Gli zoom wide-to-wide sono una conquista della progettazione digitale degli obiettivi, disponibili per le nostre fotocamere da tempi recenti, a maggior ragione, quelli dotati di escursione focale tanto ampia da riuscire a superare angoli di campo maggiori di 90°
Nikon sui grandangolari estremi è sempre stata in grado di fornire prodotti di rilievo qualitativo indubbio e non si smentisce neanche oggi, dove in ambito di sensori DX fornisce addirittura due zoom di ben differente livello di prezzo (e di costruzione) apparentemente sovrapponibili, ossia:
- Nikon AF-S Nikkor 10-24mm f/3,5-4,5G ED DX
- Nikon AF-P Nikkor 10-20mm f/4,5-5,6G VR DX
Dell'ultimo arrivato abbiamo già scritto su Nikonland alla fine di Luglio scorso, all'indomani della sua presentazione e con un mio successivo articolo nel quale ho cercato di evidenziarne punti di forza e di debolezza.
Ma ci restava il cruccio di non essere ancora riusciti a colmare la lacuna di conoscenza del primo dei due zoom, presentato nel 2009 e rimasto ad oggi in catalogo, nonostante l'avvento del più recente, dal quale si differenzia poco anche dimensionalmente
e grazie ancora alla disponibilità del distributore italiano di Nikon siamo riusciti ad avere in visione per un paio di settimane questo zoom del quale abbiamo sempre sentito poco parlare.
14 elementi in 9 gruppi, tre lenti asferiche e due a bassa dispersione, motore SWM ad ultrasuoni
una compatta costruzione in policarbonato dal contenuto peso di 460 grammi, 8,3 cm di larghezza per 8,7 di lunghezza e diametro filtri da 77mm
rispetto uno schema di 14 lenti in 11 gruppi, per il Nikon AF-P 10-20mm, delle quali due asferiche e nessun elemento ED, a testimonianza della maggiore economia progettuale, per un peso irrisorio (all plastics) di 230 grammi e dimensioni quasi asfittiche di 7,7x7,3 cm e 72mm di diametro filtri.
Curiosamente la costruzione dell'elicoide e la diversa disposizione dei gruppi ottici, porta ad allungare il barilotto dei due zoom in maniera opposta, quasi IF il 10-24
la ghiera di messa a fuoco è piccola ma ben posizionata (dietro a quella di zoomata) nel 10-24mm addirittura improponibile per le sue dimensioni irrisorie nel 10-20. Messa a fuoco minima a 24cm dal piano focale per il 10-24, mentre il 10-20 spunta una maf da 22cm che gli fa guadagnare qualcosa in più in termini di avvicinamento al soggetto, che sommato anche alle minori dimensioni in lunghezza rispetto all'altro zoom, determina una ulteriore facilità di utilizzo alle brevi distanze.
Dalle sigle sul barilotto si notano le fondamentali differenze tra i due obiettivi, il più recente dei quali è AF-P, ossia dotato di Stepper Motor (Pulse) invece che Silent Wave (SWM) come nel 10-24mm AF-S, determinando per il 10-20 una limitazione di utilizzo per la maggior parte delle DSLR Nikon, inoltre risulta privo degli slider per il controllo delle funzioni VR ed AF/MF, entrambe da gestire attraverso i menù della fotocamere compatibili.
Il Nikon 10-24/3,5-4,5G è quindi un obiettivo destinato ad un pubblico più ampio di fotocamere, passate e presenti, inoltre vanta due terzi di diaframma di maggior luminosità che costituiscono già buona parte della differenza di prezzo che lo separa dal più giovane 10-20/4,5-5,6 che costa poco più di 300 euro, contro i quasi mille del fratello più grande...e più esteso di focale: 36mm-eq possono risolvere qualche inquadratura un pò più stretta rispetto ad un 30mm-eq, anche se a questi angoli di campo (tra 60 e 70°) la differenza, a mio avviso, non è poi determinante.
Un'altra differenza che salta immediatamente all'occhio è l'assenza sul 10-20mm della finestrella con la scala delle distanze di ripresa, invece correttamente presente sul 10-24mm, come ritengo sia da aspettarsi, per quanto questi obiettivi non abbiano di certo velleità da macro, sapere a che distanza si stia mettendo a fuoco non è poi informazione sempre trascurabile.
Ma ciò che colpisce senza dubbio alcuno è la profonda differenza costruttiva e di materiale della baionetta posteriore dei due zoom
sicuramente una anomalia in casa Nikon quella a sx del mio 10-20mm, brutta proprio, oltre alla povertà del policarbonato (?) utilizzato, rispetto la normale, affidabile, metallica e dotata delle solite cinque viti di fissaggio radiale, tipica delle usuali realizzazioni ottiche Nikon.
Guardandoli davanti, nulla da rilevare, oltre al maggior diametro della lente frontale del 10-24 che farà spendere più soldi a chi utilizzi filtri del diametro necessario
La "malattia" peggiore per uno zoom wide-to-wide può essere una eccessiva distorsione geometrica, che deformi eccessivamente le linee rette passanti per il centro immagine, nelle riprese a distanze brevi da soggetti, inclini per natura ad evidenziare simili difetti, come la semplice ripresa di un quadro...
opportunamente distanziandomi per scattare anche a 20mm con entrambi gli zoom, a un metro e mezzo dal soggetto,
dalle quali immagini si deriva una moderata distorsione a barilotto per entrambi gli zoom che poi, alla massima focale, si modifica un pò a baffo, come appare ulteriormente nel 10-24mm,
a 24mm
Non si tratta di obiettivi da riproduzione di originali, nè tantomeno destinati a fare close-up o macrofoto, pertanto restiamo su valori fondamentalmente corretti, specie per il più economico dei due.
Sui soggetti lineari posti ai bordi del fotogramma, a 10mm di focale, la deformazione è evidente, quanto inevitabile, con 109,6° di angolo di campo a 15mm-eq
molto simile anche in verticale (a sx il 10-24mm, a dx il 10-20mm).
La vignettatura alla massima apertura è maggiore nel 10-20, nonostante i due terzi di stop in meno di luminosità e considerata la vana di utilizzo di questi due zoom, come ad esempio nel paesaggio, in certi casi può divenire addirittura gradevole, non invasiva.
stitching di 24 scatti con il 10-24mm ad f/11
Questo è il 10-24mm a tutta apertura: @ 10, 15 e 20mm
... e questo il 10-20mm, sempre a TA ed @ 10, 15, e 20mm
(innegabilmente più evidente la vignettatura a TA su tutto il range focale)
In quanto alla resistenza al flare, nonostante il paraluce del 10-20mm sia qualche mm più profondo di petalo rispetto all'altro, migliore decisamente quella del 10-24, su luce radente
a sx il 10-24mm, a dx il 10-20mm, rispettivamente a f/11 ed f/16, con qualche riflesso di troppo in alto, sul cielo
Capacità che il 10-24 mantiene anche con il controluce diretto in inquadratura
(specie se aiutato da un lampo di flash di rischiaramento).
Direi che per essere un obiettivo presentato nove anni fa, per corpi macchina e sensori ben diversi dagli attuali, non sfigura neppure oggi, sulla mia Nikon D500
Ancora, in situazioni di forti escursioni luminose tra ombre ed alte luci 10-24mm f/11
così come in condizioni di illuminazione omogenea
E per coloro che pensino che un'escursione focale come quella di questi due zoom possa essere limitata, un saggio delle differenti capacità di interpretazione del soggetto dallo stesso punto di ripresa, con il 10-24mm al mio solito stabilimento balneare liberty di Mondello: un insieme di potenzialità racchiuse nel concetto di widezoom.
Non sempre alla disponibilità di una gamma di focali, messa a disposizione da uno zoom, si accompagna l'effettivo utilizzo di quello zoom ad ognuna delle singole opportunità di inquadratura che una focale variabile concederebbe: nel mio caso questo fattore si acuisce appunto con gli zoom wide, nei quali tendo ad utilizzare con prevalenza la focale più corta, tanto quanto, all'opposto, con i telezoom.
Questi due Nikon non mi fanno cambiare abitudine (o, meglio, stereotipia) e sul bilancio dei metadati trovo la metà degli scatti eseguiti a 10mm, con entrambi gli zoom (come nei due seguenti)
10-24
e pur sforzandomi di spostare la ghiera di zoomata, mi ritrovo sempre al fondocorsa basso, grazie alla possibilità, rara in APS-C, di godere di angoli di copertura così ampi, spaziando tra i 15 e i 18mm equivalenti del formato pieno. Anche questi 15mm del più giovane 10-20 sono più che altro una concessione all'esigenza di realizzare delle valorizzazioni anche alle focali intermedie dei due zoom. Qui a f/8 migliore compromesso tra esigenze di nitidezza e controllo della diffrazione, difetto sempre in agguato ai diaframmi minimi di obiettivi di queste "ampiezze di vedute"10-20 @ 20mm f/16 crop
13mm
il confronto tra i due non tradisce differenze sostanziali, neppure forzando i contrasti luminosi con il colpo di flash sull'immagine dx (10-24) rispetto a quella nuda e cruda del 10-20 a sx.
Dove il "giovane" Nikon AF-P si avvantaggia è certamente nella presenza del VR incorporato, che gli consente nell'uso a mano libera tempi di otturazione proibitivi f/11 t/10crop
utili a non elevare eccessivamente l'amplificazione del rumore con ISO eccessivamente alti (qui ISO 400)
VR che nel più "anziano" 10-24mm, nonostante progettato per l'utilizzo su sensori che non avevano la dinamica S/N di quelli attuali, manca...f/11 t/13crop
"costringendo" ad utilizzare diaframmi più aperti f/5,6 t/50
piuttosto che ISO più alti.
Un argomento nettamente a favore del 10-24mm è, in situazioni di ripresa da punti obbligati come questa, certamente la maggiore escursione focale, che lo avvantaggia nella composizione
rispetto al 10-20mm che ...si ferma un pò prima...
Dalle conversioni dei rispettivi file in B/N deriva una nitidezza non certamente da focale fissa, neppure ai diaframmi intermedi (e migliori) ai quali queste due foto sono scattate
10-24mm
10-20mm
anche per questo aspetto non trovo marcate differenze qualitative, pur ricavandone un giudizio di sufficienza in funzione della classe di appartenenza.
Ma non è il bianco e nero la cifra espressiva di zoom di questo rango:
l'utilizzo più coerente sarà quello dedicato al pubblico cui sono rivolti: quello dei nikonisti che vogliano sostituire l'obiettivo all-in-one di primo equipaggiamento con qualcosa di più interessante dal punto di vista di nitidezza, contrasto e cromatismo, come abbiamo considerato nei profili della nostra guida all'acquisto degli obiettivi, per un corredo Nikon, di livello crescente,
all'interno della quale troviamo questi obiettivi proprio come "step-up" del prosumer acquirente di una D7xxx o di una serie D5xxx
10-24mm
con le quali riuscire a completare un reportage di visita cittadina, o di vacanza, unitamente ad altri obiettivi di coerente livello.
In conclusione, mi pare di poter affermare che, nonostante il mantenimento di entrambi gli zoom nel listino Nikon, essi possano essere tranquillamente considerati come del tutto sovrapponibili per le qualità ottiche principali e complementari.
In particolare di entrambi gli zoom,
i PREGI
- elevato angolo di campo per una focale 15mm-equivalente
- dimensioni e pesi contenuti e gestibilissimi (sopratutto per il 10-20mm)
- il prezzo strabiliante del 10-20mm
- la buona saturazione di entrambi, oggi elemento molto gradito
- distorsione contenuta per simili focali
- il VR dell' AF-P ed il motore Stepper, silenzioso ed efficiente
- la baionetta in plastica e la ghiera di maf del 10-20
- il prezzo ormai eccessivo del 10-24mm
- la nitidezza non spettacolare di entrambi
- la vignettatura eccessiva del 10-20mm
- la mancanza dei controlli di VR ed AF/MF sul barilotto del 10-20 (abitudine da Nikonista quella di avere fuori dai menù le regolazioni chiave...)
- quando non si possegga almeno uno dei due
Un ringraziamento ancora per che ci ha concesso visione e test del Nikon AF-S 10-24mm
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2018
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