel tempo, migliorare come fotografi!"

    In questa frase hai sintetizzato tutto di importante che occorre fare, per essere dei buoni artigiani.

    Ottimo articolo, complimenti.

    • Sono d'accordo 1
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    • Amministratori

    Arte e Artigianato, entrambe in radice derivano etimologicamente dalla "capacità"  Ars, appunto, che può sfociare nell'opera del pensiero, della visione, della creatività, applicate alle attività della Vita.

    Tra le quali anche il "ricordare" che si differenzia dalla memoria tanto quanto una fotografia si distingue da una scheda...

    Nella sua radice ricordare comprende anche il cuore, l'animo di chi quella cosa ha prodotto: che deriva a sua volta dalla vita e dalla mente di quel soggetto.

    Artista o artigiano, poi decideranno gli "altri".

    Mi emoziono davanti ad una scultura del Canova, come davanti al tronco nodoso di un albero: penso che anche Canova si emozionasse così, per inciso...

    • Sono d'accordo 2
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    • Nikonlander

    Arte e artigianato? fotografia? Per me in tutte le discipline ci sono tre momenti: sapere, fare e saper fare
    è da mesi che provo un esercizio e in questi giorni mi è riuscito, l'ho fatto mille e mille volte
    solo quando mi sono liberato della mente scimmia -la mente che va ovunque -
    l'ho eseguito come una danza, senza pensare, senza consapevolezza di tutti gli allineamenti, delle simmetrie, dello sguardo e dell'intenzione, nulla, solo il respiro fluido e impercettibile ed ecco che l'ho sentito in tutta la sua forza.
    Cosa centra con la fotografia? quando vedo una foto che mi trasmette qualcosa la vedo così
    fatta come la vuole il cuore, non la mente.
    allora si che mi arriva al cuore
    ma per arrivare al risultato bisogna sapere, fare senza sapere per me produce solo forma non energia -emozione-
    e per me questo vale per un dipinto o una scultura 
    e le Tue Foto si vede che sono fatte con sapienza ma più ancora con il cuore
    poi magari non sono la copia fedele dei colori al momento dello scatto, ma questo non vuol dire che non sono belle, anzi, quando ci hai messo mano hai preso il tronco/masso/animale e l'hai trasformato in quello che ci hai visto tu in quel momento
    e quello che hai provato lo trasferisci a noi
    Bravo Massimo
     

    • Sono d'accordo 1
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    • Nikonlander Veterano

     Sono del tutto d'accordo con il tuo ottimo articolo, e trovo che Egidio abbia dato anche lui una interessante lettura (anche perchè ho idea di cosa si riferisca).  Per arrivare all'arte, come la descrivi qui ci vuole costanza e impegno, mente e cuore.   E tantissimo lavoro, finchè non diventi capace di vedere prima cosa vuoi fotografare (come hai scritto). Ma senza questo, è vero, si inaridisce pian piano.

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    • Nikonlander Veterano
    Il 29/3/2020 at 22:07, Max Aquila dice:

    Arte e Artigianato, entrambe in radice derivano etimologicamente dalla "capacità"  Ars, appunto, che può sfociare nell'opera del pensiero, della visione, della creatività, applicate alle attività della Vita.

    Tra le quali anche il "ricordare" che si differenzia dalla memoria tanto quanto una fotografia si distingue da una scheda...

    Nella sua radice ricordare comprende anche il cuore, l'animo di chi quella cosa ha prodotto: che deriva a sua volta dalla vita e dalla mente di quel soggetto.

    Artista o artigiano, poi decideranno gli "altri".

    Mi emoziono davanti ad una scultura del Canova, come davanti al tronco nodoso di un albero: penso che anche Canova si emozionasse così, per inciso...

    Si, ma la parola arte è normalmente associata all'inventiva, alla creatività ed all'unicità di un opera. Mentre ad un artigiano, qualora realizzi prodotti ben fatti, si riconosce maestria e capacità tecnica. Questo il senso delle due parole nel mio scritto.

    E si, penso anche io che una "foto ricordo" di un qualsiasi momento vissuto può essere arte, e lo è tanto più quanto riesce ad andare almeno un passo oltre la semplice applicazione di qualcuna delle "regole di composizione", o della "perfetta esposizione" o di tutti i requisiti tecnici da manuale della perfetta fotografia, suscitando emozione in chi l'ha fatta e magari anche in chi la guarda.

    Il 29/3/2020 at 20:41, effe dice:

    La fotografia come forma di comunicazione visiva è da sempre incanalata nell'arte.

    Ma nella pratica - almeno in Italia - non è mica così.
    Da una parte c'è una assenza cronica di mercato per la fotografia: chi compra le fotografie? tutti pensano che basti comprare un telefono per essere fotografi e fare le proprie. E poi tutti da Ikea a spendere 10€ in un poster per il soggiorno (giusto per sgombrare da ipotesi: nessun interesse provare a vendere le mie fotografie: io faccio un altro lavoro e le mie foto al massimo le regalo a chi le merita).
    Dall'altra dappertutto - nei forum di fotografia - si parla al 99% di tecnica fotografica (o di tecnica di post produzione o della nitidezza della tal lente... di tu cosa) ed al 1% di arte nella fotografia o del linguaggio fotografico o di qualsiasi cosa che porti chiunque un passo più in la. E questo mi ha sempre stupito e non riesco a rassegnarmi. Ecco, a me piacerebbe che qui si iniziasse a parlare anche di arte.
    Perché parlando di arte ho l'illusione che si possa sbloccare quel freno che impedisce di mostrare le proprie immagini e condividere le proprie idee. Perché realizzare immagini significative dovrebbe essere la nostra ambizione ed invece pare esserlo solo possedere gli strumenti più perfetti. Strumenti che, paradosso, non scattano mai fotografie, a giudicare da quante poche se ne vedono. 

    Perché? ambiamo a realizzare la nostra opera d'arte - che sia bella e piaccia a tutti non è importante; la mia definizione più sopra parla di inventiva, creatività ed unicità e non di bellezza - o ambiamo a riprodurre molto nitidamente e senza artefatti le idee degli altri? nel secondo caso dobbiamo rassegnarci ad essere fotocopiatori e non fotografi. 

    Mi pacerebbe un sacco una bella discussione su questo, aperta e schietta!

    • Sono d'accordo 3
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    • Nikonlander Veterano
    1 ora fa, Massimo Vignoli dice:

    Ecco, a me piacerebbe che qui si iniziasse a parlare anche di arte.

    Perché parlando di arte ho l'illusione che si possa sbloccare quel freno che impedisce di mostrare le proprie immagini e condividere le proprie idee. Perché realizzare immagini significative dovrebbe essere la nostra ambizione ed invece pare esserlo solo possedere gli strumenti più perfetti.

    Ecco, ora il topic prende una forma ben precisa. Il problema si risolve facilmente aprendo una sezione appropriata. Personalmente la vedrei molto bene :)

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    • Nikonlander Veterano

    Arrivo tardi alla discussione, ma la trovo tremendamente interessante. Secondo me si parla di tecnica più che di arte, perché la tecnica è in un qualche modo definibile, oggettiva. E padroneggiarla ci mette anche al sicuro del giudizio degli altri, se la foto è impeccabile => sono un bravo fotografo, se poi la foto non dice molto o non piace non è "colpa mia". L'arte è molto soggettiva, molto "negli occhi di chi guarda" e quindi per definizione è giudizio. Personalmente io sono molto timido, farmi giudicare faccio sempre molta fatica! Però penso che parlarne, parlare del perché di alcune scelte, del perché si è spinti a fare quella esatta foto, possa spingere a capire meglio il significato, le motivazioni, il senso e il valore che ha per il fotografo che ha scattato. Può diventare un circolo virtuoso, che penso possa migliorare tutti noi come fotografi. 

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    • Nikonlander Veterano
    12 ore fa, Leo dice:

    Arrivo tardi alla discussione, ma la trovo tremendamente interessante. Secondo me si parla di tecnica più che di arte, perché la tecnica è in un qualche modo definibile, oggettiva. E padroneggiarla ci mette anche al sicuro del giudizio degli altri, se la foto è impeccabile => sono un bravo fotografo, se poi la foto non dice molto o non piace non è "colpa mia". L'arte è molto soggettiva, molto "negli occhi di chi guarda" e quindi per definizione è giudizio. Personalmente io sono molto timido, farmi giudicare faccio sempre molta fatica! Però penso che parlarne, parlare del perché di alcune scelte, del perché si è spinti a fare quella esatta foto, possa spingere a capire meglio il significato, le motivazioni, il senso e il valore che ha per il fotografo che ha scattato. Può diventare un circolo virtuoso, che penso possa migliorare tutti noi come fotografi. 

    Sono d'accordo, ma con qualche distinguo. La padronanza tecnica è senz'altro alla base e ci permette di evitare errori, tra fare una foto tecnicamente impeccabile ed una foto artistica per me c'è differenza, che è l'apporto personale "sopra" la tecnica. Ho visto foto tecnicamente perfette di una noia terribile. Per cui un giudizio, se così lo vuoi chiamare c'è sempre, ma non è cosa da temere (per me).

    Parlare delle proprie scelte invece mi trova pienamente d'accordo è  un'ottima cosa, un arricchimento reciproco. La sezione "Al vostro giudizio" dovrebbe essere il luogo dove presentare le foto e spiegarne i motivi. Quindi dovrebbe essere sovrappopolata di foto. 
     

    • Sono d'accordo 1
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    • Nikonlander

    Scusate il mio tremendo ritardo nel rispondere ma sono un “filo incasinata”.

    Parto con il dire: bravo Massimo! molto interessante questo articolo e le foto stupende come sempre!

    La fotografia per me, prima di ogni altra cosa, è arte. Quando si guarda una foto fatta da qualcuno la primissima cosa che il nostro cervello pensa è la sensazione che ci da tale foto: è bella? ci affascina? Che emozione provo nel guardarla?
    Una foto potrebbe essere tecnicamente perfetta ma essere comunque “piatta” al contrario se una foto è “arte” non importa “l’artigiano che ci sta dietro”.

    Io sono dell’idea che artigiani ci si può diventare ma essere arte ci si nasce 🙂

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