L’offerta e le alternative alle classiche tracolle per macchine fotografiche negli ultimi anni è aumentata notevolmente, offrendo soluzioni a misura o per esigenze specifiche; le variabili riguardano sia i materiali che il tipo di supporto. Ormai credo siano veramente pochi i fotografi che utilizzano la tracolla da kit con il marchio ben in evidenza, molti, compreso il sottoscritto, neanche aprono più il cellophane della confezione per vedere com’è.
In questo breve articolo riporterò le personali esperienze dell’attrezzature che ho provato, cercando di spiegarne l’utilizzo ed eventuali pregi e difetti.
Cominciamo con l’esigenza primaria di chi utilizza la tracolla: poterla attaccare e staccare con facilità e rapidità. Per risolvere, almeno in parte, questo problema, anni fa acquistai una tracolla in neoprene, anzi due di diversa larghezza, con degli sganci rapidi tali da poter escludere gran parte di essa.
E’ comoda, in quanto il neoprene è morbido ed elastico e anche durante le camminate con attrezzattura pesante fa sentire meno il peso; gli sganci rapidi evitano di avere la tracolla che sballonzola ad esempio quando si usa il cavalletto e c’è vento. Risolve però solo in parte il problema perché effettivamente un pezzo rimane attaccato al corpo macchia e questo potrebbe dar fastidio o non combaciare con le nostre esigenze.
Qualche tempo dopo la Peak Design immette nel mercato gli ancor point, … cosa ve lo dico a fare, li ho presi subito. Effettivamente sono comodi e di una rapidità estrema nello sgancio e aggancio; il successo è stato tale che ormai altri marchi li producono come la Smallrig e la Pgyhitech. Quest’ultima sta facendo dei prodotti veramente interessanti, ma rimanendo alla tracolla, gi sganci utilizzano lo stesso principio di quelli della Peak, anche se di forma diversa, ma la vera chicca è che gli attacchi hanno una calamita quindi si può staccare la tracolla senza la necessità di toglierla per forza da addosso o puoi appenderla a qualche parte e bloccarla grazie alle calamite. Inoltre, vendono anche dei lacci da collegare agli spallaci degli zaini in modo da poterli utilizzare anche con questi ultimi sempre con lo stesso sistema (questi non li ho presi e spiegherò di seguito il perché).
(ancor point della PGYTECH)
Le stesse fabbriche fanno anche un sistema con piastra ed aggancio da mettere o negli spallaci di zaini e borse o alle cinture dei pantaloni. Queste le consiglio solo con macchine ed obbiettivi poco ingombranti e pesanti.
(Alternativa al Capture della Peak Design, per me è meglio questo della PGYTECH)
Esistono poi le tracolle singole o doppie da spalla come quelle della Blackrapid con un attacco a vite.
Anche queste sono comode ma l’attacco, pur permettendo lo sgancio rapido attraverso il moschettone, lascia il pomello filettato attaccato alla macchina e rende problematico l’appoggio su un piano o l’utilizzo su cavalletto; l’alternativa è quella di svitare direttamente il pomello filettato che, seppur sia un’operazione eseguibile in poco tempo, non è rapida come, ad esempio, lo sgancio degli ancor point descritti in precedenza. La vedo quindi una soluzione per chi usa la macchina “in movimento continuo” e la tiene sempre collegata alla cinghia. Hanno, inoltre, della regolazione per la corsa della macchina lungo la cinghia ed un ulteriore bretella per la spalla, utile soprattutto con attrezzattura pesante.
Penultima soluzione che ho provato ma per la quale ho fatto subito il reso dato che ero nei tempi, sono le pettorine come questa della Cotton Carrier, in pratica si aggancia un attacco a vite sulla macchina e poi la stessa va agganciarsi all’attacco della pettorina. Io ho provato e non la sento comoda soprattutto con macchina pesante come la Z9 ed un tele, come molti la usano ed affermano di trovarsi bene. La vedo come una soluzione, per esempio, con una Z8 e un 70-200 o simili ma non di più.
Ho lasciato per ultima la tracolla che utilizzo attualmente e che è un ibrido tra alcune descritte in precedenza. Intorno al 2020 (ma forse anche prima, non ricordo bene), quando ero più social 😊 vidi dei post di Marco Colombo ed Emanuele Biggi (chi si occupa di fotografia naturalistica sa chi sono, Marco lo conosco anche di persona, mentre Emanuele l’ho conosciuto solo alla presentazione di un suo libro) che utilizzavano una nuova tracolla a sgancio rapido e attacchi per lo zaino, prodotta da una azienda italiana (attualmente non attiva anche se sono riuscito ad averne un’altra 😊). E’ molto comoda ed è una via di mezzo tra la tracolla in neoprene che ho descritto all’inizio (sgancio rapido con solo un pezzo che rimane attaccato alla macchina) e le bretelle da spallaccio della Pgytech.
Un problema che però volevo risolvere era il fatto di poterla sganciare completamente come ad esempio quando si utilizzano gli ancor point. A dire il vero ho utilizzato anche quelli, ma poi gli ho dismessi per la soluzione definitiva, almeno per adesso: l’utilizzo dell’attacco QD.
L’attacco QD sta iniziando a spopolare e fino a pochissimo tempo non era molto conosciuto, se non da chi utilizzava armi, infatti deriva proprio dal mondo militare, come molta altra attrezzatura che utilizziamo noi fotografi. Si trova ormai sia sulle piastre che sulle staffe, è pratico, leggero e poco ingombrante; mi sento però di consigliare di acquistare quelli fatti a triangolo e non a rettangolo e di comprarli di qualità: il secondo che ho preso ad esempio ha due sfere che non staccano\attaccano benissimo. Inoltre, sarebbe meglio, finché non si è sicuri della solidità del QD che dell’aggancio sulla piastra\staffa, utilizzare un cordino di sicurezza.
Con questi posso utilizzare la tracolla in questione sia il collo che alla spalla e posso, tramite sganci rapidi, attaccarla allo zaino e lo sgancio dalla macchiana e super veloce con un solo punto di attacco e non due.
ulcis in fundo risolve problemi come quello della Z6 III nella quale l’anello dx per l’aggancio della tracolla interferisce con l’apertura dello sportellino delle schede (vorrei sapere chi è il genio che ha progettato la Z6 III in quella parte), .....adesso li ho potuti togliere completamente.
(in questa foto si vede come l'attacco QD essendo difettoso raschia nell'agganciarsi e staccarsi dalle piastre e staffe)
Esiste anche qualche altra soluzione ma, non avendola provata, non mi sento di inserirla e dato che tutto quello che ho non è sponsorizzato da nessuno ma comprato con le mie finanze, non credo che a breve aggiornerò con altre tracolle o agganci, salvo ovviamente escano delle soluzioni ancora più appetibili e migliorate rispetto alle attuali (mi è arrivata da poco una mail della Cotton Carrier che a breve annuncerà un nuovo prodotto, vedremo).
Spero, con questo articolo, di aver fatto cosa gradita a chi non riesce a districarsi nella scelta della tracolla e non vorrebbe acquistare una marea di soluzioni prima di trovare quella adattata alle proprie esigenze……., come è capitato al sottoscritto.
Buona luce a tutti.
PS: se avete domande o curiosità non esitate a chiedere.
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