Io ho studiato molto più da autodidatta che per obblighi di formazione scolastica o professionale.
Confesso che mi annoiavo a morte a scuola e quando potevo scappavo in biblioteca per leggere di altro.
C'era sempre qualche cosa che mi catturava di più di quanto c'era a lezione.
Non parliamo del lavoro, dovevo essere preparato al meglio per svolgerlo secondo il mio dovere ma ...
Ma ho sempre studiato per i miei interessi.
Musica soprattutto, soprattutto in gioventù, adesso non faccio altro che strimpellare. Ma conosco la musica molto meglio di tutto il resto, anche o specialmente, quella che non so suonare.
E pittura. Fotografia. Non sono un critico, non mi interessa nemmeno esserlo, nemmeno un esperto. Ma un appassionato.
Ovvero quello che gli inglesi definiscono un amatore.
Tutto questo è parte di me. Della mia sensibilità, del mio gusto. Del mio modo di guardare e di realizzare TUTTO quello che realizzo.
Per questo ho ispirazioni e maestri virtuali, che pure non ho mai conosciuto in vita o di presenza.
Che spesso ripasso, dai libri che ho in casa o guardando le loro opere in rete.
Ci sono anche un paio di "colleghi", uno è il tedesco Peter Mueller, anche lui nikonista, con una sensibilità simile alla mia - a giudicare dalle sue foto e dal suo stile - cui mi richiamo.
Tutto questo contribuisce a fare di me quello che sono. Nelle conversazioni, nel mio modo di vedere e di pensare.
Ma è anche quello che interviene ben prima del momento in cui faccio click (che poi, nel mio caso, è un modo di dire perché oramai io scatto solo in continuo e sempre in silenzioso).
La luce, le ombre, le forme, i colori, i non colori. Quello che riconosco, quello che vedo, quello che voglio ricreare quando scatto viene dal mio zaino.
Che non è una zavorra, è il mio tesoro.
Nel tempo ho scritto di queste cose su questo sito, magari troppo in anticipo per alcune sensibilità, oppure in maniera troppo aulica perché taluni potessero leggere i miei articoli con un punto di vista pratico.
Eppure per me lo sono, in ogni momento, dalla "Luce e sensibilità", fino alla "Dignità di una Fotografia" che se vale, è sempre da stampare in grande.
Pensando a chi ha fatto grande l'arte figurativa e a cui io non sono degno che di ispirarmi e basta.
Ogni volta che sono li e sono pronto a fare ... click.
Qui di seguito metto alcuni link a qualche mio articolo del passato.
In alcuni casi datato nella forma ma non nel contenuto.
Ghergo ed Hurrell mi permettono di guardare il cinema che amo con l'occhio che usava Hitchcock.
Caravaggio per me è la luce, come lo è Velasquez.
Peter Lindbergh è come vorrei essere capace di fotografare, nel modo e nella sensibilità (più che nella dialettica).
Per la sua età, è più uno zio che uno sconosciuto.
Si, lo so, questi articoli sono tanti, vi annoieranno.
Che ci volete fare. Quando ero ispirato e credevo fosse utile, ho scritto molto.
Ora ne ho meno voglia. Mi perdonerete (oppure ne siete lieti ?)
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