una superficie su cui resta il segno...
Qualunque sia il genere con la quale la si metta alla prova, la Sigma sdQuattro lascia un segno
materico e permanente sul soggetto che inquadra.
Sembra quasi voglia esaurire in se' il concetto di Fotografia senza imporre il passaggio per la Stampa a concretizzare su di una superficie il pensiero catturato dal sensore.
Riesce a dar vita alla pietra
ed alla sostanza che questa contiene e trattiene,
che sia stata reale (un tempo remoto)
od animale
qualsiasi elemento che passi tra obiettivo e sensore della sd4 assume vita propria e la fissa nella memoria di chi poi ne osserva il risultato.
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Per questa mirrorless Sigma il mio percorso inizia in questo modo,
dalle conclusioni,
dato che delle sue caratteristiche, dei pregi e dei difetti abbiamo in questi mesi letto su Nikonland tanto quanto su nessuna altra pubblicazione al mondo
Sigma sdQuattro : l'altro modo di bere scuro
Sigma sdQuattro, la forza del particolare
Sigma sdQuattro e 150 Macro, una coppia "particolare"
e questo ovviamente grazie alla lungimirante cortesia di MTrading
che ce ne ha consentito lunga disponibilita' insieme all'eccellente Art 50mm f/1,4 usato anche in questo test, dandoci quindi la possibilita' di metterla alla prova nelle piu' disparate condizioni di ripresa.
E come nelle prossime pagine potrete osservare, ho portato a fare un giro la sdQuattro col suo, luminoso, occhio Art
Non e' certo una mirrorless da street photography la sd4...
appariscente e piatta come la lavagna in ardesia della scuola elementare, si fa vedere e (al collo) sentire pur mantenendo impeccabile ergonomia e distribuzione omogenea del peso (grazie probabilmente alla curiosa protrundenza dal corpo, che si lega alla baionetta obiettivo), ma nelle settimane nelle quali ho potuto adoperarla non e' mai mancata nelle mia borsa ad ogni uscita (anche non fotografica) nella quale si potesse auspicare di dedicarle uno spazio di tempo... quindi e' stata con me anche
al mare
...insomma, ho voluto farle prendere un po' d'aria (e di Sole)
dopo averla vista al lavoro in studio con le modelle ed in laboratorio con i fossili...
e, a parte qualche sporadico flare in controluce diretto...
consentendoci di prendere molti appunti...
L'abbinata concessaci con l'eccellente Sigma Art 50mm f/1,4 per effetto della dimensione ridotta (/1,5) del sensore trasforma quest'obiettivo in un mediotele da 75mm equivalenti.
L'ambito di utilizzo di un sistema del genere non e' limitante, ma mi ha indotto a scegliere dei soggetti funzione di questo angolo di campo disponibile.
Per fortuna la mia citta' ed i suoi dintorni, che utilizzo quasi sempre in tutti i miei set di ripresa non specialistici, si presta a qualsiasi tipo di ricerca fotografica e quindi, stanti le caratteristiche di questo sensore, mi sono diretto a colpo sicuro in due dei siti monumentali piu' frequentati: cominciando subito dal chiostro benedettino del monumentale Duomo di Monreale, classificato dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanita' e senza bisogno di particolari competenze, visivamente gioiello di architettura sacra del 1100 arabo-normanno siciliano.
Annesso al convento benedettino adiacente al mastodontico Duomo,
il chiostro e' costituito da un peristilio quadrato da 47 metri di lato
e caratterizzato in uno dei suoi angoli da un ulteriore colonnato interno a ricomprendere una fontana
(qui raffigurata con un grandangolare su altra fotocamera, per maggior comprensione)
La sua cifra sostanziale e' costituita dall'enorme quantita' e qualita' di figure intagliate ad ornamento delle sue innumerevoli colonne,
e dai decori in foglia d'oro di molte di esse tutto in giro nel chiostro,
tra le quali le capacita' descrittive della Sigma sdQuattro col suo Art 50/1,4 si muovono agevolmente, in alcuni casi agevolate nella messa a fuoco ravvicinata operata con una lente addizionale Marumi DHG da 77mm
Elementi e figure difficilmente selezionabili visivamente dalla nostra mente, abituata a realizzare una "summa" di cio' che gli occhi riescono a percepire, scaturiscono da colonne a lungo osservate negli anni, mai pero' con questa analiticita'
Giocare con la profondita' di campo del 75mm-eq su questo sensore aumenta grandemente la sensazione di tridimensionalita'
per la quale la capacita' di risoluzione del sensore raggiunge livelli difficilmente eguagliabili anche con ottiche dedicate alla macrofotografia negli ambiti che ci sono familiari usualmente.
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Il secondo sito, nello stesso percorso arabo-normanno riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell'Umanita', e' la Cappella Palatina del Palazzo Reale di Palermo, universalmente considerata come una delle piu' belle chiese esistenti al mondo.
Restaurata nel 2008 grazie al mecenate tedesco Wurth, con i restauratori appartenenti alle migliori scuole di restauro del nostro Paese, e' oggi un monumento per il quale gia' soltanto valga la "pena" di venire a visitare Palermo.
Caratterizzato da un'enorme quantita' di mosaici bizantini che realizzano un intarsio dorato di straordinartia bellezza come l'immenso Cristo Pantocratore della navata principale.
Le condizioni di insufficiente illuminazione sono mitigate dalla incredibile riflessione luminosa dei milioni di tessere utilizzati dai mosaicisti
e da qualsiasi scorcio ci si affacci, troveremo volti visi e gesti
che sembrano a noi rivolti dall'alto verso il ...basso della nostra condizione terrena.
La strordinaria capacita' di gestione del file di questa Sigma sdQuattro, sembra la naturale soluzione per osservare da...vicino al computer e poi sulle stampe quanto solamente gli artisti arabi e, molto dopo, i restauratori hanno avuto il privilegio di osservare nei dettagli e nelle figure piu' fini dalle quali questo capolavoro di Cappella e' costituita.
La superiorita' del sensore Foveon si manifesta nel confronto di scatto con lo stesso obiettivo Sigma Art 50/1,4 montato sulla mia Nikon D810 (sulla quale lavora ovviamente da 50mm con le dovute differenze di campo inquadrato, che ho voluto lasciare appositamente immutate)
D810 sd4
sd4
Per ovvie ragioni queste immagini tutte sono state realizzate a mano libera con ISO medi (400ISO around) e spesso con tempi di otturazione a rischio di mosso, a distanze mai inferiori alle decine di metri, indice del fatto che non solamente alle brevi distanze di maf e con illuminazione "facile" questo Foveon della sd4 possa fornire risultati ideali.
In qualche maniera autolesionistico il confronto, tenendo presente che D810 resta e che sdQuattro...riparte!
Ma probante considerando le indiscutibili qualita' del miglior sensore Nikon (D810) oggi sul commercio.
Vorrei esser chiaro:
non si tratta (lo dico ancora) in questo articolo, di stabilire pro o contro, pregi e difetti, vizi e qualita' di questa Sigma sdQuattro:
io, a suo riguardo, sono parziale e soggettivo, io sono PRO, non faccio prigionieri, sono letteralmente affascinato da questo corpo macchina senza specchio e aspetto a giorni solamente la presentazione della sorella maggiore per sensore, la sdQuattroH per sapere quale sposare.
Spero anche in una migliore distribuzione delle ottiche a baionetta Sigma, nella fattispecie di uno degli spettacolari zoom wide come il 18-35 f/1.8 DX oppure del 24/35 f/2 FX e, naturalmente di uno zoom tele, luminoso, perche' la sd4 non gradisce ancora (e forse per sempre) ISO di molto superiori a 400, a pena di guastare le meraviglie della lettura che il suo Foveon fa delle scene inquadrate...
anche delle meno usuali tra quelle viste, come queste riprese a teatro nelle settimane in cui l'ho sempre portata con me...
situazione invece perfettamente congeniale alla sd4, quand'anche non discreta nelle sue esagerate estensioni, 50mm Art compreso, con un jpg fine on camera, passibile di regolazione in pp solo per la definizione di alte luci ed ombre, ma in uno dei pochi ambiti nei quali la "sibillina" disposizione dei nove sensori af (sensori dalla sensibilita' scarsa e..lenta) sembrano studiati in funzione delle posizioni ideali coperte su di un palcoscenico dagli attori.
Concludo...
Mi sono solamente pentito di non aver fatto anche la prova della differenza tra il jpg "on camera" e quello convertito dall'ottimo RAW della macchina (macchinoso nello sviluppo per il quale e' necessario il software Sigma, pur gratuito)
Nulla da aggiungere a quanto segue:
la Sigma sdQuattro e' una macchina estremamente specialistica in qualsiasi genere si abbia la necessita' di impiegarla: lei fara' sempre sul serio.
Non ha soggezione ne' di soggetti ipersaturi
ne' di quelli all'opposto pressocche' monocromatici
non e' destinata solo ai ritratti
ne' tantomeno unicamente alla distanza ravvicinata
ma nell'immaginario che delle potenzialita' di questo sensore io considero, in funzione di alcune determinanti migliorie che il sistema DEVE ricevere (numero e reattivita' dei sensori AF, migliore amplificazione del segnale ad ISO piu' alti di 400)
- la capacita' gia' buona di lettura nelle ombre
- la tenuta agli estremi di gamma nella compresenza di alte e basse luci
- la gradualita' nei passaggi di tono in accoppiata ad obiettivi capaci di ampia gamma di sfumature come il 50/1,4 Art in giuoco
- e sopratutto la capacita' di "entrare" nel particolare di soggetti che soggetti normalmente non sono, creando interesse intorno a loro
ci regala l'opportunita' di disporre di uno strumento in piu' rispetto quelli consolidati dei quali da decenni gia' potevamo godere.
INASPETTATAMENTE....
Grazie Mr. Yamaki
Max Aquila photo © per Nikonland 2016
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